Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 12 - 30 giugno 1907

RIVISTA POPOLARE 317 Giovine Italia, ma in pari tempo caldeggiava la Giovine Eùropa ; che pensava agli Italiani, cui voleva dare una patria, ma che il proprio pensiero volgev.a anche agli Slavi, quando pochi di essi si preoccupa vano . . Garib~l~i eh~ rappresen!a~a l' azio.ne, coll'azione dimostro 1 suoi sentimenti 111ternaz10nali. Furono anzi le sue prime gesta gloriose a difesa della libertà degli altri p~poli, che lo prepararono e gli prepararono fama di grandezza, per compierne di margiori a difesa della libertà e della indipendenza del proprio paese. Prima che egli acquistasse fama imp~ritu1.·a per 1~ difesa di Roma nel 184q, infatti, Garibaldi era divenuto celebre per la difesa dei popoli di origine latina sulle rive del Rio delle Plata. Ion in quello delle romantiche e sentimental~ a~~rmaz~oni verba~i, 11:s nel campo dei fatti, egli prn tardi ebbe_ ag10 d1 mostrare la propria gra1:dezz_a, la sconfi:rnt~ magnanim~tà, l'amore per la liberta e per la 1nd1pendenza d1 tutti i popoli. Com~ egli! pu: .di se.rvire_ il P:Opri? paese e conseguire gli alti 1deah suoi naz1onalt, aveva dimenticato e perdonato sempre le offese dei ,Sabaudi· così del pari per riaffermare i nobili suoi senti~ menti e gl' ideali internazionali Garibaldi dimentica_ che i ma&"giori dolori d~lla sua vita gli era no stati procurati dalla Francia e che nei Francesi aveva incontrati i maggiori ostacoli per la realizzazione del suo ideale più a:to e più persistente: l'unione di Roma all'Italia. Perciò quando eo-li sa eh~ la F:a~1cia ha cacciat<? c?lui che. si pr~parò all assassm10 della repubblica 111Francia coll'assassinio della repubblica di Roma, quando seppe che la guerra della Germania diveniva ingiusta e lesiva della libert_à e della_ indip_en1enza della repubblica restaurata Hl Francia, egli dimentica che Oudinot e i soldati francesi lo avevano scacciato da Roma nel 1849; dimentica che la palla che lo aveva colpito ad Aspromonte era stata fusa per così dire a Parigi e che Re Vittorio Emmanuele Cialdini Pallavicini erano stati gli strumenti' di Euo-e~ia di Montijo, i,1:1P~ratrice dei Franeesi, che n~gavagli Roma e gl 111t1mava morte nel 1862· dimentica che a ~entana in_vece d' i_n_co1:trarsi n~gli scherani e nei mercenan raccogl1t1cc1 del Papa si era imbattuto nei soldati francesi che per la terza volta o-li p_recludono la via_di Roma ... - tutto ciò egli dime°nt1ca e. perdon~, mc_a:nazione sublime del principio della 111ternaz10nahta e delle solidarietà di tutte le nazioni per la difesa della giustizia e della indipendenza delle nazioni; ed Egli storpiato e già avanzato negli anni telegrafa a Gambetta cbe mette a disposizione della repubblica e della Francia ciò che di_lui resta. L'atto fa seguire rapido alla offerta; s'imbarca, a Caprera, sbarca a Marsio-lia corre sui campi di Borgogna dove si combatte~ se~1Zadiscutere, senza 1:eppure sapere in quale posizione egli va a trovarsi d1 fronte a nemici formidabili ed esaltati delle vittorie ininterrotte, accanto ad amici infidi , che male lo tolleravano, lo insidiavano lo invidiavano. ' • (Jo Jess1e White Mario , che lo seguì in Francia, come su tutti i campi di battaglia dal 1860 in poi gli domanda : Generale, che comando avete? Siete capitano di tutti i corpi .franchi o del/' esercito dei Vosgi? E Garibaldi di rimando: Non sono nè l'uno, nè l' altro. Sono soldato della repubblica e ciò JJi basti I E a lui realmente bastava per rinnovare le gesta di guerra che lo avevano reso celebre sui campi di battaglia dell'America e dell'Italia; a lui bastava di essere soldato della repubblica per vedere cadere tra i suoi vite preziose quali quelle di Cavallotti, d'lmbriani, di Perla