Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 13 - 15 luglio 1907

R I V I STA POP 0.L ARE 355 Supponendo, ciò che è più che probabile, che il paese rinvii una maggioranza liberale e radicale a W estrninster, e che la Camera dei Lords respinga ancora il Bill inteso a tagliarle le unghie .... resta la Prerogativa reale. Nella storia costituzionale inglese vi sono molti Acts e molte tradizioni che limitano in dati casi specifici l'azione della Corona; si sa cioè ciò che questa in dati casi non può fare; ma non v'è 3lcun limite a ciò che essa può fare. Di fatto, sotto la responsabilità dei ministri che godono la fiducia della Camera dei Comuni, e che nessun voto della Camera dei Lords pu~ mandare a spasso, la Corona può fare ciò che vuo.le, e quindi anche limitare il numero di Pari a cui invia il writ di convocazione all'apertura del Parlamento, o nominarne di nuovi ed a vita un numero sufficiente a far approvare la legge governativa. Il procedimento può essere insolito, ma è strettamente legale. E quello che ognuno sa nel mondo politico inglese è che Re Eduardo ha approvato la presentazione della mozione contro i Lords da parte del suo gabinetto, ed è cordialmente all'unisono con questo. · Ma come ho detto, questo è ciò che avverrà nella peggiore della ipotesi; ed è assai poco verosimile che la Camera dei Lords voglia spinger la sua resistenza fino al punto da alleare contro di sè la democrazia e la Corona; è assai più probabile invece che essa finirà con l'accettare il Bill governativo e ad elaborare da sè uri. progetto per riformare la propria costituzione in modo da rendersi più autorevole di fronte al paese, limitando l'elemento ereditario, aumentando il vitalizio, e aprendo le porte a tutte le capacità di tutte le classi. Anzi , a tal uopo, essa ba già nominato un comitato presieduto da Lord Rosebcry. Dopo che i liberali avran provveduto a renderla meno potente per virtù del caso, non è improbabile che- sotto la guida dei suoi migliori, essa abbia a provvedere a riacquistare per vie razionali, ciò che per vie irrazionali fu, dalla sua stessa indolenza, condotta a perdere. ANGELO CRESPI 1\i nostri abbonati - Mancandoci il N. 0 1 dell'annata in c01·so, dobbiamo comincim·e l'invio della Rivista ai nuovi abbonati al N. 0 2 o dal N. 0 che si pubblica immediatamente dopo la richiesta di abbonamento. - Riceviamo continuamente dagli abbonati richiesta dei numei·i della Rivista Popolare 11e 12 dell'annata XI. Rammentiamo ai richiedenti che quei numeri costituiscono il fascicolo speciale consacrato alla memoria di Giuseppe Mazzini. In detto fascicolo la numerazione delle pagine segue quella della Rivista, per comodità degli abbonati che fanno rilegare in volume le annate. Abbiamo ancora disponibili pochi esempla,ri di detto fascicolo, di olfre cento pagine, riccamente illust?-ato ( lo diciamo pei nuovi abbonati); che la nosfra amminisfrazione può cedere a L. 1.50 ognuno. ~TBeeONC:INI èBTTBRi:RI xxxm. Aurora veneziana -- Il fiume del Tempo - Homo - La via del Rifugio - Carducci e Torraca - Carducci in spagnuolo - Versi, versi, e versi - Romanzi, racconti, e novelle-Storia, scienza e filosofia. ~;p)ende dorata, fra lievi fantastiche 11ubi, sulla laguna verde striata d'argento, l'aurora veneziana meravigliosa: e su quel fondo che par d'un antico musaico bizantino, si profilano quasi violacee, sormontate dall' alte croci stellanti, le cinque cupole a bulbo della Basilica di San Marco ; di qua dal Canale , in primo piano , sorge grandiosa e marmorea la bella terrazza della Dogana : e in grandi vasi decorativi , in ricche ghirlande, in densi festoni, l'adornano e la circondano i rossi frutti simbolici del melograno; sopra la porta si leggon le due parole che ormai. da quattordici anni· son ridi ventate il motto veridico di Venezia: Portus Artium; e più in su, oltre il tetto appoggiato ai classici mascheroni e ai bucranì , in cima all'estrema piramide, in vetta al globo splendente che grava le sp.11le ai due Atlanti genuflçssi, la statua bronzea della Fortuna Navale spiega snella e leggèra la vela a novissime imprese. Giù, il mare è aff, llato di navi d' ogni portata, d'ogni forma e d'ogni paese, ferme sull'àncora, convenute alla festa biennak della Bellezza e dell'Arte: il cannone deli' i,lba ha dato il segnale: e tutte hanno issata la gran gala di bandiere, attorno all'orifiamma purpureo della Repubblica, sventolante con l'ali aperte del suo leone in cima all'antenna del Porto: nessuno manca: c'è il bel tricolore repubblicano di Francia, e c'è lo stemmato e z,;nato ~essillo rosso e giallo di Spagna; c'è il gagliardetto fiammante e la doppia croce angolare bri · tannica; l'aquila nt:ra sul candido drappo t~desco, e le stelle e le fasce della Confederazione ya11kee; l' auurro vessillo di Sant' A n<lrea e la mezzaluna di Maometto ..... Devo proprio dire che tutta questa visione mirifica e suggestiva non è altro che il CARTELLONEPER LA SETTIMAEsPOSIZIONE n1 VENEZIA?E devo proprio dire , che con provvido consiglio, e dopo l'insuccesso della prova fatta l'anno passato con Ettore Tito, la Prt:sidenza aveva riaffidato l'incarico per quest' anno alla gen aie ed eminentemente decorativa fantasia di Augusto Sezanne ? Venezia! Noi non mancheremo certo, nemmeno stavolta, al convegno, che da tre lustri ormai, più che un'abitudine, è diventato una necessità del nostro spirito, come alle rondini il loro periodico pellegrinaggio di là dal mare : dolenti solo, e quasi mortificati , di dover sempre , in grazia dei lunghi e lontani esilì inflittici come castighi d'ignote colpe da quelli ai quali ci tocca di n0leggiare per dieci mt'.si ogni anno la nostra mente, protrarre di dodici settimane l' incanto e la gioia che altri , e non tutti , certo , più degni , si godono già fin dal giorno del vernissage. Per mio conto, io me ne consolo, ·oggi, leggendo e centellinando con voluttà epicurea SuL FIUMEDEL TEMPO, di Angelo Conti, (Napoli, editore Ricciardi), che appunto si apre con varie incantevoli pagine di ricordi e di visioni di Venezia : la città, egli dice, ove arte e natura si fondono, sono una stessa cosa, fioriscono e splt:ndono insieme; ove cessa ogni dissidio, ed ogni contraddizione s'annulla; ove non si sa se la città sia nata dalle acque, o forse le acque abbiano chiesto all' uomo di adornare il loro silenzio con le bionde pietre dei monti vicini; ove però certamtnte, meglio che ovunque, l'uomo ha dovuto obbedire alla volontà della natura e tradurne in arte le aspirazioni. L'autore ci conduce infatti seco per calli e canali, per

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