RIVISTA POPOLARE 407 Che il Giovannini non sia ben sicuro nell'apprezzamento del pensiero mazziniano sulla questione che tanto lo accalora, basta a provarlo il diverso atteggiamento da lui ass11nto a distanza di tre mesi. Tre mesi fa, 11ella sua prima aggressione, mostrò di non dubitare menomamente che il Mazzini fosse contro di I ui, e si dolse anche con Voi, illustre Amico, d'averlo citato Mazzini aveva vissuto in altri tempi ... Il professore bologneHe, tre mesi fa, doveva trar conforto da uno scrittore più recente, da ... Carlo Cattaneo. Ma ora non è più cosi : ora il prof. Giovannini ha letto che Felice Momigliano - scrittore egregio a me caro anche personalmente - dà una diversa in terpretazione al concetto mazziniano sulla scuola, e fattosi ,coraggio, con molta disinvoltu~a, scrive che il Momigliano conforta autorevolmente la sua opinione , che cioè la citazione di Mazzini da me fatta e è la masturbazione cretina di mummie politiche •. Ma perchè non dirlo ...... tre mesi fa , gentilissimo professore Giovannini ? Perchè non confortarsi fin d'allora anche con Giuseppe Mazzini? Una cosa sola apparisce ovvia nell'intrigo di frasi e di parole colle quali il professore bolognese mostra di volere e di non volere ciò che i suoi avversari vogliono: che egli è partigiano della cosidetta libertà d'insegnamento. Ora non sa1à mia la colpa se debbo imprendere a sfondare una porta aperta dimostrando che il Mazzini - il quale seppe astrarre dai tempi di servitù in cui visse per tracciare il compito ai governi avvenire - a quella sedicente libertà era avversissimo. Nello scritto del 1871 sulla Comune parigina, dice: e Esiste in Francia, sorgente di tutte le interne contese , un profondo squilibrio tra le città che sono repubblicane e le campagne che, ineducate e impaurite tuttora dai ricordi del terrore e delle carneficine del 1793 , nol sono. Una educazione naz.ional,e uniforme non può darsi se non dalla Repubblica >. E nei Doveri dell' Uomo: « La libertà d'insegnamento disereda la patria d' ogni direzione morale >. e Il /lrido libertà d'insegnamento corse giovevole un tempo e sorge giovevole anch' oggi dovunqne l'educazione morale è monopolio d'un governo dispotico, d'una casta retrograda, d'un sacerdozio avverso, per natura di dogma, al Progresso: fu un' arma contro la tirannide; una parola d'emancipazione imperfetta ma indispensabile. Giovatevene ovunque siete schiavi •. Naturale quel grido a Trieste soggetta allo straniero ; assurdo nel Regno dove un governo dispotico propriamente detto più non esiste. L' istruzione elementare venne dichiarata obbligatoria dallo Stato e lo Stato, logica.mente, ha il dovere di far si che tutti i cittadini si trovino in condizioni di potersela procacciare. In uno Stato ove i cittadini hanno tutti uguali doveri , tutti pagano le tasse a.Ila medesima stregua, tutti devono avere ugua.H diritti e mezzi uguali per esercitarli : la scuola dell' ultimo comunello non dev'essere da. meno di quelle d'una città ricca e popolosa. Piuttosto è discutibile, anzi discutibilissimo, se l'universalità dei cittadini abbia l'obbligo di concorrere, come avviene in Italia , a.I mante.oimento di scuole secondarie e superiori, le q11ali non possono esser fre · quentate che da una minoranza di privilegiati. Esse sarebbero legittime solo quaodo fossero accessibili a. tutti i giovani megho atti a trarne un serio profitto e ne fossero esclusi tutti qnelli che, ricchi o poveri, vanno a scaldarne le panche per arraffare in ultimo un diploma od una laurea dalla pietà dei professori. Invece in Italia si vede questa enorme ingiustizia: che le costosissime scuole superiori sono pagate dallo Stato, cioè da tutti i cittadini indistintamente, mentre le scuole che tutti hanno l'obbligo di frequentare, sono lasciate alla balia dei comuni, i quali, se ne togli i più cospicui, versano generalmente in gravi Htrettezze economiche a cagione dell'ingordigia del governo, del1' accentramento burocratico e del parassitismo assenteista dei grossi proprietari di terra. Chiacchierare di libertà d' insegnamento in tanta. disuguaglianza economica e morale , equivale a voler perpetuata la libertà dell'analfabetismo e dello sfruttamento. L' intervento dello Stato solo limitato ai comuni dove più se ne manifesti la necessità, non è rimedio da prendersi troppo sul serio. Tale rimedio, negazione d' ogni principio , non è da giudicarsi che un misero.- bile espediente di governi poco solleciti della pubblica istruzione, i quali cercano di ependere il meno possibile nelle scuole per devolvere i mezzi finanziari di cui dispongono, a scopi meno civili e proficui. Seri ve Mazzini nei Doveri dell'Uomo: « Senza Educazione Nazionale comune a tutti i cittadini, eguaglianza. di doveri e di diritti è formola vuota di senso >. Educazione e comune > perchè le varie classi sociali si avvicinino e si affratellino , e perchè i ricchi , che oggi si giovano dei privati istituti, sia.no costretti ad interessarsi seriamente al buon andamento delle scuole pubbliche essendo ad esse obbligati i propri figli. e Un governo repubblicano-dice Mazzini--darebbe l' istruzione gratuita, obbligatoria, nazionale a tutti i figli della patria comune • (1). E tale istruzione e nazionale • non è solo per Mazzini un •iovere dello Stato, è altresi un diritto del popolo: e Gli opera.i hanno diritto di sviluppo alle loro facoltà intellettuali e devono averlo dalla Educazione Nazionale obbligatoria per tutti e dall'insegnamento di professione agevolato, accessibile a tutti > (2). Dopo di ciò , giudichi il benigno lettore, non dico la gentilezza, ma la serietà di chi osa. chiamare e masturbazione cretina di mummie politiche • la testimonianza di Giuseppe Mazzini a sostegno del principio dell'avocazione della scuola primaria allo Stato. E qui nulla più credo necessario di aggiungere per dimostrare la temerità del prof. Giova.nnini nei suoi giudizi sulla mia lettera da Voi riprodotta in questa. Rivista. Ma v' hanno dei valentuomini meritevoli di tutto il mio rispetto perchè dott: per davvero e modesti , i quali , d'accordo con me sul principio, sentono però (1) La questione sociale-· Vol. 16, pag. 197. (2) Le classi artigiane - Vol. 161 pag. 177.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==