Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 13 - 15 luglio 1907

RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONllJ COLAJANNI (Deputato al Pariamento) Esce in Roma il ·15 e il 30 d'ogni (nese I f,alia: a11110 lire 6; semestre lire 3,50 - Estero: anno lire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cenr. 30 Amministrazione: Corso Vittorio Enianuele, n. 0 lf5 - NAPOLI Anno Xli[ - Num. 1:3 ABBONAMENTO POSTALE Roma, 15 Luglio 1H07 Preghiamo calorosamente quegli abbonati ai quali è scaduto l'abbonamento a fine giugno di voler pagare colla massima sollecitudine, da evitarci lavoro e spese per invio di circolari. - Li pre- .ghiamo inoltre di non includere danaro nelle lettere, semplici o raccomandate non essendo sicuro - e lo sappiamo per prova - questo mezzo di trasmissione. SOMMARIO: Gli avvenimenti e g-11 uomini: Noi: (H centenario della nascita di Garibaldi - Nei car1po cat tolico - ' 'lo-:ialisti austriaci e triestini - ll conflitto ippo Americano - Lt, Croaz-Ia contro l' Ungb\..t a - 1,' elezione - presidt:nzrnf, agli Stati Uniti - Cose Inglesi - Per la magistratura A. A. - La crisi portoghese - La Rivista. Le aber razioni Ji u.i galantuomo - ( A proposito di Nord e Sud) - Noi: - L' arresto di Nunzio Nasi - Un ex Deputato al Parlamento : Pc.teva essere arrestato Nunzio Nasi'? - D.r Napoleone Colajanni: -- Ai bigotti della monarchia - (Per una commemora{iOlle di Garibaldi) - Angelo Crespi : -- li destino della Camera dei Lordi - Mario Pilo: - Stellon.::ini !-,etterari - lti vista _delle IUvlste: - La libertà sociale (Oxford a11d Cambl"indge Review) - La via dell'occidente a Hudsonbay. (Americaii Review of Reviews). - Le impressioni su la seconda conferenza dell' Aja (Review of Revie-1vs). - La solidarietà catalana (Lectura) - Un codice etico del Giappone (Open Court) - [ campi auriferi australiani (Zukunft) -- Lo Stadio presente dell'esplorazione polare (Supplemento domenicale della Vossische Zeitung}- Matematica babilo nica e numero platonico (Deutsclte Runeschau) - Recensloul. GLI ft-VVENI/1.ENTI e GLI· UOMINI Il centenario della nascita di Garibaldi. - E' st,ato commemorato in modo veramente solenne in tutta le città d'Italia e nelle principali di America, specialmente a Buenos Ayres ed a New York. A Londra la commemorazione ha avuto un carattere più aristocratico e Hyndmann con argomentazioui curiosissime - egli è tenero di Cavour..... per quanto ne scrive Mario Borsa nell' Illustrazione italiana - in nome dei socialisti democratici non ha voluto a.ssocian~i. Ce ne dispiace per Iui. A Parigi , dove si è inaugurato un monumento alla presenza del Presidente della Repubblica di Pichon, di Canzio e di altri garibaldini, la festa è stato veramente grandiosa: popolo, governo e parlamento vi hanno preso µarte con grande entusiasmo. Il governo italia·no lo ha onorato bene più che col miìione da distribuire ai garibaldini poveri, con altri due milioni e mezzo all'anno da spendere in pensioni da. L. 10v a. i;utti i garibaldini: che presero parte alle campagne del 59, 60 e 61. Benissimo. + Nel campo cattolico. - Notizie allegre! Mentre Pio X sempre più si adopera a dimostrare esatto il giudizio che di sè stesso dette alla Contessa di Carpegna. quando gli augurò di vederlo uscire Papa dall'ultimo conclave, a dimostrare cioè, che lo Spirito Santo dette saggio di scarso spirito, preferendolo tra tanti papabili, nel seno del Cattolicismo si ripetouo tentativi di affermazione di indipendenza, di desiderio di ragionare e non di credere in tutte le infallibili castronerie che il Supremo gerarca della Chiesa sballa e getta in pasto ai fedeli. . Pio X non ammaestrato dal colossale errore commesso provocando la separazione in Francia pensa a generalizzare la catastrofe del Jattolicismo proclamando un nuovo Sillabo, che dovrebbe riuscire più reazionario e più irragionevole di quello di Pio IX. La cosa dovrebbe sembrare impossibile, ma trattandosi Ji Papi infallibili trova credito. D'altro lato tra i suoi fedeli si allarga il movimento che in Italia fa capo a Don Murri, in Francia a Loii;y e ad altri, in Inghilterra a Tyrrel ec. Ma in Germania esso ba preso una piega relativamente :--itrana, poichè pare che sia riuscito alla co~titnzione di una Lega segreta internazionale contro l'indice per la cultura, cioè ad una vera massoneria... cattolica, tra gli abitanti dei paesi anglo-sassoni, che mira alla attuazione delle idee di misticismo laico alla Fogazzaro. Queste tendenze in seno del cattolici,,mo tedesco non sono nuove; tra le tante manifestazioni delle medesime basti ricorditre quella che fece capo a Dollinger. Il Papato sinora ne uscì trionfante; ma i movimenti religiosi in Germania, la patria di Lutero, sono sempre pericolosi perché troppa gente ancora vi prende sul serio le questioni religiose. Pio X n'è preoccupato; e più che preoccupato, forse, se n'è indispettito per doppio motivo: 1n J?6<~l)è i frammassoni ... cattolici tedeschi hanno sb-1.IJilito n'rnu.i.L.~ne un monumento ad un Professore SchelJ, che paragonano nietemeno che a S. Paolo e le cui dottrine sono state messe all' Indice. Quindi la ribellione contro la Ohiesa non potrebbe essere più aperta; 2° perchè in una lettera che gli aderenti al movimento, tra i quali un deputato del Centro cattolico tra i più noti, l'Hertling, si dice che vogliano indirizzare una lettera aì. Papa, nella quale si prenderebbe come motto d'ordine,. modificandolo profondamente, quello steaso che serve di program •ii a a Pio X : restaurare tutto in Cristo. I massoni cat~olici direbbero: 1·innova1·etutto in 01·isto. Tra le due frasi non c' è che una semplice somiglianza fonica Nella sostanza la differenza sarebbe profonda, quanto potrebbe. essere qnella, che corre tra chi vuole restaurare, cieè tornare indietro e chi vuole rinnovare, cioè andare avanti. La contesa non sarà senza importanza; ma in fondo non sarà una variante di quella che si combatte con Don Murri e i cui risultati possibili sono noti: i dissenzienti saranno eostretti ad uscire dalla Chiesa, perdendo ogni azione sulla massa dei cattolici; o reste-

