402 RIVISTA POPOLARE studiare da ragazzo da scoraggiare il padre Isnardi, suo maestro. Se ne conchiuderà che l' uomo non smenti il giovinette e che proprio proprio Pgli non era meritevole che appena appena di essere caporale ..... Questo articolo della Nuova Antologia, intanto, ha provocato commenti ammirativi ...... un tale trovò da lodare la grande immaginazione del futuro Padre della patria , a proposito di nn componimentino. Ma è venuto il D'Ancona. Anche un pezzo grosso della critica letteraria si è scomodato per gli scarabocchi principeschi ! - ed ha scoperto che quel componimento non era farina del suo sacco, ma era una riduzione di una riduzione di Brunetto Latini .... Scompare cosi l'immaginazione e ai assegna al caporale futuro la ... cultura. Vittorio Emmanuele colto in letteratura? Via! NOI IL " SUPREMOCOLLEGGIO ,, ed il " rinnovamentogiudiziario,, Io penso che non si possa nè accettare, nè approvare la formula « bisogna punire, bisogna cacciare» che la Vita di Luigi Lodi o la Rivista popolare propongono, per quei magistrati che sentenziano spropositi e paradossi, senza rispetto al sonso giuridico e con offesa al senso morale ; - com' è avvenuto con la recente sentenza Vitelli per l' on. Nasi.-Io difendo il consigliere Vitelli! Qual' à la sua colpa o la sua indegnità? - Egli ha scritto una -serie di argomentazioni che giuridieamente non possono neanco a lui attribuir~!, giacchè la sentenza appartiene a tutto il corpo giudicante , ed a tutti e singoli i consiglieri che la sottoscrivono e la fanno propria; mentre I'.est8nsore non è che il delegato ad estendere materialmente con una mano, quello eh' è pensiero di tutti e non potrebbe scriversi con quindici mani, quante sono le e eccellenze • del Supremo Galleggio a Sexioni Unite > • Quello cbe ha scritto il comm. Vitelli è pensiero di tutti, è testo da tutti accettato, e fu, indubbiamente, esteso nella forma migliore dal più capace dei decidenti. Precisameuh, ! - È questo che bisogna notare. In una causa così eccezionalmente importante è facile comprendere come sia il più abile ed esperto prescelto per tentare l' ardua prova di manipolare un e giudicato ~ che proclami solenno il responso della e Corte regolatrice ~. Ed, infatti, per coloro che conoscono " uomini e cose» della Cassazione romana il Vitelli è , e rimane, nno dei meno incolti ed inlntolligenti consiglieri della medesima. La quistione è un'altra; ed è questa: data Ja grandissima importanza sociale della Cassazione, la sua composizione abituale , dovuta ai regolamenti ed alle leggi , nonchè ai consueti criterii di scelta , risponde al bisogno ed al fine del massimo istituto giudiziario? Questo è il problema non agevole che sorge dalla ri sposta assolutamente negativa e d' indubitata e desolante realtà : « la composizione attuale del Supremo Colleggio è la più i o felice e deplorevele ed as3icura la senilità e la debolezza morale e mentale dei componenti ; una continua e scandalosa incertezza nei giudicati; un'assoluta e costante separazione della e giustizia • dal movimento della scienza e dalla vita vissuta della società. Non si tratta nè di punire nè di cacciare ; si tratta di rinnovare e di trasformare. So si volesse punire , cacciando , io non so quante e quali eccellenxe, potrebbero salvarsi dalla improvvisa e sorprendente perseci.:zione contro coloro che da quarant'anni, non hanno avuto altra funzione pratica che di perseguitare la giitstixia, il dfritto ed il bene sociale, che il Vitelli, prudentemente, distingue come tre cose diverse, nella comica ill11sione che almeno una potrebbe salvarsi dal giudicati stolti ed iniqui ! Chi volete che rimanga'? Entriamo un po' in una sala di quelle udienze penali, dove il povero Vitelli, ch'è il terrore dell'avvocato-ricorrente, per la sua notissima mar:iìa rigettista, ha l'illusione comune ai suoi consorti, dì amministrare giustizia. Se l' udienza è scarica , vi saranno un mezzo centinaio di ricorsi di tribunali e di corti; ognuno dei quali è sbri gato in pochi minuti, cosicchè l'itrlienxa aperta dopo mezzogiorno, è già chiusa da un pezzo alle 2 pon1eridiane. Ogni eccellenxa biascica una ventina di parole, che neanco il collega vicino si dà la pena di ascoltar·o, e dopo le inutili conclusioni del P 1\1.- che secondo la precisa logge del caso sono conformi cinque volte su dieci - si passa all'altro ricorso. Questa brevissima e strana cerimonia con cui quegli otto uomini in toga aera celebrano il seppellimento dei processi, con le conferme delle condanne; ha dei momenti di ferocia cinica e selvaggia, che vi danno dei brividi come assistendo ad uno spettacolo macabro. Qualche volta l' « eccellenxa > è un po' inquieta perchè qualche violazione di legge o di garanzie pr<)Cedurali è stata effettivamente commessa dai giudici che condannarono ; ed allora vi è una ricerca di argomenti e di latinetti che valgano a coonestare il giudizio di condanna: - in quei càsi, quasi sempre l' e eccellenza> sogghigna: è una maniera di sottolineare la frase furbesca (;he c0rona la sua troi·ata per .... impedire la giustizia e la verità. Non vi è nulla di più ripugnante del rnagiftrato penale ehe sogghigna, ed è lo spe.ttacol0 più frequento in Corte di Cassazione ! Intanto alcuni schiacciano un sonnellino ; qualcuno dà anche un' occhiata alle ultime notizie nel giornale della mattinata e dopo avere· resi definitivi quei due o tre secoli di reclusione distribuiti ad una cinquantina di cittadini; le « eccellenze » si dipartono molto rapidamente ; come da un luogo dal quale banno desiderio e fretta di allontanarsi. L' osservazione di « psicologia del movimento » dà il prezioso risultato eh' è assai diverso il faticoso trascinamento dell' epa, lento e cadeniato, gradino per gradino, all' ora dell'apertura dell'udienza, che ccmincia sempre circa mezz'ora dopo dello stabilito; dalla giovanile e sollecita disceRa delle seale, con cui si squagliano in pochi minuti gli eccellentissimi com ponenti del Supremo Galleggio ! Incosciente o meno è certo penosa ed umiliante la situazione di questa gente condannata a condannare. Sarà, in parte, il bisogno di storJirsi; in parte il degradamento morale incessante che li rende inconsapevoli e privi di coraggio, di ideali, di dignità , corta cosa è che sono, nella massima parte, rovine di uomini, logori, adiposi, gottosi, ignoranti, reazionarii, istintivamente contrarii ad ogni idea di civiltà e di progresso; istintivamente asserviti ad ogni • mal governo dispotico e liberticida. Io ricordo sempre l' osservazione del mio caro , illustre
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