Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 14 - 31 luglio 1907

372 RIVISTA POPOLARE scrivere un trafiletto come questo: ~e Un 1eputato siciliano, l' on. Rienzi , s' è fatto 111terv1stare - naturalmente, sull'affare Nasi -dal Giornale d' Italia, e gli ha contìdato fra l' altro: « I migliori uomini poli tic.i siciliani dal 1860 divenuti mi- _ nist,·i, per paura di essere chiamati ministri siciliani, hanno trattato con indifferenr.a i gravi problemi dell'isola. Lo stesso Crispi fu accusato di preoccupa,·si poco della sua terra nativa ». cc No, brav' uomo; ciò che determinò la indiffee l' azione nefasta dei maggiori uomini poJi ~ici della Sicilia e del Mezzogiorno. d' Italia in genere per i loro paesi nativi non furono già gli scrupoli e le delicatezze alle quali voi alludete ,>. « I ministri meridionali - salvo alcune onorevolissime eccezioni - arrivarono al potere facendo i lacché dell'affarismo settentrionale che vi aveva posto radice. E siccome, una volta arrivati al governo essi compresero che vi sarebbero ri:11asti solo a patto di servire gli interessi loschi delle consorelle consorterie che li avevano elevati al potere per premiare la loro devozione, vi si adattarono, sacrificando ai predoni dello Stato gl' interessi dei contribuenti e dei consumatori del Nord e del Sud J>. <e Mentre si riempivano le fauci a quei succhioni com'era possibile soddisfare i bisogni delle regioni meridionali? Ecco perchè i ministri nati laggiù furono infesti ai loro paesi ... altro che delicatezze». Chi sono questi ministri siciliani o meridionali che fecero o fanno da lacchè del losco affarismo settentrionale? Non sarebbe tempo di smetterla colla· sistematica adulterazione della verità - adulterazione che serve soltanto ad incitare gli animi ed a traviare le coscienze nel mezzogiorno e nella Sic11ia a benefizio dei volgari ambiziosi o dei disonesti speculatori? Quanto più nobilmente e più utilmente agì per la cancellazione delle diffìdenze regionali , Felice Cavallotti, allorchè con una fierissinia lettera prima e con una buona sciabolata dopo, fece ricredere il generale Cro.vetto che aveva ripetuto ai danni della Sicilia la stolta sentenza del Generale Govone l + Gli amici sinceri di Nasi, compresi i suoi difensori, che protestano e strepitano contro il Senatore Canonico ed ora contro il Senato riunito in Alta Corte di Giustizia, che ne ha legalizzato ed approvato i procedimenti - il senatore Borgnini sinaµco credendosi in un' assemblea politica o in un Comizio propose un voto di plauso al Presidente! ... - dovrebbero procedere più cauti e più prudenti. Se il Nasi trova che il Senato è troppo severo, è crudele, è ingiusto a suo riguardo gli si può rispondere: Tu l'as volu Georges, Dandin! Non ha egli battagliato per tre anni per essere tradotto innanzi all' Alta Corte di Giustizia? Non ha prodotto la sua azione un vero perturbamento nel1' amministrazione della giustizia per. volersi sottrarre al giudice naturale e comune, che a quest'ora lo avrebbe asso I to da ogni imputazione? l giurati lo avrebbero assolto, anche se convinti di qualche suo torto , sopratutto in vista della sua innegabile povertà. Un ministro prevaricatore che esce più povero di quando vi entrò da un ministero riesce facilmente a farsi credere vittima di calunnie. + C' è un altro aspetto più grave dell'attuale agitazione della Sicilia pro Nasi. Lumeggiamolo colle parole adoperate da Napoleone Colajanni in un recentissimo articolo pubblicato nel Gio1·nale di Si- ' cilia (24-2 5 luglio) di Palermo, di cui riproduciamo un lungo brano, affinchè i nostri amici del settentrione d'Italia si convincano, che se qui, a difesa del mezzogiorno e della Sicilia può trovare posto la risposta ad Oddino Morgari, non s' intendono, però, menomamente attenuare le colpe, e i difetti, gli errori dei Siciliani e c' è chi, pur difendendoli quando di difesa sono meritevoli, sa biasimarli severamente quando e in ciò che di biasimo sono meritevoli. In detto articolo del nostro direttore si legge: « La delinquenza altissima contro le persone nelle forme gravi dell'omicidio, lo spirito di mafia e di sopraffazione che si manifestano nelle varie contingenze della vita, lo scarso sentimento della legalità, di cui fanno mostra non le sole moltitudini ignare, ma anche le classi dirigenti, sono elementi che si prestano alla calunnia e alle interpretazioni malevoli di tutte le manifestazioni della vita politica e sociale della Sicilia. Ieri era il movimento dei Fasci male interpretato e che non suscitava simpatie nemmeno tra i socialisti continentali ; poi era la fedeltà di Palermo a· Crispi , più di recente il caso Paliz{olo, adesso il caso Nasi ». <e Ma questi due ultimi casi hanno bisogno di qualche considerazione, che riassumerò in una sola domanda: - pare ai Siciliani, che il modo più adatto e più efficace di protestare contro le ingiustizie subite e di riaffermare i propri diritti e le proprie rivendicazioni sia quello di prendere per bandiera e per simbolo un nome che per disgrazia sua od anche per malvagità o per errore altrui, ir11persona un reato? >> « E termino con un'ultima parola, forse più sgradì ta delle precedenti : Palermo nobile e generosa, la città glorificata da Garibaldi, come la città delle grandi iniziative, provvede al proprio buon nome, può rispondere vittoriosamente ai suoi detrattori, permettendo che i pescatori di torbido - e ce ne sono in ogni classe sociale - si abbandonino alla violenza senza scopo e senza alte finalità, in quella forma che gli stranieri e i settentrionali d' Italia ci rimproverano come caratteristicamente mafios.:i., anche quando si vuole protestare in pro di una causa ritenuta giusta e contro la violenza brutale degli agenti del governo? » « Risponda chi ha senno e cuore; risponda chi ama la Sicilia, come io l'amo, e che desidera ardentemente di vederla rispettata e sempre meritevole di rispetto >>. 'Tutto ciò era opportunamente ricordato ai promotori dell'agitazione pro !vasi onde avvertirli del pericolo, che fanno correre al buon nome della Sicilia non solo nel Settentrione d'Italia, ma anche all'estero. Dove si è potuto trovare un Tisbo nella Petite Republique, che con una generalizzazione balorda ha potuto pubblicare un articolo in cui si chiede : Perchè Nasi è un martire per i Siciliani e risponde colle seguenti calunniose scempiaggini : « Quando si ha la fortuna di nascere a Trapani « ci si può permettere molto di fronte a monna Giu- <c stiz.ia. Perchè la Sicilia è ancora oggi la terra « de/La Mafia, di questa Mafia tanto famosa quanto cc mal conosciuta, eh' è uno stato di spirito generaliz.- « zato più che una semplice forma di criminalità <e associata. In questocurioso paese basta avere da « fare coi tribunali per guadagnarebentosto I' aureola <e di eroe e di martire ,>. . .... « Il fenomenoNasi diviene in questo ambiente· <e un fatto comunissimoe i reati dell' ex ministro non « sembranoche piccoli peccati vernali, perchè sotto la « protezionedi una opinionepubblicacosl strana, ben « altri delitti sono possibili >> ( 1 ). (1) Colajanni seri vendo al suo amico e antico compagno d' armi Amilcare Cipriani, eh' è collaboratore ordinario della Petite Republique, gli ricordava che Trapani per lo appunto

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