Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 12 - 30 giugno 1907

334 Rl VISTA POPOLARE + J.::. R. Wethey: Le ferrovie dell' Afrlca.-Le ferrovie Africane debbono essere considerate da cinque differenti punti di vista: quattro di questi possono essere osservati da chiun.._. que getti un occhiata su una carta ferroviaria del continente. Esse sono poche , non vi sono linee dirette; ci sono tre sistemi principali; e ci sono molti inizii. Ciò che non è altrettanto chiaro; ma è nÒndimeno un fatto, è l'importante piano che dovrà avere il suo sviluppo nell'avvenire. Se questo piano bene architettato non anderà in rovina, l'Africa non sarà fra venti anni , forse anche in meno tempo di ciò , il continente che ha meno linee ferroviarie di tutti. L' America possiede 300,000 miglia· di ferrovie, Ausralasia I 7000, e l' Africa soltant0 1 5000 mentre il Regno Unito solo può vantarne fra 22 e 23 mila miglia sul suo territorio, Il Regno· Unito possiede dunque un miglio di ferrovia ogni cinque miglia quadrati mentre I' Africa, complessivamente, ne ha uno ogni 1 50 miglia di territorio. Il dissenso dei poteri politici e commerciali, tanto quanto la neghittosità, è la causa principale della assenza di grandi e numerose linee in Africa. Prima che ci sieno grandi linee tracciate , bisogna che vasti tratti del territorio sieno nelle mani di una sola potenza, come in Siberia o nel Canadà, oppure che un alto grado di civiltà vi sia stato raggiunto , come in Europa. La verità di questa osservazione è desunta dal fatto, che le sole grandi linee ferroviarie che sieno in Africa sono il risultato 1 ° della occupazione Francese della Algeria e di Tunisi; 20 della occupa - zione Inglese dell'Egitto e dd Sudan; 3° della connessione in:.. glese del Sud Africa. Le ferrovie Tunisine, che sommavano soltanto a sette o otto miglia quando il tratt'ato francese fu firmato nel 1881 ora ammontano a oltre 500 miglia , anzi s'avvicinano con quelle in costruzione a quasi 600, Il materi~le piano futuro per la estensione delle ferrovie Africane è F'rima di tutto il compimento d; quella gigantesca linea che andare, senza interruzione , dal Cairo al Capo , quasi spina dorsale del futuro sistema continentale ddle ferrovie; poi viene il progetto trans Sahariano, che da un punto qualunque del1' Algeria dovrà andare a Tombuctoo ed al lago Tchad; e il progetto trans-pe.iinsolare; ancora quasi nebuloso da Mombasa, e che dovrà raggiungere la costa est dcli' Africa Inglese e voigare poi verso l'ovest attraverso le vie fluviali e dei laghi. Fatta astrazione dalle questioni politiche, che non sono piccole, ne senza importanza, due ostacoli naturali si oppongono allo sviluppo rapid; delle ferrovie in Africa, il giacin{ento del suoio lur.go le coste, la .cui instabilità richiede terrazze, ter rapieni, opere di baluardamento prima che l'interno del territorio possa essere raggiunto , ed il fatto che i due terzi del territorio stanno sotto il trapico. Nel Nata! , per esempio , a sole c,nquantotto miglia da Durban bisogna salire oltre 3000 piedi , e circa ottanta miglia dopo bisogna ancora salire altri 2000 piedi. Molte delle ferrovie del Nata! hanno una pend,mza da 1 su 30 a I su 35 , mentre la pendenza più ripida della London and Western sono di r su 2 2 5 r su· 99 ; e I su 44 queste d~e ultime sulle montagne del Gallese. Non c' è dunque di che sorprendersi che la ferrovia dal Natal abbia costato, per la sua costruzione, L. I 5,000 st. per miglio , che possiamo comparare alle 12,000 per il Canadà, ed alle 9000 per l'Australia. A proposito del secondo ostacolo , un esempio vivido ci. può essere offerto dalla costruzione dell'inevitabile alleato della ferrovia, il telegrafo fra Port Florence (Africa est Inglese) e Intelhe. [nsieme ai costanti fenom~ni metereologici e terrestri che disturbano gli strumenti e l' impianto, ecco come a proposito di altri coeficient i di distruzione si esprime un rap· porto degli ingegneri incaricati del mantenimento della linea. « Le formiche bianche distruggono i pali , alte erbe crescenti