RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali Uirettoro: Prof. NAPOLEONE UOLA.JA.NNI (Deputato al Par1amento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese rt,alia: anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero: anno lire 8; semestre lire 4:,50 Un numero separato Cent. ao Amministrazione: Corso Vittorio Emanuele, n.0 115 - NAPOLI Anno Xlll - Nnm. 15 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 15 Agosto 1907 Preghiamo gli abbonati di inviare, fino a nuovo avviso, lettere e vaglia ali' on. Napoleone Colajanni, Castrogiovanni (Caltanissetta). ' SOMMARIO: O Il avv~11lnrnnl,I e gli nomini: Noi: (Un lombrosiano spagnolo contro Ferrer - Una lettera di Amilcare Cipriani - Nord e Sud ... ne! mondo ecclesiastico - Un episodio di schiavismo agli Stati Uniti - Il convegno di Swinemunde - Algesiras, il Maro<.:co e la civiltà Europea - Una buona. iniziativa) - La Rivista: Protesta moral~ o pretesto politico? - Una lettera del Deputato di Legnano - Noi: Garibaldi e Cavour nella spedizione dei Mille (con una appendice su!l' intelligenza di Vitt. Emm. Il) - A. Guarnierl-Ventintiglia: Il « Supremo Colleggio >> ed il t< rinnovamento giudiziario » - Prof. V. Giuffrlda Ruggeri: La morale di dommio pubblico - S. Signorelli: li Ci--···_. -:.·. : ·, ~anco di 1 apoli - Ludovico Brctti: Per una citazione importuna - Carlo Arnò: Per una rettifica non ne<.:cssaria - Felice Momigllano: Il p:èl'tito operaio e i nuovi valori morali - Enrico Grimaldi: Gli epigrammi di V. Alfìeri - Dal I.\ Bollettino italiano oell'Ufficio del lavoro ll (Mese di Luglio)- ltivista <lelle ltlvlste: Giuseppe Mazzini e lo spirito inglese (La Vita lnlr.ma 1ionale) - Minerva commemoratrice (Il 1War 1occo) - La crisi delle regioni agricol~ (Giornale dei iavori pubblici) - Gli errori dei rivoluzionari russi (Les Temps Nouveaux) - li fattore principale del Progresso (Gran Ma - ga1foe) - La nuova legge su l'emigrazione (North American Review) - Il negro delle Indie occidentali e dell' A erica. Un contrasto (North American Review) - R.ecensiont. 6LI ftVVENI1'1ENTI e 6LI UOMINI Un lombrosiano spagnolo contro Ferrer. Il signor Ràfael Salillas , che se mal non ricordiamo coltiva le teorie lombrosia.ue, pubblica un lungo articolo ncll' Ateneo di Madrid mtitolato: La cella di Fe:rrer. Lo dedica al Prof. Lombroso. In tale articolo coi palimsesti della cella occupa~a dal Ferrer egli vuole mostrare che il Ferrer è un dappoco, quasi un degenerato e critica quindi, sebbene cortesamente, il Oolajanni per la conferenza te nuta nell'Università di Roma P,ro Fen·er e cont?-oil pericolo cattolico. Il Salillas, forse ignora, che tra i tanti, che aderirono entnsiasticamente alla protesta partita dell'Ateneo di Roma nella compagnia di Loria, di Rapisardi ecc. e' era proprio il Lombroso e che alla conferenza presiedeva il Se1gi, un altro illustre lombrosiano. Le critiche, perciò, vanno anche all'indirizzo del s ·10 maestro. Ma che valore hanno esse? Se il Oolajanni, come gli altri liberi pensatori di Parigi, di Bruxelles ec. ,h ebGe p• .).!fu il Ferrer come uno scienziato, il Salillas potrebbe avere ragione; ma egli lo prese come un sim · bolo delle persecuzione cattolica. Niente altro. E che fosse stato iniquamente carcerato l'esito del processo colla sua assoluzione lo dimostra. Nè Lombroso, nè Sergi, nè Rapisardi, nè Oolajanni conoscevano allora i palimsesti della cella, che mostrano la vanità del Ferrer. Ma quanti valentuomini autentici non peccano di vanità? L'articolo del Salillas, quindi, resta come uno dei soliti tentativi del lombrosismo, che mira a demolire ed a presentare come un degenerato qualunque uomo che emerge un poco sugli altri, se non vogliamo considerarlo come lo sfogo di un reazio.i;i.ario.Ed a consideraHlo come tale si è indotti anche dal disprezzo con cui parla di Nackens in favore del quale hanno interceduto quanti uomini eminenti conta la Spagna nelle scienze, nelle lettere e nella politica. • Una lettera di Amilcare Cipriani. - In seguito all'articolo dalla Petite Repubblique sulla Sicilia all' on. Oolajauui in data .del 6 corrente cosi risponde da Parigi il Cipriani: Caro Oolajanni Appena ricevuta !a grata vostra e l'opuscolo mi affrettai a comunicare le vostre giustissime lagnanze a Tisbo acciocchè rispondesse subito. La risposta è venuta oggi e mi faccio un dovere spedirvela e rispondervi, .;hiedendovi scusa del ritardo. Certo che è doveroso difendere quel povero mezzogiorno tanto sconosciuto e maltrattato, e voi compite, facendolo, un opera lodevolissime. Come pure Garibaldi lo illustraste in modo veramente ma gistrale; ed io, dal canto mio, fui e rimasi solo quì a difenderlo dalle sozzure di coloro, che lo perseguitarono vivo e lo sfruttarono fino al di là del sepolcro ..... • affettuosamente vostro .AMILCARE CIPRIANI Nord e Sud .... nel mondo eocleslastloo.- Oome nn segno dei tempi e perchè alcune osservazioni ci sembrano giuste pubblichiamo qua.liii inte.Q'rR.lm<>intn nna lettera che un sacerdote siciliano ha. indirizzatv al nostro Direttore , senza assumere alcuna responsabilità in quanto a ciò che vi si dice sui debiti di Monsignor Lualdi e sulla dilapidazione di una Chiesa di Roma. Rettificheremo volentieri ciò che in essa è detto, se ci si dimostrerà che non è conforme a verità : On.le signor Professore, e Le mie vi vissi me congratulazioni del Suo poderoso articolo sotto il titolo: Le aberrazioni di un galantuomo ..... Mentre la S. Sede violando tutti i concordati fatti coi Sovraui di Sicilia , come fu provato in un articolo pubblicato in un giornale di Torino pochi mesi addietro, ci .manda ben quattro Vescovi dal Nord ad assassinare le Mense Siciliane, non trovando Siciliani idonei a tali uffi.cii , a Milano vengono scoperte le infamie commesse da Preti nordici nel famoso istituto della Fumagalli: e sono i Nordici che debbono moralizzare il Mezzogiorno ! ! ! Con grave insulto ai Siciliani ben quattro Vescovadi della Sicilia sono stati dati in appena due anni
