Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 11 - 15 giugno 1907

282 RIVISTA POPOLARE nistro per la Pubblica istrnzione dinanzi aJl' Alta Corte di giustizia, non ostante la Est?-ema sinisfra, che ha cominciato ad esplicare la propria corretta azione colle interrogazioni di Turati, non ostante la ripresentazione della· mozione Brunialti - nonostante il bel gesto che sicuramente farà l'on. Nasi appena sarà rientrato nella Camera. E vi rientrerà sicuramente colla elezione del 23 g-iugno, perchè a Trapani l'entusiasmo per Nasi cresce in proporzioni assolutamente pazzesche. + La Co.nrerenza dell' Aja.-Se avessimo anche la più lontana illusione che il cammino della civiltà pflò essere abbreviato della volontà degli uomini , la seconda Conferenza <lell'Aja, ce la farebbe svanire. Al momento in cui andiamo in macchina la conferenza s'inaugura: i lavori per disciplinare la guerra incominciano. Indubbiamente questo è un piccolo passo avanti sn la lunga via da percorrere, nondimeno poco è meglio che niente, ed il fatto stesso di rendere meno micidiale e meno rovinosa la guerra è già qualche cosa a favore della civiltà. Poichè di Conferenza per la pace non è più il caso di parlare. Lo dice chiaramente il programma che la Russia, come iniziatrice presenta alla Conferenza. 1. Migliorare le disposisioni della Convensione relati'va al regolamento pacifico dei conflitti inlernasiona/i per ciò che riguarda la corte arbitrale e le commissioni internazionali d'inchiesta. 11. Introdurre le aggiunte e modificazioni opportune alle disposisioni de/'/a Convensione del 1899 relative alla guerra terrestre, concernenti l'apertura delle ostilità: i diritti dei neutri: l'uso di determinate ar•mi ecc. 111. Compilare una convenzione relaUva a'ile leggi ed agli usi delta guerra marittima concernente: A) Le operasioni speciali quali il bombardamento, per me:Jso aella-fiotta, di porti e città: là posa di torpedini e l'uso in genere delle difese subacquee. B) La trasformasione delle navi di commercio in navi da guerra. C) La propri'età privata dei belligeranti in mare. D) li tempo da accordarsi alle navi di commercio per lasciare i porti neutri o quelli del nemico dopo la apertura delle ostilità. E) 1 diritti ed i doveri dei neutri sul mare: contrabbando di guerra: regime cui sarebbero sottoposte le navi belligeranti nei porti neutri: distrusione per /orsa maggiore dei bastimenti di commercio nrutri considerati come preda di guerra. 1 V. Introdurre nella convensione del 1899 le necessarie aggfante per applicare alla guer1'a marittima i principi· della convensione di Ginevra del 1864. Come si vede la questione della limitazione degli armamenti non vi è compresa e da parte della Germania specialmente si è fatto di tutto perchè la proposta inglese, formulata da Campbell Bannerman nella 1he Nation non fosse presa in considerazione. ~ruttavia, o malgrado che Austria e Germania vi siano opposte, tuttavia sarà discussa. Naturalmente .quei;ta è una di q nelle tesi elegantì che si discutono per il puro, autentico piacere di disc,1terle; unR. specie di lusso del pensiero e della parola del quale, male non può venire certamente, quantunque nou ne veng·a bene. Come dichiarò alla Camera francese il Pichon uon è stato trovato, non è facile trovare e non si troverà la formula precisa per la limitazione, formula che possa contentare tutte le esigenze, dissipare tutti i sospetti; nella qnale dignità, sicurezza e diritto di popoli si possano convenientemente armoni11,zare. E quindi la questione sarà discussa - se lo sarà - accademicamente e non avrà altri risultati che accademici. Questo altre volte dicemmo , uè le n11ove discussioni in proposito sono valse a modificare la nostra opinione. La q nestione è prematura non solo perchè questioni di territorio, o di supremazia politica si oppongono a he la proposta sia