346 RIVISTA POPOLARE commesso qualche piccolo reato e ne hanno fatto una vittima <legna del massimo interesse e del massimo entusiasmo. Avevamo torto affermando che si è commesso un grande errore politico? Nor PoteveasseraerrestaNtounzNioasi? Può un deputato, nei limiti dell'articolo 45 dello Statuto, essere arrestato senza l'autorizzazione della Camera? Certamente no. Ed allora bisogna esaminare se ci è stata questa autorizzazione per decidere se è legale, direi costituzionale, l'arresto di Nasi. C'era l'autorizzazione - dicono alcuni - perchè fu data dalla Camera nel maggio 1904. Ma la Camera, che ha deferito nel giugno ultimo Nasi all'alta Corte di Giustizia, è una Camera diversa da quella, che accordò l'autorizzazione, poichè venne eletta nel novembre 1904. Ed ognuno sa che le Camere, che si succedono non sono vincolate dalle deliberazioni di quelle che le precedono per ragioni superflue ad accennare - tanto vero che possono modificare cd abrogare leggi precedenti. Ora la Camera del 1907, non essendo vincolata dall'autorizzazione concessa da quella del 1904. ben poteva negarla , indipendentemente dal sopraggiungere di fatti nuovi. Ma fosse pure stata la stessa Camera, non bisogna dimenticare che nel 1904 l'autorizzazione fu concessa al magistrato ordinario, la•· cui azione è delimitata dalla legge, e per reato comune. Mentre nel giugno Nasi è stato deferito ad una magistratura straordinaria, che è un corpo essenzialmente politico, e per reato ministeriale. E chi potrebbe dire, ìn questo sostanziale mutamento di cose, che la stessa Camera avrebbe egualmente concessa l'autorizzazione? ~Altri invece sostengono che la Camera, votando le conclusioni della Commissione, nella quale sì dice che si deferisce Nasi all' alta Corte per tutti gli effetti di legge, implicitamente abbia accordata l' autorizzazione. A parte che nessuna parola è stata detta nè dalla relazione, nè dal relatore o da alcuno oratore che autorizzi tale arbitraria interpretazione-come' mai è possibile che si possa ammettere un'autorizzazione implicita, trattandosi di una materia così grave e delicata? Ed infine altri affermano che l'art. 2 del regolamento giudiziario del Senato col prescrivere che il presidente, o chi per esso , può procedere a tutti gli atti utili a scovrire la verità, abbia con questa locuzione accordata a lui anche la facoltà di spiccare il mandato di cattura, Ma ciò non è esatto. Anzi tutto perche quando il regolamento questa facoltà ha voluto concedere, lo ha detto esplicitamente, come quando parla del procedimento a carico dei senatori. Poi, perchè sarebbe una enormezza pensare che un articolo di regolamento possa immutare nientemeno una disposizione statutaria, trasferendo nel presidente del Senato un prerogativa così gelosa dall' art. 45, esclusivamente devoluta alla Carnera dei deputati. Nè mi fermo a rilevare a quali conseguenze pericolose si potrebbe convenire, seguendo la teorica di coloro, i quali ritengono che, essendosi la Camera, col deferire il ministro all' Alta Corte, spogliata di ogni sua attribuzione, abbia il senato carta bianca in materia. La diversità delle ragioni addotte per giustificare l' arresto, è la prova migliore che non esiste una giustificazione. La mia impressione è quindi che mancando la esplicita autorizzazione della Camera, nè il Senatoe tanto meno il suo presidente-siavi, o non sia vi stata richiesta da parte dei deputati commissarii-:- poteva ordinare la cattura dell' cx ministro. UN EX DEPUTATO AL PARLAMENTO A.ibigotti della.monBrchia (Perunacommemorazione diGaribaldi) È da molti anni che i bigotti della monarchia e gli storici salariati si sono dati alla poco nobile impresa di falsare la storia del risorgimento italiano nel modo più indecente; ed banno speranza di riuscire perchè il mondo ufficiale coi suoi libri di testo, colle cattedre che distribuisce, cogli i ncoraggiamenti e cogli aiuti di ogni genere che può accordare a spese del popolo, che paga i propri turlupinatori, rappresenta una poderosa forza, cui poco o niente possono contrapporre coloro che serbano un culto per la verità. Nell'impresa gli adulteratori della storia si sentono incoraggiati dalla scomparsa degli uomini che presero parte all'epopea italiana e che potrebbero autorevolmente smentirli e ridurli al silenzio. Dove possano arrivare i falsificatori della storia si può immaginare da questo episodio, che mi viene da persone degnissime di fede. Mi si scrive, adungue, che nel Congresso tenutosi a Novembre 906 in Milano dalla neonata Associazione per la St01·ia del Risorgimento italiano si scoperse che la prima gloriosa protesta nazionale fu quella....... dei viticultori di Stradella contro certi daz.i aust1·iaci nel I 847 ...... Coerentemente a tale magnifica scoperta si tolse la parola al Prof. Momigliano che discorrendo di Melchiorre Gioia ebbe l'ingenuità o l' audacia di ricordare la propaganda uni tari a di un certo ...... Mazzini. L' episodio è caratteristico ed è talmente enorme, che -;ebbene convinto della infinita partigianeria degli storici cortigiani , pure non dispero di vederlo smentito. I giornalisti e gli uomini politici devoti alla monarchia cd a Casa Savoj 1 si sono messi della partita nella buona occasione delle feste pel primo centenario della nascita di Garibaldi, di cui si è tentato di fare un monarchico ed anche un buon amico dei ...... preti. Si può immaginare, quindi, l'ira e l'indignazione di questi bigotti quando si è trovato qualche im-. pertinente che di Garibaldi ha parlato con sincerità e che lo ha· messo al primo posto tra i fattori dell'Unità d'Italia, accanto a Mazzini, ricacciando Re e ministri , senza negare ciò che a loro spetta, in seconda linea , dove la loro opera li colloca e dove dovrebbero rimanere. Ho provato personalmente ciò che sia la logica dei bigotti. Continuai l'impresa iniziata da Roberto Mirabelli in questa occasione colla conferenza di Milano del 30 maggio e la completai a Firenze colla commemorazione di Garibaldi a Palazzo Vecchio nella · storica sala dei Cinquecento. Se a Milano misi in evidenza l'ingratitudine dei Sabaudi, a Firenze insistetti nel provare di quanto fossero stati inferiori a Garibaldi e il preteso Pad1·e della patria, Vittorio Emmanuele 2° e il suo ministro Cavour. Questa comparazione è quella che ha fatto per-
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