RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali IH-rettore: Prof. NAPOJJliJONE UOLAJANNI (Deputato al Par1amento) Esce in Roma il 15 e H 30 d'ogni ,nese ) lt,a.lia: anno lire 6; semestre lire 3,50 -Est;ero: anno lire 8; semestre lire 4:,50 Un numero separato Cen t. 30 l\mministrazione: C01·so Vitt01·io .Emanuele, n. 0 LL5 - NAPOLI Armo Xli[ - Nnm. 14 ABBONAMENTO POSTALE Homa, 31 Luglio 1907 Preghiamo calorosamente quegli abbonati ai quali è scaduto l'abbonamento a fine giugno di 'voler p_agare colla massima· sollecitudine, da evitarci lavoro e spese per invio di circolari. - Li preghiamo inoltre di non includere danaro nelle lettere, semplici o raccomandate non essendo sicuro ....:.e... lo sappiamo per prova - questo mezzo di trasmissione. SOMMARIO: GII avveulmentil e gH uomini: Noi: Le elezioni amministrative italiane -Il convegno di Desio-- Gli scandali preteschi - Il Sillabo di Pio X - La cattura di Mac Lean e i risultati di Algesiras - La Conferenza dell' Aja - La tattica giapponese in Corea - Cose Inglesi - La Rivista : - Ancora att0rno al caso Nasi - Judex ltalicus : - Per la epurazione della magistratura - A. Agresti: - Le elezioni amministrative a Roma ( ratti e commenti) - Floriano del Secolo: - Nel mondo della Comorra: Don Ciro Vittozzi - Sperimentalismo sociale (Le casse di risparmio in Prussia e il credito pubblico) - Mario Mandalari: - Per una scuola normale maschile in Calabri!l - Latini ed ·Anglo-sassoni di N. Colajanni - IU vista clelle ltl viste: - Sulle recenti elezioni amministrative (L'Economista) - li cattolicismo e la :.toria (Rivista di cultura - Il problema dell'ozio dei minorenni (North American Review) -- l negri nella Georgia (Ame1·ican M.tga,ine)-Il nuovo regime economico del Giappone (Appleton 's Maga 1ine)-II Marocco derelitto dalla diplomazia Reviero of Reviews) - Il movimento sindacalista russo (Sor_ialdemokratische Monathefte) - La lotta contro la malaria (American Zeitschrift fiir Kolonialpolitik)- Una repubblica cedesca in America (Deutsche Sevue) - J:tecenstont. GLI Pr VVENIF\ENTI e GLI ·UOMINI Le elezioni amministrative Italiane. - I clericali ringalluzziti dai 1:rnccessiottenuti nelle elezioni politiche parziali coll'aiuto dei moderati e col favore esplicito o mascherato del governo, credettero per un momento che fosse venuta la loro ora - l'ora di mettere lo spegnitoio alla libertà e di atteggiarsi a prossimi padroni d' Italia. Essi non fecero i conti colle forze latenti nel paese e non compresero, che il periricolo clericale avrebbe riuniti in un fascio logicamente q 11anti sono sinceramente liberali e che banno qualche co1:rnd. i comune e di superiore alle ordinarie divisioni di parte tra monarchici, repubblicani e socialisti· Il pericolo clericale infatti, fece risorgere l'unione dei partiti popolm·i, che qnasi da pertutto si era sciolta per le pretese esorbitanti o per l'orgoglio dei socialisti, che, come i clericali, s'illusero di poter vincere da soli e contro tutti. Egli è così, che dove la divisione si mantenne, come a Milano, i popolari nei loro elementi componenti sono stati battuti; dove invece si ricostituì l'unione la vittoria qua.si sempre loro ha sorriso nelle elezioni amministrative. Cosi a Roma, a Firenze, a Catania, a Reggio Emilia, in cento altri siti al Nord, al Centro, al Sud della penisola. Uerte vittorie strepit.ose sorpresero gli stessi vincitori - tale ad esempio quelle di Roma e di Firenze, la cui importanza a suo tempo venne commentata ampiamente e che furono cagione di umiliazione e di dolore non solo ai clericali, ma anchA ai conservatori che male da loro si potrebbero distinguere. Alcune di queste elezioni hanno un carattere ed nn significato particolare; tra queste quella di Catania. I ~lerico-moderati mercè lo appoggio del governo e l'intervento aperto ed illegale dell' arcivesoovo e della sua curia erano riusciti nella elezione suppletiva politica a battere il repubblicano Auteri-Berretta; è bastato elle le elezioni si facessero col rispetto della legge e con un poco di sorveglianza contro i corruttori perchè le parti s' invertissero e il caduto di ieri nella stessa circoscrizione amministrativa, che corrisponde al collegio politico prendesse la rivincita trionfale con una maggioranza di oltre 500 voti sull'avversario. La legalità della lotta è stata riconosciuta anche dagli sconfitti, come ne fanno fede le corrispondenze del Giornale d'Italia. · ·certe vittorie, per circostanze locali più che dei partiti popolari sono state proprie di qualcuno degli elementi componenti; strepitosa tra queste quella dei socialisti a Reggio Emilia, che indica. il prossimo ritorno del caro Prampolini nella Camera e Paltra dei repubblicani a Terni dove i socialisti e i clericali riuniti insieme rimangono lontani di alcune centinaia di voti dai primi. Sul nome dell' amico nostro Faustini, poi, come Consigliere provinciale pare che si sia riunito il suffragio di tutto il corpo elettorale. E noi ce ne congratuliamo sinceramente con lui e col forte partito repubblicano ternano, la cui vitalità dovrebbe servire di sprone a quello sonnecchiante di tutta l'Umbria. Ai repubblicani venne fatta larga parte a Roma., a Firenze, a Li vorn'J' ec. Le ultime elezioni, adunque, venute dopo il fiasco di Bergamo, devono servire di severo monito a.i clericali ed ai conservatori e l'ultimo esperimento indurrà. forse l' infallfbile fallito del Vaticano a ritorna.re prudentemente al non expedit. Se noi abbiamo buon motivo di rallegrarci dei successi dell' unione dei partiti popolari dobbiamo segnalare con soddisfazione anche una vittoria a Reggio Calabria di monarchici e di conservatori, contro i qua.li del resto non stava.no nè rep11hblicani, nè socia.listi: ce ne rallegriamo perchè quella vittoria segnò la clamorosa sconfitta. della propotenza governativa sferratasi contro la corretta amministrazione dell' on. Demetrio Tripepi. A suo tempo biasimammo il governo che a Reggio Calabria cotne a Napoli volle sostituire la. volontà. propria a· quella degli elettori, permettendosi nel mezzogiorno ciò cbe uon si sogna nemmeno di tentare nel Settentrione. Oggi a Reggio come ieri a. Napoli gli elettori hanno detto a Palazzo Braschi: bastai Queste manifestazioni di :fierezza. e d' indipendenza ci fanno sperare che il sentimento della propria dignità si risveglierà gagliardo anche nell' Italia meri -