338 RIVISTA POPOLARE ranno nella Chiesa sottomettendosi, cioè ripetendo la famosa operazione di... Origene. + I socialisti austriaci e triestini. - Il giornale repubblicano di Trieste, L' Emancipazione nel N. del 6 luglio ha due articoli- pieni di amara ironia sui socialisti au::3tro-italici. Questi ultimi hanno dato prova di loyalism al vecchio imper;atore di AustriaUngheria, a quello che Gjosuè Carducci chiamò l' Impe1·ato1·edegli impiccati; e l'Emancipazione ha staffilato l' opportunismo volgare, che rifulge nelle tentate giustificazioni di Pernerstorfer pei socialisti austriaci e di Fittoni per quelli triestini. Noi non ce ne meravip:liamo perchè ricordiamo che i repubblicani in Italia, a benefizio della monarchia Sabauda, per molti anni furono combattuti ad oltranza dai socialisti riformisti , rivoluzionari, integralisti ...... a poco a poco , però, gli amori incestuosi tra la monarchia e il socialismo s'intiepidirono; ora si può dire che sono agli sgoccioli. Lo stesso avverrà, ne siamo sicuri, in Austria e a Trieste. + Il conflitto Nippo-Americano. - Intendiamoci bene: per ora il conflitto non è che nella stampa, e specialmente nella immaginazione fervida della stampa jingoista; ciò non vuol dire però che non potrebbe diventare reale e serio e grave malgrado la buona volontà dei governi di evi tarlo ; e il nessun desiderio dei due popoli, di fare la guerra. Perchè tanto dal lato degli Americani, che da quello dei Giapponesi vi sono circostanze che ..potrebbero domani prendere la mano ai governanti e trascinarli volens nolens più oltre dalle vie che lor sembrano oggi 'opportune. Certamente allo stato delle cose il conflitto non appare molto serio, e avuto riguardo anche alla sua origine non potrebbe in ogni modo trascinare ad una guerra, come sul principio si temeva in Europa e come vorrebbe la stampa guerrafondaia dei due pa_e~i.Non sarà inopportuno ricordare appunto quella ongme. San Francisco di California è governato da una cricca di sedicenti socialisti, i quali, a furia di errori, di parzialità e di prepotenze sono diventati esosi anche ai loro stessi elettori e partitanti. Costoro si sono imposti in tutti i modi ed hanno creato u11 governo di classe che non ha da invidiare al governo di classe borghese che la cortesia. dei modi , e la onestà nelle più elementari trattazioni. Di questo governo, e di questi socialisti il nostro Agresti si occuperà in uno dei prossimi numeri della Rivista. Ora questi amministratori hanno cercato di escludere quasi assolutamente tutta la mano d'opera che non fosse americana, e per raggiungere più facilmente il loro intento hanno sollevato la esosa questione di razza. Di qui la esclusione dei giapponesi dalle scuole elementari, esclusione che diede luogo ai primi rumori; eppoi, con un crescendo inquietante, le limitazioni poste alla libertà individuale dei Giapponesi , jl loro licenziamento simultaneo dai posti occupati da loro, e finahnen·te il ~accheggio delle loro case e battaglie da parte della canaglia Sanfranciscana. Ora si annunzia che un ufficiale giapponese è stato arrestato in flagrante delitto di spionaggio; che i Filippini apertamente cospirano con i Giapponesi contro gli Americani; che la flotta Americana si recherà nel Pacifico, e che una squadra giapponese visiterà i porti della costa Occidentale degli Stati Uniti. Tutto _ciò è parte smentito parte giustificato come semplice atto di cortesia dei due popoli. E in verità c'è la cortesia e c'è se non la minaccia almeno J'atto di chi non vuol farsi pigliare alla sprovvista dagli avvenimenti; i quali potrebbero-malgrado la buona volontà pacifista - precipitare. Certamente nè gli Americani nè i Giapponesi hanno interesse a farsi la guerra. Anzi tanto gli uni che o-li altri hanno molto bisogno di aver pace, ed è log~a molta la espresf;!ione di un diplomatico Giapponese : il solo nemico comune ai Giapponesi ed agli Americani è la guerra. A dire il vero questo si può dire di tutti i popoli, in tutti i tempi: ma per i Giapponesi e per gli Americani questa frase, ora, è specialmente vera ed appropriata. I .Giapponesi non si sono ancora rimessi dalla terribile guerra con la Russia : essi stltnno ora riorganizando la flotta e l' erario : stanno aggiungendo alle loro navi, le navi catturate ai Russi e non ancora del tutto riattate ; stanno ristabilendo l'equilibrio nelle loro finanze, cosa difficile per tutti i popoli, anche per il Giapponese. Dal canto loro gli Americani sanno di non a vere una flotta sufficiente per numero e potenzialità di navi capace di misurarsi con la flotta Giapponese; sanno che il debole della difesa degli Stati Uniti è proprio nel Pacifico, di dove sarebbero esposti agli attacchi Giapponesi. Quindi - almeno per ora - di qua come di là nessun desiderio di guerra. Nondimeno il ripetersi di spiacevoli incidenti in California, e l'acrimonia della stampa Gingoista Americana contro i Giapponesi non sono fatti che possono rendere facile l'opera pacificatrice di Roosevelt da un lato e del ministro Kurino dall'altro. Di qui la tensione di spirito che poco a poco pervade i due popoli, anche nei loro migliori elementi, od anche loro malgrado. Non è giusto dire ancora che la situazione è o si accenna pericolosa : potrebbe diven.tarlo, se i due governi lasciassero libera la stampa provocatrice di mandare in giro notizie false e tendenziose come la intervista attribuita all'ammiraglio J amamoto, nella quale s'insultava a sangue la Marina americana; ma bisogna sperare che i due popoli sapranno sceverare le vere dalle false notizie; che nè l'uno nè l'altro perderanno la calma; e che i due governi sapranno sempre mantenersi estranei alle eccitazioni ed alle provocazioni. Il male grave sta piuttosto nel fatto che il governo centrale è impotente contro i governi degli Stati, specialmente quando gli Stati della confederazione agiscono, sia in bene che in male, in rapporto di sudditi e popoli stranieri. E questo è il pericolo vero e grave della situazione in questo conflitto, che ha ques-to di curioso: che senza che nessuno ne abbia la intenzione, nè la volontà i due governi potrebbero trovarsi senza accorgersene entrambi e di bnon accordo trascinati alla guerra. + La Croazia contro l' Ungheria.-Il vecchio, troppo noto, e ormai abusato divide et impera fa ancora parecchia fortuna in Aust.ria-o, almeno fu praticato con assai buonresultato dall'Austria contro l'Ungheria, e contro· le popolazioni che per le loro rivendicazioni nazionalistiche pigliano il carattere di bruscoli negli occhi della politica austriaca. Infatti tentando di paralizzare la violenta agitazione ungherese che sembra condurre direttamente alla separazione economica e polaica dall' Austria, il gabinetto di Vienna ha suscitato l' àgi- ·tazione Croata contro l' Ungheria. Bisogna notare che le rivendicazione Croate antiungheresi travano la loro .base nel famoso Patto di Fiume che fu l'alleanza. fra Ungheresi e Croati contro l' Austria. Stringendo quel. patto gli Ungheresi non pensavono che si preparavano due cattivi gatti da pelare: 1.0 il mantenimento dello statu qtto a proposito della Bosnia e della Erzegovina: 2.0 la supremazia politica su i popoli sia vonici e balcanici soggetti all'Austria. Infatti, oggi la tendenza dei Croati si rivela a luce meridiana: tutta la politica Croata tende a costituire uno Stato indipeudenti dalla Corona degli Asburgo della Croazia, propriamente detta, unita alla Bosnia ed alla Erzegovina, definitivamente annessa malgrado le limitazioni agli articoli del trattato di Ber-

