Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 12 - 30 giugno 1907

RIVISTA POPOLARE 329 non può fare cosa diversa da quella che , per effetto del suo diritto, ha potestà di fari: n. u Il consigliere Vitelli vuole forse dire che la potestà deri - van te da un diritto non implica una podestà di versa da altro e diverso diritto. E invece, non riuscendo a esprimere propriamente il suo pensiero, ricorre a quel viluppo fraseologico da cui si può trarre, a rigor di termini , un' illazione come questa : Io ho il diritto di stare in questa camera , ma appunto per ciò non posso fare cosa diversa da quella che questo mio diritto mi dà potestà di fare. E perciò non posso, poniamo, uscire dalla camere, passeggiare per le vie, salire in carrozza, e nt:ppure, il che è triste, procurarmi una copia della relazione del consigliere Vitelli e ddiziarne il mio i;pirito. No : io non posso uscire dalla sfera del diritto. Pazienza. E procediamo ancora, con permesso. « Il consigliere Vitelli crede che la sola carta francese del I 830 sia servita di modello al nostro Statuto, anzi chiama lo Statuto italiano una copia del!' originale francese. È necessario mettere in luce le inesattezze che si contengono in quest'affermazione ? E ricordare che il nostro Statuto tenne conto, non soltanto della Carta francese del 9 agosto r 830, ma anche della Carta francese del 4 giugno 1814, e di quella belga del 7 febbraio 183 1 , che alla sua volta si era modellata sulla Carta franct:se? e che il nostro Statuto non è copia dell'originale francese, bensì un rrodotto, iu parte anch' esso originale? Sono piccole cose , lo so; ma ecco intanto le grandi ». « Il Vitelli si propone qnesto problema, che può chiamarsi per lui il problema finale, il problema dei problemi : (( E se la Camera non dovesse accusare (Nasi)? ~ Egli intendeva dire: non volesse accusare; ma lasciamo stare, e fermiamoci al contenuto della risposta : (( La ragione di punire non ha a suo fondamento la giustizia assoluta; ma la tutela del diritto: il suo fine immediato è il ristabilimento dell' ordine , e il suo fine ultimo è il bene sociale n. « Quale è il bandolo di questa matassa ? Giustizia assoluta, tutela del diritto, bene sociale: quale connessione è tra questi concetti? qual gerarchia di valori ha inteso di stabilire tra di essi il consiglieri Vitelli ? » <( Felice chi riesce a penetrare nel fondo. Il diritto con la relativa tutela, pare che non abbiano alcuna par~ntela con la giustizia, la quale si presenta al Vitelli soltanto sotto il manto dell'assoluto; e, d'altra parte, l'ordine del relativo bene sociale pare siano bensì in rapporto col diritto e la tutela, ma non conoscono la giustizia Il consigfie Vitelli si spiega; pe~ò, più chiaramente in seguito : sentite se potrebbe essere più esplicito e suggestivo : • Se, pertanto, la Camera dei deputati, decidesse di non più accusare Nasi, significherebbe avere nel suo alto senso politico, ritenuto che il giudizio e la possibile sua condanna (ahi! qui la grammatica ha perduto una gamba !) quantunque consentanei a giustizia, produrrebbero alla società. un danno maggiore di quello che non le derivi dal lasciarlo impunito .•. >> (< La tutela del diritto qui veramente è scomparsa ; rimane la giustizia : ma per semplice termine teorico ». • In compenso, però, vi è la considerazione sul danno mag - giore che verrebbe dal punire il Nasi e sul danno minore che verrebbe dal non punirlo. Eloquentissimo ! e l' (< alto senno 11 della Camera è avvisato. Il Vitelli contiuua : « In tal caso, il fine ultimo della punizione sarebbe raggiunto appunto perchè uon potendosi nel conflitto fra le esigenze della sicurezza sociale ottenere l' ordine completo, l' ordine cui tende il diritto punitivo sta nel disordine minore n. E' incompensabile? Eppure è evidenlissimo: ben inteso per chi vuole capire 11. « Ed ora, prima di finire, chiedo scusa ai lettori. !I mio proposito era di discutere di diritti, di attribuzioni, di criteri, di interpretazione e così di seguito; ma il modo di concepire di argomentare e di scrivere del relatore della Corte di Cassazione, mi ha tratto in altro campo. Di ehi la colpa ? Quello che tutti aspettevamo - una solida analisi giuridica da parte del supremo magistrato - è mancato o, o peggio, ridotto in quello stato di incoercibilità che sfugge ali' esame normale 11. (( On. Orlando: ella ha compiti più gravi di quelli che ha potuto credere finora. Il rinnovamento della magistratura, lo sapevamo è opera difficile; ma immaginava lei la vera realtà? >> Sin qui il Corieredella Sera. Non hò da aggiungere del mio, che questo solo: La Vita, altro giornale di Roma, nè sovversivo, nè avverso ai magistrati e assai equilibrato, da parecchi giorni, affinchè gli Italiani non lo dimentichino, pubblica in prima pagina quella parte dei considerando che ho presentato in grassetto con commenti assai seven. Quelli del giorno 24 sono· i seguenti: (( Abbiamo di::tto ieri qualche parola sulle motivazioni della sentenza pronunziata dalla Corte di Cassazione nel processo Nasi. Ma ci sono cose che superano la più malevola aspettativa n. Però riproduciamo integralmente il passo che segue di quella sentenza : u Se la Camera dei deputati decidesse di non più accusare il Nasi, significherebbe di avere, nel suo alto senno politico ritenuto, che il giudi,rio e la possibile condanna, quantunque consentanea a giustizia, p,·odurrebbe nella societa un danno maggiore di quello che non le derivi dal lasciarlo impunito. In tal can il fine ultimo di punire sarebbe raggiuntJ appunto perchè non potendosi, nel conjUtto fra le esigen:re della rigorosa giusti,ria e le esigen,re della sicurena sociale, ottener l'ordine completo, l'ordine cui tende il dirttto punitivo sta nel disordine minore 11. u Basta esaminere il tentativo di ragionamento che si com pie per conclude,e che si tratta di un vero caso di degenera - zione mentale i,. « Ma simili giudici debbono essere cacciati >>. (< Noi che pur dimostriamo forse una severità che può sembrare eccessiva verso la magistratura, sappiamo bene come ci siano non pochi in essa che per nessun riguardo scriverebbero cose simili. Dunque è per rispétto anche ai giudici valenti che reclamiamo un provvedimento di protesta. ((Ma, comunque, non è immaginabile un paese civile il quale sopporti che dal più alto dei suoi tribunali si professino, sia pure soltanto per deficienza intellettuale :principi simili ». [I professarli costituisce uno scandalo giuridico, un crimine morale >>. (( Bisogna punirli n. << Levando questa protesta noi non seguiamo nessnn impulso di odio contro persone: crediamo di interpretare la onesta voce delle nostre popolazioni. E speriamo che la Ca - mera mostri di ascoltarla ii, Mi associo completamente ai voti manifestati da Luigi Lodi: bisogna punire, bisogna cacciare quei magistrati indegni, i quali arrivano a consigliare di lasciare impuniti i reati!!! Nè in Serbia, nè in Russia, nè a Bisanzio, nè nelle peggiori repubblichette del Centro America

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