Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 14 - 31 luglio 1907

376 RIVISTA POPOLARE è naturale che la lotta contro codesta amministrazione fosse anche, fosse principalmente lotta politica. Si era obbligati a dire: « volete combattere l'egoismo esoso· dei padroni di casa? Votate contro i clerico-moderati . Volete represso il bagarinaggio, meglio organizzati i pubblici servizi, più equamente distribuite le tasse? Votate contro i clerico-moderati. Volete meglio curati gli interessi della classe lavoratrice, più rispondenti al loro vero scopo le scuole? Votate contro i clerico-moderati». L'amministrazione clerico-moderata aveva fatto del Campidoglio il covo degli avversari della unità d'Italia con Roma capitale; è stato un frutto naturale che la reazione, che ha agito contro un tale assurdo stato di cose, abbia avuto per segnacolo in vessillo il motto - che è tutto un programma - : Fuori i clericali I Forzatamente la lotta ha dovuto essere politica: e politica sarà anche la lotta nelle future elezioni. Principalmente politica. Indubbiamente la ragione economica forma il sustrato di ogni lotta odierna: il movente principale della tendenza attuale degli elettori romani è un movente economico: alto prezzo Jei fitti, caro dei viveri : costosità esagerata dei servizi pubblici; gravezza di dazio consumo; ma questo movente economico forma il contenuto il nocciolo il perno di una più grandiosa, e sentita e forte agitazione a carattere esclusivamente e francamente politico: clericali contro anticlericali. Questo il carattere principale, esclusivo quasi, della lotta passata, e sarà altresì quella della lotta futura. Ed é per questa ragione che la lotta· del 30 Giugno fu tanto viva cd a.'.:canita, e •·chesi aspetta ora con una specie d' impazienza avida, che arrivi il momento di scendere ancora una volta in campo per ta battaglia definitiva. Indubbiamente i clericali non si aspettavano la sconfitta che hanno subìta ; nè i popolari credevano ad una vittoria tanto completa. Questi supponevano quelli più forti; i clericali s' immaginavano meno discliplinati i popolari. Invece fu tanta la debolezza da un lato, e la disciplina dall'altro che fra il primo eletto dei popolari ed il primo dei clerico-moderati vi sono cinquemila voti di differenza : fra l' ultimo dei nostri ed il primo dei loro più di duemilacinquecento voti di differenza. Il significato della volontà popolare non è dubbio. La lista del blocco popolare fu votata nella sua integrità dalla massa compatta degli elettori, malgrado gli auto-candidati di qualche giornale, e le liste confusioniste di qualche altro. Ma ora intendiamoci bene. Noi ci troveremo ben presto a dovere eleggere tutto il consiglio municipale. Rimandati ai cari studi ed ai meritati riposi i clerico moderati della passata disastrosa - o per dir meglio ignava e colpevole - amministrazione, noi dobbiamo scegliere i nuovi nomi, e dichiarare netta e chiara quale sarà l' opera loro. Fare presto perchè la ·necessità batte alle porte, fare bene pcrchè tale è il dovere che incombe agli eletti del popolo. Bisogna che la gente d'ogni risma e d'ogni conio, tal piacque al senatore Cruciani Alibrandi qualifìcare gli eletti di parte popolare, bisogna che codesta gente dimostri che essa è più degna molto più degna di Cruciani Alibrandi stessò del voto e della fiducia popolare. Il programma rimane lo stesso: poichè rimangono i bisogni e le circostanze che lo crearono; ma occorre altresì che la massa elettorale Romana si persuada be"ne che l' applicazione e lo sviluppo di quel programma non sono l'opera di pochi mesi: non possono essere menati a buon porto in un periodo di tempo molto breve. Troppo c' è da fare, troppo da provvedere perchè un breve lasso di tempo basti al compimento dell' opera. Io ho assistito ad alcune conferenze, ad alcuni discorsi dei neo-eletti, con qualcuno di loro-amici personali - ho parlato e gli ho trovati disposti a voler fare molto, tutti pieni di fede e di buona volontà: ed ho sentito che promettono anche molto: e molto da mantenere in poco tempo. Or questo mi sembra un errore assai grave. Uno di quegli errori che si commettono con facilità, ma che portano seco poi conseguenze molto gravi. E' una delle tante debolezze umane il non tener conto, in fatto di promesse, del tempo che necessariamente intercorre fra la· promessa stessa ed il fatto di averla mac.tenuta: eppure i neo-eletti ed ·i nuovi candidati di parte popolare dovranno dire chia1:a~ent~ che la loro opera è .a lunga scadenza che 1 viveri non costeranno un soldo meno al litro o al chilo il giorno dopo la loro elezione. Gli elettori dovranno essere già persuasi, prima della elezione, che essi mandano in Campidoglio uomini ai quali bisogna far credito di un assai lungo periodo di tempo per compiere l'opera alla quale essi elettori 1 i desti nano. Tanto più che la vecchia amministrazione lascia dietro di se il più stupefacente disordine -che - senza menare diritto al fallimento - abbia imperversato mai nella amministrazione d'una città. La « legge per Roma » testè votata dal Parlamento è certamente un valido aiuto all'opera della nuova amministrazione; ma anche questa legge dà tempo al tempo e bisogna che il popolo di Roma sia ben persuaso che è soltanto col tempo che porrà risentire il vantaggio dell'essersi liberato della amministrazione di quelli che non altro curavano che i propri e gli interessi dei loro amici di sagrestia. Tre problemi di non facile soluzione urgono principalmente la popolazione romana: case, viveri e scuole; di questi la massa elettorale aspetta, ed esigerà, dalla nuova amministrazione la soluzione razionale e migliore: a quest'opera i nuovi eletti dovranno consacrare le loro cure maggiori. La legge per Roma offre opportunità, e facilitazioni per le case ed i viveri. L' Agro Romano nei suoi terreni e ne!la sua campagna aspetta l'opera benefica degli eletti popolari. Mancano scuole quasi dovunque intorno a Roma, le scuole in Roma sono insufficienti per numero e per capacità. E anche a proposito di ciò _i popolari dovranno provvedere: ed ogni provvedimento significa sconfessione chiara e completa dell'?p_e~~to della passata amministrazione: n~ssuna poss1b1hta dunque d'intesa con essa, i suoi componeflti, i suoi patrocinatori. Non sono soltanto due differenti metodi di amministrazione che stanno di fronte; sono due diversi, due opposti concetti di politica generale. E ness~na conciliazione è possibile fra i due. Da un lato 11 blocco di qu~lli che sentono e sanno che con i clericali, mascherati o no, nessuna intesa è possibile; dall'altro codesti clericali ed i modera ti - i _quali sono, in fondo, clericali, meno il coraggio della loro vera opinione. - E fra questi due gruppi. dovrà ingaggiarsi e svolgersi la definitiva battaglia. Può darsi che l'on. Giolitti, mettendo in opera il sistema che gli riesce tanto bene del divide et impera, cerchi di separare, dì scindere in due il blocco popolare. Già, nella passata elezione , due giornali della sera avevano tentato il colpo. Torneranno probabilmente, a suo tempo all'attacco: poichè è poco probabile che la lezione loro toccata abbia servito a qualche cosa: ma bisognerà che il blocco resista e a Giolitti e ai giornali, poichè, bisogna che i neo-

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