394 R I V I S T A P O P O L AR E a Preti Lombardi e Toscani: l'Arcivescovado di Palermo , quel di Siracusa. , il Vescovado di Cefalù, ( il più ricco d' Italia) e quello di Caltanissetta.. E' un nuovo sfruttamento della Sicilia. E i Deputati Sicj}jani? Non uno ba osato alzar la voce in Parla.mento in difesa dei dritti conculcati del1' il5ola. nostra! E intanto? Mons. Lualdi sfrntta la Mensa di Palermo senza pagare i Canonici ed i Bene - ficiali della Metropolitana, ai quali deve ben due annualità, ed i ricorsi avanzati pnsso l' Econowato Generale e presso il Ministero restano lettera morta.. Il nuovo Vescovo di Cefalù ( un monaco) si dice, che non intende recarsi in Diocesi, perchè la S. Sede gl'impone di pagare dalla Mensa L. 18000 al Vescovo già deposto, L. 20000 a Mons. Lualdi perchè questi possa pagare i suoi debiti, che non son pochi, e non so se altrettante se ne riserba a sè la medesima Curia Pontificia. Un vero brigantaggio ai danni dei poveri di Oefalù, ai quali dovrebbe andare in elemosina tutto quel denaro. , A Roma. un Prelato romano ha assassinato la chiesa dei Siciliani a.I Tritone dilapidandone le rendite , per modo che I' ospeùnle annessovi pei Siciliani più non. esiste, e, guai! ai Preti nostri che osano levar la voce •. ,> + Un episodio di schiavismo agli Siatl Uniti. - Naturalmente qnesto semhrerà nuovo in Europa e più incredibile ancora quando avremo detto che gli schiavi dei quali si tratta appartengono alla razza bianca, ai popoli ci vili; eppure è cosi. A marcio dispetto della legge contro la schiavitù, che fu promulgata , grazie agli sforzi di Lincoln in America, malgrado la guerra di secessione , e in spregio delle mo·raUssime idee degli Americani degli Stati Uniti, la schiavitù non è del tutto abolita nella repubblica delle stelle. Anzi si sente di tanto in tanto buccinare · che quà e là specialmente negli Stati del Sud forme più o meno brutali di schiavitù riappaiono e noi siamo tosto propensi a pern:1are ad esagerazioni con le quali si voglia impressionare il pubblico, mentre quelle voci non sono altro che l'esposizione della verità. Ora, ap punto, giornali e riviste sono pieni dei dettagli di un processo testè chiusosi e durante il qnale sono venuti alla luce i metodi più brutali e più esosi di coercizione e di sfrn ttamento della mano d'opera che mente u1uana possa immaginare. Un giornale del Minnesota , il Pensacola Joiirnal, pubblicò una volta, son ora circa sei mesi, una serie di rivelazioni a proposito del trattam1mto che la Jackson Gumber Company faceva ai suoi operai. Questa compagnia si era costituita per lo sfruttamento e la messa in valore dei terreni lungo la ferrovia. del Minnesota e specialmente lungo la frontiera dell'Alabama e della Florida dove codesta compagnia hd. creRto una città, Florola, che era il centro delle sue operaz1om. In seguito a queste rivelazioni, che parvero r11manzescbe nn giornalista di New York, Alessandro Irvine, si fece arruolare come operaio fra gli uomini racco) ti per lavorare al diboscamento dei terreni di proprietà della Compagnia. E grazie al suo intervento ed alla campagna del giornale di Pensacola un'azione giudiziaria è intervenuta e cinque agenti della Compagnie. sono stati condannati a pene che variano da un anno a dieciotto mesi di carcere e da 1000 a 5000 dollari di multa. Al tempo stesso i contratti che la Compagnia faceva ai suoi operai nella città d'arruolamento: Brooklyn, Filadelfia, Saint Louis, e che su i suoi terreni, poi, non rispettava sono caduti sotto la eanzione della legge. L' Irvine pubblica ora, nell' App"leton's Magazine: e la relazione di ciò che egli vide, ed il suo racconto riporta la mente ai metodi più barbari usati ai tempi classici della schiavitù dei negri. Bisogna notare - e gmamo la nota alla cosiddetta solerte sorveglianza del Commissariato per la Emigrazione, ed al nostro Ministero degli esteri-che fra gli arrolati da codesta Compagnia di negrieri vi erano degli Italiani, eppoi ancora degli Ungheresi, dei Russi, dei Polacchi e dei Greci Al momento dell'arruolamento le condizioni non apparivano disastrose; viaggio a carico della compagnia: prestito di una piccola somma a lieve interesse al momento dell'arrivo all'arruolato da parte della Compagnia. per le spese di installazione ; re8tituzione di questo prestito a piccole rate; ragionevole durata della giornata di lavoro secondo le stagioni; salario mai inferiore ai due dolla,·i al giorno; vitto ed allocrgio forniti dalla Compagnia. Alcuni agenti erano t'ncaricati di arruolare 11omiui,uno di e13sicerto Eugenio P. Newlander era incaricato di raccogliere ,e spedire 100 uomini al mese. Egli d:1nque, senza avere riguardo alla natura del lavoro, spacc!\leg;na: boscaiolo, segantino, di per se stesso richiedente uomiui atti e forti accettavi\ e spedi va su i catllpi della Compagnia chiunque gli si presentasse. E gli arruolati arrivati su i campi trovavano che le condizioni reali erano diverse dalla promessa. I due dollari di ven tavllno uno e raramente uno e pochi cents di più: il prestito era abolito, l'alloggio consisteva in nna cuccetta in uu vagone ferroviario f11ori d'uso; il vitto era iusufficiente e malsano; il viaggio rappresentavà. un debito che l'arruolato aveva contratto a gra\·issimo interesse con la Compagnia; il lavoro-penos11,simo come sanno tutti quelli che di tal genere di lavori s'intendono -dura.va sempre dall'alba ai tramonto d'estate come d'inverno, con un solo buon riposo all'ora della colezione meridiana. Ma se questi sono 11,etodi di :,frutta mento feroce di lavoro, e di walafede in contratti non sono ancora la schiavitù. I caratteri della schiavitù si riscontrano nell'obbligo della permaneuza forzata al campo, nelle punizioni corporali, 11èll'imprigionamento non ordinato dalla legge ma inflitto a beneplacito degli agenti della Compagnia su i campi di lavoro. La Compagnia si era assicurata la cornplicit,à di nn Magistrato -justice of peace - SJJeCÌe di pretore , ii quale s'incaricava di legalizare la traduzione al campo di lavoro di quei coloni - in realtà schiavi - che ne erano fuggiti. Poichè, è naturale 1.:he accadesse cosi: alcuni, quando potevano, fuggi vano. Allc,ra O(:lcar Sandor, uno dei condanna.ti , lanciava su le traccie dei fuggiaschi i 1o1astini addestrati alla ricerca; e quando erano stati ripresi allora Roberto Gallagber, un bruto che non sapeva parlare che inst1ltando atrocemente i coloni, bestemmiando trivialmente ed urlando, eutrava in scena e con lui 11nsolido perbo, o una cinghia di cnoio , e le spalle del fuggitivo portavano per un peZZl) il ricordo di Gallagher. Quando alcuni si lagnavano del vitto - sovente nauseabondo - Gallagher consigliava di ricorrere a William G. Grace, il veterinario il quale trovava sempre ottimo il vitto ed ingiusta la lagnanza : ed allora le nerbate facevano l' oµera loro; mentre il vitto buono o cattivo che fosse era, per quel giorno , t)l to al colono, il quale era poi anche chiuso in un vagone che serviva da carcere. Uno di questi dir3graziati essendo fuggito una seconda volta, fu quasi sbranato dai cani lanciati &Ila sua ricerca. Naturalmente il Gr1-ce, il Gallagher ed i loro aiutanti Hilton e Huggins sono stati ora condannati, e con loro W. S. Harlan il direttore della Compagnia. La perla di giudice che servi va gli interessi della Compagnia, un certo James Johnson, è stato destituito. Naturalmente il go.verno non può essere accusato per simili fatti che , appena vengono alla luce , sono dal governo severamente e raµidamente pnniti e repressi; ma-poichè non sono isolati, e poichè si sa. che nella Florida, nella Luisiana, e nella Georgia, condi-