366 RIVISTA POPOLARE diona1e cessando di dare triste spettacolo di servilismo. + Il convegno di Desto. - Dunque, almeno per ora e finchè alle popolazioni balcaniche non piaccia disporre altrimenti, g_razie_alla inter_vista fra il_mi~ nistro Aehrentbal e 1'1ttom la quest10ne balcanica e stata definita fra Austria ed Italia. Naturalmente de· finita per il mantenimento dello statu quo tanto quanto è possibile; poichè è opportn no non dimenticare che l'accordo che vige tutt'ora a proposito dei Balcani è lo stesso che fu stabilito nel 1897 fra Viscont1-Venosta e Goluchowsky e qnell'accordo, che concedeva all'Italia ed all'Austria In. libera espansione commerciale , che proibiva al~e ,due potenze l_a occupazion~ t.erritoriale nei Balcam, e stato, pare, riaffermato e rmsaldato nel convegno di Desio. E la necessità di questa conferma si faceva sentire. Un fatto nuovo si era venuto poco a poco preparando, fatto che se è conveniente per l'Austria non lo è affatto per l'Italia. La possibilità di una occupazione Austriaca di Salonicco. Ora che le condizioni interne della Russia, e lo stato deplorevole ~ell~ sua flotta e del suo esercito. col!igano il governo d1 Pietroburgo a guardare a' fatti d1 casa · sua e nei Balcani ad occuparsi, tutt'al più, delle popolazioni che banno maggiori e più stretti rapporti con l'Impero, l'Austria ha la mano libera e la questione di Salonicco s'è venuta faaendo sempre più imperiosa ed urgente. Nè all'Italia poteva e può· convenire questa possibilità avvenire dell'Austria. L'Austria ha già sull' Adriatico ottime basi d' operazioni lungo la costa Dalmata e non è opportuno nè giusto ag-giunge1:ealtro-come gli espansionisti vorrebbero-con Vallona e Durazzo. Ha già troppa influenza nei Balcani con la sua azione nei vilajet di Scutari e Jonica percbè convenga ali' Italia che questa influenza si estenda anche a Salonicco, che in seguito alle ultime agitazioni Macedoni fu, per l'opera di polizia, affidato ali' Italia. Era dunque opportuno che i due ministri si mettessero d'accordo in proposito. Durerà sempre l' accordo? E stabilito su basi salde abba:-:;tanza da resistere a possibili mutamenti nei Balcani? Questa è un altra questione. Per ora il comunicato ufficiale del convegno dice : « Nel colloquio che ha avuto luogo stamane fra il ba1·one di Aehrenthal e l'on. Tittoni sono stati espressi e confe1·mati i sentimenti di amicizia c01·dialissima che in co11seguenza dell'alleanza uniscono i due Governi ed i due paesi. L'esame della situazione generale ett,ropea e di tutte le questioni. singole che i. anno per l' Ausfria- Ungheria e pe1' l'Italia speciale inte1·esse,ha fatto constata1·e ai due minist,ri, con 1·ecip1·ocasodclisfazione , il loro acco,rdo completo. Questo accordo , di cui la base 1·esta sempre il p1·incipio dell'equilibrio e del mantenimento dello statn quo, si applica, non solo al p1'esente, ma a qualsiasi e1,entualità avvenfre. > Dunque non soltanto per ciò che riguarda le regioni balcaniche , ma anche su tutto l'andamento della politica europea , i due ministri hanno voluto mettenii d'accordo. In quest' ultimo tempo un mutamento generale s'è prodotto nella politica europea. Ln. triplice mediterranèa -Francia-Spagna-Inghilterra - crea una sitnazione nuova all'Italia e per conseguenza anche agli altri due Stati della Triplice. Era necessario che fossero chiaramente stabiliti i termini di una futura azione in vista di possibili avvenimenti, nel caso - non del certo improbabile - di una intraprendenza dei nuovi alleati non solo nel Medite•-raneo, ma anche nel Marocco e sulle coste meridionali della. Turchia. L' accordo anglo-russo, che in questi giorni si dice già concordato, è un altra di quelle fortunate pedine mosse dall'Inghilterra a sostegno di quella sua politica, sedicente pacifica, contro fa Germania. E' dunque opportuno che gli alleati , poichè la Triplice è ancora in vigore, s'intendano bene, si possono ben trovare d'accordo per oggi e pet· domani: anzi è forse più opportnno per domani che per oggi. Noi non c' ill11diamo che ad nn serio mutamento di situazione nei Balcani, l'accordo attuale possa durare: all'Austria conviene troppo, malgrado l'opposizione che le farebbero i Serbi e ~li Albanesi, aggiungere i tre vilajet macedoni , e Salonicco, alla Bosnia ed alla Erzegovina; ed all'Italia-che vedrebbe con nna certa sodisfazione una federazione indipendente degli Stati Balcanici - non conviene la troppo vasta espansione dell'Austria; ma per il momento non siamo vicini ad un mutamento di cose nei Balcani; onde la Triplice si presenta ancora come un valido strumento di equilibrio e di pace, e poichè tale è, ed a tale scopo tende la sna funzione ; bene è che per tanto lungo tempo quanto è maggiormente possibile i direttori della politica delle tre nazioni si trovino concordi su i punti più scabrosi e controversi del trattato di alleanza. E da questo punto di vista. il convegno di Desio ha una importanza maggiore dei convegni che lo precedet,tero, poichè sembra essere , nel suo comunicato, un monito ed una risposta ai viaggi di re Edoardo ed alla attività politica dell'Inghilterra. Ma conviene poi ali' Italia schierarsi apertamente contro l'Inghilterra? Questo è un altro punto di vista eh~ è bene non negligere poichè l'imperatore d'Austria non ha, certamente, fatto un patto con l'eternità, e alla sua morte gli espansionisti, non più frenati dalla sua autorità, potrebbero prendere il sopravvento: e allora? Non bisogna riposarsi su gli allori del convegno di Desio: ecco Ja più chiara morale della favola. + Gli scandali preteschi. -Se il nostro fosse un anticlericalismo rettorico, di maniera, nelle turpitudini della Fumagalli e delle cosidette Consolate di Don Riva e di altri Secerdoti che predicano o vegliono far credere di praticare la castità e i I celibato a vremino oggi larga materia da sbizzarrirci e di sfogare la nostra antipatia contro i mo:'!tri in veste talare. Preferiamo astenerci dal pronuuziare qualnnq ue parola acre al loro indirizzo; ci limitiamo a ricordare che queste turpitudini delle Consolate non sono un caso isolato e che nella sola Lombardia ci sono i precedenti celebri ed infami di Padr1:1Cere::ia nel Collegio dei Barnabiti di Monza e quelli assai pil\ recenti dei Marianisti di Pallanza. Queste turpi tndini Aacerdotali impongono non solo il dovere delle indagini severn; ma anche lo· studio dei mezzi adatti per prevenirle; sotto quèsto a~petto ci sembra che abbia messo proprio il clito sulla piaga il nostro amico Arcangelo Ghisleri. Il quale ha indi · ri,1zato questa lettera al Secolo : . 