RIVISTA POPOLARE 339 lino. Ora, e da -lungo tempo, la politica Ungherese considera che se a qualcuno fuori che all'Austria, la Bosoia e la Erzegovina devono toccare è all' Ungheria. che per ragioni etniche geografiche e militari è più di chiunque al caso di incorporare la due tanto agognate regioni. E' dunque interesse fortissimo del la Ungheria il mantenimento dello Stai,u quo nei Balcani, poichè non si sa mai che cosa riserba l' avvenire e non è prudente nè intelligente comprometterlo, o lasciarselo compromettere ora. D'altra parte l'Ungheria è stata fin ora - ed intende continuare ad esserlo - il solo paese dell' Austria che con l'Austria stessa tratta a parità di condizioni ; e questo suo privilegio le permette di esercitare una certa supremazia 8U le popolazioni non austriache, e non it.aliane dell'Imvero; nè le conviene che codesta supremazia sia messa in dubbio, sia discussa, o le possa esser tolta. Naturalmente l' Austria ha interesse a indebolire ~otto tutti i rapporti l'Ungheria e quindi ha fatto - sia pure velatamente - buon viso alle rivendicazioni croate, ed ora incoraggia l' agitazione; come a tempo della agitazione ungherese per la ordinanza delle lingue e delle reclute, carezzò i Croati- allora alleati dell'Ungheria e si preparò le loro attuali simpatie. Incoraggiati dal contegno dell'Austria i Croati praticano l'ostruzionismo alla camera Magiara; dichiarono che non vogliono aver nulla da fare cc,l nuovo Bano Ungherese (di nascita croato) Rokodczag, e si preparono alla resistenza violenta; e bisogna aspettarsi allo scoppio di quei tumulti che caratterizzarono il banato di H11en Hedervag. Intanto la Dieta Croata predica e pratica apertamente la resistenza; mentre dal canto suo l'amministrazione ungherese piglia le misure opportune per schiacciare , con la violenza se occorre, questo nuovo movimento separatista in Croazia. + L'elezione presidenziale agli Stati Uniti. Se vi è mai stata una elezione che appassionasse fu riosamente i liberi cittadini degli Stati Uniti è bene questa di Roosevelt alla quale egli dichiara 1.i non voler concorrere. E in verità. egli non farebbe, agendo in tal senso , che conformarsi alla consuetudine la quale vuole che un presidente non posi mai per la terza elezione la sua candida.tura. Certo questa restrizione non è scritta sullà Costituzione· degli Stati Uniti, anzi il silenzio a questo riguardo della Costituzione istessa la1:1cia supporre che un medesimo uomo può essere eletto presidente della repubblica una indefinita serie di volte. V'è anche di più: Andrea Jacksou, dopo che ebbe rifiutata la terza elezione, tentò di fare aggiungere alla Costituzione un . articolo che formalmente interdiceva al presidente eletto due volte di presentare una terza volta la sua candidatura; ma la sua proposta fo respinta dal Congresso, e la Oostituzione è rimasta muta in proposito: e la consuetudine invariata altresi. E' rimasta invarii.ta da che Washington dopo la sua seconda presidenza non volle ammettere che lo si potesse eleggere una terza volta, come dopo lui non lo permise Iefferson; come non lo permise il Congresso che nel 1880 si trovava di fronte Grant, candidato per la terza volta, e lo escluse. Quando Roosevelt fu eletto , dopo Ja presidenza di successione a Mac Kinley , egli dichiarò , netta- ·mente, che e il Baggio costume dei due periodi soli » sarebbe scrupolosamente rispettato da lui e che e quali che potessero essere le circostanze, egli, non accetterebbe nessuua. altra nomina. > Questo è chiaro è reciso è assoluto. Quando egli pensò di presentare Taft quale suo successore, i suoi amici , i suoi partigiani credettero eh' egli presentaHse il suo ministro della guerra soltanto per essere vieppiù pregato ad accettare egli la terza candidatura, e Taft non fu preso troppo sul serio. Ma Roosevelt si mantiene fermo nella negativa, come s' egli intendesse di volere essere eletto proprio malgrado la sna volontà. Il cbe sarebbe un modo come un altro , anzi più abile di un altro, di rompere la tradizione. Certamente i suoi amici atti vamente si adoperano per lui. Sono sorti dei giornali che magnificano i suoi meriti, si fauno conferenze, si teugono C'omizi, riunioni in suo favore, e sembra - a leggere quel che di lui seri vono i suoi amici - che la politica e le sorti degli Stati Uniti possono andare in rovina s' egli non sarà rieletto. Indubbiament~ egli ha molti diritti alla riconoscenza de' suoi concittadini. Egli non è il primo venuto, nè la sna personalità. è di quelle che passano senza lasciare traccia. L'opera sua di Presidente è tale che la politica del suo paese, lungo tempo sentirà o-li effetti della sua permanenza alla Casa Bianea ; 0 ma è poi, egli, veramente indispensabile; e quella sua poli- ~ica è poi la migliore per gli Stati Uniti? E' bene ricordarsi clie qnando fu proposta la terza candidatnra di Grant, gli amici di lui, dicevano presso a. poco quello che dicono gli amici di Roosevelt. Grant aveva a suo favore Je vittorie nella guerra ci vile, una enorme popolarità; in uu suo viaggio in ~uropa aveva saputo accaparrarsi le simpatie dei popoli e dei governanti europei. La sua politica, che potrebbe anche essere definita come il primo passo dell' imperialismo Ja11kee tendeva alla supremazia degli Stati Uniti s11 gli altri Stati Americr..ui. E non era - i fatti lo dimostravano - una politica sbagliata. Eppure non fu eletto la terza volta , nè per questo gli Stati Uniti declinarono. La politica imperialista di Roosevelt che sconfina dal doppio continente americano e s'interessa ed interessa. l'Europa e l'Asia, non è creata, certamente, per impiccolire gli Stati Uniti ; ruolti lati - specialmente quelli sociali - della politica di Roosevelt sono simpatici; la sua lotta ~ontro i '11·usts, la sua instancabile opera a favore della pace internazionale e ~ella giu stizia per tntti son certamente lodevoli. Egli è un uomo di non comune valore, abile ed energico : ma è poi l'unico che abbiano gli Stati Uniti? Bisogna considerare che sono le cin:ostanze che fanno gli uomini; e le circostanze agli Stati Uniti, ora, sono favorevolissime a mettere in luce e far valere uomini nuovi e di valore. E d' altra parte i repubblicani tradizionalisti sono numerosissimi agli Stati Uniti ed hanno già cominciato a far valere l' argomento supremo contro il pericolo del rompere la consuetudine , cioè il pericolo che il presidente diventava presidente a vita: la repubblica allora - essi dicono e non a torto - sarebbe finita. Come si vede la lotta sarà interessantissima e diventerà aspra se Roosevelt, malgrado le sue dichiarazioni in contrario, Si lascerà. tentare a posare la sua terza candidatura. Ma poi<;hè l'e::iempio di Grant deve pur valere qnalche cosa. , vorrà egli rischiare la sua popolarità che è grandissima su la sorte d'una elezione che è tutt'altro che certa? Gli amici suoi affermano eh' egli si deve sacrificare per il paese, ma Roosevelt non 8embra ancora persuaso che ciò debba essere, ed int<into tace. E abilità, è disdegno; o è decisione irrevocabilmente presa ? Noi desideriamo che non si venga third term, alla terna elezione, di Roosevelt; ma se a. questo pericoloso esperimentosi dovest:ie venire at1guriamoci che egli non ricorra alle corruzione come nell'ultima elezione. + Cose Inglesi: 1 ° I ferrovieri inglesi ed il lo1'0 sindacato. - Una questione assai seria sta sviluppandosi e prendendo consistenza, ora, in Inghilterra; anzi se stiamo a quel che pubblicano alcuni giornali noi siamo prossimi ad asgi::itere ad uno sciopero colossale