RIVISTA POPOLARE 395 zioni anche prn orribili sono fatte ai negri : non si può a meno di riflettere che la tanto strombazzata superiorità degli americani è ancora-di fronte ai latini - una bella chiacchiera senza senso comune; un bel romanzo nato nella fertile imma&;inazione di psico logi storici ed osservatori più che superficiali, e questo diciamo non già per il fatto in se stesso, chè una bella accolta di bruti e di carogne come gli americani e gli scozzesi testè condannati per il Peonage si possouo trovare dappertutto; ma perchè malgrado gli articoli di giornali e di riviste, malgrado le rivelazioni dello Irvine e malgrado il processo, l'opinione pubblica non si è affatto commossa, e tutto ciò è passato come un fatto ordinario per il quale non vale la pena µiglian.;i troppo disturbo. Il che rivela, se non altro, una stnpefacento deficenza di quel sentimento di ritipetto della personalità umana, che è la batie ed il earattere primo della civiltà, e che, fra gli Americani-e mille fatti rivelano questa verità-è estremamente raro. • • Siamo i soli che ci siamo occupatì di questi articoli dell'Irvine sul Peonage, e vogliamo augurarci, che la i:.tampa italiana vorrà interessarsene. + Il convegno di Sw1nem1lnde.-Volendo fare dello spirito, forse spirito di cattiva lega, si potrebbe dire che nel convegno di Swinemfinde ci fu un wagnifico piffero di montagna; e che il resultato pratico di quel convegno che è nulla per ciò che riguarda la politica internazionale è stata la sonata che la Ger mania ha eseguito per il maggior sollazzo e il più completo diletto della Russia. Lo Tsar andò a batter cassa, e trovò ..... che l'Imperatore Guglielmo gli apre i forzieri della Germania ed i cantieri tedeschi altresl.. ... il che forse non era assolutamente nel programma del mistico impiccatore dei proprii sudditi. l\'Ia, chi affoga s'appiglia ai rasoi, dice il proverbio e dopo la guerra del GiR.ppone, e data la terribile situazione interna, il tesoro esausto, e la disorganizzazione - della quale è colpevole la burocrazia - di tutti i servizi interni, la Russia si trova con l'acqua al collo ; le bisogna denaro per ricostituire la propria flotta emigrata - in seguito alle sconfitte - al Giappone , le bisogna denaro per rinsanguare l' erario ; le bisogna denaro per far fronte alle necessità sempre crescenti dei contadini, che ridotti agli estremi minacciono una vera e propria e Jacqtterie ». Ma la Franc:a ha chiuso i suoi forzieri con sette suggelli. Troppo credito le fece, per averne in cambio la esibizione di uno Tsar - poca e misera cosa - e qualche compagnia di Cosacchi, ai quali i Giapponesi tolsero ultimamente perfino l'aureola di feroci insu pe rabili cavalieri. Troppo poco; troppo poco per una bella serie di miliardi, ora specialmente che, per la Francia, il pericolo tedesco f:'.embra svanito, òd almeno attenuato assai dalla entente con la formidabile rivale della Germania, l'Inghilterra. Troppo poco, per troppo prezzo e la Francia ali' ultima richiesta rispose, cortes:,meute ma fermamente, no! E la Russia dovendo cercare altrove denaro, tastò la Germania. Ma i bravi teutoni dal cappello verde-mare ed il cervello duro non sono affatto generosi, come i Frane. cesi : danno si: ma pei; avere : e àl convegno di Swinemùnde lo Tsar ha ottenuto ma anche ha dato: e molto. Consideriamo. Lo Tsar voleva denaro per ricostruire la flotta russa ; e per il resto. La Germania prestù 250 milioni per le corazzate; per 'il resto niente. Ed è questo il più bello: le corazzate saranno costruite dalla Germania nei cantieri tedeschi. Si vada ora a dire che il Kaiser non è il più perfetto viaggiatore di commercio del suo paese! I cantieri tedeschi hanno cosi lavoro assicurato per dodici anni ; il ca pi tale non esce dal paese : il prestatore tira dal prestito due interessi quello che risulta dalla produzione del materiale, e q nello che deve essere pattuito come interesse del capitale. In verità l'Imperatore Guglielmo merita l'encomio solenne; non poteva far meglio gli affari del proprio paese : q nanto allo Tsar : non ti curar di lor , mfl guarda e passa , dice Virgilio a Dante parlando degli inetti e neghittosi alla porta dell' Inferno. Naturalmente, per tutto riò il convegno di Swinemiinde non ha nè può avere nessuno interesse, nè alc11na importanza internazionale. Troppo è travagliata la Russia dalla sua anarchia perchè una q nalunque Potenza Europea, tanto meno poi la Germania, abbia la malincenica idea di fare della Russia, un appoggio a se; o appoggiarla se le occorre. La Russia è, e rimarrà ancora per pare~chio tempo, esclusa, per forza di fatti e di cose da tutte le combinazioni europee, e non ci sono convegni che possono porre riparo alla situazione che è stata preparata e si è venuta svolgendo ed acutizzando dal regno d~ Nicola I al dominio di questo inetto , vagabondo dei viali di Peterhof. + Algeslras , il Marocco e la civiltà Eu.., ropea. -- Il bombardamento di Casablanca dovrebbe far riflettere che alla fin della fine quell' onesto ErRaisuli, che ha fatto prigioniero il Mac-Lean, il Pretendente che scorazza e spadroneggia fra le tribù del Rif, e quegli ottimi Marocchini che hanno fatto la pelle, ultimamente, agli Europei non hanno poi tutti i torti se , con questi non vogliono avere niente a che fare. Esaminiamo spassionatamente la situazione. Noi parliamo della questione di giustizia che , pur dovendo essere sempre la principalissima, è sempre altresl fuori di questione. In queste faccende chi ne va più a capo rotto. è la giustizia. Domina fra gli uomini il diritto e la ragione del più forte; è male; non dovrebbe ·essere cosi, e probabilmente verrà giorno - ohimè quanto lontano! - in cui non sarà cosi; ma per ora ha più ragione chi può maggiormente e con più violenza menar le mani e mettere in opera mezzi micidiali; la giustizia è cosa della quale discutiamo con rnolto acume, ed anche con mo! to diletto ; ma che però non pratichiamo affatto: altrimenti dovremmo dire che il torto è dal lato delle potenze europee, e che i Marocchini hanno ragione. Dunque non di giustizia parliamo, ma bensi di opportunità e di interessi, due cose vili e volgari, ma delle quali soltanto è materiata la politica. Conveniva all'Europa la sua politica commercialee fin troppo - al Marocco; e il momento per farla era opportuno? Pensando al protocollo di Algesiras non vi è chi dica di no: la realtà è diversa. Ad Algesiras fu tenuto conto di tutti gli interessi fuori di quelli del Marocco. La polizia fu stabilita per il comodo degli stranieri, la banca per salvaguardare e facilitare i loro interessi; i lavori pubblici perchè utili alle loro imprese industriali, al loro commercio, ed alla loro preponderanza. Gli interessi del Marocco per se stesso, come paese abitato da tribù Berbere, governato da un Califfo musulmano, e avente una sua vita speciale passarono al1' ultima linea. Mahomme-El-Torrs il bianco pl'enipo• tenziario marocchino fu una bella figura decorati va, col suo bianco bou1·nous , le babucce di raso rosso , e la larga scimitarra dalla impugnatura d'argento cesellato, nna bellissima macchietta di luce e di colore su le marsine dignito.3issime dei rappresentanti dell'Europa. E fu tutto, e non fu altro. Il Marocco nero, quello che appartiene, per diritto di nascita e di vita