1< In tutta Milano non c'è un Convitto laico femminile - dico uno - al quale un cittadino, padre di famiglia, che abbia bisogno di collocare una sua figliuola per ragioni di studio , possa rivolgersi senza dipendere da quelli tenuti da monache o da altri reggenti del partito cattolico. Non ti pare che un Municipio, come quello di Milano, che ci tiene tanto alla si• gnorilità e al titolo di << capitale morale >l non dovrebbe rimanere, sotto questo riguardo , al livello di certi piccoli munì cipi di montagna, che considerano un risparmio e una provvidenza la scoletta delle monache? n. t( Ho citato la più incredibile delle lacune, come sintomo. Ma poichè le classi di tutte le scuole comunali rigurgitano di alunni, di chi è la colpa se le statistiche del!' Annuario Ecclesiastico, stampato in Roma sotto auspici dell'autorità pontificia, danno per la diocesi di Milano 43 istituti clericali maschili con 15,630 alunni, e 176 ìsticutì femminili con 33,854 alunne, senza contare i bambini e le bambine degli innumerevoli asili d' infanzia? » 11 L' insufficienza di locali e di maestri e maestre ha esse bisogno di essere più oltre comprovata ? »
RIVISTA POPOLARE 367 (( E a proposito di · asili e scuole private, tenute da religiose, venne presentato lo scorso aprile alla festa della Sezione milanese del Libero Pensiero un lelenco delle corporazioni religiose d'ambo i sessi, elenco che si trova nelle mani della siP,norina Elisa Boschetti, la quale, con l'avvocato Melzi ed altri soci, è stata incaricata di completarlo, assumendo informazioni dirette sui luoghi. Risulta va da quello, esistere in Milano 12 ordini diversi di religiosi maschi e nientemeno che 33 ordini, diversamente nominati, di monache, missionarie, terziarie ecc. Ciascuno di qnesti orJini ha diverse sedi e succursali in città; e, per esempio, il! Suore di S. M. Consolatrice di Torino figurano in qut:11' elenco ai ricoveri di via Melchiorre Gioia numero 5,, di via Copernico n. , , e di via Monte Napoleone n. 42. L'asilo in viale Monza n. 7 r (e chissà quanti altri !) non f"i trova re11istrato nell'Annuario Ecclesiastico. Ora il mio leit-motif t questo semplicissimo : - se si chiudessero tutte queste scuole, convitti e asili clericali, dove mettereste tutta la loro popolazione di alunni e di alunne? » (t Non è necessario aprire un numero sufficiente di asili e di convitti laici? 1) - t( Ma... i denari? (sento oppormi). -Forse non si fecero e si ripropongono prestiti per meno urgenti necessità? Solo in materia d'Istruzione, diceva Cattaneo, lo Stato e i Comuni hanno il diritto di essere prodighi. (t Ma anzitutto, facciasi l' inchiesta, per iniziativa con persone dei partiti popolari ; poi stabiliscasi il fabbisogno: - ai mi:zzi quando il bisogno sia dimostrato e sentito, provvederà la , olontà dd popolo. Ci sono parecchi milioni nel bilancio dei culti, che invece d' ingrassare i vescovi di Cefalù o rii Nardò, potrebbero, anzi dovrebbero, utilmente consacrarsi alle scuole del popolo e agli asili d'infanzia! Non ti pare? Tuo aff. A GHISLERI Noi ci associa.mo completamente alle osservazioni ed alle proposte del Ghisleri e aggiungiamo: 1 ° Che la deficienza di Istituti di educazione laici di Milano è più grave nel resto d' Italia ; 2° Che la più seria obbiezioue fatta alla sepm·azione in Francia fu quella relativa alla' difficoltà. di trovare un sufficiente nu111erodi scuole e di istituti di educazioue per sostituire queJli che erano nelle mani dei congre- . gazionisti. Nota. Mentre correggiamo le bozze di stampa i giornali ci portano lt notizie di altre nefandezze pretine e fratesche scoperte a Varazze e ad Alassio. Alcune di esse erano note ad un nostro redattore, che tardò a denunziarle perchè aspettava di a vere prove sicure. + Il Sillabo di Pio X.-Il vecchio Sillabo, proclamato da Pio IX nel 1866 non bastava più. Principalmente poi i tico tendeva ad affermare diritti tempora) i del Papa, più che a condannare proposizioni erronee, nel concetto e secondo i dogmi della Chiesa. Pio X ha inteso colmare la b.cuna Il nnovo sillabo è unicamente teologico. D'altra parte bisogna convenire, e tutti i benpensanti cattolici ne converranno con noi, il papa ha ragione. Ragione da vendere. Dove diavol mai andrebbe a finire la Fede, e qual merito avrebbe dunque l'uomo di fede se si dovesse credere soltanto ciò che è provato o provabile? Ma la Chiesa vuole la. fede appunto perché i credenti devono accettare il dogma chiesastico con tutte le sue assurdità, iu tutta. la sua estensione: c1·edo qui a ribsurdum. Che Cristo sia stato un uomo ognuno facilmente può crederlo, basta anche semplicamente leggere Tacit~ a Giuseppe Flavio; ci vuol fede però-e salda e solida e stolida fede - a credere che Cristo sta in carne ed ossa nella particola dell' Eucaristia. Gli esegeti moderni intendevano mettere di accordo scienza e religione: volevano applicare il metodo st?- rico e il metodo sperimentale ai Vangeli ed al Vecchio Testamento. (1) Naturalmente la parte maggiore-inten- (1) I nostri lettori nella Rivista delle riviste troveranno un articolo di Don Murri sul metodo ~torico che ci pare molto giusto e perciò molto eretico. diamo la parte religiosa. - dei due libri se n'andava a spl'l~sn. La Genesi Htn,1iata alla stregua delle teorie di Darwin e di Lyell ! Arldio Genesi. Il quarto Vangelo messo alla tortura da Loisy, è letto con « Guerre Giudaiche• alla mano. San Giovanni Apostolo diventato un simbolista o un bugiardo! Francamente Pio ·X ba avuto ragione e noi ce ne rallegriamo. Gli studio~i che intendono rimodernare la Chiesa sono m0lto pericolosi al movimento progressista. La forza della Chiesa, la sua possibilità di durare attraverso tanti secoli dalla sua origine ad oggi , le è stata data dalla sua meraviglio~a possibilità di adattamento. Soppiantò il Ge11tilesimo convertendo in santi i semirlei e gli Dei pagani : trasformando in cristiane le leggende e le favole greche e roma11e; dominò nel Medio-Evo facendo suoi i metodi di do·ninio dei barbari che s' insignor-ivono dalle provincie dell' Impero Romano : accordandosi con loro, servendoli e dominan_-- doli contemporanemente: quando e dove volle essere intransigentf:' provocò scismi e la Riforma. I modernisti (e Leone XIII aveva sentito la ne"essità. del rinnovamento) i modernisti timtano portare nel campo degli studi filosofici e scientifici q 11ell'adattamento della. Chiesa che le permetterebbe