410 RIVISTA POPOLARE Questo spirito etico, benchè spesso disconosciuto dai suoi fautori, non apparisce soltanto dal riconoscere che non si deve incol1are l'individ110 capitalista delle deplorevoli condizioni del lavoratore e dal sostituire alla morale individuale, una morale sociale, ma nel rappre · sentare , sia pure in una forma vaga, indeterminata, una forma più alta di selezione sociale , che non sia l'odierno individualismo economico. Il valore riconosciuto anche dagli avversari della critica negativa del socialismo, sta tutto qui. Ma, a mio avviso, la forza insita ed eterna del movimento sociale, va ricercata nel sentimento della giustizia. Emanuele Kant ha, secondo me, trovato il segreto del progresso della morale, con la sua famosa distinzione tra le cose alle quali noi attribuiamo un prezzo _ed un valore, e oltre delle quali riconosciamo la dignità. Gli oggetti cbe hanno un valore, sono relativi, possono essere sostituiti da alcunchè di equivalante; ciò che in vece e superiore ad ogni valore , ha un pregio intrinseco, n0n ha equivalenti di sorta. Vi sono dunque, cose che sono val II tate come mezzi , altre invece, valutate come fini. La persona lità umana è considerata come fine a sè, che non può essere snbordinato ad alcun fine particolare. L' enunciazione di questa forma che assume l'iml'erativo categorico : • Nessun uomo deve essere adoperato come mezzo ,. gìustifica l'aspetto morale della questione sociale. L' uomo non è puro strumento di produzione, non è destinato ad essere semplice forza meccanica, in balia di un altro uomo. Non è umano che gli operai sieno considerati esclusivamente come forza di lavoro.· La morale sociale che si va elaborando per opera del proletariato , è appunto l' elevazione della dignità umana, che si ,uanifesta come avverte bene il Sorel : I. Nel desiderio di assicurare al maggior numero un rispetto più pieno della dignilà umana, per mezzo di leggi più giuste. II. Nella protesta dell' oppresso che invoca il suo titolo di un uomo contro le superiorità storiche (op posizione dell' individuo contro lo Stato). III. Nella speranza di rendere la generazione avve nire più felice, più illuminata, e di più squisito senso morale. Quest' ultima tendenza, a chi ben consideri , contraddice a quella inverniciatura materialista che il socialismo venne assumendo fra noi, non tanto a cagione della sua formazione storica e delle sue premesse, qnanto piuttosto dal colorito speciale dato dagli nostri apostoli spiccioli che deridono Mazzini senza averlo letto ed inteso , come deridono tutte le concezioni di riforme sociali anteriori alla buona novella annunziata da Marx e da Engels. Quante volte ci è occorso di leggere che i compagni coscienti uon sanno proprio che cosa farsene del socialismo sentimentale sbocciato fuori al pallido sole del romanticismo, dal 1830 al 1848 ! Il vero è che gli scrittori socialisti di quel tempo adoperarono nella formazione delle loro teorie i mezzi stessi di cui si valsero i socialisti scientifici: osservazione dei fatti economici e sociali, elaborazione razionale dei fatti stessi. Essi studiarono gli effetti della organizzazione della ricchezza industriale; li trovarono dolorosi e trovarono accenti di pietà e di indignazione che diedero ai loro scritti un colorito speciale ma niente affatto diverso da quello che ebbe la letteratura socialista prima ed avrà poi. Il materialismo storico ammonisce che le condizioni economiche si ripercuotono nelle ideologie più alte e però anche nelle religiose e fin q uì nessuno contrasta ; è arbitraria invece l' affermazione che cessato l' attuale conflitto di classe, alla forma religiosa venga a mancare ogni contenuto sicchè all'umanità redenta la mitologia religiosa non occorra più. Siffatte esagerazioni care al Loria ed ai seguaci suoi non meritano neppure confutazione: si distruggono enunciandole. Il vero è che una delle forze propulsive del socialismo è appunto quella rappresentazione paradisiaca proietata nel fu turo e che non è cho l' ultima trasformazione dell'ideale messianico consolatore dell'umanità. E la Gerusalemme terrestra sostituita alla Gerusalemme celeste. Nella speranza verso il meglio e nel conato verso il meglio c'è una tendenza morale che in molti può raggiungere l'intensità di passione religiosa. La quale per molti si accompagna anche 'Sl.dun visione illusoria del futuro, di dubbia realtà fin che si vuole, ma bella ed utile in quanto protende le energie verso il meglio. Le speranze ultra terrestri non contengono niente di più mistico che quella speranza terrestre del socialismo, che quella fede assoluta in una società, meravigliosamente perfetta pel solo fitto che sarà abolita la- proprietà privata. Dirò di più, nel socialismo, non manca neppure il Messia., augurio di più sereno di. Il loro Messia, scrive un teorico tedesco, si chiama lavoro. Generato fra il dolore, cresciuto fra gli stenti, i contrasti e le trepide ansie, la corona di spine della miseria cinge ancora il suo capo, e sulle sue spalle, pesa la croce del disprezzo. Ma alla notte della passione succederà l'aurora della risurrezione. Le campane della prossima Pasqua squillano a festa. Il lavoro redento ·è destinato ad attutire ogni contrasto ed a mettere fine alle guerre. + Inoltre la classe operaia è portata, naturalmente, a non tener conto delle diversità fra paese e paese, a livellare ogni contrasto nella formula semplicista: sfruttati e sfruttatori. Se è vero che nessun rivolgimento religioso o politico può trionfare quando manchi la partecipazione del popolo, è anche vero che alle lotte nazionali che costituiscono tanta parte del secolo XIX, il popolo non prese l'iniziativa, ma la subì. Lo spirito suo era troppo mortificato dai bisogni materiali, per potere assurgere ad emozioni di ordine superiore. Per restringerci all'Italia è indubitabile, che il merito della lotta per l'indipendenza e per l' unità spetta alla parte più colta e illuminata della borghesia che ne fu l' iniziatrice. Il popolo la segui, ma rimorchiato, e l'alta finalità di Mazzini di trasfondere nelle masse la passione pattriottica, non fu sempre coronata da felice successo. La santa canaglia non si rifiutò,. in certe or~ risolutive, di versare il suo sangue per la unità , perchè è virtù suprema delle anime eroiche, il saper sprigionare i nobili sentimenti ed infondere la
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