Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 13 - 15 luglio 1907

R I V.I S T A P O P O L A R E 357 secca, di due basse finestre a grata panciuta, d'un balconcino curvilineo ed' una meridiana sentenziosa, attirano subito l'attenzione sulla copertina, e la simpatia sul probabile contenuto, d'un aitro volume di versi, LA VIA DEL RIFUGIO, di Guido Gozzano, editore lo Streglio a Torino. Il nome dell'autore mi era sin qui sconosciuto: ma ormai non lo dimenticherò più : perchè le sue poesie son piene d'incanto, di finezza, di profumo, di personalità, tutte, dalla cantilena in settenari con cui così dolcemente e quasi infantilmente comincia , a tutti i ricordi di quell' a vìta casa della copertina, ai martelliani a rime incrociate delle <( Due strade 11 (così veri!), a quella specie di esametri romantici dell' (( Amica di Nonna Speranza n (un gioiello !) agli arguti e mesti <( Sonetti del Ritorno 11, ed infine a quel (( Rimorso » con cui il libro si chiude lasciandovi un'amarezza sottile nell' anima ••. Per contravveleno, rileggiamo ((La differenza » : - Penso e ripenso: che mai pensa l'oca, gracidante alla riva del canale? Pare felice ! Al vespero invernale protende il collo, giubilando roca. Salpa, starnazza, si rituffa, gioca; nè certo sogna d'es sere mortale, nè certo sogna il prossimo Natale e l' armi corruscanti della cuoca . . . O pàpera , mia candida sorella , tu insegni che la murte non esiste : solo si 1riuore da che s' è pensato. Ma tu non pensi. La tua sorte è bella ! Che l'esser cucinato non è triste : triste è il pensare d'esser cucinato >>. Mica troppo allegro, del resto, neppure il farmaco ! In occasione della morte dd nostro grande comune Maestro, Juan Francisco Ibarra stampa nella « Espana Moderna 1> di Madrid alcuni saggi della sua eccellente traduzione spagnuola inedita ancora, delle « Oor BARBARE ». Cedo alfa tentazione di riportarne il « Preludio: - Odio la usada poesia : entrega fàcil al vulgo el extenuando cuerpo, y, à las caricias de coscum bre, inmovil, tièndese y duerme. A mi la estrofa que àgil salta al plauso, el pie en los coros ritmico bat1endo : la cojo al vuelo por el ala: esquiva, vedla, resiste. Tal lucha en brazos de amador silvano una bacante en el Edòn nevoso ; con mas encantos el turgente pech0 salta oprimido ; besos y gritos en la ardiente boca mèzclanse; rie la marmorea frente al sol; la larga cabellera ondùla trèmula al viento n. E mi pare che bastino anche queste quattro sole strofe, a dimostrare come la bella e sonora lingua di Castiglia si pre sterebbe al pari -della nostra, e fors' anche meglio, a rendere tutta la solennità e lo splendore dei metri classici : peccato, non poterlo dimostrare più e meglio, riportando anche le magistral_i versioni dell' alcaica <( Alla Stazione » e dei distici « Mors ! >1 A proposito : dopo il primo, il secondo, il terzo migliajo, ecco, nello spazio di pochissimi mesi , anche il quarto ed il quinto , del forte nutri_to volume che Francesco Torraca ha dedicato al ricordo perenne di GIOSUE CARDUCCI.Il successo è straordinario , ed è meritato: il Torraca , per troppo lungo tempo deviato , e quasi dicevo traviato, dai suoi studi e dai suoi lavori così fecondi e così geniali, per farne semplicemente un alto (( funzionario >> del Ministero, ci è qui restituito quale eia prima che si perdesse nella iniqua e mefitica baraonda della (( Minerva n: l'insigne critico, il limpido scrittore, I' insegnante valoroso che noi conoscevamo, ricercavamo ed amavamo da giovani, si ritrova tutto in questo e negli altn recenti volumi suoi, che a me piacciono sopratutto per la vivezza semplice e quasi parlata dello stile, e per la sincerità sicura , e quindi comunativa, della sostanza. Il libro prtsente contiene la commemorazione del Poeta tenuta a Napoli il ro marzo , per conto della (< Dante Alighieri 