380 RIVISTA POPOLARE Il governo prussiano ha voluto rilevare il corso dei debiti pubblici aprendo ad essi uno sbocco ne11e casse di risparmio. Vi fu indotto dal ribasso avvenuto: nel 1895 il 3 e 1/2 era quotato 105 , il 4 °/ 0 valeva 115, il 3 0/0 era alla pari; in marzo 1907 il primo era sceso a 96 e il 3 °/ 0 a 84,50. Se sarà votata la legge, dei 13 miliardi e 700 milioni di marchi di debito della Prussia e dell' Impero circa 2 miliardi saranno assorbiti dalle casse di risparmio invece dei 600 milioni di oggi. Anche i municipi troverebbero un campo pei loro prestiti nelle casse di risparmio; e ai prestiti essi ricorrono pei lavori pubblici , per impianti elettrici, per l'acqua, per le scuole ecc. Nel 1876 le 20. principali città della Prussia avevano un debito di 165 milioni ( Berlino, 86 milioni); nel 1905 era Halito a 985 milioni (Berlino, 401 milioni). L'orga11izzazione del cre11ito per i prestiti locali è deficiente e i corpi locali subiscono condizioni onerose nel contrarre dei debiti ; e i banchieri hanno guadagnato di più coi prestiti alJe città, che con quelli a.gli Stati o alle provincie. Ciò d'altra parte deriva dal fatto eh' è più facile vendere convenientemente un titolo di Stato anzichè quello di una città; l'emissione dei loro titoli , inoltre , è assai lenta e i corsi della Borsa speBso n~n sono che nominali ed il loro mercato è locale. Zabn ba esaminato le cause delle inferiorità del credito di cui godono le città. Si deve rilevare che il capitale alla ricerca di collocamento a reddito fisso è minore in Germania che in Francia o in Inghilterra. In Inghilterra, poi, la lista dei valori nei quali le casse di risparmio possono investire le loro somme comprende le obbligazioni municipali. Le città operano ciascuna per sè - le banche e i .banchieri coi quali tratt~no sono organizzati in Sindacati. Questa influenza. dei banchieri risulta , tra tanto, da questi due casi: nel 1906 la città di Colonia emise 36 milioni di titoli di debito creando un 3 1/2 °/ 0 , essa non ricevette alcuna offer.ta dai banchieri. Francoforte sul Meno nello stesso anno fu costretta a ricorrere al capitale francese per collocare 20 milioni di franchi del suo 3 ·1/2. Per venire in.aiuto delle 7 città si sono suggeriti dei rimedi in Germania. Zahn vorrebbe che si fondasse una vera banca delle città nel genere di ciò che l' Allgemeine deutsche Greditanstalt di Lipsia ha fatto pel credito comnnale della Sassonia ; egli vorrebbe che nei periodi di crisi e quando le emissioni divengono difficili, le città potessero ottenere dei prestiti a breve scadenza da questa banca.. La. nuova istituzione avrebbe la facoltà di emettere delle obbligazioni garantite dall'impegno delle città e che le obbligazioni della Banca delle città ottenessero il carattere dei valori di tutela. In questo caso le casse di risparmio le potrebbero comprare pel loro portafoglio Questa deficienza del credito della oittà in Prussia e in Germania ci apprende che la istituzione e il funzionamento della nostra Gassa di depositi e prestiti sono degni di lode e d'imitazione all'estero. rer una scuola norn1alen1aschile in Calabria (1) Onorevole Dfrettore, Nella Rivista Popolare , che s' interessa tanto alle condizioni del mezzogiorno ed a tutto ciò che si riferisce a.Ila coltura degli Italiani mi consenta, che, prendendo occasione da ciò che il Senatore Oreste Tommasini disse nella Camera Alta il 10 giugno ultimo, io ritorni su di un argomento, di cui m'intrattenni netla Nuova Antologia appena avvenne il terremoto del 1905. L' on. Tommasini ha parlato di Roma e della Capita}~ del Regno. Ma il ragionamento che egli ha fatto , e le ragioni , che ha esposto , tornano mirabilmente anche al caso mio , ed alla nostra circoscrizione scolastica, che non è stata fatta con giustizia e nemmeno con equità. La Capitale del regno, ha detto l' on. Tommasini , non ha una scuola normale maschile, pur avendo tante scuole pubbliche e privt1.te maschili , alle quali occorre provvedere ; pure avendo tre scuole normali femminili. Ed ha esposto questa necessità della Capitale del Regno, alla quale tanti maestri elementari di tutto il regno sono felici di giungere e di rimanere ; alla q nale, aggiungo io, è cosi vicina e cosi buona vicina , la Scuola normale maschile di Velletri ! Or io ho detto altrove che nelle tre provinci~ calabresi manca una Scuola normale maschile; manca interamente. De' Calabresi chi vuole ottenere il diploma di maestro , e intende possederlo facendone con diligenza e con serietà gli studi necessari , deve andare necessariamente in Messina, a Matera, in Napoli. E se non può andare cosi lontano, deve necessariamente prendere un'altra strada, magari quella. che lo porta sino a.gli Stati Uniti d'America. E non è questo il solo male. Ve n'è un altro, anche più grosso, anche più doloroso! Mancando il maestro , non vi può essere scuola ; e , non essendovi scuola , non vi può essere ·quella guerra contro l' analfabetismo che è nel desiderio di tutti i popoli civili del mondo. In Calabria., pur troppo , vi sono scuole e vi sono maestri. Ma, creda pure a me che posso dirlo , quelle scuole non rispondono e non possono risponclere bene al fine loro; e que' maestri , buoni e volenterosi, talvolta egregi, talvolta anche ottimi, e lodati e tenuti di conto dalle autorità locali , o sono racimolati sul luogo , maestri improvvisati educatori senza grande preparazione scolastica ; ovvero sono arri vati alla Calabria da tante parti, dopo avere picchiato a tante altre porte, e sperato di far carriera in altre professioni! Una mia privata statistica, nel solo Circondario di Heggio non dà nemmeno il 15 per cento di maestri usciti dalle Scuole normali. Queste mie note, in verità, sono un po' antiche: ma devo aggiungere quello, che mi risulta. da private informazioni; che, cioè, la cennata mia privata statistica può considerarsi , ancora, suppergiù, ( 1) Questa lettera non potè essere pubblicata nel N. ultimo per assoluto difetto di spazio. N. d. R.
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