340 RIVISTA POPOLARE dei ferrovieri Inglesi. La questione che gli darebbe motivo si trascina da parecchi anu i , ma soltanto in quest'ultimo tempo si è acuita al punto di assumere un carattere grave assai. Ecco in poche parole il nodo della questione. I ferrovieri vogliono che ·le compagnie riconoscano i] loro sindacato e trattino con i loro rappresentanti; le compagnie si rifiutano enerp:icamente a questo riconoscimento. Di qui la lotta. Lotta tanto più grave inquantochè le compagnie sono sostenute dal ricordo dello sciopero della Tidf Vale nella quale esse ebbero, contro ~li scioperanti e in t.ribunale contro le loro 'I1·ades Union, completa vittoria; ed i ferrovieri sono sostenuti dalla simpatia, ed a suo tempo se occorrerà del danaro di tutti gli operai organizati dall'Inghilterra. Gli operai inglesi son gente molto riflessiva: non è facile che essi cedano aIla suggestione , e dichiarino uno sciopero senza essersi prima, magari con sofferenze sopportate per anni , ben bene preparati. Ma ora i ferrovieri sembrano non veder al la loro situazione alt1;a via di scampo che lo sciopero. Bisogna uotare che le T1·ade's Unions sono ufficialmente riconosciute; le compagnie-non le ferroviarietrattano con loro , il governo stesso riconosce i loro diritti, c'è tutta una legislazione in proposito. Sembra dunque strana. la pretesa delle compagnie ferroviarie. Ora gli affigliati al Sindacato , hanno dichiarato, per mezzo dei loro rappresentanti alla Conferenza di Birmingham, che se le compagnie non si decideranno a riconoscere il sinqacato, il comita,to esecutivo del sindacato stesso debba provvedere: in lingua povera vuol dire dichiari lo sciopero ora che come· organizzazione e mezzi i ferrovieri sono al caso di farlo. L'ordiue del giorno votato alla conferenza, ad unanimità di voti, parla chiaro: e La conferenza [1·innova le sue ante1·iori decisioni ed incarica il comitato esecutivo di sottop01·re le rivendicazioni alle varie compagnie ferrovlm·ie. Nel caso in cui tale passo rimanesse infruttuoso, la conf'ernnza incarica il comitato esecutivo di p1·endere quelle misure che giudic :.erd necessal'ie e che risulte'r<tnno imposte dalle circostanze. » Le Compagnie si fanno forti del loro diritto di discutere singolarmente con i loro dipendenti , ed il 'Iimes senza lodarle di questo atteggiamento riconosce però che è un loro diritto; sennonchè il Olarion l' organo della. Indipendent Labour Party rimbecca il Times dimandaudo: Ma il diritto di uno può essere la negazione del diritto dei più? - Al che tutte le Trade's Unions Inglesi rispondono francamente : no l E si preparano a sostenere, nel loro sciopero, i ferrovieri; i quaJi - organizati come sono - paralizerebbero fin dal primo momento la vita del. 'Inghilterra. 2.0 Un alfro sciopero in vista. - A chi ricorda la situazione del mo11do operaio nel 1886 87 il momento attuale presenta con quella epoca degli straordinari punti di contratto. Anche allora si agitavano questioni di puro diritto operaio, e questioni di sostanza in fatto di paghe e di ore di lavoro. E gli sci~peri si succedevano agli scioperi 6.nchè culminarono in quel terribile tnmulto di Londra, quando in due ore di tempo il centro della grande metropoli fu saccheggiato dalla folla infuriata ·dei senza lav01·0. Anche ora si agitano questioni di diritto - i ferrovieri - questioni di sostanza - minatori e carrettieri - e questioni di necessità - il problema grave, doloroso dei disoccupati. A Cardiff i minatori abbandoneranno lunedi prossimo (15) il lavoro; a Belfast i carrettieri continuano nello !:lciopero; ed a Belfast anche sciopereranno martedì gli scaricatori del porto, i forti e brutali docke1·s. Otterranno, non otterranno il riconoscimento dei loro diritti, e la vittoria nella quale tutti sperano? Questo è uu dettaglio che al punto cui è giunta l'organizzazione operaia inglese è fuori di discns::1iooe. Vinti o yincitori i lavoratori inglesi sanno che a furia di scioperi sono arrivati al punto ove sono, ed a furia di scioperi vogliono arrivare ancbe più lontano. Non dimentichiamo che da quando, con le ultime ele7.ioni, le Trade's Unions, pres~ro, come corpo costituito, parte alle elezioni esse mandarono in Parlamento 48 delegati appartenenti al Labour Party, la frazione possibilista del socialismo inglese. Non è dunque molto vicino che mirano gli scioperanti. 3.0 La nuova bandiera del Transwaal. -Presentatagli dal generale Botha in occasione della Conferenza Coloniale a Londra, Lord Elgin ha approvato ora la nuova bandiera del Transwaal. E' l'antico vessillo dai quattro colori della repubblica: in cima al quale dal lato dell'asta è inquartata la bandiera inglese, il famoso Union Jack. Questa bandiera che sarà sostituita su gli uffici pubblici alla bandiera inglese, rappresenta la unione delle due razze, e la pace definitiva mente stabilita. Dimostra altresì che se i Transwaaliani sono leali e fedeli, gli Inglesi sanno accaparrarsene la fid11cia e la lealtà: il che •on è piccolo merito per un popolo conquistatore: ma l'Inglese è l' unico popolo che sappia praticare la conquista e la colo1!i- :tazione come la praticavano i Romani antichi: pm·cere sitbiectis et debella1·esuperbos. + Per la magistratura. - L'abbondanza del materi~de e la necessità di dedicare buona parte della Rivista a due argomenti della maggiore attualità ci costringono a rimandare al prossimo numero alcuni articoli sulla magistratura; di cui sono venute in I uce n1_1.ovevergogna colla requisitoria contro i signori Dor.ia e Canavelli, Direttore ed ex direttore generale delle r.arceri nel famoso processo Angeleili-Acciari to. NOI + La crisi portoghese. - Che una volta o l'altra il Portogallo verrebbe a qualche cosa di serio, a pro: posito di politica interna, era cosa prevista da quanti si occupano della politica generale europea. Ed anche· senza andare a pensare che nP,J piccolo paese confinante con la Spagna si sta per avere la repubblica, è Jecito convenire che grandi innovazioni dovranno essere fatte per dirimere ogni ragione di conflitto fra. i vari partiti politici portoghesi, ed ogni causa di ribellione di mezzo al popolo. La situazione, quale si presenta oggi, è il resultato di una I unga opera di disfaci•rnento alla quale hanno contribuito un pò tutti i partiti, ma specialmente i conservatori; segnatamente poi - e senza distinzione di opinioni politiche - tutti i deputati del Parlamento Portoghese. Si grida contro il presidente del Consiglio, Franco, che egli ha violato la Costituzione, che egli agisce da uomo autoritorio; che egli intende, e dà mano a ristabilire il dispotismo. C'è il caso che egli, invece, fra due mali abbia scelto il minore? Indubbiamente l'esame della sit·1azione non è dei più consolanti; anzi questo esame spassionato giustifica col tempo stesso i due fatti opposti, la virulenta agitazione repubblicana, ed i metodi dittatoriali - per non dire dispotici assolutamente - del Franco. E' opportuno dichiarare subito che una vera e pro· pria Co~tituzione organica nel Portogallo non c'è poichè quella presentata a Re Giovanni VI dalle Oortes nel 1821, e da lui accettata Qon era che uno schema di costituzione ed è rimasto poi immutato - ed anche senza pratico effetto - fino ad oggi. Naturalmente nessuno dei Re Portoghesi ha tradito la costituzione, anzi Donna Maria, nipote di Giovanni, dovette sostenere una lunga guerra ci vile contro Don Pedro suo zio che voleva abolito del tutto la Costituzione; ma la Costituzione stessa è cosi poco chiaramente espressa. i doveri del Re ed i diritti del Popolo sono tanto mal