e di cento altri; a lui bastava di essert soldato della repubblica per assistere al battesi mo del fuoco di Riccioui a Cha tillon , alla brillante carica di cavalleria di Canzio a Prenoìs • _,, l per aggrnngere al serto glorioso delle battaglie di S. Antonio, di Calatafimi, di Milazzo, del Volturno le altre di Pasques, di Talant, di Dijon. Garibaldi non ebbe altro premio, che la soddisfazione interiore di un grande dovere compiuto; ma in Francia come in Italia raccolse larga messe d'ingratitudine se non dal popolo, dai suoi rappresentanti e dai poteri costituiti. I ruraux lo accol- . gono male a Bordeaux. Ma non lo avevano accolto peggio i deputati italiani riuniti a Torino. quando egli perorò la causa dell'esercito meridionale e volle promovere la difesa nazionale? A Bordeaux almeno la grande anima di Victor Hugo s'indignò e il poeta dei Miserabili e della Leggenda dei secoli usci da un assemblea dove non aveva potuto prender posto Giuseppe Garibaldi. E in Italia? .... Garibaldi si era vendicato nobilmente, correndo in aiuto della Francia, delle offese ricevute dalla Francia. Ad altre prove doveva essere posta la sua magnanimità e la sua generosità. G.1:-eirrori della politica italiana, l'avidità del capitalismo, il dc:::it~erio di rifarsi sui deboli delle sconfitte infli l tcgli dalla Germania e di ricostruire male la gh,1 iu milit3re malamente oscurata a Sedan, indusser,;_ i governanti della repubblica francese ad inventare i krumiri, ad invadere ed a sottomettere al protettorato della Francia la Tunisia. L'impresa arrecò un nuovo perturbamento nll'equilibrio del Mediterraneo e fu grave offesa agli ì nteressi dell'Italia che vedeva in quella re~io ne africana, che aveva subito forte l'impronta deUa civiltà latina e che veniva considerata come un appendice dell'Italia ed una colonia nostra anche da uomini alieni dalle conquiste e dalle violenze militaresche, come Giuseppe Mazzini. Vampate d'ira e di sdegno corsero per la penisola e dei sentimenti prevalenti se n'ebbe testimonianza anche negli articoli bellicosi di Alberto Mario, che rimproverò alla monarchia sabauda la sua impotenza e la sua viltà. L' eccitazione degli animi venne portata agli estremi limiti dalla caccia scellerata che venne data agli Italiani in Marsiglia poco dopo in occasione del ritorno delle truppe vittoriose dalla impresa di Tunisi - impresa che a seconda delle diaboliche ma.cchinazioni. di Bismarck doveva distaccare la Francia dall'Italia e dare origini alla Triplice alleanza. Sembrava imminente uno scoppio aperto e bellicoso tra le due sorelle latine. Sopraggiunse allora la ricorrenza di una data, che sembrava la ·più opportuna, la più adatta, per rinfocolare tutti gli odi e tutte le ire tra Francesi e Italiani. Palermo, all'indomani di Tunisi e di Marsiglia, volle festeggiare solennemente il sesto centenario dei Vespri Siciliani e Garibaldi affranto dalle sofferenze fìsiche, Garibaldi che non aveva nascosto la propria indignazione per le ultime male azioni dei Francesi, manifestò la volontà di rivedere Palermo e di assistere alle feste di quel centenario. In quello intervento si vide subito la possibilità· di uno scoppio di entusiasmo popolare, che poteva essere la scintilla che doveva accendere un grande incendio tra Francia e Italia. Se. ne preoccuparono quanti conoscevano la impreparazione militare del nostro paese; se ne addolorarono e tremarono quanti vedevano nella Francia un faro di libertà, che i suoi nemici al di quà e al di là delle Alpi speravano in un conB.itto vedere spento. E tutti s'ingannarono perchè non seppero pene- . trare nella grande anima di Garibaldi. Egli, il fulmine di guerra, va a Palermo, che colle sue ac-

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