338 RIVISTA POPOLARE ranno nella Chiesa sottomettendosi, cioè ripetendo la famosa operazione di... Origene. + I socialisti austriaci e triestini. - Il giornale repubblicano di Trieste, L' Emancipazione nel N. del 6 luglio ha due articoli- pieni di amara ironia sui socialisti au::3tro-italici. Questi ultimi hanno dato prova di loyalism al vecchio imper;atore di AustriaUngheria, a quello che Gjosuè Carducci chiamò l' Impe1·ato1·edegli impiccati; e l'Emancipazione ha staffilato l' opportunismo volgare, che rifulge nelle tentate giustificazioni di Pernerstorfer pei socialisti austriaci e di Fittoni per quelli triestini. Noi non ce ne meravip:liamo perchè ricordiamo che i repubblicani in Italia, a benefizio della monarchia Sabauda, per molti anni furono combattuti ad oltranza dai socialisti riformisti , rivoluzionari, integralisti ...... a poco a poco , però, gli amori incestuosi tra la monarchia e il socialismo s'intiepidirono; ora si può dire che sono agli sgoccioli. Lo stesso avverrà, ne siamo sicuri, in Austria e a Trieste. + Il conflitto Nippo-Americano. - Intendiamoci bene: per ora il conflitto non è che nella stampa, e specialmente nella immaginazione fervida della stampa jingoista; ciò non vuol dire però che non potrebbe diventare reale e serio e grave malgrado la buona volontà dei governi di evi tarlo ; e il nessun desiderio dei due popoli, di fare la guerra. Perchè tanto dal lato degli Americani, che da quello dei Giapponesi vi sono circostanze che ..potrebbero domani prendere la mano ai governanti e trascinarli volens nolens più oltre dalle vie che lor sembrano oggi 'opportune. Certamente allo stato delle cose il conflitto non appare molto serio, e avuto riguardo anche alla sua origine non potrebbe in ogni modo trascinare ad una guerra, come sul principio si temeva in Europa e come vorrebbe la stampa guerrafondaia dei due pa_e~i.Non sarà inopportuno ricordare appunto quella ongme. San Francisco di California è governato da una cricca di sedicenti socialisti, i quali, a furia di errori, di parzialità e di prepotenze sono diventati esosi anche ai loro stessi elettori e partitanti. Costoro si sono imposti in tutti i modi ed hanno creato u11 governo di classe che non ha da invidiare al governo di classe borghese che la cortesia. dei modi , e la onestà nelle più elementari trattazioni. Di questo governo, e di questi socialisti il nostro Agresti si occuperà in uno dei prossimi numeri della Rivista. Ora questi amministratori hanno cercato di escludere quasi assolutamente tutta la mano d'opera che non fosse americana, e per raggiungere più facilmente il loro intento hanno sollevato la esosa questione di razza. Di qui la esclusione dei giapponesi dalle scuole elementari, esclusione che diede luogo ai primi rumori; eppoi, con un crescendo inquietante, le limitazioni poste alla libertà individuale dei Giapponesi , jl loro licenziamento simultaneo dai posti occupati da loro, e finahnen·te il ~accheggio delle loro case e battaglie da parte della canaglia Sanfranciscana. Ora si annunzia che un ufficiale giapponese è stato arrestato in flagrante delitto di spionaggio; che i Filippini apertamente cospirano con i Giapponesi contro gli Americani; che la flotta Americana si recherà nel Pacifico, e che una squadra giapponese visiterà i porti della costa Occidentale degli Stati Uniti. Tutto _ciò è parte smentito parte giustificato come semplice atto di cortesia dei due popoli. E in verità c'è la cortesia e c'è se non la minaccia almeno J'atto di chi non vuol farsi pigliare alla sprovvista dagli avvenimenti; i quali potrebbero-malgrado la buona volontà pacifista - precipitare. Certamente nè gli Americani nè i Giapponesi hanno interesse a farsi la guerra. Anzi tanto gli uni che o-li altri hanno molto bisogno di aver pace, ed è