Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 14 - 31 luglio 1907

368 RIVISTA POPOLARE Sultano che si burla dell'Europa, d' un capo di ribelli che fa prigioniero un' inviato europeo del Sultano; sentire che le principali tribù marocchine s' infischiano allegramente delle Potenze europee - dopo la Conferenza di Algesil'as, anzi proprio in :seguito alla Cqnferenza di Algesiras ! - è tal cosa che dovrebbe fare ammattire qualunque diplomatico, se i diplomatici non rispondessero oggi perfettamente agli auguri antichi che non potevano guardarsi in faccia · senza scoppiare dalle risa. Dunque a dispetto di tutte le conferenze diplomatiche, Raitsuli ha fatto prigioniero il Mac-Lean e dichiara che non lo renderà altro che a patto di trattare da pari a pari col Sultano. Diciamolo subito: chi in questa faccenda è leale, è simpatico, ed ha diritto al massimo rispetto è Raitsuli. Egli è il patriota che non vuol se,;itire parlare d' intrusione europea nel suo paese; che non vuole affatto adottare i costumi e le credenze musnlmane alle scipite usanze europee: che si è messo contro l' imbecille sultano, pazzo per le ballerine francesi e la fotografia, in favore della indipendenza del proprio paese. Chi oserebbe dargli torto? Non gli danno torto certamente le fiere tribù montanare, nè le tribù che per antichità e valore potrebbero esser chiamate l'aristocrazia monarchica. Gli danno torto gli Europei che s' erano immaginati di potersi tranquillamente spartire il Marocco, e gli danno torto le ballerine che il Saltano è stato obbligato - con grande lacerazione del suo cuore- a rispedire a Parigi. Si ca piacono Je ballerine, ed anche si capiscono certe nazioni europee; ma che gli diéno torto gli Italiani, che ebbero fra i loro facinorosi Carlo Pisacane, Speri, Mazzini e Garibaldi , questo noi lo comprendiamo un po' meno. Raitsuli è un brigante. Già come sono e sono stati briganti tutti i precursori e difensori della libertà del proprio paese. Indubbiamente la sorte di Mac-Lean non ci fa piacere. Non ci fa piacere tanto più che lo vediamo sacrificato ad un feroce calcolo politico della Germania e dell'Inghilterra le quali contano che Raisuli si stan cherà di tenerlo vanamente prigioniero e lo ammazzerà dando all'una ed all'altra il pretesto d' una occupazione: e si sa che le occupazioni preludono sempre alle spartizioni. Dunque vediamo con dispiacere la cattura di Mac-Lean, ma non possiamo fare a meno di simpatizzare fortemente con Raisuli il quale vuole libero il suo paese dalla influenza e più dal pericolo del predominio europeo. Il che, bisogna poi con venire, non ò certamente in accordo con le chiacchiere dette e scritte ad Algesiras, ma bensì col diritto immanente ed indiscutibile di tutti i popoli, anche africani. + La Conferenza dell' Aja. -- Dopo cinque settimane di discorsi, e di discussioni, e proposte e contro proposte che, salvo il rispetto dovuto ai plenipotenziari, potrebbero anche essere qualificate per tante oneste quanto vane chiacchiere, la conferenza del!' Aja si rivela essere il fiasco perfetto e completo. E si pnò fare l'augurio sincero e leale cbe la conferenza non si riunisca più. Non c'è nessuna ragione per turlupinare il pubblico e mantenere vive le speranze vane dei pacifist_i che sperano dai governi la realizzazione dei loro sogm. Noi abbiamo detto più volte - tutte le volte che ci siamo oc..:upati della Conferenza dell' Aja il perchè non crediamo possibile venga dai governi la parola, e, ancor più, il fatto della pace. Questa seconda conferenza ci da pienamente ragione. Dichiariamo francamente che saremmo stati lieti se la conferenza ci avesse dato torto; se fosse partito di là un accenno di buona volontà a risolvere le grandi q uestioni internazionali dalle quali possono scaturire le guerre; se, almeno, la