di durare ancora - regnando su l'equivoco - per parecchi secoli. Natur.tlmente l' abbondono di molte affermazioni assurde, implicherebbe anche nna diminuzione di fede nella chiesa; e Pio X si oppone al tentativo. Logico e coerente con se stesso. Egli aveva già detto, precedentemente, che il sacerdote non ha bisogno di sapere. Il sacerdot'3 deve cre,iere e far credere. Quanto meno sapn\ e tanto più sarà credentequesta la opinione del papa , e non è una opinione sbagliata. Sapere conduce ad indagare, eppoi a. dubitare, e finalmente a negare. Il prete, il ~redente, non deve sapere· Questo è ciò che chiaramente risulta dal nuovo sillabo. Pio X riporta la Chiesa ai tempi più oscuri del suo dominio. E non è vero - come hanno scritto taluni - che il sillabo non è chiaro; che il sillabo non è preciso ; che il sillabo lascia aperta la porta alle scappatoie. Tutt' altro: il sillabo di Pio X non lascia a.dito che alla ritrattazione. Il Loisy , il Laberthonniere , il Tyrrel. il Jarnac. M.gr Francassini, Fogazzaro, Don Romolo Murri dovranno una volta per tutte decidersi apertamente: o accettare il sillabo e non studiare più ; o respingere il sillabo e studiare; ma. allora uscire da.Ila chiesa. Pio X obbliga alla sincerità. Poco i_~porta ~e questo stato d' ignoranza che il papa pred1hge cost1tuerà poi la ragione unica ed in violabile dello sfacelo della Chiesa, dell'annullamento del cattolicesimo nella più crassa ignoranza: bene è essere sinceri: e Pio X, col sili a.bo obblio-a ad e,sere sinceri quelli che pretendono rivedere le'°"bucce ai libri cosl detti santi. Taluni si sono doluti che il sillabo non condanni i metodi politici dei modernisti: infatti in questo Pio X ha mancato: ma noi speriamo bene che anche su questa questione Pio X verrà presto a dire la sua pa~ola, ~ sarà - logicamente - reazionaria; _s~remo così hbe~a~t dal pericolo del confusionismo politico , _come ~gg1 il sillabo ci libera del confosionislllo esegetico : bisogna essere ben determinati e chiari: o con me o contro me, dice la Chiesa. Noi sia.mo con Satana. . + La cattura di Mac-Lean e l risultati di Algeslras-Se verawente non c'è nulla di tantopiacevole quanto il poter con1:1tatare a. dis_tanza di _tempo il risultato ottimo della propr.a. opera t delega.ti plenipotenziari alla (?on~erenz~ di Algesi~as devono sentirsi la voglia d' 1mp1ccars1. Avere discusso quattro mesi; fatto parla.re di se e del loro protocollo tutta la. stampa del mondo; aver deciso che il Marocco doveva diventare la terra promessa dell' ordine;_eppoi rice~ere la notizia di 11na Mahalla che non s1 batte, di un
368 RIVISTA POPOLARE Sultano che si burla dell'Europa, d' un capo di ribelli che fa prigioniero un' inviato europeo del Sultano; sentire che le principali tribù marocchine s' infischiano allegramente delle Potenze europee - dopo la Conferenza di Algesil'as, anzi proprio in :seguito alla Cqnferenza di Algesiras ! - è tal cosa che dovrebbe fare ammattire qualunque diplomatico, se i diplomatici non rispondessero oggi perfettamente agli auguri antichi che non potevano guardarsi in faccia · senza scoppiare dalle risa. Dunque a dispetto di tutte le conferenze diplomatiche, Raitsuli ha fatto prigioniero il Mac-Lean e dichiara che non lo renderà altro che a patto di trattare da pari a pari col Sultano. Diciamolo subito: chi in questa faccenda è leale, è simpatico, ed ha diritto al massimo rispetto è Raitsuli. Egli è il patriota che non vuol se,;itire parlare d' intrusione europea nel suo paese; che non vuole affatto adottare i costumi e le credenze musnlmane alle scipite usanze europee: che si è messo contro l' imbecille sultano, pazzo per le ballerine francesi e la fotografia, in favore della indipendenza del proprio paese. Chi oserebbe dargli torto? Non gli danno torto certamente le fiere tribù montanare, nè le tribù che per antichità e valore potrebbero esser chiamate l'aristocrazia monarchica. Gli danno torto gli Europei che s' erano immaginati di potersi tranquillamente spartire il Marocco, e gli danno torto le ballerine che il Saltano è stato obbligato - con grande lacerazione del suo cuore- a rispedire a Parigi. Si ca piacono Je ballerine, ed anche si capiscono certe nazioni europee; ma che gli diéno torto gli Italiani, che ebbero fra i loro facinorosi Carlo Pisacane, Speri, Mazzini e Garibaldi , questo noi lo comprendiamo un po' meno. Raitsuli è un brigante. Già come sono e sono stati briganti tutti i precursori e difensori della libertà del proprio paese. Indubbiamente la sorte di Mac-Lean non ci fa piacere. Non ci fa piacere tanto più che lo vediamo sacrificato ad un feroce calcolo politico della Germania e dell'Inghilterra le quali contano che Raisuli si stan cherà di tenerlo vanamente prigioniero e lo ammazzerà dando all'una ed all'altra il pretesto d' una occupazione: e si sa che le occupazioni preludono sempre alle spartizioni. Dunque vediamo con dispiacere la cattura di Mac-Lean, ma non possiamo fare a meno di simpatizzare fortemente con Raisuli il quale vuole libero il suo paese dalla influenza e più dal pericolo del predominio europeo. Il che, bisogna poi con venire, non ò certamente in accordo con le chiacchiere dette e scritte ad Algesiras, ma bensì col diritto immanente ed indiscutibile di tutti i popoli, anche africani. + La Conferenza dell' Aja. -- Dopo cinque settimane di discorsi, e di discussioni, e proposte e contro proposte che, salvo il rispetto dovuto ai plenipotenziari, potrebbero anche essere qualificate per tante oneste quanto vane chiacchiere, la conferenza del!' Aja si rivela essere il fiasco perfetto e completo. E si pnò fare l'augurio sincero e leale cbe la conferenza non si riunisca più. Non c'è nessuna ragione per turlupinare il pubblico e mantenere vive le speranze vane dei pacifist_i che sperano dai governi la realizzazione dei loro sogm. Noi abbiamo detto più volte - tutte le volte che ci siamo oc..:upati della Conferenza dell' Aja il perchè non crediamo possibile venga dai governi la parola, e, ancor più, il fatto della pace. Questa seconda conferenza ci da pienamente ragione. Dichiariamo francamente che saremmo stati lieti se la conferenza ci avesse dato torto; se fosse partito di là un accenno di buona volontà a risolvere le grandi q uestioni internazionali dalle quali possono scaturire le guerre; se, almeno, la qtrnstione dell'arbitrato obbligatorio fosse stata allargata e discussa seriamente, se si fosse almeno preso in seria e