Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 13 - 15 luglio 1907

354 Rl VISTA POPOLARE Jr-destino delfa Gamerdaei Lordi Il t.:legrafo vi ha già dato la notizia della approvazione, da parte della Camera dei Comuni, con una maggioranza di 285 voti (432 contro 147), della mozione del governo inglese per la restrizione del diritto di voto della Camera dei Lords ad una sola sessione legislativa; e vi ha pure già dato notizia del modo con cui il Governo propone di regolare le relazioni tra le due Camere. Lasciando, per on-1, da parte l'idea di modificare la costituzione della Camera Alta, si tratterebbe, in caso di dissidio tra i due rami del Parlamento, di sottoporre il Bill controverso per non più di due volte, a distanza di almeno sei mesi l' una dall'altra, all'esame di una Corte d'Appello politica costituita da un numero eguale di pari e di deputati d'opposto partito. Che se ciò non conduce ud alcun risultato, il Bill è sottÒposto alla firma reale nella forma ultima che ricevette dalla Camera dei Comuni. La riduzione poi della durata massima di una legislatura da sette a cinque anni, garantirebbe il paese contro l'abuso di qpesti poteri da parte di un parlamento che ·sta per perdere, in virtù della sua lunga durata, il suo carattere rappresentativo. 11,._Govcrnosi riserva di formulare questa mozione in proposta di legge a data che si riserba di determinare secondo le circostanze. Quello che qui noi ci proponiamo di fare è di mostrare l'importanza che ha dal punto di vista .costituzionale inglese l'approvazione di ·questa mozione e il come essa accenni alla soluzione del conflitto. Anzitutto è da osservarsi che presentandola, il Governo segue altri precedenti storici; le grandi conquiste costituzionali inglesi furono sempre precedute da una dichiarazione solenne, da parte del parlamento, dei suoi diritli. Questo caso differisce dai precedenti in ciò che mentre in quelli si faceva alla Corona_conditio sine qua non di entrata in ufcio l'accettazione di detti diritti, ovvero glie se ne lasciava la responsabilità del violarli subendone le conse15uenze, in questo si dichiara l'intenzione cli voler regolare per via di legge la relazione tra le due Camere e non già di lasciare alla Camera A~ta l'arbitrio di accettar tacitamente la situazione o di ribellarsi. Dopo gli Atti che fìssano legalmente la succesione al trono, questo è il passo più importante verso la trasformazione della costituzione inglese da fluida in ri~)da , per adottare la nomenclatura del Bryce. In secondo luogo, se va, esso rende legalmente possibile, entro i limiti di durata di una medesima legislativa, qualsiasi altra trasformazione costituzionale, per quanto ampia, come, ad es, la stessa soppressione o trasformazione della Camera Alta. In fondo quest'ultima possibilità, come si vede dalla discussione di tre giorni a vVestmi nster, è quella che forma il nucleo delle obbiezioni conservatrici alla riforma. I conservatori obbiettano che potenzialmente, in questo modo, si abolisce la Camera Alta. I liberali rispondono che in fatto, tutte le volte che una Amministrazione conservatrice è al potere, la Camera dei Lords non si fa mai viv,a, anche se il Governo del suo cuore proponesse di tradurre in legge l'anarchia, e che quindi in tal caso si ha già il Governo d'una sola Camera, mentre il sistema bicamerale entra in vigore solo col salire al potere dei liberali. Una oarte notevole nella discussione ebbe il partito del lavoro, ehe propugnò senz'altro l'abolizione della Camera dei Lords. La sua tesi era l'antitesi assoluta di quella del Balfour. Il Ba lfour aveva sostenuto che è assurdo pensare che 1a volontà della ·nazione, ossia la volontà generale permanente di questa, possa esprimersi solo per mezzo dei rappresentanti eletti di questa; e che la sua interpretazione richiede l'intervento di un'assemblea non soggetta ai flussi capricciosi dell'opinione. L'Attorney generai gli aveva risposto: Se i Lords sanno ciò che è la vera volontà del paese meglio che i deputati ché questo elegge, che cosa stiamo qui a fare? Dove se ne va il principio del regime rappresentativo? E il partito del Lavoro ha tirato da ciò la conclusione irresistibile: se la volontà nazionale ha per interpreti i rappres entanti_ eletti dal paese, che bisogno c'è di una seconda Camera? Ed uno di questi deputati lavoratori ha fatto una considerazione politico-storica che ha molto favore: a che cosa si deve la fortuna del sistema bicamerale? Non ad altro che a ciò che gli altri paesi la copiarono dall'Inghilterra ove è una soppravvivenza meramente fortuita: il fatto è che in tutti i paesi le Camere al te, siano el-ettive, siano nominate, siano miste, siano ereditarie o vitalizie,- valgon poco o nulla. Così l'estremo conservatorismo del Balfour ha servito da premessa· alla sua propria demolizione. Naturalmente passerà forse qualche secolo prima che la logica si traduca in fatto. Frattanto il problema che si presenta dopo l'approvazione della mozione governativa è il seguente: come farà il governo a far ingoiare alla Camera dei Lords una legge conforme a questa mozione? Dalle conversazioni numerosissime avute nei clubs politici con persone esperte in queste cose, arguisco che il sentimento generale è che nella peggiore delle ipotesi le cose andranno nel modo seguente: se nel.la futura s·essione legislativa la Camera Alta mutila o respinge arbitrariamente o il Bill sulla legislazione agraria, o quello sulla legislazione antialcoolica, o il nuovo Education Bill, sui quali tutti vi è una forte impazienza nel pubblico, il Governo presenterà il Bill per la limi razione del veto dei Lords. Naturalmente questi lo respingeranno. Allora si verrà alle elezioni generali su questa piattaforma: un governo liberale è impossibile fino a tanto che la Camera dei Lords gode di un diritto di veto illimitato. La limitazione di questo diritto è la più moderata delle condizioni che un' Ammitnistrazione liberale può porre al suo accettar. di sobbarcarsi a responsabilità di governo. Nelle attuali condizioni il liberalismo non può più far nulla.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==