388 RIVISTA POPOLARE furono tradotti 111 tribunale :wtto l' imputazior-e di adulterio, perchì.: st:cor.<lo la legge della Georgia, un bianco non può spos.ire una negra. D'altra parte i tribunali si rivelano feroci contro i negri. Per uno stesso delitto un bianco è condannato a multa o a lievissima pena, mentre il negro sente pesare su se tutta la severità della legge. H numero dt:gli arresti di negri nella Gt!orgia è grandissimo . ed il fatto è dovuto a che il governo dello Stato fa un largo· profitto su i detenuti i qua!i sono affittate ad imprese private, 0 impiegati per lavori su le strade pubbliche. L' anno scorso la Georgia guadagnò quasi un milione di dollari sul lavoro dei forzati. La verità è che la mano d'opc::ra è molto scarsa: e le braccia negre sono mo:to richieste. Il suo salario come operaio libero è molto aumentato, ed egli preferisce lavorare soltanto uno o due giorni la settimana ; per conseguenza si i:erca molto di ottenere come lavoratori i condannati perchè essi affidano per la continuità del lavoro. In fatto d'istruzione i bianchi non offrono ai negri nessuna facil:tà ; lo Stato costruisce molte scuole per i bianchi ; ma nessuno per i negri, e ciò da molti anni e senza che nessuno abbia mai levato la voce in proposito. l negri sono costretti a mantenere a proprie spt:se le loro scu )le. Il bianco che volesse istruire i negri è rigorosamente ostracizzato, boicottato, dalla società bianca, e un bianco che OSll pronunciare poche parole d'incoraggiamento in una scuola negra dovette fare sulla stampa le sne umilissime scuse pc::r non essere a sua volta, egli pure, boicottato. Le chiese degli Stati del sud spendono grandi somme per mandare missionari al Giappone, in Cina , in India etc ; ma non pensano neppure lont.anamente ad insegnare il vangelo ai negri delle loro città. Il moèio col quale è sfruttata I' ignoranza dei nc::gri è illustrata dal_ fatto che uno dei più ricehi cittadini dell' Atlante fece la sua fortuna vendendo ai negri un preparato per togliere il cresputo ai loro capelli. I capelli dei negri rimasero cresputi ma il galantuomo ha fatte) fortuna. (America» Maga,ine. Giugno 1907). • Thomas F. Millard: Il nuovo regime economico del Giappone; - [l grandioso impulso dato alle proprie attività commerciali ed industriali del Giappone dopo la guerra ha attirato molta attenzione. Da dopo la dichiazione di pace 3 14 nuove impre,e industriali sono state iniziate con un capitale di 19715r514 dollori in oro e quasi tutte appartengono alla industria moderna. Vi sono 51 nuove compagnie di elettricità; 10 di navigazione; 5 di assicurazioni, 11 ferroviare e 14 minorarie. Molte dt questi sono sovvenzionate dal governo; e tutto contono su l'aiuto indiretto dello Stato. Questa statistica non comprende la impresa maggiore di tutte, che è la « Società Nazionale » per gli interessi Giapponesi in Corea e in Monchouria con un capitale progettato di 500 milioni di lire in oro. Questa compagnia comprenderà - in quanto il suo programma lo ha reso pubblica - il governo, e tntti gli interessi su i quali essa può avere una influenza, e sarà aperta alla sottoscrizione pubblica per cointeressarsi il popolo e la borghesia. Chiunque studia il bilancio Giapponese, e sa che essa è molto oberato di debiti, che le imposte sono più gravi di quelle di qualsiasi altra grande nazione, che il suo popolo è più povero e che le imposte straordinarie sono state calcolate a 30 anni prima di essere es.tinte; si domanderà com 'è possibile che tali imprese possano essere iniziate, e portate a buon fine. A dirlo in poche parole l'idea dei Giapponesi è di attirare il capitale estero a sostenere gueste compagnie, ed il governo si adopera in questo senso presso gli stranieri. Indubbiamente molte di queste imprese hanno buona probabilità di riuscita, non altro e specialmente le minerarie, rappresentano affari di grande rischio. Gli azionisti esteri s1 conquistano per mezzo delle banche