reale considerazione la proposta inglese su la limitazione degli armamenti. Ma niente di tutto ciò. La mozione americana su la proprietà privata s11l mare è caduta: pratica.mente caduta è quella di Drago: su le questioni del contrabbando, del blocco ed al tre consimili i plenipotenziari si sono divertiti ad ascoltare ed applaudire reciprocamente i loro squarci oratorii, ed i fiori ed i voli della loro eloquenza; la nazione inglese per la limitazione degli armamenti rimarrà come le anime inette fra cielo e inferno a Dio spiacente ed a nemici suoi. Il punto veramente importante della conferenza, quello per il quale l'a11gusto areopago di retori avrebbe potuto avere una influenzi:I. decisa e duratura sulla evoluzione politica del nostro tempo è, con bellissimo gioco di altalena, rimandato alle calende greche. Cosi che nessuna, nessunissima opera a favore della pace ~ stata f~tta fin ora in questa conferenza, nè lo sarà 1n avvemre. D~cemmo altra volta che la conferenza dovrebbe cambiare il proprio titolo e dirai la conferenza per la creazione di uu nu.ovo « Diritto della guerra terrestre e marittina ». Il titolo sarebbe forse un po' lungo ma non meno chiaro, e i pacifisti se ne tornerebbero a casa bene persuasi che per fare opera di pace, e per la pace bisogna ri volger:'li altrove che ai governi ed alle conferenze dei loro rappresentanti. E sarebbe un tanto di guadagnato per la causa della pace, poichè tanta attività ed energia che sono sprecate in attendere dai governi quel bene che essi - anche impiegando la migliore volontà del mondo - non possono fare, sarebbero allora rivolte a trovare, per mezzo dell'azione dei popoli, la via per imporre ai governi se non l'abolizione assoluta - non ancora possibile - almeno la limitazione grandissima delle spese pazze che si fanno oggi in corazzate e cannoni la cui prat.ica utilità va divenendo di più - per il sentimento dei popoli però, non dei governi - discutibile. + La tattica giapponese in Corea. - Subito dopo la guerra contro la Russia il Giappone pose attiVf:.mente mano ad attuare q uelia parte del proprio programma che consiste nella larvata annes3ione della Corea. Chi si oppeneva ai Giapponesi era l'Imperatore. Egli attraverso mille difficoltà, malgrado che più d'una volta sia stato attentato alla sua vita: adoperando ora l'abilità nelle trattative, ora la violenza - che arrivò fino all'assassinio della regina - tentava conservare e difondere la indipendenza del suo paese dalla influenza dei Giapponesi. E vi era in parte riuscito quando la rovina della potenza russa in estremo oriente permise ai giapponesi di occupare il paese, ed ha permesso ora che essi, sotto protesto di garantirgli la vita, e per impedirgli di fare atti di sovranità inconsulta - come mandare i delegati coreani ali' Aja - gli hanno tolto il trono. Si dice che il suo successore sia parecchio stupido e che perciò i Giapponesi lo abbiano fatto sa.lire al trono obbligando il padre all'abdicazione. Intanto onde avere mano libera anche su gli affari interni essi pubblicano su i loro giornali e dichiarono ufficialmente che l'ex-Imperatore organizza contro di essi .i complotti, che suo figlio, il nuovo imµeratore, è sotto la sua influenza, e che quindi è necessario che il Presidente giapponese abbia nelle mani tutta l'amministrazione dell'impero. Come si vede i piccoli gialli tirano dalle loro vittorie su la Russia, molti vantaggi che al tempo del trattato di Portsmonth l' Europa non so· spettava neppurf'. Ed è naturale: essi persegu-ono copertamente, ma tenacemente la formula promulgata, dai Boxe1·s cinesi: l'Asia agli Asiatici.
.. RIVISTA POPOLARE 369 + Cose Inglesi : 1 ° Elezioni di socialisti.- I @:iornali conservatori minacciano il finimondo perchè il governo liberale non si mostra troppo tenero per la Camera dei Lords, e perchè non intende ~:ffatto_cedere d'una linea sul terreno del libero scambio, po1chè la questione per essere meno palese , non è però meno ardente. Alle querimonie risponde però la massa elettorale inglese a colpi di elezioni ...... di s~cialisti. ~u~ in quindici giorni ! Se fossero nece~s~ne le _ele~1?n~ generali su la piattaforma della restrizione dei d1ntt1 dei Lords il governo liberale potrebbe francamente tentare la prova. Si troverebbe , probabilmente co~ qualche socialista di più ai comuni; ma i conserv_aton ne uscirebbero a costole più rotte di quel che uscirono l'ultima volta. Il primo dei due nuovi eletti Peter Francis Curran che per la rappresentanza di Garrow hà raccolto 46~8 voti è uno dei membri p:ù anziani del partito operaio ingl~se. E' noto che il part.ito socialist_a in Ing?-i!terra si divide in quattro frazioni: i socialisti anarch1c1, che si reclutano specialmente fra gli inte_lle~tu~li .' i ~abiani - fra i quali sono molto democr1st1am, _1 ~ocialisti marxisti che hanno una influenza molto limitata, ' I! • e il Partito operaio inclipendente, disciplinato, 1o_rt1ssimo numerosissirno e che con Peter Curran e V1ctor Grayson , il secondo dei suoi eletti ha ora. trenta.due membri ai Comuni. I conservatori dichiarano che il governo è stato sconfitto a. Garrov e a Colne Valley perchè i due can dati liberali non raccolsero rispettivamente che 3930 voti e 3495. Ed il ragionamento può anche an'.]are; sennonchè se guardiamo al programm~ del can~1dat~ liberale e degli eletti socialisti troviamo che 1 ver~ sconfitti sono i conservatori i qual i a vevano presentati i loro candidati che non riuscirono. Ora il programma_ dei liberali era free trade e limitazione dei privilegi della Camera dei Lo·rds · quello dei socialisti free trade (libero scambio) e abolizione della Camera dei Lords; Il programma dei Coòserva.tori , chiaramente espresso dal loro candidato di Colne Valley G. C. Wheler era protezionismo, e inviolabìlità della qamm·a dei Lords. Senza alcun dubbio i Conservatori sono ancora molto lontani da poter riconquistare il potere. Se pure riusciranno mai a riconquistarlo. 2° Lo sciopero di Belfast.- Gli sci?peranti di Belfast cominciano a smentire la fama d1 calma che era fino ad oggi applicata agli scioperanti inglesi. Sic?o~e lo sciopero si prolunga senza che da una pai:te s1.mtenda concedere nè da.Il' altra , cedere la s1tuaz1one comincia ad agg'rava~·si. Già alcuni crumiri sono stati bastonati è stato dato l' assalto a qualche carro che trasporta~a mercanzie, e gli scioperanti hanno mi?acciato di invadere i cantieri se non si da loro ragione e presto. . Il governo ha polizia (la quale ha ~nch~ essa smoperato aggravando enormement~ la_ s1tu~z1?ne) ~er il mantenimento dell'ordine, ma 1 giornali hberah - e qnesto fa. diventare furibondo il Times - di?hiarano che gli operai hanno ragione , e ?he padro;111e. co~- pagnia dovrebbero cedere dinanzi alle legittime richieste dei lavoratori. 