Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 11 - 15 giugno 1907

RIVISTA POPOLARE 295 via, preso il coraggio a due mani, si alzò sul suo tronetto e lesse, a nome dell' Imperato1 e d'AustriaUngheria, -il documento con cui si poneva il veto per tale elezione >>. « Dicono che il Cardinale Rampolla si alzò, pallido, con le mani tremanti , col viso atteggiato ad uno sdegno profondo e pronunciò, con espressione energica, le seguenti parole: - Vehementer doleo de gravi vulne1·e i/lato Ecciesiae libertati: quod autem ad me attinet, nihil gratius, nihil jucundius accidere poterai >>. « Che cosa successe allora nessuno ha riferito. « Un giornale dell'alta Italia affermò che il Cardinale Mathieu esclamò indignatissimo: C' est une enormité !... C' est une enormité ! >> <e Non credo che il Cardinale Mathieu si limitasse a questa semplice esclamazione, so che si verifìcò un incidente assai grave al quale parteciparono parecchi Cardinali riuniti nella Cappella Sistina ,,. Che cosa sarebbe avvenuto se jl Cardinale Rampolla, - come sembrava certo senza il veto che fece da Spirito Santo, dell'Imperatore d'Austria-Ungheria fosse stato posto sul trono pontificio? Il Papato sarebbe caduto nelle mani di un uomo nell'alto significato della parola, di un nemico dell'Italia nuova, che forse ha lo spirito d' lldebrando. Ma la lotta che avrebbe provocato, quell'uomo avrebbe ritemprato il nostro paese, gli avrebbe dato il carattere e l'energia che gli mancano. Invece il successore di Leone XIII fu il Cardinale Sarto, che è l'antitesi del Cardfnsle Rampolls. ♦ Pio X, di CLlÌl'illustre Sabatier dette nella Rivista popolare una interessante silhouette come individuo è innanzi tutto un buon uomo. Il suo carattere, le sue abitudini, la sua vita come li descrive lgnis ardens, con lusso di particolari e di pensieri semplici espressi in uno schietto dialetto veneziano, lo rendono simparico a tutti - anche a me. Egli ha un buon cuore raro, è sobrio, frugale, modesto, umile anzi-gran nemico dell'antico fastoso cerimoniale. Egli ama Venezia; ama la libertà; e chiuso nel Vaticano si sente davvero prigioniero. Ciò che lo rende malinconico talvolta e qualche volta gli procura delle crisi, che si sciolgono in lagrime. Egli non ha avversione alcuna per l'Italia dei Sabaudi, e di questo sentimento il nostro scrittore dà vari indizi eloquenti, il cui elenco potrebbe essere arricchito da parecchi altri. Ma ciò che Ignis ardens non dice chiaramente è questo : che Pio X forse si acconcerebbe benissimo alla mancanza del Potere temporale, purchè l' Italia che egli ama fosse governata rigorosamente coi criteri della reazione più schietta. Ne dette la prova a Venezia nell' alleanza coll' on. Ferruccio Macola. Lo spirito reazionario sospinse così Pio X a preoccuparsi più del lato politico dell'azione del Vaticano anziche di quello religioso. Il fanatismo religioso egli lo spiega soltanto verso i cattolici e punisce e ammonisce più o meno severamente Don Murri, Fogazzaro, il Rinnovamento. Ma agli uomini politici consente che siano irreligiosi, ed accorda il suo élppoggio, purchè siano reazionari. Ciò esplicitamente riconosce Ignis radens ripetendo una osservazione che feci nel 1904 e specialmen te all'indomani delle elezioni di ballottaggio. « Pio X, egli dice, senza nessuna dichiarazione. pubblica che potesse provocare una coalizione anticlericale o un perturbamento qualsiasi nella situazione dei partiti, autorizzò segretamente i clericali a recarsi alle urne e votare a favore di candidati propri o di candidati affini. In certi collegi ove per esempio, un massone mona1-chico si trovava di fi"onte a un repubblicano o a un socialista, i preti ed i frati si recarono con tanto di tricorno e di cocolla a votare per il massone , non foss' altro che a gloria del Grande architetto dell'Universo ,,. (pagina 2 r r ). Ma Pio X appena si accorge che la sospensione del non expedit promove la formazione del blocco liberale, come a Bergamo torna all'atico ... Chi sia Pio X su questo riguardo emerge anche da ciò che Ignis ardens asserisce che si dica di lui nello stesso Vaticano: <e Ha gli occhi rivolti all'Urbe e non comprende che dovrebbe rivolgerli ali' Orbe. Fra poco, oltre i confini d'Italia, s'ignorerà anche tra i cattolici, che il Papa esista >>. Il nostro scrittore, però, non ostante le constatate tendenze conciliazioniste, non ostante le prove che ha dato di quelle tendenze crede che alla conciliazione esplicita ed ufficiale non si verrà mai e che il Vaticano non accetterà i tre milioni e mezzo all' anno che la legge delle garenzie concede al Pontefìce cc perchè il Papa sa bene che il giorno in cui egli diventasse u11 dipendente stipendiato dal Governo italiano, la funzione cosmopolita della Chiesa Cattolica sarebbe inesorabilmente terminata >> (pag. 214). Così credo anche io; e questo è il lato buono che scorgo in mezzo ai tanti cattivi della conciliazione. Penso però, che Pio X, costrettovi anche dalla diminuzione costante dell' Obolo di S. Pietro e dalle relative strettezze finanziarie del Vaticano, accresciL1ta dalle necessità di aiutare la Chiesa di Francia, finirà per prendere tutto o parte dell'assegno anche segretamente e pel tramite del Quirinale o di PalazzoBraschi ..... ♦ A_mio avviso Pio X, privo di una grande mente e dotato di molto buon cuore, finirà col riuscire di danno alla religione e alla poli tic a e accrescerà la decadenza dell'una e dell'altra a forza di compromessi e di transazioni insincere e in decorose. Se ciò avvenisse sì avvererebbe la profezia che avrebbe fatto lo stesso Pontefice quando -era semplicemente cardinale e arcivescovo di Venezia. Narra Ignis ardens che quando la Contessa di Carpegna ventiquattro ore prima che egli entrasse in Conclave gli rivolse parole augurali. - La ga una ben bassa opinion de lo Spirito Santo ! rispose il Patriarca di Venezia. E quando, scartato il cardinale Rampolla, parve sicura la sua elezione a pontefice, il Cardinale Sarto ne rimase sgomentato ed ai Cardinale Lecot che lo confortava disse: « Non comprendono coloro che mi hanno preso di mira che la mia elezione sarebbe la rovina della Chiesa ? In Francia la sua previsione s1 è avverata. Vedremo in Italia. Lo zotico La crisi vinicolafrancese Nel numero precedente rilevammo fugacernento la ripercussione che la crisi vinicola francese potrebbe e forse potrà esercitare in Italia. Di tale ripercussione si hanno i prodromi nel]' aliarme che c' è in Puglia, dove è già avvenuto un ristagno negli affari ed una diminuzione nei prezzi. Laggiù si sono spiegati i due fatti colla introduzione io Italia di vini francesi fortemente alcoolizzati e che servono poi a farne degli altri ; servono cioè per la moltiplicazione non del pahe, ma. degli ettolitri di vino Le risposte date dal sottosegretario di Stato p er 1

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