396 .RIVISTA POPOLARE ai Berberi ; il paese arso dal sole , donde , in antico, scendevano su le coste di Spagna e d'Italia i pirati ; il paese ~he _diede alla Spagna la gloriosa civiltà degli Abenceragi non fu alla conferenza di Alg-eciras che una dignitosa, bianca e venerabile comparsa. Evidentemente i dignitari Europei fecero i conti senza l'oste; il quale oste, oggi, li mette al punto di dovere ricominciare da capo. E intendiamoci subito : ricominciare da capo senza il minimo accenno ad una maggiore ragione; non parliamo di giustizia; non parliamone neppure ora, neppure ora dopo i massacri di Europei. Dunque dopo avere trattato di tutti gli interessi Europei a dispetto del Marocco, i diplomatici di Algesiras credettero che' ormai il Marocco non aveva più Jhe da subire e tacere. Come ha risposto lo si è veduto e lo si vede: ed è del resto, la cosa più normale e logica di qq.esto mondo. Una ventina di anni fa un certo commercio assai attivo incominciò fra negozianti Francesi e Spagnoli e il Marocco : poi la Francia s'accorse che , data la ima posizione in Africa - Africa settentrionale - il il Marocco avrebbe dovuto essere posto sotto il suo p1·otett01·ato e cominciò quel lento lavorio di penetrazione per il quale l' Imperatore di Germania si senti obbligato a pigliare l'aria di padre nobile del Sultano del Marocco. E fin q nì poco male. Politicamente parlando l'intenzione della Francia era onesta e non c'era niente da dire a proposito dell' operato di Guglielmo. Ma il guaio è che i Marocchini sono un popolo di credenti, di sobri e di devoti. Gli Europei-di questo non furono colpevoli i snli Francesi - gli Europei introdussero al Marocco il vino, le macchine fotografiche, le biciclette e le ballerine. Vollero visitare la moschea senza lasciare le scarpe alla porta, e presero bagni ridendosi allegramente delle abluzioni dei loro ospiti. Maometto proibisce ai credenti il vino, la. riproduzione della imagine e le ballerine ; nel Corano non si parla affatto di biciclette per portare a spasso i1 bipede impiuma ma dei cavalli, evidentemente la bicicletta è proibita da Maometto; si esige che le sca.rpe siano lasciate alla porta quando si entra nella moschea, e si facciano le abluzioni di rito. Data la condotta degli Enropei sono giustificabili si o no Er-Raisuli e il Pretendente i quali giurano per Maometto che il Sultano Abd-ul-Aziez - che h~ accettato la novità Europea - tradisce il trono e la fede dei suoi padri ? Noi pensiamo che si. Ma c' è di peggio e di più. Subito dopo la firma del protocollo di Algesiras gli Europei hanno messo mano a lavori di porti e di strade confermando così nei Marocchini il sospetto che essi vogliono insignorirsi del paese, e lavorino quindi a facilitar""ene la possibilità. Niente di più naturale che le tribù montanare, gelosissime della loro indipendenza, abbiamo cercato e cerchino di mettere ordine alla faccenda re:ipingendo gli Europei. Di qui il massacro eppoi il bombardamento, il qnale offre a codesti Berberi barbari un « avant gout • della nostra civiltà. La Francia, intanto , potrà vantarsi d' essersi cacciata in un bel ginepraio se - come si teme - sarà proclamata la Guerra Santa dai musulmani contro i Cristiani. E non la Francia sola. E' probabile che i timori siano esagerati e che alla Guerra Santa manchi il Condottiero, e manchi anche la necessaria coesione perché la Guerra Santa sia : ma non bisogna dimenticare che la Gnerra Santa è guerra di razza non di popolo; è guerra di religione non di politica, e vi sono Maomettani nell' India come al Marocco, in Russia come in Palestina: e gli Algerini son maomettani, ed i Turchi pnre lo sono e gli Albanesi : e vi sono Maomettani in Persia come nel Oaucaso; e questo potrebbe essere il vero e serio pericolo dell'avventura marocchina; questo che metterebbe contro la razza bianca l'Africa e I'Asìa congiurate a1 suoi danni. + Una buona iniziativa. - La Banca popolare cooperativa di Pontecorvo ha bandito un concorso per la compilazione di un Manuale ad uso delle Scuole primarie, nel quale siano svolti i principi della cooperazione. Nulla di più opportuno di siffatto concorso. In Italia ·dove sono deficienti il senso della cooperazione e i relativi istituti, la popolarizzazione di tutto ciò che alla. cooperazione si riferisce è utile. Noi, perciò, segnaliamo come assai lodevole l'iniziativa della Banca popolare ài Pontecorvo e vogliamo augurarci che si trovino abbastanza. concorrenti ehe ci diano un libro, che abbia i pregi di quelli inglesi e di quelli di Charles Gide e che possa formare la edncazione alla cooperazione nel nostro popolo. Nm Protemstoaraolperetepstolitico ? Cessata l'inconsulta agitazione pro Nasi in Sicilia, in gran parte d'Italia se n'è avuta una più generale, più ragionevole contro i Salesiani, cont~o preti e monache, contro l'educazione clericale m genere. I fatti che l'hanno determinata sono noti e vi accennammo in un breve stelloncino del numero precedente: a Greco Milanese, ad Alassio, a Varazze, a Roma in molti altri punti vennero accertati, denunziati o sospettati atti innominabili, sozzure laidissi_me, cui si volle che si frammischiassero reviviscenze d1 un medio evo cupo, Sabati neri e messe nere quale lo storico-artista sommo della Francia, Giulio Michelet, ci descrisse nella Strega. I colpiti e i solidali nella professione, nel mestiere quasi , e nella credenza hanno gridato a~la esagerazione e alla calunnia, facendo intervemre l'azione della massoneria in ambienti e negli strati sociali che colla medesima non ebbero mai contatti e sfuggirono alla sua influenza. I fatti di Varazze sopratutto si negarono e si studiò da psichiatri compiac·enti il ragazzo Besson che li denunziò e la madre, che lo avrebbe suggestionato, di cui si indagarono i precedenti più remoti e più minuziosi con quella cura malevole che potevano metterci i fanatici e gl' interessati clericali, che sentivano il peso delle accuse e intravvedevano pericoli per la loro settaria propaganda di oscurantismo e di castrazione delle coscienze e della intelligenza, che non manca mai nella loro educazione, anche quando mancano i sozzi reati e le messe nere, di cui sono imputati i Salesiani di Varazze. Noi non possiamo qui vagliare tutte queste accuse e tutte queste offese; ricordiamo che uo~i n i colti e onesti spassionati, che avevano conoscrnto il Besson e lo avevano interrogato ritennero veritiere le sue accuse; che l' on. Colajanni, come rilevasi da una sua lettera al Giornale d' Italia, che aveva avuto in mano il diario dell'ex alunno dei Salesiani, lo reputa improntato a sincer_it~ e ad ìn: aenuità infantile, in contrasto con tuttl 1 caratteri ~be possono venire dalla suggestione e dal malevole artifizio. Ci saranno esagerazioni nel diario del Besson ; intanto un salesiano fu arrestato e il colleggio fu chiuso. Perchè ciò se tutto è falso ? Così a Roma. Sì disse che la fanciulla denunziante era una isterica calunniatrice; ma per questo fatto, come per l'altro scandalo avvenuto nell'Istituto di S. Filippo, che fu chiuso, si è aperta istruttoria penale. L' istruzione dei processi in corso dirà l' ultima ..