3° Corruzione politica Inglese.-Qu~n~o in rran~i~ colle denunzie dei Matin contro ,l'ex ministro Cua11m1e, i cui nipoti vengono accusati di avere ven~uto delle decorazioni , risorge un poco lo scandalo W 1lson , _che provocò le dimissioni del Presidente del!a repubb~1ca, Iules Grevy; in Inghilterra due deputati h~nn_odimostrati casi simili, di cui sarebbe responsabile 11 mmistero liberale. I deputati Robert e Lea hanno port~to alh=.tribuna parlamentare il caso nuovo di corruz10ne_ elett~rale, che non rassomiglia agli antichi dei famosi bo~ghi putridi. Tanto il primo quanto il secondo hanno rnvocato ' una Inchiesta parlamentare, che è stata respinta Giova. intanto, far conoscere, almeno in parte, affin chè si giudichino al o-insto i costumi politici inglesi, ciò che ha detto a sc~i tto sull'argomento il Lea. Alla Camera egli domandò : « Il signor Smith è stato nominato cavaliere perchè è Presidente dell' associa,:ione liberale di Stirling - il collegio di Camphell-Bannermann - , o perchè quale . direttore della Ayrshire Foundry Company ha forrnto . fraudolentemente un timone difettoso alla corazzata. King Edouard Vll; o perchè ha pagato una somma sufficiente alla cassa del partito liberale? Posso domandare se questo governo democratico è disposto ~d esaminare ~'oppor:- tuni t.i che vi sarebbe nel pubhhcarc una tariffa prima di presentare alcun nuovo candidato al titolo di cavaliere? > Lo stesso Lea, che fn richiamato all' ordine per offesa al decoro del Parlamento la stessa sera indirizzava ai giornali la seguente lettera : « Ho doman~ato che il primo ministro dia alla Camera l'assicuraz10ne che mentre l'attuale ministero era al potere alcuna addizio·ne non sarebbe stata fatta al numero dei pari e che in oltre il primo ministro s' impegnasse di non raccomandare in alcun caso candidati al titolo di baronetto o ad altro titolo. Ma c'è un aspetto più grave della quistione. Questi titoli. o~orifici sono comprati ~ venduti e il prodotto va prmmpalmente al tesoro di guer.ra del partito che è al potere nel momento della nomma ». « Nel illomento delle elezioni se ci sono candidati che non banno i mezzi di pag-are tutte le spese della loro elezione si viene loro in aiuto. Se il candidato è eletto il s110voto è considerato sempre come acquisito al governo. Se egli vota c?nforme all_ap_rop~·i8c: oscienza e non ai proprii impegni _elettorali , 1 ~ihzps (~) del partito gli rimprt)Verano d1 mancare a ciò che s1 considera come un mercato. Protestando come ho fatto, spero sinceramente cd umil_ment_ec.he possa avven!re l' abolizione di una delle .1pocnsie della nostra vita pubblica>. . . . . . Abbiamo rivelato .queste piccole corruz10m mgles1 per dimostrare: 1 ° che i Wilson non O sono ~l prodott~ esclusivo della repubblica francese; 2 che m fatto d1 con uzione i calunniati latini· sono davvero super10r1 agli orgogliosi anglo-sassoni (2).. . 4° Un fiorido bilancio Australtano.-Il signor J. H. Carronthers primo ministro dello Stato Australiano della Nuova Galles del Sud ha presentato, or è poco, la relazione del bilancio del piccolo, ma florido stato. Tre anni fa 1~ condizioni finanziarie erano deplorevoli in seo-uito alle cattive condizioni delle raccolte, alle epide~ie che avev~no colpito_ il bestiame, ed alla siccità che quattro anm fa, obbligò _a _vend~re ~- pe_rdita qualche milione di m~ntoni e d~ecme di migliaia di bovi; la. grande industna australiana ne era .s~at~ rovinata. Ma da tre anni a questa parte le condiz10m dell'agricoltura e dell' allevan:1.ento ae~ bestia~e. sono miglioratfl enormemente. Brutti scherz1 le stag1om non ne hanno fatto più. Il Carrouthers può dunque annunziare nella sua relazione che nel bilancio dello Stato, il qnale bilancio non oltrepas~a i 13 milioni di st~r- (i) Whip in inglese significa frusta. l du~ partiti storici (nglesi, il liberale ed il conserv~to_re, ha~no c1ascu_n0 ~n wh1p, cioè un deputato che sorveglia 1 proprn membri , . h _sprona , li consiglia, li dirige nelle discussioni ~ nelle votaz1O?'· l due whips spesso prendono degli accordi pd buon ord1~e- e per la leilltà della lotta. Ad esempio, se m un momento ~mportante un deputato liberale ha bisogno di allontanarst dalla Camera il whip del suo partito interroga qut:llo avver~o per vedere se non ci fosse un altro deputato del suo partito c~e avesse bisogno di allontanarsi del pari. in questo caso un liberale e un conservatore si allontanerebbero contemporaneamente lasciando immutate le proporzioni dei due partiti. (z) Chi ne volesse sapere di più sul 1° e s~l ~ 0 punto )egg~: Corru 1 ione politica e Latini e ,rnglo-sasson, d1 N. ColaJann1,
370 RIVISTA POPOLARE line, eg]i avrà a la fine del 1907 1m avanzo di circa 1 milione e 300 mila sterline cioè circa 32 milioni di f~anchi. Naturalmente il Ca~routhers, compiacendosi d1 questo stato di floride finanze annunzia che l'anno prossimo il governo dello Stato ~etterà mano a diminuire le t!sse_, cb_e sono molte e gravi, diminuirà il prezzo dei v1agg1 ferroviarii - le ferrovie sono 11 na azienda dello Stato-e ridurrà la tassa sul reddito se non _P~trà..abolir!a completamente. Il piccolo Stato, ~be è p01 Il pm fiondo della federazione Australiana vede dunque dinanzi a se aprirsi un periodo assai 'fort11 nato. E , naturalmente, patisce le debolezze e i mali degli arricchiti di fresco. Uomini· e Stn.ti fanno brutt-a figura quando diventano pa'rvenus. Il <:Jarrouthers - in questo caso vero rappresentante delle_ idee dei suoi amministrati - non intende affatto che 11 Nuovo Gall_es debba sacrificarsi un po' a prcfitto della federaz1one e protesta enero-icame11te contro la froposta. di fare di Dalgety la O futura capitale dell Australia addu~e~do la ragione che Dalgety è troppo lontano da Sidney, la capitai~ dello Stato. Si è perfino parlato di secessione a que8to proposito. N~turalmen~e l~ grossa ~ar?la '. rimarrà una parola, po~chè tutti g:,1 Anstraliam , il Carronthers per il pnmo, sanno che la forza ed il valore della Australia ri@iedc,n? nella_ concordia e nella unione degli Stati ~ederat1 ; ma rntanto questo è ,m indizio di fin dove s 1 1 po~sono spingere I~ _intransigenze consigliate dalI egoismo ; mentre po1 ti bnon senso obbliga il Car- ~·outhers a proporre e contentarsi di un referendum 11quale darà, si può esserne certi fin d'ora torto marcio al Carrouthers. Quest.i intanto forte del suo ricco bilancio , dichiara che non è gi,;sto sacrificare lo Stato più ricco ai più. poveri. Dimentica che 'sei anni fa tutta l' Australia - che pur non guazzava nell'oro - accorse tutta ali' aiuto del piccole stato bersagliato dalfa sfortuna. 