RIVISTA POPOLARE 401 Jovrebbe raccogliere il capitale di qualche milione in tutta ltalia e dovrebbe cominciare la sua azione senza mire settarie. ma con civile fermezza, mediante l'apertura simultanea in pa. recchie regioni d'Italia di Collegi-convitti informati al principio di laicità, ed atti, per felice ubicazione, per modernità dei locali e dell' arredamento e per la serietà dell' istruzione impartita, a diffondere nelle famiglie la convenzione che si può crescere cittadini istruiti e preparati alle battaglie ddla vita anche senza essere stati a scuola dei padri Salesiani. La cosa è - certamente - difficile ma non impossibile. E per mio conto sarei lieto di prestare, anche a fatti , il mio contributo per la realizzazione su basi serie di un programma che ritengo un imprescindibile dovere del nostro Paese verso le generazioni future. Carlo Dal!' Acqua >> GaribaeldCiavonuerllsapediziodneMei ille con unaappendicesull'intelligenzadi Vitt. EmmanueleIl L'amico nostro Mirabelli ha risposto come egli solo poteva e sapeva fare alle strane asserzioni del Luzio di cui ci. occ11pammo nel N ° del 15 Luglio. Noi siamo assai dolenti di non potere riassumere l'articolo dol forte deputato per Ravenna, che i lettori troveranno nel C01·rieredella Sera del 29 Luglio. Ne diamo il sommario. 1.0 L'aittto alla spedizione dei Mille. Mirabelli invita l'avversario a non spostare i termini della polemica. Egli aveva affermato che Cavour non aiutò la spedizione dei Mille; ma non le successive. La prima rap• presenta il merito dell'iniziativa; nelle altre ci fu l'intrigo, la ruse come la chiama Luzio, la duplicità come più esattamente la chiamò Napoleone 3°. E in quanto alla spedizione dei Mille è assodato che La Farina, Frappolli, Medici, ec. cercarono, in nome di Cavour. dissuadere Garibaldi; una volta partito, restano indisc11tibili gli ordini a Persano per arrestarlo ... 2.0 L'alleanza col Bo1·bone. Luzio dice che q11esta alleanza Cavor non la pensò; ma le sue prove si rife · riscono al mese di Luglio, cioè dopo le vittorie di Catalafimi, Palermo e Milazzo ... quando solo un imbe cille - e Cavour non lo era - poteva pensarla. Ma che ci pensasse nel 1859 ed anche .nel 1860, prima del passaggio dello stretto di Messina, sconsigliato da Vittorio Emrnanuale, lo prova con una valanga di documenti il nostro amico. 3.0 L'azione dell' lnghilte1'1·a. Il Luzio fa merito a Cavour di quel famoso intervento del segr. Lacaita presso il ministro inglese Hudson onde imepdire che la Francia intervenisse contro Garibaldi e contro Napoli. Ma Mirabelli corregge opportunamente le date e dimostra come l'Inghilterra si era da molto tempo chia · rita contraria ad ogni intervento francese. 4.0 A1·mi e fucili. Li dettero il Re. Cavour per la spedizione dei Mille? Contro il Luzio e contro parecchi altri Mirabelli dimostra irrefragabilmente che nè l'uno nè F altro dettero armi e quattrini; pochissimi fucili dette La Farina ch'era a Genova il factotum di Cavour. E ne -aveva 1000 in magazzino! I famosi tre milioni dati da Vittorio Emmanuele sono una sfacciata menzogna degli storici salariati. Per vedere quello che Garibaldi pensasse di Cavonr i lettori ricordino la lettera di Enrico Albanese, che abbiamo riportato in parte nella Rivista del 15 Luglio. Dall'articolo di Mirabelli intanto vogliamo integrai• mente riprodurre questo piccolo bramo sul carteggio dell' Amari. L'illl'stre siciliano scriveva: « Depretis si lagna che e cotesto Ministero non abbia fatto quanto doveva e e poteva per aiutare la Sicilia e conciliare; Garibaldi. e I due milioni di lire, mi ha detto, furono promessi, e egli è vero, ma non si veggono arrivm·e per anco; e si mandano 50 carabinieri in luogo di 200 che egli • e ne aveva chiesto; si promettono uomini e non s'im- « barcana mai; lo stesso avviene di una certa quantità e di fucili ecc.