✓ RIVISTA POPOLARE 341 definiti che non c'è da meravigliarsi, se, protetti proprio d·ella Costituzione tanto i reali, quanto il popolo del Portogallo abbiano trovato modo di vi vere seguendo due linee di condotta politica francamente avverse. D'altra parte il disagio economico è gravissimo. Il bilancio del 907-08 presenta un deficit di 50 milioni, che non potrà facilmente essere coperto: tanto più che la Corona ha cniesto un aumento della lista ci vile - che le sarà ...:oncessa- o non si vede la P?Ssibilità, nè la facilità d' un prestito estero. A ciò bisogna aggiungere che il sentimento repubblicano della popolazione Portoghese non data da oggi, nè è - come i giornali reazionari di Lisbona affermano - un movimento spurio certamente sollevato da pochi agitatori per sodisfare, o trovare una via alla loro ambizione. Il movimento repubblicano portoghese trova la sua r~gione d'essere storica, nel fatto ofie parecchie grandi ?ittà come Coimbra, Oporto, Lisbona stessa godevano m passato di tali franchigie che ne facevano praticamente, delle città libere, specie di repubbliche nel regno ; e trova , ora la sua ragione d' essere nel fatto che Re Carlo si disinteressa della politica . i suoi ministri si disinteressano del bene del paese; ed i~ Parlamento sembra non esistere per altro che P~. 11 comodo e la corruzione dei deputati, od il serv1z10 degli elettori grandi e piccini. Da tutto questo complesso di condizioni è nato quello stato di cose che ha suscitato qua e là nel Regno le rivolte militari al grido di viva la Repubblica, e che ha dato diritto al F_ranco di considerare che era utile, anzi indispensabile, _cal~estare la costituzione, passare oltre il fattoo~ma1 diventato inutile e negletto - per instaurare d1 nuovo l'onestà in Parlamento, l' ordine nelle Finanz_a, la quiete nel paese. Arduo compito, tanto più che 1! fatto di voler governare senza il Parla.mento . ' e _c~n certi ~et~di più da tirannello dispotico che da mrnistro costituz10na.le hanno sembrato mettere il Frauco dal l~to. del torto. Il curioso si è che questo ministro eh~ si tira addosso le ire dei liberali, è un liberale e~h stesso, e cerca di attuare riforme preconizzate e dif~se ~ yroposte dai liberali, e da lui stesso quando egh m1htava con loro. Egli lo ha dichiarato ed a tr~vers~. le agitazioni, i tumulti e la repressione, sono evidenti i segni del fatto, egli intende rimediare al disordine amministrativo del Regno, e poiché far questo era_ incompatibile con la permanenza del parlamento egh lo ha m&.ndato a casa; e governa dittatoriamente. E' biasimevole ? In teoria astratta certo egli lo è: ma la politica non è fatta di teorie astratte : è in vece un insieme . ' una. prepara_zione,. uno sviluppo di fatti positivi, concreti e con 1 quah la pura teoria ha poco a che vedere. S~ so~pendendo - mornentaneameniie, poiché 8i . parla ~•à ~1 nu?ve elezioni generali - se sospendendo la costituzione Il ·Franco sarà riuscito a rimediare all'attuale ~isordine, avrà inca.minato il Portogallo su la vera via del progresso : bisognerà dire che egli ha f~tto beoe_; ~oiche · il bene ed il male in politica si giu dicano dai risultati che se ne vogliono trarre e che si ottengono, si giudicano dal maggior bene o male del paese, comunque, e quali siano i mezzi co' quali è fatto. E da_ questo punto di vista è interessante seguire lo esperune~to del Franco: tanto più che, di questi giorni è stato ricordato da qualcuno che Garibaldi propose altrettanto per l'Italia. A. A. Questo numero della Rivista si pubblica pure con .sensibile ritardo, incalzando impo1·tanti evvenimenti politici ed essendo stato occupatissimo il Direttore. Ne chiediamo venia agli abbonati e lettori. Le aberrazionidi un galantuomo ( A proposito di Nord e ·sud ) Abbi~m? sempre pensato e pensiamo che Oddi no Morgan sia un galantuomo, dotato di crran coracmio di sincerità, di sangue freddo-doti rar~ che si d°e;o~ no sempre ammirare. Esse, però non danno in lui tutti i benefici risultari, che se 'ne potrebbero attendere perchè sono controbilanciate da due deficienze non piccole : dalla coltura scarsa e dallo spirito settario, ch'è proprio, disgraziatamente del partito in cui egli milita. ' Qualch_e volta i _di(etti prendono il sorra vvento e allora 11 Morgan vien fu?ri con delle proposte, che sono una vera aberrazione morale e intellettuale. A suo tempo, ad e~e~pio, fummo tra i pochi di parte ava~1zata ~he gli s1 levarono contro quando, propose d1 fischiare lo Czar se fosse venuto in Italia. Riteniamo che quella proposta sia stata un errore politico anche ora che gli avvenimenti dolorosi di Russia l'hanno apparentemente giustificata. . C~ leviamo contro di lui, adesso, non ostante che sia immutata la nostra simpatia per lui e sia anche aumentata: - egli fu tra i pochissimi di Estrenia che fu corr i;ioi nella polemica aspra coi ferrovieria causa della sua ultima proposta di costi tu ire la Estrema sini~tra ~n Comi~a_to di salute pubblica ... per _la morahzzaz10ne politica del mezzogiorno. D1 q~esta sua ide_a s_tra_nasi. parlò nel Maggio scorso m Roma; ebbe 11 biasimo d1 molti dell'Estrema e non essendosene più sentito parlare credevasi che il suo autore r avesse abbandonata. Con vero dispiacere apprendiamo che eo-li la caldeggia tuttavia e che l'ha nettamente for~ulata in ~ma_intervista col Messaggero di Roma, che ha fatto il giro della stampa italiana. .D'. 01~de la convenienza dì prenderla in esame e d1 richiamarlo all'osservazione della realtà con argomenti,. che potranno aver sapore regionalistico, m~ c~e rimangono se~pre for1Y..~dabilied utili, perche rispondono alla pm scrupo10sa esattezza. + I punti principali della intervista del Morgari sono i seguenti: _1._ 0 La m~g_istratur~ meridionale, appunto perchè meridionale, e 111magg10ranza composta di corrotti e di vili; 2. 0 ~a deputa~io~1e meridionale e gli elettori del mezzog10rno cost1tu1scono un circolo - non solo logicamente vizioso-ma essenzialmente criminoso che non. può rompersi dalle forze locali · ' 3° Gli uomini del mezzogiorno son~ quali li fa~no l'eredità, l'ambiente, le circostanze ecc., e domina tra loro la malafede, perchè nel mezzogiorno la· Magna Grecia _lasciò j n ere~ità la fede greca; 4.0 Il Mezzog10rno e per l Italia come la palla attaccata al piede del galeotto; se l'Alta Italia e quella Centrale formassero di un tratto uno Stato separato, farebbero uµ balzo verso la civiltà come un pallone frenato, a cui si è tagliata la co~da · 5.0 Per la difesa e per la moralizzazione del mezzogiorno è opportuno che la Estrema .sinistra si costituisca in Comitato di salute pubblica che per mezzo d'interpellanze, d'interroo-azioni di bombe promova degli scandali a getto co~tinuo ' che riescano a guarirlo dei suoi mali. ' Il Morgari al suo intervistatore osservò : tutti dicono in privato queste cose. Luigi Lodi nella Vita, in un articolo di cui tutti i meridionali devono essergli grati, a proposito di