log~a molta la espresf;!ione di un diplomatico Giapponese : il solo nemico comune ai Giapponesi ed agli Americani è la guerra. A dire il vero questo si può dire di tutti i popoli, in tutti i tempi: ma per i Giapponesi e per gli Americani questa frase, ora, è specialmente vera ed appropriata. I .Giapponesi non si sono ancora rimessi dalla terribile guerra con la Russia : essi stltnno ora riorganizando la flotta e l' erario : stanno aggiungendo alle loro navi, le navi catturate ai Russi e non ancora del tutto riattate ; stanno ristabilendo l'equilibrio nelle loro finanze, cosa difficile per tutti i popoli, anche per il Giapponese. Dal canto loro gli Americani sanno di non a vere una flotta sufficiente per numero e potenzialità di navi capace di misurarsi con la flotta Giapponese; sanno che il debole della difesa degli Stati Uniti è proprio nel Pacifico, di dove sarebbero esposti agli attacchi Giapponesi. Quindi - almeno per ora - di qua come di là nessun desiderio di guerra. Nondimeno il ripetersi di spiacevoli incidenti in California, e l'acrimonia della stampa Gingoista Americana contro i Giapponesi non sono fatti che possono rendere facile l'opera pacificatrice di Roosevelt da un lato e del ministro Kurino dall'altro. Di qui la tensione di spirito che poco a poco pervade i due popoli, anche nei loro migliori elementi, od anche loro malgrado. Non è giusto dire ancora che la situazione è o si accenna pericolosa : potrebbe diven.tarlo, se i due governi lasciassero libera la stampa provocatrice di mandare in giro notizie false e tendenziose come la intervista attribuita all'ammiraglio J amamoto, nella quale s'insultava a sangue la Marina americana; ma bisogna sperare che i due popoli sapranno sceverare le vere dalle false notizie; che nè l'uno nè l'altro perderanno la calma; e che i due governi sapranno sempre mantenersi estranei alle eccitazioni ed alle provocazioni. Il male grave sta piuttosto nel fatto che il governo centrale è impotente contro i governi degli Stati, specialmente quando gli Stati della confederazione agiscono, sia in bene che in male, in rapporto di sudditi e popoli stranieri. E questo è il pericolo vero e grave della situazione in questo conflitto, che ha ques-to di curioso: che senza che nessuno ne abbia la intenzione, nè la volontà i due governi potrebbero trovarsi senza accorgersene entrambi e di bnon accordo trascinati alla guerra. + La Croazia contro l' Ungheria.-Il vecchio, troppo noto, e ormai abusato divide et impera fa ancora parecchia fortuna in Aust.ria-o, almeno fu praticato con assai buonresultato dall'Austria contro l'Ungheria, e contro· le popolazioni che per le loro rivendicazioni nazionalistiche pigliano il carattere di bruscoli negli occhi della politica austriaca. Infatti tentando di paralizzare la violenta agitazione ungherese che sembra condurre direttamente alla separazione economica e polaica dall' Austria, il gabinetto di Vienna ha suscitato l' àgi- ·tazione Croata contro l' Ungheria. Bisogna notare che le rivendicazione Croate antiungheresi travano la loro .base nel famoso Patto di Fiume che fu l'alleanza. fra Ungheresi e Croati contro l' Austria. Stringendo quel. patto gli Ungheresi non pensavono che si preparavano due cattivi gatti da pelare: 1.0 il mantenimento dello statu qtto a proposito della Bosnia e della Erzegovina: 2.0 la supremazia politica su i popoli sia vonici e balcanici soggetti all'Austria. Infatti, oggi la tendenza dei Croati si rivela a luce meridiana: tutta la politica Croata tende a costituire uno Stato indipeudenti dalla Corona degli Asburgo della Croazia, propriamente detta, unita alla Bosnia ed alla Erzegovina, definitivamente annessa malgrado le limitazioni agli articoli del trattato di Ber-
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