RIVISTA POPOLARE 397 parola; ma quando questa parola fosse di piena assoluzione pei Salesiani e per le suore nella coscienza pubblica non sarà distrutta la convinzione profonda che per 10 ingiustamente accusati, ci sono coo congregazionisti, i cui malefizi rimangono nascosti per un complesso di poderosi motivi umani: può molto in certe anime il sentimento religioso schietto, che fa rifuggire da scandali, che si ritengono dannosi alla religione ; sono troppo strette le maglie della rete degli interessi materiali maneggiata dai clericali, perchè molti altri possano e vogliano romperle; e infìne è troppo forte la ripugnanza che sentono le famiglie di rendere pubblica l' onta che ricadrebbe sui loro figli denunziando e perseguendo i satiri, che sui loro corpi consumarono turpi reati. ♦ Appena furono noti i fasti nefasti della Fumagalli di Don Villa e dell' Istituto di Greco Milanese, dove più immediata poteva esservi la ripercusrione fu rapida e violenta la reazione popolare : a Milano. Quando si conobbero quelli analoghi di Alassio a di Varazze, quando cento altri, veri o immaginari, se ne denunziarono a Roma, a Pisa, ad Ancona, e Firenze la reazione si propagò come la vampata che si solleva su di una lunga striscia di polvere non appena il fuoco viene appiccato in un punto. La reazione fu troppo rapida e tropppo violenta perchè sia lecito sospettare della sua spontaneità e sincerità. A Spezia ci fu un mono e molti feriti; feriti numerosi ci sono stati a Mantova, a Parma, a Milano, a Pisa; dimostrazioni calorose contro le congregazioni e contro i clericali ci sono state in quasi tutte le città d'Italia - anche in quelle meno proclive ai disordini ed alle manifestazioni piazzaiole. La vista di un tricorno, spesso bastò per provocarle; d' onde la facilità di eccessi e di errori a danno di sacerdoti eminenti e rispettabilissimi per la santità della vita e per l'altezza della mente. Tali eccessi si devono deplorare; ma in casi simili, qualunque sia il fatto che alle manifestazioni dette l'occasione e contro qualunque classe sociale o partito politico o setta religiosa si svolsero, sempre essi si verifìcarono. Possiamo e dobbiamo deplorarli; dobbiamo adoperarci affinchè non si rinnovino e non si estendano ; ma tal i eccessi e tali errori si com prendono ed anche si guardano involontariamente con una certa simpatia, con una certa compiacenza, perchè sono un indice del senso morale nelle masse popolari, che scatta tanto più violento e improvviso per quanto più tempo rimase compresso e latente. Ma queste dimostrazioni sono realmente il prodotto di una nobile e generosa riscossa del senso morale oppure sono una dimostrazione dell' anticlericalismo politico, che ha preso a pretesto le turpit~dini commesse dalla Fumagalli, dai Salesiani e dagli altri congregazionisti ? Ci rispettiamo troppo e troppo amiamo "la sincerità, perchè ci passi per la mente di fare un taglio netto e reciso tra la protesta morale e il pretesto politico. Oggi, come sempre, in Italia, come dapertutto i fenomeni sociali ebbero fattori complessi e intricati, che gli psicologi e i sociologi più acuti non riuscirono mai a distinguere nettamente ed a discriminare. Come alla protesta del senso morale offeso della collettività si sia unito in questo caso il movimento politico con facilità e con intensità acutamente venne rilevato da uno scrittore della Vita (n. 2 r6). '1 I elericali - egli dice - raccolgono il frutto del loro ultimo atteggiamento. Quelli più impazienti fra essi di partecipare alla vita comune, al Governo, favoriti dalle inclinazioni e dai ricordi del Pontefice, hanno voluto portare il partito nelle lotte elettorali, portarlo violentemente contro tutte le frazioni democratiche. Dal loro attacco è derivata la reazione , non poteva es~ere altrimenti. Questa reazione va al di là del partito clericale in quanto è semplicemente un'organizzazione elettorale? M~, come, data la sua essenza , la sua disciplin::1 , si possono scmdere nettamente le Federazioni clericali e la Chiesa? Le prime sono sottoposte alla gerarchia ecclesiastica; e il vess:ovo della diocesi, in fondo è il segretario di Stato che lo guida; sulla loro bandiera, nei loro proclami hanno scritto e ripetono che esse sole difendono la rèligione. Si poteva supporre che le frazioni democratiche, le quali indubbiamente data la nuov~ funzione delle classi lavoratrici, costituiscono la magg;oranza del paese, si lasciassero sopraffare in silenzio, passivamente? Attaccate , esse reagiscono. Come si può pretendere da loro una distinzione, una divisione che di fatto riesce quasi impossibile! fra i I partito politico della Chiesa e la Chiesa con - siderata per sè stessa, astrattamente? li popolo non corre dietro alle astrazioni : prende i fenomeni tangibili , concreti , su di essi si appassiona e giudica. Da padre Ciarchi in poi, nel breve periodo di un anno , è venuta fuori una serie di scandali clericali. Ed ecco, logicamente, l'agitazione attuale. Di essa i veri responsabili sono coloro che hanno voluto il nuovo atteggiamento elettorale, colla speranza d' impadronirsi dello Stato. Ciascuno si vale delle armi che il suo avversario gli offre. « Le grandi contestazioni non sono mai decise dalle s;ole forze dei partiti in guerra aperta fra di loro , ma da!l' intervento di quella forte massa che non è precisamente ascritta ad alcuna fazione, e compie, press' a poco, l' ufficio del loggione nei teatri; anche qua, è quella parte d'ignoti, che senza simpatie o antipatie preconcette , decide dei successi veri e duraturi n. Lo stesso scrittore della Vita onde allontanare le violenze soggiunge: (( La massa quale danno etfottivo aveva essa provato dallo sciopero generale? l\la lo sciopero le parve una coercizione, una sopraffazione esercitata anche su di lei; quelli che l'avevano organizzato gridavano troppo, si figuravano troppo di essere i padroni. Quindi la massa intermedia , apolitica , ma che decide , si ribellò. Continuando in certe manifestazioni clamort se, il fenomeno si potrebbe ripetere ora. >> Questo timore di contro-reazione non è infondato; ma l'esempio addotto dello sciopero generale del 1904 può anche servire a spiegare come l' elemetito politico possa servirsi a suoi fini di un errore o di un male imputabile ai pochi: lo sciopero generale del 1904 non provocò eccessi deplorevoli che a Milano ed in Liguria per opera di pochi e non di tutte le gradazioni della democrazia. I conservatori e il governo di quelli eccessi abilmente si servirono per dare addosso a tutta la democrazia e dapertutto in Italia. L'on. Giolitti colse la palla al balzo ed affrettò le elezioni generali per trarre giovamento di quella reazione che in grandissima parte fu spontanea. I democratici oggi, in gran parte inconsciamente, e pochi per volontà determinata, si prendono la rivincita. Un'altra osservazione soccorre a giustificare il movimento attuale, che nei suoi risultati è democratico ed anticlericale per quanto il punto di partenza sia stato morale. Dapertutto a Berlino, a Bruxelles, a Parigi, in America e in Europa guando dei satiri commettono atti turpi in danno di fanciulli, il popolo si è ribellato, ha tentato di fare giustizia sommaria sui delinquenti. N è occorse che nel delinquente ci siano stati gli estremi della efferatezza di un Solleiland perchè il popolo contro di esso inveisca. La maggior parte dei feroci linciaggi nord-americani hanno per causa i reati contro i fanciulli come quelli di Greco Milanese e di Alassio, commessi colla violenza o coll'astuzia. N è in tali manifestazioni c'entra sempre l'odio e il pregiudizio di razza. Si legga un telegramma da New York del 5 agosto al Corriere della Sera e s1 vegga a quale staio di esasperazione sia giunta la popolazione della grande metropoli americana in seguito alla ripetizione di attentati innominabili; i cittadini