342 R I V I S T A P O P O L ARE questa affermazione del deputato per Torino soggiunse: « E fa_nno benissimo a dide in privato, perchè non. assumono davanti al pubblico la graJ1e responsabilità di diffondere -- scusi l' on. Morgari - delle sciocchezze >>. A Luigi Lodi , però , si dc ,·e osservare che realmente nel Settentrione molti pensano e dicono in privato le cose che Morgari dice in pubblico; e che è grave errore il pensarle e il dirle senza discriminazione e sopratutto senza gettare uno sguardo in casa propria per avere un quadro completo delle condizioni politiche e morali dell'Italia tutta e delle responsabilità antiche e moderne di coloro che tali condizioni crearono; · Si; l'errore del Morgari è tropro diffuso nel Settentrione; c'è quindi il dovere, più che il diritto, nello interesse supremo d'Italia, di combatterlo e di mettere le cose a .posto. E noi, che più volte abbiamo messo a nudo _le deficienze politiche e rnorali del mezzogiorno tentiamo di mettere le cose a posto senza preoccuparci delle accuse di regionalismo che ci potranno essere mosse (I). + Il deputato per Torino prende le mosse dalla magistratura per conchiudere, che appunto perchè meridionale è in maggioranza composta di vili e di corrotti. , Ripetiamo a questo proposito ciò che più volte abbiamo detto occupandoci exprophesso della medesima: i corrotti e i vili sono molti, ma non la maggioranza. Tra i magistrati meridionali sono numerosissimi, in grande maggioranza, i buoni per l'onestà e per la intelligenza, che sotto certo aspetto sono anche tradizionali: non sappiamo se sotto il regno di Sardegna si trovarono dei giudici che mostrarono tanta fìerezza e tanta indipendenza quanta ne mostrò il Niutta sotto il Borbone. Anche dalla Liguria, dal Piemonte e dalla Lombardia sono venute a fasci le lettere contro i magistrati non meridionali~ si assicura -- non garantiamo l'esattezza della notizia - che proprio a Milano un ex Guardasigilli abbia costituito un Tribunale ..... per suo uso e consumo. Anche a Genova c' è un inchiesta, di cui è doveroso attendere i risultati. In questo quarto d'ora , poi , il Morgari doveva essere più che mai cauto: il De Giuli, il primo alto magistrato colpito dalla Cassazione, dopo l' inchiesta di Catanzaro, è nato precisam.ente nel Settentrione. + Non c'è da lodarsi mclto del carattere e della educazione politica degli elettori e dei deputati del mezzogiorno; qui li abbiamo spesso biasimati severamente (2). Il deputato Morgari, però, ha labile la memoria dimenticando che sotto l'aspetto politico e morale, se nel Mezzogiorno ci sono mali grossi, non sono minori, sebbene diversi, quelli del Settentrione e del Centro d'Italia Cominciamo dagli elettori. I meridionali·, almeno per il passato prossimo, hanno sentito spesso l' influenza del goyerno: sono stati s~rvili dal 1870 h1 poi. Prima furono essi a dare le prove della maggiore ( r) Su questa qrnst1one del Mezzogiorno oltre i numerosi articoli pubblicati nella Rivista si riscontri pel lE1to morale: Colajanni : Nel Regno della mafia; Sette11trionali e meridionali; Discorso in difesa del nze 11 ogiorno dell' r I Giugno 1901. Pel lato economico Nitti: Nord o Sud. (2) 11 nostro direttore il biasimo asprissimo pei deputati e per gli elettori del mezzogiorno e della Sicilia, oltre che negli accennati scritti, lo manifestò nell'articolo del Secolo nel 1895. Provocò un ignobik tentativo di linciaggio in piena Camera e poscia il suo duello con Casale. indipendenza eleggendò in grande maggioranza i deputati di Sinistra; e questa loro indipendenza - vedete come mutano i criteri nel giudicare delle superiorità di un popolo I - dai settentrionali veniva allora rilevata come segno d'inferiorità di razza ... Se da recente Barbato, Mirabelli ecc. furono eletti nel Settentrione da elettori democratici e indipendenti, in altri tempi in Sicilia e nel Mezzogiorno venivano eletti Garibaldi , Alberto Mario, Aurelio Saffì, Filippo De Bonis, Avezzana, Guerrazzi ..... Nel Settentrione non si trovò un collegio che col suo voto togliesse la pena di morte che pesava sul capo di Giuseppe Mazzini; Messina costrinse il governo a lavare la grande vergogna. E furono i settentrionali, che in grande maggioranza annullarono l'elezione del grande genovese per due volte, per non fare cosa sgradita ai governanti del tempo. Ci fu un peggioramento nei costumi elettoral~ del Mezzogiorno e della Sicilia dopo il 1876; ma nel Settentrione fu più larga, se non esclusiva, la macchia più lurida: la corruzione pecuniaria. Legga gli atti della Giunta delle elezioni l' onorevole Morgari e se ne convinl'.erà. Per un piatto di lenti nel 18q2 gli elettori di Corteolona vendettero Cavallotti; e più tardi il Romussi. Da Depretis a Giolitti, •poi, i maggiori adulteratori del regime elettorale furono settentrionali ; e se le scudisciate devono cadere inesorabilmente sugli elettori servili, devono, per lo meno in ugual misura, cadere sui coàuttori e sui prepotenti: la loro responsabilità è di gran lunga maggiore, perchè a loro benefizio non si possono invocare come circostanze attenuanti l' ignoranza, la miseria, l'ineducazione, che stanno in favore dei corrotti e dei servili. Se guardiamo agii eletti può destarci disgusto lo spettacolo che danno talora i krumiri del Mezzogiorno e della Sicilia, che arri vano alla Camera nel1' ultima ora per salvare qualunque ministero; ma in quanto a disonestà farebbero beHe i settentrionali a non fare mai la voce grossa. Essi hanno grandi vergogne da nascondere e la Estrema sinistra ha spesso il torto di vedere il fuscellino che sta dinnanzi all'occhio di u11 miserabile meridionale senza accorgersi del trave che fa velo a quello del settentrionale. Gattorno altra volta imprudentemente dimandava se si era dimesso Ali berti; ma non chiedeva notizie di Miaglia, che si trovava in peggiori condizioni. Il primo, bene o male, era riuscito a fare condannare i propri accusatori; invece gli accusatori del secondo erano stati assolti e ·le risultanze del processo suonavano condanna morale del querelante. L'Estrema raccolse le· voci contro Afan de Rivera; ma non quelle più gravi contro Brin. Rosano accusato di una semplice indelicatezza si suicidò; ma parecchi avvocati deputati settentrionali che fecero di peggio poco manc·a che non la pretendano a Catoni. Qualche deputato meridionale figurò laidamente nelle gesta della Banca Romana: ma non mancarono di figurarvi quelli del Centro e del Settentrione; e peggio assai questi ultimi avrebbero figurato nei fasti della Banca Nazionale se il Comitato dei Sette avesse saputo costringere il Comm. Grillo a lasciar loro leggere nel libr~ dei Pro_fttti e perdite, in cui il_ massimo istituto d1 emissione seppelliva annualmente le prove della disonestà dei politici settentrionali. In tutta la tregenda bancaria, nella curée delle Tiberine, degli Esquilini, dei Mobiliari, e degli Immmobiliari ci fu un solo deputato condannato ; - un deputato eh' era stato sottosegretario di Statoil Giacomelli. Ed era un Veneto. Per la stessa curée ci fu un' altro grande processo, quello d~l Mobiliare, nel quale l'accusato, venne assolto, forse per