5° Il f'U'rto dei gioielli di 8. Patrizio. - Un fatto curioso assai s'è prodotto tre settimane fa a Dublino. In occasione della sua visita in Irlanda il Re Eduardo dov_eva creare cavaliere di San Patrizio , il più alto ordme cayalleresco irliu1dese, Lord Castleton assai in- . . . . . ' viso ai patr1otti irlandesi. Ora il fatto curioso non è che sieno st~ti rubati per 40000 sterline di gioielli da una custodia del castello di Dublino · ma che sieno stati asportati proprio tutti i gioielli di San Patrizio che dovevano servire ali' investitura: la mazza, gli an~lli, la cat~na, la corona, lo scettro gemmato; mentre poi 1~ ~edesnna custo~ia conteneva. altri oggetti d'oro mass1cc10 e gemme , d1 un valore monetario e storico maggiore di quello dei gioielli rubati e che sono stati lasciati intatti al loro posto. ' C'~ una c~rona rea.le che da_ sola è valutata più di 10 mila sterlme, ed e stata rispettata. Naturalmente la stranezza ?el _c~so.h~ dato a pensare ed è opinione c~~une ~he 1 g101elh sieno stati sottratti col solo scopo ~1 1mpe?Ire la investitura di uu uomo che i patrioti 1rlan~~s1 no~ amauo e !1on desiderano vedere insignito del _prn pre_z10soe_ onor1fico ordine del loro paese. Infa ~t1 18:cer1moma è stata rimandata ad epoca da destmara1. Ora. ved_remose_i gioielli tornano al loro pol:!to. e potre~o d~re m . tal caso che il patriottismo degli Irlandesi - 1 quali sono meravigliosi poveri - è tanto onesto e diritto quanto e saldo e grande. NOl A i nostri abbonati che non fa,wo la coÙe:ii.one della Rivista e che vogliono mandarci il N. 7 dell' anno IX, il N. 15 dell'anno X ed il Num. r di quest'anno daremo in cambio un libro del valore di cent. 50 da scegliersi nello elenco dei libri che diamo in premio a chi procura abbonati. Ancoraattorno a1 caso Nasi Torniamo ad occuparci del caso Nasi che interessa, non u? solo individuo, sibbene tutt~ una import~nte regione qual' è la Sicilia e per solidarietà ston_ca e _per a~al~g~a d~ condizioni, di ingiustizie subite, d1 pregmd1z1, _d1aspirazioni, si ripercuote su gran parte del contrnente meridionale. E' doveroso occuparsene perchè questo caso Nasi che conta al ~u~ pass~vo gravi tumulti, centinaia di arresti e di f:riment1,_un morto-un grande perturbamento nazionale_, mfi,ne: - se og~~ pu~ sembrare quetato, doma01_ potra nsorgere pm pericoloso di prima. Pochi commenti ci permetteremo al preludio del1' Alla .Corte di giustizia. _ Notia~o da u_n lato che ci ha prodotto grande 1mpress10ne la circostanza che se si trovarono cinque - s1:1 ~entoventi ! ~ i Senatori Siciliani erano quattord1c1 -_- Senatori, che votarono contro la leaalizzazione dello arresto di Nasi e Lombardo n°on si trovò ~he _uno solo, il Tajani , che abbia avuto il coragg10 d1 sostenere questa tesi, che ebbe così scarsi suffrag~; e il silenziodell'on.Arcoleo, ch'è un profondo conoscitore e docente di diritto costituzionale confessiamo sinceramente che ci fa rinascere nell'~nimo tutte le dubbiezze che ci tormentavano sulla illegalità dello arresto e che veniva proclamata ad alta vo~e da polit_ici e ~a giuristi di opposti partiti-da Gnpp-.) a M1rabell1, da Turati al Con·iere della Sera, _al Secolo, al GJornale d'Italia, alla Tribuna. !-,e rncertez~e, pero, vengono completamente elin:11.natesulla inopportunità, sulla sconvenienza politica del provvedimento, dalla decisione della stessa Alta Corte di giustizia. La quale ha sentito il bisogno di cercare un teLnperamento che rappresen- ·tasse una concessione ai tumultuanti della Sicilia e servisse per calmarli. Il Presidente del Senato e i rappresentanti della C~n.:iera non avrebbero conservato maggiore prestig1_0seguendo la politica savia di lasciar liberi Nasi e Lombardo? Questo arresto in casa dell'uno e al Policlinico dell'altro non ha tutta l' odiosità di una inutile molestia che si arreca ad un uomo che se può avere errato ha molto sofferto e ad u~ altro uomo che è gravemente ammalato? E la stessa misura che sembra strappata dai tU:multi, con offesa al principi◊- di autorità, non è una confessio11e indiretta e tacita dell'errore commesso? + Accennati gli errori dal Presidente e dall'Alta Corte di giustizia - dell'uno nell'ordinare l'arresto e nell'altra nel negare la libertà provvissoria pur concedendo la mezza misura dell'arresto in casa a noi corre l'obbligo di esaminare colla massim; serenità l'attitudine dei Siciliani, di Trapani e di quanti hanno levato proteste più o meno clamorose contro il processo e contro l'arresto di Nasi. Saremo sereni nella disamina, ma senza debolezza e senza lasciarci imporre da sentimentalismi regionali, cercando di affida rei alla massima obbiettività consentita a coloro che vivono nella politica attiva e non professano la. filosofia del quietismo e dell'indifferentismo. . Qualche nostro giudizio, in Sicilia specialmente, potrà sembrare severo ed anche ingiusto; potrà riuscire sgradito a parecchi. Ma noi, che non abbiamo esitato un istante a difendere con tutta la sincerità dell'animo n-ostro e con tutta la energia che possediamo la Sicilia e il Mezzogiorno, non oggi soltanto, ma da anni parecchi - anche quando alcuni di quelli, che oggi si atteggiano a suoi difensori ci davano addosso trattandoci da nemici dell'unità
