Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 13 - 15 luglio 1907

RIVISTA POPOLAR.E 343 la pietà di Maffeo Pantaleoni ; e dal Banco della Corte di Assise passò al banco della Camera dei deputati senza che Morgari lo avesse fatto segno ai propri fulmini: ed era un suo corregionale, nato nella provincia di Alessandria! E Cavallini non era nemmeno lui un· meridionale. Ma di grazia: che cosa rappresentano le laidezze, le porcheriole di Peppuccio Romano - dato che vengano assodate - di fronte alle gesta delle Meridionali? Che cosa rappresentano le incertezze, le lentezze deplorevoli della magistratura nel procedere contro lo stesso Peppuccio Romano, di fronte alla scomparsa dalla Camera di tutta l'inchiesta sulle stesse Meridionali, che aveva impresso delle stigmate sui Bastogi ed i Susani, non meridionali? E chi erano i Brenna e i Fambri, che volevano fare quattrini nelle Regia cointeressata dei Tabacchi? Settentrionali! Negli episodi di quei tempi, che Garibaldi disse scultoriamente borgiani, i meridionali non figurano e figurano malissimo i settentrionali. Non da meridionali venne compiuto quel movimento collettivo regionale, detto dei Lucumoni, che dette il potere alla Sinistra, e ebbe CO'.ìlerisultato ultimo le disastrose Convenz.ioni je1-roviarie del 1885. Se vere le accuse contro Peppuccio Romano sarà provato che un rappresentante del popolo nato nel Mezzogiorno avrà truffate poche migliaia di lire ai proprii concittadini; ma i fasti delle Meridionali, delle Regia cointeressata, delle Conven 1 ioni ferroviarie sono oramai passati in cosa giudicata; e furono compiute dai settentrionali e costarono centinaia di milioni al popolo italiano ..... L'affare 1Vasi ha somministrato buona occasione ad inveire contro i deputati meridionali. Si dimentica, però, che le pubblicazioni del figlio Virgilio, assodarono gravi irregolarità, pecuniariamente più importanti, _a carico di ex ministri settentrionali e dell'Italia centrale. La. nemesi regionale poi è stata tremendamente giusta , poichè nel momento in cui un ex professore di diritto costituzionale, attualmente consigliere di Stato enunziava nella Camera, provocando un urlo generale d'indignazione, la bestiale proposta di eleggere gli accusatori della Camera dinanzi all'Alta Corte di giustizia col mandato imperativo di accusare ad ogni costo il Nasi, ]a Giunta generale del bilancio formulava contro di lui gravissime accuse. L'on. Brunialti, che n'era colpito, non è un meridionale; e contro di lui la Camera non ascoltò la voce inesorabile di Oddi no Morgari. Tutte queste dimenticanze, tutti questi silenzi in favore dei settentrionali, tutti i rumori e tutto il catonismo contro i meridionali , hanno enormemente contribuito a creare il fenomeno T1-apani, che molti settentrionali, non sanno, non possono o non vogliono spiegarsi. Lasciamo i deputati e fermiamoci un istante sul giornalismo, che ha tanta attinenza colla vita politica e che ne è un esponente ed un fattore ad un tempo. Altra volta alla Camera dall'Estrema mentre un deputato difendeva il mezzogiq_rno, quasi per imporgli silenzio o sconcertarlo , gli si scaraventò addosso il nome di Sc .1. rfoglio. L'oratore soggiunse immediatamente: Potrei rispondere molto amaramente a chi m'interrompe! E siccome questo nome di Scarfoglio si continua a lanciarlo come un'onta contro il mezzogiorno ci permettiamo di domandare: e il giornalista di cui il Tribunale constatò la capacità a delinquere nella lotta epica con Cavallotti , quello del processo riso-Pinto, quello che assicurava trovarsi in condizioni normali la Banca Romana mentre la faceva da mediatore colla Banca Nazionale per salvarla , era forse nato sulla sponde del Sebeto o v1c1no a quelle del Pò? E vorremmo che !'occhio linceo dell'on. Morgari penetrasse nell' affare dei Telefoni. Chissà? Forse scoprirebbe sbruffi di centinaia di migliaia di lire in favore di deputati , senatori e giornalisti settentrionali ..... + Brutta fama ha procurato al Mezzogiorno la Inchiesta Saredo - che compì opera doverosa e utile - sulle amministrazioni di Napoli ed altre minori presso altri comuni del mezzogiorno. Perchè dimenticare, però, le marachelle del Municipio di Firenze con relativo fallimento della Banca popolare; le altre edificantissime del Costella nel Municipio di Livorno; quelle del Cotta Ramusino; le sottrazioni di milioni parecchi, alle opere pie di Genova per opera di un marche~e Lomellini e di un Ferrari, nati entrambi, se non erriamo, nella città di Maria Santissima? Discendiamo più in basso: nella delinquenza comune. Sì, in Sicilia, in Napoli imperversano la mafia e la camorra ; si, nel Mezzogiorno tutto è molto maggiore il numero degli omicidi e dei reati contro la proprietà; riconosciamo esplicitamente che la estensione della delinquenza volgare e della cattiva amministrazione degli enti locali è di gran lunga maggiore nell'Italia inferiore che in quella superiore. La miseria, l'analfabetismo, venti secoli di malgoverno spiegano il fenomeno. Una borghesia magrissima, non nata dalle industrie e dai commerci spesso nel Mezzogiorno, per vivere ha bisogno di dare la scalata ai Municipi e alle Opere Pie; e nella scalata i borghesi socialisti non sono meno svelti degli altri. Nè rimprovereremo, come ha fatto il Saraceno la teppa e il barab bis mo - che moralmente equivalgono alla maua e ~lla camorra e forse· sono peggiori - a Milano ed a Torino .• Preferiamo ricordare che se flel mezzogiorno e in Sicilia prevale la d.elinquenza barbara, nel ·Settentrione imperversa quella civile , ch'è peggiore in guanto più facilmente sfugge alla pena e spesso procura un seggio alla Camera o al Senato anzichè una cella in un reclusorio. Non può essere perduta, ad esempio, la memoria di quel deputato banchiere morto più volte milionario, ma i cui milioni furono spesso estorti allo Stato compiacente o ai merli azionisti. Questa delinquenza civile sfugge tanto facilmente agli occhi della magistratura, che si può essere sicuri che il Garofalo con tutte le buone intenzioni sue e con tutta la scrupolosa diligenza che va spiegando, non riuscirà colla sua inchiesta a Genova a scoprire la metà di quello che l'inchiesta Antonini - Righetti scoprì a Catanzaro. Non devesi, però, dimenticare che nei furti del Mezzogiorno il danno di ordinario è di centinaia o di migliaia di lire appena; nelle grandi truffe del Settentrione si tratta sempre di milioni. Informino la storia dello Sconto e Sete, del krack di Genova nel 1873, dell' Esquilino, della Tiberina, dell'Immobiliare, del Mobiliare , della Ramifera, della Terni, ecc. ecc. In questi casi l'elemento criminoso è apparso tanto evidente da dar luogo quasi sempre a processi seguiti costantemente da assoluzioni; in questi casi non solamente si è trattato di decine, di centinaia di milioni, ma. spesso chi pagò il grosso delle spese fu lo Stato. Il Morgari che vi ve a Torino non dovrebbe dimenticare che lo Sconto e Sete divenne celebre negli annali degli imbrogli e dei reati bancari sin dai tempi del Regno di Sardegna; colla sua crisi del 1866 fu causa principale della dichiarazione di corso forzoso, che procurò, centinaia di milioni di utili agli azionisti -

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