adottata, ma altresì perchè essa manca del sustrato economico che le è indispensabile perché posea trionfare. Ogni idea sociale è arrivata a matnrità quando il suo contenuto ideale ha trovato anche il terreno economico per sviluppar::li. Questo fatto è stato completamente negletto del ·Bannermann nel suo articolo alla T e Nation. Arriverà•, certamente il momento in cui gli interessi economici dei popoli saranno identici e collimeranno ( e già lo sviluppo attuale della Società dimostra che questo fatto è nell' avvenire) ma ora come ora, date le nostre condizioni economiche , gli interessi sono assai soventi per non dire quasi. sempre, antagonistici ; la ~onguista del mercato economico è una lotta, e che potrebbe in certi casi , in certi momenti diventare cruenta. Nè la educazione generale dei popoli è tale da fare sperare che Rieno prossimi gli accordi economici fra popolo e popolo, i quali soli avvieranno I' umanità alla pace pratica. Noi siamo ancora al periodo idealisl ico della q uestione, e il parlare delle gravi spese, degli enormi sacrifizi in proposito di armamenti è constatare un fatto vero, ma altre~li - per ora - irrimediabile. Come è dire una cosa giusta e buona e vera quando si all'erma che unanime nei popoli, è il desiderio di pace ma non è logica però dedurre da questa verità che i pericoli, e qualche volta la necessità della guerra, sieno da questo solo desiderio eliminati. Vi sono fatti reali che sono più forti, più imperio,gi del puro desiderio. Ginsto è nell'uomo che traversa sitibondo il deserto, il desiderio di arrival'e alla oasi , ma bisogna eh' egli percorra, assetato, !e tante miglia che ancora ne lo separano. Certo è un fatto che rimarrà notevole nella storia che questa idea abbia potuto essere presentata, per la ricerca della soluzione pratica, alla attuale conferenza del!' Aia; ma è fatto che rimane uel dominio delle idealità storiche: alla realta ci arriveremo più tardi, molto più tardi e per altre vie quando cit è forme economiche differenti - risultanti di maggiore sviluppo di popoli ed educazione sociale - governeranno le masso umane, quando uon i! danno, ma il vantaggio del!' uno o di una parte sarà vantaggio della umanità: e ci arriveremo non per via di conferenze nelle quali e dalle quali ognuno cerca trarre per se il maggior vantaggio, ma perche il mauteuimeuto degli eserciti sarà stato riconosciuto inutile . .Noi siamo dtmque ancora lontani, molto lontani da11' inizio di quel movimento, che dovrà C!ilminare nella abolizione delle armate : nondimeno riconosciamo che, il desiderio espresso dall'Inghilterra, ed accettato dagli Stati Uniti, dal Giappone, dall'Italia, dalla Spagna, dalla Francia, dalla Russia - fra le grandi nazioni -, di discut.ere la prima 1.11odalitàè lodevole, ancorchè prematuro, ed indica che andiamo, sia pm· lentamente verso l' avve• nire sognato dei grandi utopisti. Solo .nell' utopia si trova la immanente verità. + L'Inutilità .... del clero.- Parecchi cornspondenti di giornali italiani hanno osservato da recente che la separazione non desta più alcun interesse in Francia; che il popolo si è adattato tranquillamente, filosoficamente alla sepa1·azione; C'he soltanto pochi uomini sinceramente religiosi, benchè non cattolici, come Paul Sabatier, se ne occupano con calore. E se ne è occupato da recente l'illustre biografo di S. Francesco di Assisi rispondendo come si doveva alle sfuriate irragionevoli e forse non sentite del. Cardinale nord-americano GibbonH. Noi più volte abbiamo espresso la fiducia che il popolo francese avrebbe accolto con indifferenza la sepm·azione e non avrebbe realizzate le sper~nze dei reazionari e delle bigotte amiche di Mon~ignor Montagnini, con violenze ed eccessi rivoluzionari. Lo rilevammo specialmente quando ci occupammo dello scarso

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