398 RIVISTA POPOLARE se la presero anche contro la polizia: che non seppe scoprirne gli autori. Dice il telegramma: (( Lo stato d'animo generale è tale che si cade facilmente negli eccessi più gravi , e innocui cittadini sono percossi e malmenati come autori di delitti che non hanno mai commesso. Ieri e nuovamente oggi, due per sone sospettate di aver oltraggiato una bambina furono aggra dite dalla folla eccitata e sta vano per essere appiccate a due fanali, quando furono a malapena salvati dalla polizia. Entrambi erano str.anieri; uno di essi non sapeva una parola di inglese n. I due che più aspramente sperimentarono il furore della folla furono.... un italiano.... ed uno svedese l Il povero svedese fu talmente malmenato dalla folla, cui a stento lo sottrasse la polizia, che si teme che non possa sopravvivere. Il furore della folla in questi casi rappresenta . l'istinto della difesa dei deboli, dei fanciulli. Ora di grazia: perchè il popolo italiano doveva mostrarsi più do-.:ile, anzi più insensibile degli altri popoli? Forse perchè tra noi i satiri abbietti che sfogarono le loro rassioni sui corpi dei fanciulli a loro atfìdati erano preti e frati? C'erano motivi diversi anzi, che dovevano rendere più violenta la sollevazione delle coscienze: i preti hanno abusato delle anime e dei corpi dei fanciulli che erano stati loro affidati per eduo rli; essi sono nemici irreconciliabili, ora aperti ora insidiosi, dellél nazione e della democrazia! I loro atti, perciò erano più detestabili e dovevano provocare una esplosione d'ira più energica di quella ehc si ha contro i delinquenti ordinarii. I fatti recentissimi di New York, che ·abbiamo citato, costituiscono la nYigliore, la più ·schiacciante risposta alle proteste abbastanza sciocche di Don Perosi. Il quale, e noi lo deplorìamo, fatto segno in questi giorni a manifestazioni ostili, ha scrito ai giornali che nei numerosi viaggi all'estero ha trovato ben altra educazione e che perciò egli si vergogna di essere italiano. E perchè non va a prendere la cittadinanza turca? ♦ Di fronte a tali fatti e a tali reazioni, che hanno perturbato l'ordine pubblico, che indicano un profondo perturbamento delle coscienze e che avranno un seguito in Parlamento qual'è la posìzione presa dal potere religioso e dal potere civile, entrambi direttamente interessati ? Vediamo, cominciando dall'attitudine del potere religioso. Preti, vescovi, pontefice - tutta la gamma della gerarchia ecclesiastica coi suoi organi maggiori e minori, dall' Osservatore romano, al Corriere d' Italia, ai cento altri giornaletti di provincia hanno fieramente protestato. La protesta del Papa ha assunto le forme più solenni ; ha sospeso i pellegrinaggi che si dovevano fare a Roma pe-r il suo giubileo e il ricevimento cardinalizio per le feste commemorative della sua elezione. Si annunzia anche una sua lettera all'episcopato e forse una protesta diplomatica alle potenze. Il Cardinale Ferrari, eh' era più direttamente impegnato, perchè nella sua diocesi sono avvenuti i fatti più turpi e più sicuri - quelli della Fumagalli e di Don Riva a Greco milanese - ha già diramato la sua cireolare al clero da lui dipendente. Si annunzia anche una riunione dei deputati clericali o cattolici, che vogliano dirsi, colla intenzione di organizzare una protesta. . In quale senso siano fatte e redatte le proteste del potere ecclesiastico si può immaginare dallo sdegno di Don Perosi. Gl' ingenui hanno potuto immaginare che il Papa abbia sospeso le feste in segno di dolore profondo per gli atti nefandi dei satiri Salesiani. Niente affatto: lo sdegno del Pontefìce e dei minori rappresentanti della gerarchia ecclesiastica è contro le folle irate. Si protesta fieramente non controcoloro che hanno commesso gli atti scandalosi, rha contro coloro che li hanno denunziati ... Si grida contro il fango con una insistenza sorprendente; ma non contro quel fango che a piene mani preti e frati hanno gettato sulle loro vittime, sibbene contro quello che l' opinione pubblica scaglia addosso a loro pei sozzi reati di cui sono imputati ....... (1) Così Pio X, che vuole omnia restaurare in Christo da un lato perseguita, scomunica · tutti coloro che non ne riconoscono la infallibilità assoluta e completa, in tutto e per tutto - e in questo cattolicamente ha ragione risponde al movimento della democrazia cristiana che intende il movimento sociale come una consegL1enza della dottrina evangelica sospendendo a divinis Don Murri che n' è campione più noto e costringendo Padre Semeria a cessare dalle sue pubblicazioni e forse tra breve dalla sua eloquente predicazione; e contrappone al modernismo ed alla lega di Munster, che vorrebbero conciliare la libertà colla devozione alla Chiesa, la scienza colla religione, col nuovo Sillabo eh' è la più esplicita condanna della libertà: della storia e della scienza. Si tr~tta di un vero accesso di follia da parte di tutti i reppresentanti della gerarchia ecclesiastica cattolica o di un audacissimo tentativo d' invertire le parti assumendo aria di vittima, non avendo il coraggio di ripudiare ogni solidarietà coi miserabili che disonorano la Chiesa e l'umanità? Questa attitudine della Chiesa cattolica in un momento critico e quando è in giuoco la morale pratica e consueta documenta chiaramente la inanità dei tentativi di coloro, che vorrebbero, non restaurare ma rinnovare la Chiesa in Cristo (2). ♦ Se si accusano i democratici di avere tolto a pretesto le turpitudini pret'ine per organizzare il movimento anticlericale, altri notano che la Chiesa cattolica alla sua volta ha preso occasione dagli eccessi, che sono stati biasimati anche in una nobile lettera del gran maestro della massoneria, per atteggiarsi a vittima e dare agli episodi un carattere schiettamente politico, che indubbiamente banno. Il Papa, infatti, afferma che ha sospeso i pellegrinaggi perchè i pellegrini non sarebbero sicuri; con ciò attacca direttamente il governo e la situazione ch'è stata fatta al Papato dall'entrata degli italiani in Roma. E l'Osservatore romano con molta asprezza oggi ha ricordato che il Papato non ha rinunziato a (1) Sentiamo il dovere di avvertire che l'arcivescovo di Milano se protesta contro gli eccessi e la continuazione delle dimostrazioni, dice però : ij Che la divulgazione delle turpitudini del viale Monza dovesse suscitare nell'animo di tutti gli onesti profondo orrore, dolore sincero, universale sdegno era troppo naturale. Anzi è stato un bene perchè segno di quel vivo senso morale che non può non insorgere contro gli autori o le autrici, qualunque siano di enormi delitti 11. Mt:no male! Però, in fondo il Cardinale si mostra più addolorato della denunzia che dd reati. ... Semel abas , semper abas I (2) In Italia è passata inos~crvata la Lettera aperta di un gruppo di sacerdoti a Pio X e intitolata : Quello che vogliamo. E' una critica vigorosa di tutto il Pontificato di Pio X fatta con temperanza dì forma, cd una esposizione calma e ragionata dei desiderata - che so,o quelli di Don Murri e dei modernisti -· del gruppo di sacerdoti. Se siano realmente sacerduti g)i estensori della lettera aperta non sappia mc; sap piamo che e,;si fanno opera inutile rivolgendosi a chi rifugge Jalla Jis.::ussione e '10n vuole che obbedienza.