RIVISTA POPOLAR.E 343 la pietà di Maffeo Pantaleoni ; e dal Banco della Corte di Assise passò al banco della Camera dei deputati senza che Morgari lo avesse fatto segno ai propri fulmini: ed era un suo corregionale, nato nella provincia di Alessandria! E Cavallini non era nemmeno lui un· meridionale. Ma di grazia: che cosa rappresentano le laidezze, le porcheriole di Peppuccio Romano - dato che vengano assodate - di fronte alle gesta delle Meridionali? Che cosa rappresentano le incertezze, le lentezze deplorevoli della magistratura nel procedere contro lo stesso Peppuccio Romano, di fronte alla scomparsa dalla Camera di tutta l'inchiesta sulle stesse Meridionali, che aveva impresso delle stigmate sui Bastogi ed i Susani, non meridionali? E chi erano i Brenna e i Fambri, che volevano fare quattrini nelle Regia cointeressata dei Tabacchi? Settentrionali! Negli episodi di quei tempi, che Garibaldi disse scultoriamente borgiani, i meridionali non figurano e figurano malissimo i settentrionali. Non da meridionali venne compiuto quel movimento collettivo regionale, detto dei Lucumoni, che dette il potere alla Sinistra, e ebbe CO'.ìlerisultato ultimo le disastrose Convenz.ioni je1-roviarie del 1885. Se vere le accuse contro Peppuccio Romano sarà provato che un rappresentante del popolo nato nel Mezzogiorno avrà truffate poche migliaia di lire ai proprii concittadini; ma i fasti delle Meridionali, delle Regia cointeressata, delle Conven 1 ioni ferroviarie sono oramai passati in cosa giudicata; e furono compiute dai settentrionali e costarono centinaia di milioni al popolo italiano ..... L'affare 1Vasi ha somministrato buona occasione ad inveire contro i deputati meridionali. Si dimentica, però, che le pubblicazioni del figlio Virgilio, assodarono gravi irregolarità, pecuniariamente più importanti, _a carico di ex ministri settentrionali e dell'Italia centrale. La. nemesi regionale poi è stata tremendamente giusta , poichè nel momento in cui un ex professore di diritto costituzionale, attualmente consigliere di Stato enunziava nella Camera, provocando un urlo generale d'indignazione, la bestiale proposta di eleggere gli accusatori della Camera dinanzi all'Alta Corte di giustizia col mandato imperativo di accusare ad ogni costo il Nasi, ]a Giunta generale del bilancio formulava contro di lui gravissime accuse. L'on. Brunialti, che n'era colpito, non è un meridionale; e contro di lui la Camera non ascoltò la voce inesorabile di Oddi no Morgari. Tutte queste dimenticanze, tutti questi silenzi in favore dei settentrionali, tutti i rumori e tutto il catonismo contro i meridionali , hanno enormemente contribuito a creare il fenomeno T1-apani, che molti settentrionali, non sanno, non possono o non vogliono spiegarsi. Lasciamo i deputati e fermiamoci un istante sul giornalismo, che ha tanta attinenza colla vita politica e che ne è un esponente ed un fattore ad un tempo. Altra volta alla Camera dall'Estrema mentre un deputato difendeva il mezzogiq_rno, quasi per imporgli silenzio o sconcertarlo , gli si scaraventò addosso il nome di Sc .1. rfoglio. L'oratore soggiunse immediatamente: Potrei rispondere molto amaramente a chi m'interrompe! E siccome questo nome di Scarfoglio si continua a lanciarlo come un'onta contro il mezzogiorno ci permettiamo di domandare: e il giornalista di cui il Tribunale constatò la capacità a delinquere nella lotta epica con Cavallotti , quello del processo riso-Pinto, quello che assicurava trovarsi in condizioni normali la Banca Romana mentre la faceva da mediatore colla Banca Nazionale per salvarla , era forse nato sulla sponde del Sebeto o v1c1no a quelle del Pò? E vorremmo che !'occhio linceo dell'on. Morgari penetrasse nell' affare dei Telefoni. Chissà? Forse scoprirebbe sbruffi di centinaia di migliaia di lire in favore di deputati , senatori e giornalisti settentrionali ..... + Brutta fama ha procurato al Mezzogiorno la Inchiesta Saredo - che compì opera doverosa e utile - sulle amministrazioni di Napoli ed altre minori presso altri comuni del mezzogiorno. Perchè dimenticare, però, le marachelle del Municipio di Firenze con relativo fallimento della Banca popolare; le altre edificantissime del Costella nel Municipio di Livorno; quelle del Cotta Ramusino; le sottrazioni di milioni parecchi, alle opere pie di Genova per opera di un marche~e Lomellini e di un Ferrari, nati entrambi, se non erriamo, nella città di Maria Santissima? Discendiamo più in basso: nella delinquenza comune. Sì, in Sicilia, in Napoli imperversano la mafia e la camorra ; si, nel Mezzogiorno tutto è molto maggiore il numero degli omicidi e dei reati contro la proprietà; riconosciamo esplicitamente che la estensione della delinquenza volgare e della cattiva amministrazione degli enti locali è di gran lunga maggiore nell'Italia inferiore che in quella superiore. La miseria, l'analfabetismo, venti secoli di malgoverno spiegano il fenomeno. Una borghesia magrissima, non nata dalle industrie e dai commerci spesso nel Mezzogiorno, per vivere ha bisogno di dare la scalata ai Municipi e alle Opere Pie; e nella scalata i borghesi socialisti non sono meno svelti degli altri. Nè rimprovereremo, come ha fatto il Saraceno la teppa e il barab bis mo - che moralmente equivalgono alla maua e ~lla camorra e forse· sono peggiori - a Milano ed a Torino .• Preferiamo ricordare che se flel mezzogiorno e in Sicilia prevale la d.elinquenza barbara, nel ·Settentrione imperversa quella civile , ch'è peggiore in guanto più facilmente sfugge alla pena e spesso procura un seggio alla Camera o al Senato anzichè una cella in un reclusorio. Non può essere perduta, ad esempio, la memoria di quel deputato banchiere morto più volte milionario, ma i cui milioni furono spesso estorti allo Stato compiacente o ai merli azionisti. Questa delinquenza civile sfugge tanto facilmente agli occhi della magistratura, che si può essere sicuri che il Garofalo con tutte le buone intenzioni sue e con tutta la scrupolosa diligenza che va spiegando, non riuscirà colla sua inchiesta a Genova a scoprire la metà di quello che l'inchiesta Antonini - Righetti scoprì a Catanzaro. Non devesi, però, dimenticare che nei furti del Mezzogiorno il danno di ordinario è di centinaia o di migliaia di lire appena; nelle grandi truffe del Settentrione si tratta sempre di milioni. Informino la storia dello Sconto e Sete, del krack di Genova nel 1873, dell' Esquilino, della Tiberina, dell'Immobiliare, del Mobiliare , della Ramifera, della Terni, ecc. ecc. In questi casi l'elemento criminoso è apparso tanto evidente da dar luogo quasi sempre a processi seguiti costantemente da assoluzioni; in questi casi non solamente si è trattato di decine, di centinaia di milioni, ma. spesso chi pagò il grosso delle spese fu lo Stato. Il Morgari che vi ve a Torino non dovrebbe dimenticare che lo Sconto e Sete divenne celebre negli annali degli imbrogli e dei reati bancari sin dai tempi del Regno di Sardegna; colla sua crisi del 1866 fu causa principale della dichiarazione di corso forzoso, che procurò, centinaia di milioni di utili agli azionisti -