rapidamente avvolgono i fili, gli alberi cacciano fra questi i loro rami, o i pali mettono radici e chiudono i fili in spesso fogliame: vacche ed animali feroci aabattono i pali quando sono marci e marciscono rapidamente, gli incen~i dslle praterie danneggiano egualmente i pali ed i fili : una volta un elefante è venuto fuori cfalla brussaglia con un mezzo miglio di filo attorto intornt> alla proboscide, e si è con quello strangolato dopo una lotta disperata, ed una corsa pazza per circa quaranta miglia, verso Usoga ». Nondimeno con molto lavoro, tempo e acccrgimento questi ostacoli possono essere superati. Alcune linee ferroviarie inferiori, che pure in Africa diventeranno indispensabili, possono essere servite da tram vie. Que• ste a loro tempo saranno· utilissime per raccordare e mettere in comunicazione i centri meno importanti con le grandi linee quantunque non si poss~ contare decisamente su esse per lo stabilimento di un vero e proprio sistema ferroviario ; tale quale dovrà sorgefe in Africa se le potenze Europee vorranno che i loro possedimenti Africani arrechino loro tutti quei beneficii di cui sono capaci, e se vogliono che nel continente nero penetri la civiltà. (Practical Teacher, Maggio 30). + Will Crooks: I bisogni dei poved.-C' è, malgrado che le apparenze ed il pregiudizio lo contraddicono, e' è moltct più dignità fra i lavoratori che hanno impieghi fissi con pie - coli salari, che in qualunque altra classe ,di cittadini. Quando essi diventano inabili al lavoro , e non sono in condizioni da essere compresi nelle categorie stabilite dalla legge sugli infortuni del h, voro, lo Stato dovrebbe fare in modo di accordar loro una pensione, indipendente dalla pensione per la vecchiaia. Si potebbe creare un s:stema di Banca per 1 contadini , dalla qualè essi potessero ottenere dei piccoli prestiti , a basso in · tere~5e, quando serie circostanze ve li obbligassero, e dessero loro il diritto di ricorrere. D' al~ra parte in molte altre circostanze normali lo Stato potn::bbe venire in loro aiuto, e l'opportunità dell'aiuto dello Stato cresce ogni giorn<> di più, come per esempio provvedere loro cose i5ieniche a basso prezzo, aria pura, mezzi di locomozione poco costosi ; scuoli superiori serali gratuite o quasi e via di seguito. Ma accanto a questa classe di lavo! a tori che hanno diritto alle maggiori cure dello Stat') , vi sono quelli irrimeJiabilmente cattivi, che sono e rimangono poveri, non già per le cattive circostanze della loro vita, ma bensì per la loro cattiva volontà. Verso costoro lo Stato non ha che un dovere solo, metterli in condizione di non nuocere, col loro cattivo esempio, a tutta la società ; quindi creare per loro le colonie di lav:oro di Stato obbligandoli così a redimersi col lavoro forzato per h sodisfazione delle loro più urgenti necessità. C'è però fra queste due classi di poveri, una il cui trattatamento è più difficile perchè richiede maggiore acume, maggiore pratica per riconoscere nella massa e separare queli che possono riuscire d'una qualche utilità alla società, e perciò sono degni e meritevoli di aiuto, da quelli che non ne meritano alcuno e pe' quali ogni rimedio è superfluo. La ricerca dell'impiego è la quasi unica causa della demoralizzazione. L'impiego regolare è la salvaguardia migliore per il carat tere dell'uomo e lo Stato deve procurare questo impiego. Ma una n1età dei poveri senza lavoro sono tali perchè sono, o furono, fuori del loro posto; diventati spostati. E' non è cosa facile quindi riporli su la buona via. Bisogna che lo Stato trovi mezzo di canalizzare con molta intelligenza le loro facoltà. Si potrebae fare esporre a loro stessi i loro desiderati a proposito di lavoro, le loro tendenze, i lori gusti per avere approssimativamente, una guida all'opera dello Stato. I lavori forniti dallo Stato non dovrebbe essere unicamente un (( Lavoro di sollievo » e per conseguenza inutile. Ci sono molti lavori da compiere e dei quali il paese sente l'urgenza e trar_

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