-.. Questa lettera dell'Amari ha la data del 28 Agosto e il Re fin dal 27 giugno aveva scritto al de Rohan: « Je donne1·ai ancore deux milions I•. Furono dati? E percbè l'indugio? Così l'Aroari il 31 Agosto: « Senza « tante chiacchiere Cavom· mi disse: LA SICILIA « DOMANDA MOLTE COSE, MA SE ESSA VUOLE « DAVVERO AIUTI DAL PIEMONTE, FACCIA e O PER DIR MEGLIO, S'INCAMMINI PER FARE « LA PRONTA ANNESSIONE E TUTTO AVRA', « IL PIEMONTE DIFENDERA' I SICILIANI ». A questa laida risposta di Cavo·ir che· mette a nudo come nella sua mente non trovasse posto che l'ambizione d'ingrandire il Piemonte, il .Mirabelli fa seguire questo amaro commento: Oh e difforenza con chi a quel 1·esopraggi'Unto donò il regno e solo poi si ritrasse all' omb1·a d'un casolai·e, lungi alla bella porta, sol con taluno dei suoi lacen, p1·odi I • Amico Mirabelli : il miglior commento a questi consigli patriottici, itaUani di Cavour sta nel mettere accanto a questo episodio quello di Carlo Alberto che negò aiuto a Milano pri,ua che facesse l'annessione al Pi~monte e che la tradì, il 5 agosto 1848 , abbandonandola a Radetzky ... Merio male che Garibaldi e i Siciliani si poterono liberare dei Borboni senza l'aiuto del Piemonte ! ♦ Il nostro compi to sarebbe qui finito senza nemmeno accennare a quello che Mirabelli chiama epimiti e ch'è la conclusione in favore del diritto di dire su Garibaldi la verità e niente altro che la verità; ma non vogliamo astenerci dal segnalare un articolo del senatore Faldella sull'argomento in discorso e che ha visto la luce nella Stampa (5 agosto). L'illustre senatore in quanto a cortigianeria ed 11 dinastismo certamente no1J. può temne concorrenza ; forte di questo primato non contento di una smaccata e abbastanza umoristica apologia di Vittorio Emmanuele e di Cavour, ha la sfacciataggine di abbassare Garibaldi alle proporzioni di un qualsiasi volgare cortigiano affermando che Cavour dovette circondarsi di mistero negli aiuti che dava alle spedizioni di Garibaldi perchè temeva che questi per il malanimo che nutri va verso di 1 ui..... li res pinges~e ! ! ! Ecco le sue testuali parole: e Volendo aiutare realmente Garibaldi, e il Cavour doveva fare le viste del contrario al mondo e ufficiale; non doveva far sapere dei suoi aiuti alla " maggior parte del pubblico, e tanto meno a Gà1·i- « baldi stesso, eh' era corrucciato pai·ticolai·mente contro « di lui per il sacrifizio di Nizza alla Francia, e si « temeva capace di rifiutare tale ausilio ..... » La lettera del Falde! la è diretta a. Giuseppe Cesare Abba, il gal'ibaldino letterato illustre , che commemorando Garibaldi nella stessa Stampa aveva sostenuto la tesi di Mirabelli. E questi sono coloro che hanno inteso onoraro Garibaldi ..... dopo morto, vituperandolo in siffatto modo! ♦ Abbiamo messo nel titolo di questo articolo che avremmo aggiunto un appendice sulla intelligenza di Vittorio Emmanueie II. Ma lo spazio ci difetta. Rimandiamo i nostri amìci alla lettura dell'articolo del signor Auxilia: I figli di Cai·lo Alberto allo studio, pubblicato nella Nuova Antologia del 1. agosto. Apprenderanno che il Grrran Re, che tartarinescamente si credeva un generale nel 1848; che voleva comandare lui le forze alleate in Crimea; e che comandò, per disgrazia della nazione, quelle italiane nel 1866... mostrò tanta intelligenza e tanta buona volontà di
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