344 R)VISTA POPOLARE quasi tutti settentrionali - della Banca Nazionale e impose la perdita di qualche miliardo all'Italia. Il Morgari dovrebbe ricordare che i miliardi truffati all' Italia nelle costruzioni ferroviarie lo furono q~asi per intero da_banchieri e appaltatori settentnonah1 ~be sono divenuti commendatori, deputati, sena ton. Il Morgari dal suo amico Nofri potrà apprendere che i Glisenti, i Tcmpini e i succhioni di centinaia di milioni della marina militare, come dalla relativa Inchiesta, sono tutti settentrionali. E a Trapani non senza un apparenza di ragione, si pensa che se l'Inchiesta sulla marina militare fu seppellita in tanto malo modo , ciò si deve alla circostanza che 1 responsabili non erano meridionali I • . Siamo perfett:amen~e. di accordo col Morgari nel ntenere che gh uomini del Mezzogiorno sono quali li fanno l'ambiente, l'eredità, la storia, le tradizioni, le circostanze ecc. Ma a lui si deve domandare: cosa ha fatto il governo riparatore in quarant'anni per com battere l'analfabetismo, per attenuare la miseria economica, per formare l'educazione morale e politica delle popolazioni del Mezzogiorno? Siamo perfettamente di accordo con lui anche nel r~tenere che l' unità d'Italia sia fallita al suo scopo ngeneratore; e questo fallimento abbiamo proclamato da anni qui stesso, procurandoci la fama di pessimisti e di denigratori delle istituzioni ed anche qualche gratfiatìna dal Fisco. Il falli.mento è avvenuto sopratutto per colpa dei governanti settentrionali. Se vuole conoscere come i civilizzatori, i superiori del settentrione fecero l'educazione della Sicilia, ad esempio, legga il discorso di Filippo Cordova nella Camera dei Deputati nel 1863; legga 1~ terribile requisitoria pronunziata da Tajani l' 11 gmgno 1875 nella stessa Camera dei Deputati; legga Nel Regno della Mafia in cui sono riassunti tut~i _R.uei fatti, che egli certamente ignora; come egli ignora la storia e le condizioni del9Mezzo~i~rno,. come giastamente gli ha rimproverato ~U1g1L?d1_.Legga ed ~pprenderà che i tenenti Dupuy, 1 magg10n che applicarono i bottoni di fuoco al sordo-muto C:appello, i colorlnelli Serpi, i generali Govone, Medici, Morra di Lavriano, Mirri ed altri minori, lasciarono di se fama infame in Sicilia e se non furono essi stessi propriamente delinquenti furono i fattori precipui dalle criminalità endemie~ dell' isola. . In Sicilia il primo, il più grande mafioso è stato 11 governo italiano; a Napoli, sino al 1904 almeno· secondo La Propaganda e gli amici dell' on. Morgari - e noi non dissentiamo-, la camorra è stata una comoda istituzione , di cui si è servito il governo italiano nelle elezioni. In questo senso va inteso il fallimento dell'unità d'Italia. In quanto alla sua ipotesi di un'Alta Italia, che progredirebbe con meravigliosa rapidità se si potesse liberare del Mezzogiorno che le è attaccata come una palla al piede di un galeotto, si tratta di ut~a sciocchezza, che sarebbe indegna di ogni disc?s~1~11e se _110~1 _la s_i sapesse divisa, purtroppo, da migliaia e migliaia d1 settentrionali. Senta qua l' on. Morgari. La miseria del Mezzogiorno non ha impedito al Settentrione di vedere aumentare la propria ricchezza nelle stesse proporzioni, in cui si accresce negli altri Stati; l'analfabetismo del Mezzogiorno non· ha impedito al Settentrione di vedere diminuire abbastanza rapidamente quello proprio; la maggiore delinquenza comune del Mezzogiorno non ha fatto aumentare g~ella _del Se~t~ntrione, se non in quella forma speciale a1 popoli rntclleaualmente ed economicamenle più evoluti, che costituisce la delinquenza ciJJile, cui si accennò precedentemente; la maggiore educazione politica del Settentrione non permise che a danno dei settentrionali venissero adoperati quei meto~i di governo, che i carpett-baggers del Nord America adoperarono a danno degli Stati del Sud dopo la guerra di secessione e che i carpett-baggen del Nord d'Italia hanno adoperato a danno del Mezzogiorno, della Sicilia e della Sardegna. L' uni Gcazione d' Italia, adunq ue, se fu un fallimento, lo fu a danno del Mezzogiorno e senza arrestare rnenomamente lo sviluppo del Settentrione. Su questo fallimento l'on. Morgari ha battuto da molti anni; ed egli sin dal 1901 fu avvertito nella Ca- ~era che l'unità per il Mezzogiorno del Regno fu una Jattu_ra perchè si verificò a danno dello stesso quello che 11 Macaulay aveva osservato sulla unione tra l'Inghilterra e la Scozia; e cioè, che guando si uniscon_o due parti fra le quali c' è grande differenza di sviluppo, la parte più evoluta finisce con lo sfruttare quella che lo è meno ( 1). Così l'Inghi !terra sfruttò la Scozia; gli Stati del Nord sfruttarono quelli del Sud nella repubblica delle Stelle ; il Settentrione sfruttò il Mezzogiorno d' ltalia. Lo sfruttamento economico in Italia è stato di una ~videnza straor~inaria. Il Mezzogiorno ha pagato imposte in una misura molto maggiore e il Settentrione in una misura molto minore di quello che la rispettiva ricchezza avrebbe consentito. Inversamente lo Stato spese colla sua multiforme attività .molto di più nel Settentrione che nel Mezzogiorno, che pur aveva maggiori bisogni di assistenza nella creazione e nel consolidamento dei fattori d~lla ricchezza e della cultura. Lo stesso protezio01smo doganale non avrebbe potuto dare i bene- ~ci risultati che ha dato nel campo industriale, se 11 Mezzogiorno e le due maggiori isole non avess~ro servito, almeno agli inizii, come campo di sfruttamento, come colonie, del Settentrione. La dimostrazioc.e dello sfruttamento tributario fu iniziata da Maffeo Pantaleoni, fu continuata da Colajanni, fu esaurientemente completata da Nitti. Se Morgari ignora che valore abbia avuto lo sfruttamento industriale chieda notizia ai grandi industriali del Piemonte, della Lombardia e della Liguria ed avrà notizie che lo illumineranno; galantuomo quale lo crediamo egli non tarderà lealmente a confessare che il fallimento dell'unità non va inteso nel senso in cui egli lo ha denunziato. Questo sfruttamento economico fatto dal Nord a danno del Sud d'Italia non è male che sia ricordato oggi, prendendo occasione della imprudenza del Morgari-ricordato oggi, ripetiamo, quando si è iniziata e bene avviata quella politica di onestà che ha dato sinora le leggi per la Basilicata, per Napoli, per la S:udegna, pel Mezzogiorno ; leggi speciali, di cui bisogna essere grati a Zanardelli ed a Giolitti, a Luzzatti ed a Sonnino·- il quale se non altro ha lasciato ad altri l' eredità di alcune - ma che non rappresenta affatto nella parte finanziaria un sacriiìzio ed una generosità del Settentrione, ma una semplice restituzione ed un atto di giustizia. Niente altro! • Quanto abbiamo esposto sinora lascia intendere quale accoglienza per parte nostra può essere fatta alla proposta di costituire l'Estrema in Comitato di Salute pubblica in difesa del mezzogiorno. In un caso solo potrebbe ritenersi plausibile la medesima: qualora in Sicilia e nel mezzogiorno non ci fossero. cittadini o deputati che sappiano fare il (1) Si riscontri il citato discorso cli Colajanni dell' 1I Dicembre 1901.

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