RIVISTA POPOLARE 303 Quanto all'orario dall'inchiesta è risultato che la durata del lavoro, compresi i riposi intermedi, ha oscillato nd semestre estivo e nel 74. 1 °/o degli esercizi , fra r 2 e 15 ore , nel 6.9 °lo è stata più lunga di r 5 ore. Nel semestre invernale e nel 61.5 0/ 0 degli esercizi ha oscillato fra 12 e 15 ore, nel 45 °lo è stata più lunga d_i r 5 ore. Sottraendo le pause , la durata del lavoro è stata più lunga di r 2 ore nel 38. r °lo degli esercizi durante l'estate e nel 28.3 °lo durante l'inverno: la durata riel lavoro è più lunga che in altre industrie ma l'influenza dannosa alla salute del 'lavoro prolungato è più che compensata da altre circostanze igienicamente favorevoli. E' da considerare inoltre che in poche grandi macellerie soltanto la durata del lavoru effettivo è pari a quella dell'orario : in gei1ere i lavoratori godono di frequenti int~rruzioni del lavoro. ~IVISTE Flscallsmo ed ilnpiantt idro-elettrici. - Del di - segno di legge, da qualche tempo sottoposto al Senato, per le derivazioni di acque puobliche non si ha ormai più notizia. Ma non sono sopite le legittime diffidenze sollevate nel ceto degli industriali e degl' interessati dalle disposizioni che il disegno contiene. Dopo che Galileo Ferraris ha, con una vera rivoluzione in questa materia, dato alle acque un valore prima sconosciuto e rese possibili le trasmissioni a distanza , è evidente che l,1 posizione economica e giuridica delle acque pubbliche è alterata e rinnovata. Ma non pare che il disegno di legge se ne accorga, giacchè in vece si studia di lasciar intatto lo statu quo , con tuttt: le - contraddizioni che lo adornano e con tutte le incertezze dei Tribunali e dell'Amministrazione. [I disegno, però , ha alcune opportune disposizioni , dirette specialmente a due punti: a dare un compenso agli enti lo- -cali, i quali veggono portarsi via, mediante concessioni ad opifici lontani, le energie derivanti dalle cascate e dai corsi racchiusi nel loro territorio; ed in secondo ad attenuare il pesante vincolo che sulle iniziative private tsercitano le riserve stabilite nel1' interesse dello Stato sulla maggior parte delle fonti di forza idrica capaci di larga utilizzazione in seguito alla famosa circolare ddl' on. Afan de Rivera. Dove il disegno di legge si muove contro la tendenza dei tempi, e danneggia l' industria , è nelle sue disposizioni , im prontate ad eccessivo carattere fiscale. Anzitutto : si propone di concentrare tutto il servizio delle derivazioni nel Ministero del fisco, cioè in quello delle finanze. Non siamo entusiasti dell' attuale ordinamento, che troppo fraziona e scinde fra tre Amministrazioni (agricoltura, lavori pub1blici e finanze) l'aggrovigliata competenza; ma pensiamo che proprio le finanze sono il dicastero meno atto a dirigere il servizio con pronto spirito di modernità. Molti sostengono che l'agricoltura dovrebbe avere libero e pieno potere in materia. · Ed è idea sostenibilissima. Altri (e noi incliniamo a questa soluzione) vorrebbero invece che la preminenza fosse del Mini - stero dei lavori pubblici, tenendo presente la necessità di coorJinan:! il problema delle deri vaz1oni a quello generale delle acgue (sistemazioni, bonifiche, navigazioni, opere fluviali, ecc.) e di avere ad immediata dipendenza un corpo tecnico sufficiente e capace di vigilare ed istruire le domande di conces~ sione. li punto di vista fiscale m materia di derivazioni è ormai superato; e non si può oggidì fare una politica delle acque che basandola su concezioni più moderne e rispondenti ai bisogni del moto industriale, che al carbone bianco domanda la rigeneratrice forza dello sviluppo e della rinnovazione. Ma purtroppo il disegno di legge è troppo preoccupato di fiscalità, e propone di portare da una ad otto lire per cavallo dinamico nominak: i1 canone per le forze motrici iJrauli..:he. Contro ciò principalmente , alzano la voce gli esperti dell:1 vita industriale. Invano si afferma nella relazione al disegno che nella concorrenza dell'energia idro-elettrica con quella termica v'è a favore della prima un margine sufficiente per sop portare tale canone , senza arrecar danno al promettente ri sveglio della nazione. L'affermazione no.1 è confortata da dati di chiara evidenza. E, a parte che è contraddetta da multe competenze autentiche ir: materia, sembra supremamente pericoloso suscitar un nuovo argine contro il libero espandersi delle private iniziative proprio quando la parola d'ordine Jovrc:bbe esser quella di spronare e stimolare il paese nostro a liberarsi dalla servitù economica che ha verso l'estero per il carbone, traendo alimento avvivatore dalle acque corsive che gli ha largito ab bondantemente la natura (Giornale dei lavori pubblici, 5 giugno 1907). ♦ M. S.: La nuova Austria. - Mai elelieni legislative hanno offerto risultati così importanti, così gravi di conseguenze come le ultime elezioni austriache. Esse hanno un valore di rivoluzione. Vale la pena, quindi, di indicare l' interesse triplo e reale che presenterà il nuovo Reichsrath uscito dal suffragio universale: interessse austriaco, austro-ungherese ed europeo. Il sistema mostruoso delle curie inaugurato da Schmerling e miseramente rabberciato da 1 aaffe e Badeni non avrebbe mai permesso alle classi inferiori, le sole attive, di buttar giù un sistema politico che durante quarant'anni ha avvilito la vita politi..:a austriaca e fatto del parlamento l' istituzione più fa Isa e più aperta alla corruzione che mai fu vista. Si sa che colla legge 14 giuguo 1906 5,400 proprietarii, dis ponevano da soli 85 pezzi; 2 r altri pezzi spettavano a 583 membri delle Camere di Commercio; 118 deputati erano ek tti da 380.00 elettori di città; in quanto agli elettori rurali che erano 1,380,000 non nomina vano che I 29 rappresentanti. Servilismo verso i tedeschi, concessioni agli Slavi, ecco in che consisteva la politica di sedicente di equilibro dei gabinetti 1JUstriaci. A favore di una tattica burocratica cl:e si pretendeva liberale ma che era incece impotenza ed inerzia quando non era confusionismo e furberia a favore del divide et impe,·a degli Asburgo il brulicame clericale guastava il campo delle coscienze borghesi anche le più indinate al liberalismo. Ma, mercè lo sviluppo economico sempre crescente una irresistibile propaganJa si spandeva in tutte le officine, in totti i centri commerciali e fino nei più arretrati paesi tiroìesi. Il soçialismo autstriaco seppe pazientemente preparare il terreno pd suffragio universale. La rivoluzione russa e la crisi ungherese precipitarono I' intr0duzione di una riforma per la quale francesco Giuseppe nutriva un non dissimulato orrore. Unicamente allo scopo di (( conci liare » le nazionalità e di regnare in pace la Corona fu docile verso i Gautsch ed i Beck che vollero , a qualunque costo allontanare il pericolo di un frazionamento dell' impero. li rumore assordante dei pangermanisti , il brcntolio dei sociali-cristiani finirono per persuatkre l'Asburgo con la riforma non favoriva un ideale pericoloso, il democ_ratico,. ma l' ideale monarchico. Se i disegni asburghesi dovevano servire al mantenimento dell'unità austriacà, doveva più immediatamente e sicuramente profittare ai sociali democratici. I quali, da dieci nel Reichsrath preq.:dcnte giungono ad un numero più imponente di quello di qualunque altro Parlamento. Non c' è da mera vigliarsi se i candidati soda listi hanno schiacciati gli czechi in I3oemia : la preparazione di quelle masse rimonta almeno a cinquant'anni dietro. Giovani czechi redicali e nazionali-czechi dovevano attendersi il frutto dell'or ganizzazione del proletariato industriale. Perseguendo un programma definito e non postulati etnici che cominciano ad esser
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