Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 11 - 15 giugno 1907

296 RlVl~TA POPùLARr. finanze alle interrogazioni degli on. Malcaugi, latta ed sltri dimostrarono esaurientemente che non è cresciuta l' importazione dei vini francesi e chP, essa si man· tiene in proporzioni assai esigue. È per altre vie che agisce la crisi francese : cioè, facéndo ::;perare ai negozianti che avverranno ulteriori ribassi e perciò astenendosi ·dalle cotupre. Del resto i prod11ttori di vino in Italia dovranno persuaden1i che sara difficile, se il raccolto sara buono, che si mantengano i buoni prezzi attuali. I quali sono tali, che potranno neutralizzare il freno ali' entrata dai vini francesi del dazio di lire 20 all'ettolitro. Se quel dazio non ci fosse la crisi non tormenterebbe la Francia, ma imperverserebbe in Italia! Premesso ciò facciamo uo poco di cronaca del movimeu to nel mezzogiorno della Francia e ferwiamoci un µoco di più :3ulle canse reali che vi hanno determinato la crisi, o che almeno l'hanno resa più acuta. + L' ult-ima riunione dei vitic11ltori francesi a Montpellier raggiunse proporzioni fantastiche: circa ~00,000 francesi vi accorsero dal mezzogiorno <~ furono organ: zza.t,i oltre 300 treni speciali con grande facilità. Fu 1m1:1 vera prova generale di ciò che potranno fare le ferrovie della repubblica nel caso di una mobilizzazione. Con questa agitazione , intanto , comincia un'altra prova politica di non minore importanza: quella dell'azione diretta, come la dcsignci.'·l' Humanité. Dello spirito che regnò nella riunioue si avrà un id'ea dagli emblemi e dalle idcrizioni che portavano in giro i dimostranti. Eccone dei saggi: La fame fa uscfre i lupi dai boschi! Il piombo è in fusione I Ohe si 1·enda giustizia o vi saranno clelle palle nei fucili I Questo è l'ultimo grido I Del sangue se occo1-re! Salutate la 'rivoluzione che passa I Il movimento non ha uno spiccato colore politico. Si era detto che i reazionari vi prepondera vano ; ma l'intervento di Ferroul sindaco socialista di Narbona e di altri socialisti ha eliminato il sospetto. Ferroul ha detto: noi siamo it mezzogi01·no, tutto il mezzogiorno! I socialisti, anzi, hanno cercato di trarre partito dall'a.gitazione per fare dell'abile propaganda. Il loro intervento è simbolizzato dall'insegna in cui sta scritto da un lato: Oggi. Produzione individuale, egoismo , frode, miseria. Dall' altro : Domani. P1·oduzione socialista, solidarietà, probità, benessere. Come il socialismo risolverebbe la grande crisi di produzione non si sa vedere. Forse col rendere obbligatorio il consumo del vino ? Un burlone direbbe che si avrebbe una grande ubbriacatura. · Intanto l'azione diretta si comincia ad esplicare coi fatti : colle dimissioni in massa di tutte le amministrazioni comunali e col rifiuto a pagare le imposte. L'agitazione ha un capo, eh' è un simboio : Marcelin Albert, che per fare passare come un eroe autentico chiamano Mm·ceau - il grande generale della rivo1 uzione. Da principio non si credeva alla serietà di questa azione diretta; ma sono già alcune centinaia le municipalità che non funzionano più per la dimissione dei sindaci e dei consiglieri. I dimostranti sono talmente fanatizzati che erigono forche per impiccarvi i t1·aditori che non volessero essere solidali ~ol movimento. Di più: a Narbona e in altri punti ci sono stati segni di ammutinamento tra i soldati, che dovrebbero mantenere l'ordine. + Alla Camera si è discussa la situazione e contro il mezzogiorno si sono levati i rappresentanti del settentrione ; ma alla Camera non si è riprodotto il calore che si· osserva nel paese. I deputati Camuzet e Plichon, che rappresentano il Nord produttore di zucchero, hanno spiegato la crisi colla sopraproduzione del vino e colla larga coltivazione della vite; ma ie risposte del meridionale Aldy, deputato socialista ci sembrano trionfali e vogliamo riassumerle perchè serv0no o potranno servire - quod deus avertat ! - in I tali a Disse l'Aldy: la superficie coltivata a vite in Francia era nel 1871 di 2 milioni 975 mila ettari; nel 1882 di 2,196,729; nel 1892 di 1,723,459; oggi di: 1,750,000 ettari. Dunque su questo punto non e' è aumento. Non ce n' è nemmeno neila produzione per ettare. Si danno delle cifre fantastiche talora ; ma ìa realtà è molto al disotto. Nel dipartimento del!' Aude, per esempio, la produzione dal 1897 al 1905 ha variato tra 24 e 49 ettolitri per ettaro. Sono ancora istruttive le rifre della produzione complessi va. Prima della filossera dal 1865 al 1869 la Francia produceva una media di 59 milioni di ettolitri di vino, più 3 milion; di ettolitri di vini fini che erano es porta ti. ·Questi 59 milioni ~·apppresentavano il consumo in Fraw~ia del vino francese: e le condizioni dei vignaioli non erano cattive. Venne la film-1serae parve che la vigna in Francia fosse rovinata per sempre. Nondime11O si riebbe; a furia di pene e di sa.critici i vignaioli ricostituirono qudla che credevano essere la loro ricchezza. É diminuito fvr::l\j il co11::iumodel vino? Non pare. Ii consumo è di 71 milioni di ettolitri e la produzione non arriva a 60 milioni ... In que::ite due cifre sta la spiegazione della erisi secondo l' Aldy. È evidente: la fabbricazione dei viui artificiali, del cosidetto vino di Bercy, - sobborgo di Parigi che non coltiva vigna e dove !:;i fabbricano circa 6 milioni di ~ttolitri di vino all'anno! è la causà precipua della sopraproduzione del vino. Questi altri dettagli lo confermano. Il raccolto del 1905 fu deficiente e il prezzo del vino si elevò sino a 30 franchi l'ettolitro; ma ribassò non appena in consegueuza della Conferenza di Bruxelles il prezzo dello zucchero , che serve fabbricazione del vino artificiale o all'alcoolizzazione dei vinelli, discese a L. 25 il quintale. Nel .1904 la produzione del vino si elevò a 66 milioni di ett::ilitri e nel 1905 discese a 57. Il prezzo, qt1indi avrebbe dovuto elevarsi; invece si abbassò da 12 a 17 lire sul mercato di Bercy, perchè lo zucchero ribassò a L. 20; e siccome occorrono 17 chilogr. di zucchero pes fare un vin".> a 10 gradi, il vino naturale ribassò di L. 3,50 per quintale. Cosi avviene che il vino artificiale costando cinque

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