11 ; una conferenza critica sull' ()je alle Fonti di Clitumno, detta a Salerno nel 190 5 ; una lezione universitaria , del ro marzo, su Garibaldi e Dante nella poesia carducciana; l'altra commemorazione del Maestro, letta il 2 r aprile al Teatro Bellini, per incarico dell'Università, col titolo ((Conservazione e innovazione nell' opera di Giosue Carducci »: · e infine un articolo, un antico ma sempre giovine e fresco studio, in buona parte polemico , su Carducci e De Sanctis e· sul loro diverso concetto della critica letteraria. E di qui, per le solite ragioni di spazio e di tempo, mi tocca correre: chi arriva tardi ..• e non invitato, male all0ggia. Fuoco SACRO, di Carmine Gallone (Soc. Tip. Edit. Naz. di Torino) è un poema drammatico, anzi ((dramatico », in enJe casillabi sciolti, in tre atti, dedicato « a tutti che (sic) desiderio di bellezze agita la mente n , è dato come preludio ai lavori venturi ». * LE VERGINFI OLLI, di Amalia Guglielminelli (stessa edizione) sono una sessantina di sonetti molto ben fatti e di grande va . lore per chi ama indagare la psicologia femminile: mette conto riportarne un esempio: << Il mistero: - Al suo convento la novella ~posa t0rnata un' ora, tra le giovinette compagne di ieri garrula sedette, franca nel gesto e nel narrar scherzosa. Ella pareva una corolla eh' osa sbocciar precoce e sola tra le vette dell' albero , e turbar le timidette sorelle chiuse in lor grazia ritrosa. Sì che ognuna nel suo jntimo cuore tremava, riguardandola, d'un senso vago di meraviglia e di timore. E poi eh' ella partì, 11el monastero s' effuse, tra l'usato aulir di incenso, lo stupore confuso d'un mistero ». ... E adesso Lhe, ho trascritLo questo sonetto, vedo rileggendone altri , che ce n' è parecchi ancora più belli , e che dànno un· idea ancora più giusta e completa di questa vera e forte poetessa sconosciuta sin qui : e mi pento d'essermi lasciato cogliere alle ultime cartelle senza averne parlato prima e più a lungo. Ma le dò ritrovo per l' al_tro primo suo libro: allora, farò ammenda onorevole. Intanto, applausi ed auguri! * VERSO LA VITA, liriche di Margherita Lollio, stessa Società edilrice : recano una prefazione di Diego Garoglio , che ne parla molto simpaticamente. C' è, infatti qui pure, più di una buona promessa. Udite queste quartine « Sull' aja : - Al noto appello, la massaja attende a sè dintorno l'avido pollame; dal!' alto, con fragor d' ali, discende candido di colombe allegro sciame. E in larga copia, sul mobile stuolo spande il becchime, dal ricolmo grembo; d'intorno è aprile, e vapora dal suolo d' erbe e di fiori profumato un nembo. Presso la stalla, il diavoletto biondo col grosso cane i suoi giochi divide:; guarda la mamma, e sogna ; sul giocondo quadro, il bel cielo di Sicilia ride >>. E dopo i versi, la prosa : e quanta I Un romanzo nuovo di Sfinge (( LA VITTIMA » (editore_ il Sandron di Palermo) , in cui è posto, ancora una volta, ma non risoluto, l'arduo problema del femminismo; in cui una donna gh111ge ad essere l' uguale dell' uomo per coltura, per indipendenza, per notorietà astistica, e, proprio nell' ora del trionfo, sospira nostalgicamente fra sè : ((Ah, essere una piccola donna semplice, amata e felice ! » E, del resto , ciò che diceva anche un uomo , un gigante dell' arte, Riccardo Wagner: che avrebbe dato senza esitare tutte le sue opere e tutta la sua gloria per un sol bimbo sano e bello e per una sola donna che lo amasse senza secondi fini !. .... » * Non meno u vittima n è l' eroina dell' ultimo romanzo di Francesco Curci, IL FIORE DEL DESERTO (Soc. tip. editr. nazion.), la quale invece s' imola a un amore sciagurato; nè quella di T ARor, in cui Grazia Pierantoni Mancini traccia abilmente un quadro di vita abruzzese contemporanea, di psicologia

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