286 RIVISTA POPOLARE forte numero di membri dell' Indipendent laboU'r Pa1·ty erano entrati al consiglio municipale di Londra, erano stati ammessi nelle scuole domenicali certi corsi professati dai socialisti. Le recenti elezioni municipali nelle quali i conservatori trionfarono hanno reso possibile ui;i movimento retrogrado assai accentuato. Dopo la revisione dei si-- ste1ui ·in uso nei workhouse; dopo le e.::1pulsionidi certi infermieri da alcuni ospedali, dopo avere troncato certe trattative in corso per alcune rnunicipalizazioni, i conservatori rivedono le bucce alle scuole ed hanno incominciato per proporre la soppressione appunto di quei corsi, secondo loro· troppo liberali, epperò pericolosi. Il " 'l'imes weekly > partito in campagna contro tutto ciò che sa di liberale, e specialmente di socialista, esulta al pensiero che il Consiglio municipale di Londra , tiopprimerà le « cattedre sovversive ;), come l1a già soppressa la facilità deile ammissioni nei workhouse , e :-;i augura che qnei corsi 9-omenicali sieno sostituiti da insegna.nt,i morali ed onesti ( leggi clericali) i quali non insf'gnino a disprezzare le leggi e l'autorità Tutto q uésto è molto bello a dire e a udire: ma se i padri fossero un .po' iuterrogati su questa questione il Poichè i frequentatori di quelle scuole sono, in maggioranza, figli di membri delie 11·ade's Unions più liberali e di membri del!' Indipendent, c'è da supporre che la sostituzione d' un prete ad un socialista non faccia poi molto piacere a tutti, qnantunque il London County Council l'abbia votata. 4° Il bill sull'Irlanda e gli I1·landesi. - Questa tegola del rifiuto del •bill su l' Irlanda da parte degli stessi Irlandesi, non era aspettata, nè desiderata dal governo. In fondo ·Ja questione è che l'Idanda non si contenta di palliativi quando si tratta di riforma politica. Nettamente sir John Redmond,iì capo del Partito Irlandese, lo ha dichiarnto alla recente convenvenzione Nazionale di Dublino. Il progetto di Birrel non basta. N ou basta perchè non contenta nessuno; non basta perchè ment,re dal lato a.rnministrativo presenta riforme che possono anche essere accettate, lascia · impregiudicata ]a questione politica. Lascia, cioè, l'Irlanda, politicamente allo statu quo ante. Ora chiunque ha seguito, e studiai o con un po' d'attenzione la questione irlandese , sa che il perno della discussione è, appunto l'assetto politico dell' Irlanda. Gli Irlandesi vogliono l' autonomia , vogliono l' Home Rule tal quale fu proposto pe1· loro da Guglielmo Gladstone. Vedendo che per alcuni anni dal governo conservatore essi avevano accettato di buon grado i miglioramenti e le riforme economiche largite all' isola, il governo liberale aveva tmpposto che lo spirito nazionalista era, in Irlanda, morto e sepolto; ed aveva sperato che nna parvenza di accomodam.ento politico che non da I1Home rule, ma che largisce qualche concessione sarebbe accettato ron immensa gioia. Invece; invece i 4000 ra.ppresentanti lrlaudesi hanno detto chiaramente, nettamente, entusiasticamente no. No, perchè la loro volontà è rimasta imm11tata, no; perchè accettare il bill per l'Irlanda proposto da Birre] sarebbe chiudersi la possibilità di più ampie rivendi caziorii per l'avvenire; no, perchè l'Irlanda è rimasta quella che era ed è stata, dalla conquista di Oromwel in poi , l'isola che non vuole essere governata come paese di conquista. O l' Ifome 1·ule, dicono gli Irlandesi, o niente. . Ed il governo , probabilmente dirà: niente! Ma la situazione già molto incerta si fa ora difficile assai. Gli Irlandesi sono un gruppo compatto nel parlamento inglese , e fin' ora furono uno dei saldi sostegni del governo liberale: il loro ritiro dalla maggioranza governati va mette in un serio imbarazzo il governo, nè il Bannermann se lo nasconde. Egli ha dichiarato che il governo llon d,Hà per quei:1to, nè per i voti contrarii dei Lord::i le dimissioni, e va bene: ma può esserci obbligato dal gruppo irlandese il quale ritirandogli i proprii voti, mettendolo in minoranza non fa. rebbe altro che ascoltare la voce dei proprii rappresentati i quali dicono francamente: noi dobbiamo essere contrarii ad ogni governo fuori che a quello che all'Irlanda dia l'autonomia: l' Home rule: il vecchio sogno della indipendenza Irlandese. NOI IL Pl{OBLEMDAEIPUNZIONARI Sabato otto giugno si svolsero nella Camera dei deputati le tre mozioni presentate dagli onorevoli Colajanni, Bertolini e Sacchi. Dal fatto che uomini appartenenti a parti diversi vollero presentare delle mozioni più o meno analoghe a quella presentata molto prima dall' on. Colajanni si intravvede la importanza · della sua iniziativa; importanza riconosciuta nel paese e nel mondo parlamentare, perchè tutti comprendono che dalla esistenza di una burocrazia intelligente, onesta, volenterosa dipende il buon funzionamento dei servizi di Stato che si confondono quasi con la intera attività sociale; e tutti sanno quali gravi inconvenienti si sono verificati e quali danni la società ha subìto a causa del malvolere di diverse categorie di funzionari: malvolere eh' è arrivato sino all'odioso e sleale ostruzionismo. Per un capriccio del Presidente della Camera, on. Marcora, lo svolgi mento delle tre mozioni non avvenne secondo l'ordine delle loro presentazione e in conformità delle inveterate consuetudini parlamentari; ma il primo posto venne assegnato all'on. Bertolini, eh' era sicuro di poter parlare per-. chè egli era il relatore del disegno di legge presen• tato dagli on. Massimini e Majorana il 22 dicembre 1906 e col quale si proponeva la modificazione dei ruoli organici del personale delle Intendenze di 6 nanza, delle agenzie delle imposte dirette ce c. Le tre mozioni avevano comune la proposta di perequare le condizioni economiche tra gl'impiegati di vario grado e delle varie classi di tutti i ministeri ; le mozioni Colajanni e Sacchi si differenziavano da quella Bertolini in quanto le prime volevano affidato il lavoro di coordinamento per arrivare alla perequazione ad una Commissione parlamentare di 33 membri - dei quali 11 avrebbero rappresentato i vari ministeri; e l'ultima voleva affidato tale compito al governo. + Non i.ntendiamo togliere valore ai discorsi degli on. Bertolini e Sacchi aflermando che lo svolgimento delle loro mozioni interessò la Camera molto meno di quella dell' on. Colajanni, al quale l' on. Turati volle accordare tutta la sua attenzione, impegnando con lui un vero duello orotorio, nel quale si vide a quali paradossi dovette ricorrere ed a quali contraddizioni andare incontro un uomo della forza dell' on. Turati per darsi il gusto di difendere una causa, che il primo non attaccava. I lettori della Rivista non avranno· dimenticato gli articoli già pubblicati sull' argomento e che prepararono le tre mozioni; ma noi crediamo opportuno riassumere il duello oratorio Colajanni-Turati, che riesce abbastanza istruttivo. La tesi fondamentale dell' on. Colajanni nella discussione parlamentare fu quella sostenuta qu~ stesso principalmente negli articoli pubbli~ati nei numeri del 31 dicembre e 15 e 31 genna10 1907. Egli dopo avere ricordato, in risposta all'o_n. _Berto'lini, che da molto tempo ha proposto migliora- ..
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