RIVISTA POPOLARE 371 della patria - crediamo di avere acquistato il diritto di parlare aperto e chiaro anche _verso la Sicilia; e vorremmo aggiungere che ci crediamo meritevoli di essere ascoltati. Una premessa che non sarà del tutto inutile. Sin da quando cominciò a delinearsi il fenomeno T1·apani colla prima rielezione trionfale di Nasi noi ce ne spiegammo completamente la genesi, perchè ne conoscevamo i fattori, senza approvarli. Così ora che il fenomeno Trapani si è allargato ed è divenuto il fenomeno Sicilia ce lo spieghiamo chiaramente, ma non possiamo in alcumo modo approvarlo. Di più: possiamo mostrarci oltremodo benevoli e tolleranti verso le masse ignare, impulsive, ma generose e disinteressate e che pagano col loro sangue e colla loro libertà il diritto di manifestare quello che sentono e pensano; dobbiamo essere più severi, però, verso gli elementi dirigenti, che divulgano apprezzamenti erronei, assegnano responsabilttà insussistenti e fanno opera da sobillatori e da provocatori di tu multi, che, degenerando potrebbero in qualche brutto quarto d'ora svolgersi ai loro danni. Mentre non sono dubbii la sincerità e il disinteresse del popolo nelle -manifestazioni pro Nasi, si è indotti al sospetto sulla sincerità e sul disinteresse dei promotori e degli organizzatori delle medesime; molti dei quali nel manifestar lo zelo e lo interessamento caloroso pel loco natio vedono occasione propizia a prepararsi delle candidature al Consiglio comunale e provinciale, alla Camera dei Deputati, a procurarsi in male modo una morbosa popolarità, anche se questa non dovesse servire che alla soddisfazi.one della più sciocca vanità personale. Costoro però, dovrebbero sentire la voce della ragione; e la si dovrebbe far sentire anche quando non volessero. A costoro, per parte nostra ci rivolgiaI?o _sfidandoli a rispondere alle nostre osservaz10m. Un primo fallo - e non involontario-essi commettono facendo sorgere equivoci sulle origini del processo Nasi: equivoci che si riassumono nel grido : Abbasso Giolitti ! che si appaia a quello di Viva Nasi! · Noi non possiamo essere sospettati di tenerezza per l' on. Giolitti che abbiamo attaccato quasi in ogni numero della Rivista dacchè egli è Ministro dell'Interno - Presidente del Consiglio. Ma noi dobbiamo riconoscere che egli non ha la benchè menoma responsabilità nello inizio e nello svolgimento del processo Nasi. I fatti criminosi a questo imputati furono denunziati ufficialmente nella relazione sui bilanci consuntivi dell' on. Saporito, e che è un deputato siciliano e che milita nelle fila della opposizione. Nel giornalismo e nella Camera s' invocò il processo da Ciccotti, da Bissolati, da Mirabelli, da Turati , da tutta l'Estrema sinistra, dai migliori e più coraggiosi della Destra e del Centro. Dopo la sentenza deJla Cassazione fu di nuovo l'Estrema sinistra ,per mezzo di Turati ad invocare il rinvio di Nasi all'Alta Corte di giustizia. Tra i rappresentanti della Camera che devono sostenervi l'accusa due appartegono alla opposizione di cui uno è repubblicano sincero e di rettitudine adamantina, Piero Pansini; costoro aderirono alla richiesta del Presidente del Senato per lo arresto degli accusati. Al Presidente del Consiglio si potrà al più rimproverare di avere acconsentito ali' arresto, dato che l'on. Canonico l'abbia richiesto del suo parere, come lo chiese esplicito ai rappresentanti della Camera. Come c'entra, adunque, il governo in tutto ciò; come c'entra l' on. Giolitti? Rileviamo la circostanza non solo per sentimento di giustizia, che impone unicuique suum tribuere - senti aie nto di gi us t i~ia, che deve agire anche in favore degli avversan se si vuole conservare tutta la necessaria autorità per ispiegarlo ai loro danni; ma anche, e più, perchè la constatazione serve a smascherare le intenzioni dei tardivi difensori, che ha trovato la Sicilia, che per fini estranei a Nasi ed alla Sicilia accusano Giolitti cd accusano il governo di delitti o di semplici sconvenienze ... che non banno commesso. Se non e' entra il governo, se non c'entra Giolitti ne ila procedura contro Nasi, non c'entra nemmeno il sentimento regionale. Questo serenamente osse~vano Il Corriere detla Sera e Il Secolo e tanti altri nel settentrione; questo del pari osserva Il Pungolo nel mezzogiorno. E sono giornali di parte politica opposta. I primi in questo solo han no torto : nel non ren- · dersi conto delle cause storiche che hanno reso possibile l'accreditamento della opinione che Nasi sia perseguitat9 perchè siciliano; cause storiche che tante volte abbiamo segnalato e ultimamente nelle Aben·az.ioni di un galantuomo, Queste cause storiche ha visto perspicuamente lo Spettatore di Roma (2r Luglio) e le ha esposte in questa sintesi onesta cui noi plaudiamo sinceramente: « Oggi i Siciliani gridano per Nasi. Ma Nasi è un fatto specifico. In Nasi vedono uno di loro, la loro terra. Gridano contro l'Alta Corte? No, gridano contro il governo, contro tutto un antico sistema di governo, contro tutta una storia di me~odi che la Sicilia trascura ». <e Perciò la Sicilia ha torto nel caso specifico. Ma si comprende assai bene l'origine vera dello stato d'animo e dei tumulti >>. << I tumulti sì bisogna reprimerli, con avvedutezza e con calma. Questi sono pericolosi così, come sono veramente ridicole, certe grida, certi atti, certe evocazioi:ii st?riche fatte male a proposito. Ma_il male non e qui>>. « Si è detto e si è ripetuto che bisogna far comprendere una buona volta alla Sicilia che in Italia ci sono leggi che son fatte per tutti e che ognuno deve rispettare. Sì, sta bene, ma bisogna farglielo comprendere in un altro modo, e veramente. I tumulti per Nasi, sono cose passeggere, sono sintomi e sono una conseguenza che non hanno un' importanza solo per se stessi. A nchc quando si tace, quando cause immediate non generano, di là dallo stretto, pericolo immediato e dimostrazioni e conflitti bìsogna pensare ed agire ». . « Bisogna far comprendere a 1 la Sicilia che ac! essa il Paese pensa come ad ogni al tra regione e ne procura il benessere e la vita in tima ». « Finora i Siciliani s~nno solamente che la lol'o terra è un luogo d'esilio pei funzionari defìcienti o colpiti dai Consigli di disciplina>>. « Sì, da vero bisogna provvedere. Non servono tanto le navi, e la truppa: il momento triste attuale passerà ». « Ma bisogna pensare al futuro sempre e, guardarlo con occhi consapevoli. Se no, l'avvenire potrà prepararci qualche brutta sorpresa »·. . . . Nessuno, poi, dirà che nella d1sgraziat1ss1rna uccisione del Pintauro entri l'elemento regionale, poichè, purtroppo, tali episodi so □ o nazionali e derivano dalla cattiva consuetudine di fare intervenire la polizia in tutte le più innocue dimostr_azioni. Accanto alla serenità dello Spettatore, 111vece, nell'Avanti- e ce ne duole sinceramente per Enrico Ferri su cui ricade la responsabilità delle stupidaggini calunniose . che si pu_bb~ic~no nel suo o-iornale senza apporvi una qualsiasi sigla che ser- ~isse per non fargliene attribuire_ la paternit~-. nell' Avanti ( 24 Luglio), anche 111 que~to !rist~ quarto d'ora con leggerezza imperd_onab1le s1 puo
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