estere corrispondenti delle banche giapponesi le quali presentano ai probabili compratori 1~ azioni dt:lle società, che si formano al Giappone. Gli azionisti, quando le intraprese sono garentite dal governo, pensano che l'interesse sul loro capitale è al sicuro, anche se la società non avesse successo. Ma bi· sogna ricordarsi che in questi casi il governo Giapponese fa le cose su grande scala e corre gli stessi rischi che l'azionista estero. Ora dato il caso che una a più compagnie garentite dal governo faWscono; quale, sarà la condotta àel governo? Darà essa conti11uare a pagare gli interessi di gueste azioni, inte • ressi che continuerebbero indefinitamente per intraprese che non sarebbero più esercitate? E equivoca posizione legale dei forestieri al Giaapone è stato spesso discussa e risulta in ciò che il giappone cerca I' aiuto del capitale estero: ma rifiuto · ogni diritto di controllo su la gestione dello stesso capitale. Quanto alla 11 Compagnia Nazionale n non è, in fondo, che un modo nuovo per coprire un prestito interno senza essere responsabile del capitale se la impresa andasse fallita. Nell'adottare qu-:sta politica avventurosa , gli uomini di Stato Giapponesi consci che gli interessi del Giappone dipen• deva del suo progresso industriale e commerciale, hanno anche capito che i suoi s·,antaggi naturali sono tali che bisogna impiegare tutta l'energia nazionale a pro' di questo movimento, e seguono una tattica dt paternalismo nelle industrie e nel commercio nella sua forma più acuta. La fine della guerra con la Russia, lasciò il paese in preda a gravi questioni tìnanziarie: il governo aveva assoluta neces,;ità di entrate , e ciò lo indusse a monopolizzare molte industrie, fra le altre il tabacco, il sale, la canfora e l'oppio. Fu p._ 1 re obbligato ad adottare una legge per la quale ebbe nelle sue mani il mo. nopolio delle ferrovie : misura questa che fu presa non in vita d'un possibile tornaconto nazionale, ma per ricavarne denaro, dopo che le imposte erano state elevate al loro limite massimo . Nel Giappone le grandi Banche, quali la lt Banca del Giappone » e la tl Prima Banca >l formano in verità tanta parte del Governo quanto il ministero della guerra o :degli esteri ; ed allo scopo di promuovere gli interessi della Corea e della Manchuria, il governo ha stabilito con queste banche ehe facciano prestiti ai mercanti Giapponesi che esportano, ad un minimo interesse, con ribassi ancora su l' interesse a coloro che fanno una certa data percentuale J' affari. Per rendere questo possibile alle banche il governo ha messo a loro disposizione a questo scopo la parte rimasta nelle sue mani del partito ultimo p~r la guerra. Insomma il governo del Mikado si è trasformato in una corporazione che fa degli affari. Il denaro pubblico è messo a servizio de\l' industria privata dove non possiede sussidi ; le compagnie di navigazione sono tutte sussidiate con tanta larghezza che virtualmente dipendono dal governo e per le navi costruite al Giappone il mate~iale entra senza pagare dogana : quando sono varate sono di nuovo sussidiate, di modo che sono tanto indipendenti dalla necessità di realizzare vantaggi che possono anche lavorare a perdita. Non soltanto i mercanti hanno il denaro al minimo interesse ma nei casi quando le merci Giapponesi non possono concorrere vantaggiosamente con quelle estere , le ferrovie di Stato nel Giappone, nella Corea, nella Manchuria , e le compagnie di Navigazione Giapponesi concedono il trasporto ed il passaggio gratuito, Cosicchè l'industria Giapponese con sussidi per aiutarla nella fabbricazione , ottenendo denaro dallo stato ad un interesse minore di quella corrente sul merc&to, col trasporto gratuito al mercato estero , e la profezione di tariffa ali' interno, dovrebbe essere ben meritevole del titolo d' inetta se se non riuscisse a farsi strada. Ed i concorrenti occidentali ...
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