RIVISTA POPOLARE 399 Roma. Vada a dirlo all' on. Cameroni ; noi lo sapevamo. L'elemento politico, quindi, eh' era implicito negli avvenimenti viene meglio messo in chiaro dalla forma della protesta della Chiesa. Dato il contenuto politico degli avvenimenti come si è comportato il governo, o meglio l' on. Giolitti che ne è il capo e che è responsabile dell'ordine come ministro dell'interno? Appena furono noti i fasti della Fumagalli in Greco Milanese e dei Salesiani in Alasio il ministro degli ìnterni diramò una circolare ai Prefetti che venne interpretata, non si sa perchè, come una soddisfazione ed un incoraggiumento agli anticlericali. Ma in politica spesso gli atti valgono più che pel valore intrinseco, per quello che viene loro attribuito; perciò strillarono i clericali e accusarono il governo di complici ta nella persecuzione, di cui si dicevano vittime; gli rimproverarono sopratutto di non avere saputo energicamente impedire le manifestazioni anticlericali. Accusa stupida perchè il morto e i feriti di Spezia, le centinaia di ferì ti delle altre città per l'intervento della truppa e della polizia, dicono ben altro. Le proteste e le aecuse dei clericali pare che siano state seguite o accompagnate dagli sfoghi dell' on. Tittoni; cui si attribuisce la tendenza ultraconservatrice nel Gabinetto. D'onde si vuole determinata l'intervista dell'on. Giolitti con un redattore della Stampa. Questa genesi dell'intervista è stata smentita uffìciosamente ; ma la smentità è venuta tardiva, è fioca e serve più ad accreditare la voce. corsa, anzichè a distruggerla. In detta intervista il ministro dell'interno si atteggiò un poco a Pilato, pur dicendosi campione di libertà, che lascia intera agli anarchici come ai clericali, nelle contese a tondo economico tra lavoratori e capitalisti e in quelle a contenuto morale tra clericali e anticlericali. Superfluo aggiungere che la indecisione dell'attitudine dell'on. Giolitti deriva dal ricordo del passato e dalla paura del futuro prossimo. Poteva egli rompere ogni legame coi clericali che gli prestarono tanto aiuto nelle elezioni generali del 1904? E può egli fare a meno dei clericali nelle future elezioni generali? Tanto varrebbe il dare causa vinta non alla opposiz.ionedi Sua .A1aestà, ma ai parti ti sovversivi. Con tali dichiarazioni il ministro avrebbe voluto riuscire gradito a tutti o almeno non sgradito ad alcuno; ma invece, come spesso avviene, ha scontentato tutti - i democratici, i liberali moderati e i clericali. Nella stampa non si potrebbe trovare, a pagarlo a peso d'oro, un giornale di qualche imponanza che le abbia approvate. Tra coloro che l'hanno apertamente biasimato ci sono stati i giornali che di ordinario difendono l' on. Giolitti, e tra gli altri La Tribuna, che sin dal primo giorno assunse un contegno anticlericale senza che potesse dirsi l'espressione personale di qualche suo redattore, come Rastignac -- per ehè proprio in questa occasione Rastignac non ci ha data la sua nota brillante. E in verità se i democratici hanno buon motivo di dolersi dalla fiacchezza del ministro dell'interno verso i clericali, in tante occasioni messa a prova, e della soverchia severità nella repressione delle dimostrazioni anticlericali , non ne hanno alcuno i clericali. Il malcontento generale, intanto, somministrerebbe una eccellente occasione per dar battaglia al Ministero alla riapertura della Camera ... se ci fosse una opposizi0ne. Ci sia o non ci sia una opposizione che voglia e possa dare battaglia per raccogliere il potere se rimanesse vittoriosa, certo è che l'Estrema sinistra non può fare a meno di darla essa stessa per vincere non nella Camera, ma dinanzi alla opinione pubblica e riacquistare per merito dei clericali quella forza che perdettero nelle elezioni del 1904. Così i clericali che dettero forza al governo e ai conservatori sfruttando la reazione del paese contro lo sciopero g_enerale, a distanza di pochi anni potranno togliergliene e non poca per la reazione che hanno provocato le turpitudini dei salesiani. ♦ Il paese dopo il vento di protesta che ha percorso l' Italia e ne ha increspato la superficie è tornato in calma ed attende. Attende i risultati dei processi iniziati ed attende quelli del dibattito parlamentare, che si spe"a elevato. , Se si affermasse che esso attenda con grande fiducia sui risultati si direbbe cosa poco rispondente alla verità. Scarsa è la fede nella magistratura; non maggiore può e deve essere quella riposta in una Camera eh' è sorta dal connubio del governo col partito clericale, che oggi dovrebbe combattere. I parricidi reali o traslati non possono essere e per fortuna non sono che le eccezioni. Ma la discussione ha il diritto e il dovere di sollevarla e di tenerla alta quella parte della Camera, che fu vittima del connubio del 1904 e che deve temere il ripetersi dei risultati di allora. Tale compito spetta all'Estrema sinistra. Essa non deve preoccuparsi di ottenere un successo materiale che !lposti l'asse del governo in misura tale da fare cadere il potere nelle mani della frazione radicale, eh' è ministeriabile. Nel 1900, nella lotta dell'ostruz.ionismo tale risultato non ottenne, nè lo sperava; ma provocò un responso delle urn~ che f~ un monito severo pei partiti costituzionalt, c_hesi sentirono costretti, pel timore del peggio, a rimettersi in carreggiata sulla via della legalità e della libertà. Quali che possano essere gli episodi dolorosi. eh~ si ripetono con frequenza per complesse rag10n1 politico-sociali, infatti, non si può negare che dall'avvento del ministero Saracco al giorno d'oggi, in un settennio, non si sia sviluppato e consolidato sempre più un regime di libertà. Il dcordo della lotta dell' ostru 1 ionismo insegna che il paese noi: ostante la sua abituale apatia si può scuotere e s1 può interessare ad una quistione alta. Quale potrebbe essere più alta di quella, che concerne l'educazione e l'avvenire morale dei nostri figli? Quel ricordo e quell'insegnamento, adunque, devono v:ilere d'incitamento ad impegnare bene I.a battaglia, che può diventare più grossa abbinandola con quella dell'analfabetismo. Questa battaglia, come quella del 1900 sull'esser~ o non essere di un regime di liber:à, va oltre 1 confìni delle ordinarie discussioni sugli interessi dei partiti di governo e del passaggio del. potere dalla sinistra alla destra o al centro , e nella loro assenza vera, dai gruppi che fanno capo a Giolitti a quelli guidati da Sonnino o da Di R~dinì, se questi hanno oramai una consistenza suffic1ente per raccogliere l'eredità dell'attuale minist~ro.. . All' Estrema sinistra deve bas rare d1 chiarire la situazione. di smascherare uomini e gruppi, di costringerli 'a stare apertamente o coi clericali o contro i clericali. L'occasione per impegnare la lot~a og~i ~ ta1~t~ buona quanto nel 1900. Imperocche se 1 c1ttad1111 onesti ma non molto altruisti , poco sentono la convet1ienza e il dovere d'impartire l'istruzione a tutti sentono però di dover ~arantire la moralità ) ) ) V dei propri figli.