qtrnstione dell'arbitrato obbligatorio fosse stata allargata e discussa seriamente, se si fosse almeno preso in seria e reale considerazione la proposta inglese su la limitazione degli armamenti. Ma niente di tutto ciò. La mozione americana su la proprietà privata s11l mare è caduta: pratica.mente caduta è quella di Drago: su le questioni del contrabbando, del blocco ed al tre consimili i plenipotenziari si sono divertiti ad ascoltare ed applaudire reciprocamente i loro squarci oratorii, ed i fiori ed i voli della loro eloquenza; la nazione inglese per la limitazione degli armamenti rimarrà come le anime inette fra cielo e inferno a Dio spiacente ed a nemici suoi. Il punto veramente importante della conferenza, quello per il quale l'a11gusto areopago di retori avrebbe potuto avere una influenzi:I. decisa e duratura sulla evoluzione politica del nostro tempo è, con bellissimo gioco di altalena, rimandato alle calende greche. Cosi che nessuna, nessunissima opera a favore della pace ~ stata f~tta fin ora in questa conferenza, nè lo sarà 1n avvemre. D~cemmo altra volta che la conferenza dovrebbe cambiare il proprio titolo e dirai la conferenza per la creazione di uu nu.ovo « Diritto della guerra terrestre e marittina ». Il titolo sarebbe forse un po' lungo ma non meno chiaro, e i pacifisti se ne tornerebbero a casa bene persuasi che per fare opera di pace, e per la pace bisogna ri volger:'li altrove che ai governi ed alle conferenze dei loro rappresentanti. E sarebbe un tanto di guadagnato per la causa della pace, poichè tanta attività ed energia che sono sprecate in attendere dai governi quel bene che essi - anche impiegando la migliore volontà del mondo - non possono fare, sarebbero allora rivolte a trovare, per mezzo dell'azione dei popoli, la via per imporre ai governi se non l'abolizione assoluta - non ancora possibile - almeno la limitazione grandissima delle spese pazze che si fanno oggi in corazzate e cannoni la cui prat.ica utilità va divenendo di più - per il sentimento dei popoli però, non dei governi - discutibile. + La tattica giapponese in Corea. - Subito dopo la guerra contro la Russia il Giappone pose attiVf:.mente mano ad attuare q uelia parte del proprio programma che consiste nella larvata annes3ione della Corea. Chi si oppeneva ai Giapponesi era l'Imperatore. Egli attraverso mille difficoltà, malgrado che più d'una volta sia stato attentato alla sua vita: adoperando ora l'abilità nelle trattative, ora la violenza - che arrivò fino all'assassinio della regina - tentava conservare e difondere la indipendenza del suo paese dalla influenza dei Giapponesi. E vi era in parte riuscito quando la rovina della potenza russa in estremo oriente permise ai giapponesi di occupare il paese, ed ha permesso ora che essi, sotto protesto di garantirgli la vita, e per impedirgli di fare atti di sovranità inconsulta - come mandare i delegati coreani ali' Aja - gli hanno tolto il trono. Si dice che il suo successore sia parecchio stupido e che perciò i Giapponesi lo abbiano fatto sa.lire al trono obbligando il padre all'abdicazione. Intanto onde avere mano libera anche su gli affari interni essi pubblicano su i loro giornali e dichiarono ufficialmente che l'ex-Imperatore organizza contro di essi .i complotti, che suo figlio, il nuovo imµeratore, è sotto la sua influenza, e che quindi è necessario che il Presidente giapponese abbia nelle mani tutta l'amministrazione dell'impero. Come si vede i piccoli gialli tirano dalle loro vittorie su la Russia, molti vantaggi che al tempo del trattato di Portsmonth l' Europa non so· spettava neppurf'. Ed è naturale: essi persegu-ono copertamente, ma tenacemente la formula promulgata, dai Boxe1·s cinesi: l'Asia agli Asiatici.

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