400 RIVISTA POPOLARE Alla loro azione determinata da un siffatto movente si unfrebbe quella delle masse desiderose di ricevere, come ne hanno il diritto, l'istruzione dallo Stato. Ali' una e all'altra presterebbero il loro concorso . sempre utile anche se si limitasse ali' astensione, tutti quei cattolici che sono sinceramente imbevuti di democrazia cristiana e di modernismo e che sono disgustati del loro sommo gerarca che dle aspirazioni di vita più larga e più incardinata coi principii della scienza moderna risponde negando scienza e libertà col Sillabo nuovo e colla onnipotenza accresciuta del Tribunale della Santa Inquisizione. Nella lotta gli elementi democratici si dovrebbero attenere alla realtà e non fare promesse, che non potrebbero essere mantenute, almeno a scadenza breve. Essi dovranno insistere in favore della scuola; ma senza illudersi ed illudere gli altri che si potrà riuscire ad ottenere subito u·na scuola che sia éssenzialmen te educativa. Possono invece dimostrare che se la scuola laica da sola non educa, quella dei salesiani, degli istituti pii, dei congregazionisti educa male perchè annebbia le menti e le paralizza e corrempe le coscienze. Dalla degenerazione morale, che i fanciulli affidati a tali Istituti subiscono, si hanno spesso i segni rivelatori in quelleoechiaie caratteristiche e in quella emaciazione dei loro corpi, che sono effetto dei sacrifizi della carne, che si traduce nella aeficiente alimentazione e nello eccitamento della stessa carne coi procedimenti criminosi in uso nelle scuole sacerdotali secondo il diario Besson. Il pericolo grave della crescente degenerazione fisica, intellettuale e morale scaturisce da due fatti: dall'aumento rapido degli Istituti e delle scuole dei Congregazionisti, che, cacciati dalla Francia, sotto nomi diversi , hanno invaso l'Italia e forti dell' assistenza della Chiesa e dei milioni, che posseggono, vi si sono assisi da conquistatori-specialmente in Piemonte, in Liguria, e in Sicilia; e dalla rallentata sorveglianza da parte del governo, che procede in ragion diretta della invasione dei congregazionisti. Ora si deve richiamare lo Stato ad infrenare la prima, se pur non vuolsi assolutamente proibire che preti e frati prendano per loro l' istruzione e l' educazione delle nuove aenerazioni; e si deve sopratutto ricordargli il dovere di esercitare sugli Istituti pii una seria e continuata sorveglianza. Le coscienze timorate, per sincera convinzione o per ipocrisia contrapporranno all'azione della Estrema sinistra il pericolo che vedranno sorgere dalla lotta contro la religione, nel cui crollo indicheranno il trionfo della immoralita e della delinquenza. Le risposte devono essere facili e chiare. La guerra agli Istituti clericali non è e non deve essere guerra contro il sentimento religioso; ma allo esercizio di una funzione sociale, che loro non può competere per la intima natura delle loro credenza e delJa loro vocazione: Possono educare al sentimento fondamentale della famiglia coloro che considerano il celibato, cioè la negazione della famiglia, come l' ideale, come lo stato di perfezione? E nel celibato stesso non risiede la causa diretta e naturale della depravazione dei padri Ceresa e dei Don Riva; la genesi di quei reati sessuali , che si possono considerare com e i reati professionali di preti e frati? Nè valgono le dimostrazioni statistiche cui ricorse testè un giornale clericale di Roma per dimostrare che gli addetti al clero danno la minima delinquenza. Può essere vera questa minore delinquenza generaie dei sacerdoti; non la sarà quella specifica, professionale, che deriva dal celibato, eh' è una violenza fatta alla natura, che si ribella e cerca le sue soddisfazioni nel delitto. Comunque la minore delinquenza sacerdotale non cleriva dalla religione, ma dalle condizioni di vita dei sacerdoti , con~e può dimostrare chiunque ha dimestichezza colle statistiche geniali pubblicate dal Bodio sulla delinquenza delle singole professioni in Italia. Che la religione cattolica in ispecie non valga apreservare dalla delinquenza nelle sue manifestazioni collettive, che sono quelle che c'interessano, lo prova il fatto· che sono precisamente le nazioni cattoliche - ad eccezione della Spagna - che presentano in Europa e in America la più alta criminalità contro le persone e contro le proprietà. Viceversa oltre la minore delinquenza degli Stati protestanti, è di insegnamento grandissimo il fatto, che vale tanto e più di tutta l'inchiesta del !Yiercure de France, il fatto diciamo che il Giappone che professa la meno religiosa delle religioni, offre una mitissima delinquenza. ♦ Noi :.1on crediamo, che in questo momento sia opp.::>rtuno invocare dallo Stato la chiusura immediata aegli Istituti educativi in mano degli ordini religiosi, a meno che l'intransigenza e l' arroganza del papato e del clericalismo non rendano necessaria la misura ; ma alla soppressione di quelli Istituti bisogna avviarsi preparando scuole e collegi che possano adeguatamente sostituirli, intensificando la sorveglianza sino al giorno in cui si possa e si debba arrivare al provvedimento radicale. Intanto bisogna iniziare il lavoro in tale senso. Lo Stato, i Comuni, le Provincie, i privati devono darsi la mano nella impresa rigeneratrice. Merita lode, quindi, il Sindaco di San Remo il quale in solenne seduta del Consiglio dichiarò che la migliore protesta contro le sozzure salesiane è quella di organizzare scuole e collegi laici e per parte sua dava l' esemp,io col fatto annunziando prossima l'apertura di asili infantili laici. Più grandiosa, la proposta del deputato repubblicano Dall'Acqua·; il quale senza rettorica e senza far la voce grossa mentre mostra la necessità di un'azione quale venne delineata nella lettera di Ghisleri, vorrebbe che l'impresa fosse opera esclusiva dei privati - anzi una buona speculazione, alla inglese, dei privati. ~enchè riprodotta da molti giornali crediamo utile farla conoscere ai nostri lettori ..... Ammiriamo i propositi del Dall'Acqua; ma non crediamo che la sua iniziativa, che si dice suffragata dall' offerta di L. 100,000, sia destinata a trionfare. Reputiamo i □dispensabile l'azione dello Stato. La Rivista Lettera del Deputato di Legnano (< Per un complesso di ragioni, che non è il caso di ricordare, può dirsi ormai scomparso quasi ogni traccia dei Collegi chi: siano sottratti alla diretta influanza clèricale - venendosi a creare un vero monopolio, di fatto, ali' istruzione si:condaria privata. A questo gravissimo inconveniente non si può sperare rimedio adeguato dallo Stato o dai Comuni, mentrl! la concorrenza assoluta ai convitti cli:ricali vit:ne facilmente sopraffatta dalla potenza dei mezzi degli istituti confessionali. La sola difesa efficace - a mio avviso - consisterebbe nella creazione di un ente colkttivo fornito di capitale tale da fronteggiare una concorrenza organizzata su basi industriali e regolata con quell'unità d' intendimenti che possa far conseguire le economie di spi:se necessarie per far consentire una retta a buon mercato. La (< Società italiana dei collegi civili >> che io vagheggio,
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