Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 11 - 15 giugno 1907

292 RIVISTA POPOLARE tori veri e propri dell 1 evoluzione sociale , dà ai fattori fisici una importanza soltanto iniziale , in principio dello ·sviluppo de' popoli, non ne dà alcuna ai fattori antropologici, nd senso dell'antropos.,ciologia, dà la massima importanza ai fattori sociali e soprattutto ali' educazione, intendendo questa in modo cornplt:sso e largo come I' effetto di tutti quanti i fattori so - ciali ii. (< E seguendo il suo buon metodo il Colajanni conforta la sua dottrina di esperienza storica , e come alla fine della prima parte aveva studiate le rassomiglianze fra Roma , Venezia e Inghilterra, la dominatrice antica, la medioevale e la moderna così ora studia quali furono i fattori della grandezza veneta e quali sono quelli della grandezza dell' Inghilterra e degli Stati Uniti ; e dalla storia trae sostegno ai suoi argomenti ii. (( Infine, dimostrata falsa la decadenza delle nazioni latine in genere e del!' Italia in ispede, il Colajanni si occupa di spiP-- gare perchè la Germania in un uguale periodo di tempo progredisse di più dell'Italia: Dimostra come ciò sia dipeso da una quantità di ragioni, condizioni naturali e condizioni storiche, ma niente affatto da una superiorità di razza della pri s·Jlla seconda ». « L'importante e nobile e utile libro del Colajanni ha tro vato in me un lettore già convinto. Soltanto, io do forse più valore alla virtù del sangue. Sta bene che ;resentemente non esistono razze pure. Però, posto, per esempio, il poligenismo ~1011 sarebbe contro il nostro modo di pensare e di sentire, il supporre che esistessero Adami, p.!r dir così, superiori. E oggi possono esservi misure di sangui superiori e inferiori che certamente non bastano a spiegare la superiorità o la inferiorità di un popolo , ma insieme con altri fattori possono contribuirvi ii. (( Bisogna credere ad una certa virtù del sangue, senza tema, e gli Anglosassoni e i Germani vantino la loro .. Vantiamo noi quella del buon sangue italiano i> (E. Corradini. Marr_occo, 1° aprile 1906). Ai nostri abbonati che non fanno la collesi'one della Rivista e che vogliono mandarci il N. 1 dell'anno in corso, daremo in ~ ·cambio un libro del valore di cent. 50 da scegliersi nell'elenco dei libri che diamo in premio a chi procura abbonati. Il PartitoRadicaleItaliano alla -ricerca del. .. suo '' partito ,, Il recente congresso della democrazia radicale a Bologna non è passato fra la generale di!Sattenzione, come avvenne a quelli che lo precedettero negli anni scorsi. Anzi, la stampa ne ba seguito e com~entato le interessanti discussioni, le quali erano ben atte ad appassionare l' opinione pubblica, sia per la palpitante attualità degli argomenti che investirono sia pel valore intellettuale e politico delle personalità che v' interloqmrono. Fin qui i radicali avevano in certa guisa seguito il costume di qualche congresso socialista, nel formulare in astratto il proprio atteggiamento di fronte a grandi problemi concreti della politica dello stato e della vita sociale della nazione - con questa sola differenza: che mentre i socialisti si preoccuparono di porre in armonia - spesso artificiale - le loro deliberazioni sopratutto con presupposti dogmatici molto discutibili ed altrettanto discussi, e assai poco con la circostante realt.à, dell'ambiente, in cui le avr~bbero dovuto esplicare; i radicali si sforzarono, allontanandosi anch'essi dalla realtà, di mettersi d'accordo sopratutto con quella che affermavano essere e la tradizione• del loro partito, consegnata nel e Patto di Roma > e in altri consimili testi sacri. Da questo punto di vista sembra che i radicali abbiano fatto un certo progresso con qnesto loro congresso di Bologna, in cui le -formule sono state poste quasi tutte da parte , per far luogo ad un concetto meglio definito e ad un sentimento meno.. . anacronistico dell' azione di una democrazia radicale in Italia. Non solo; ma mentre nel passato i radicali amavano dispensarsi dalla pena di formularsi un programma veramente e caratteristicamente prop1·io, assumendosi con variabile eccletismo questi e quei singoli postulati dei partiti « affini ~; a Bologna si è affermata - lucidamente in un interessante discorso dell'on. Sacchila tendenza a definire ed a differenziare la natura e i fini della democrazia radicale, svincolandoli dal tradizionalismo e traslocandoli sul terreno dei grandi interessi obiettivi di classe e di ceti, che è il solo atto a dar vita a manifestazioni politiche consapevoli, vitali e concl ude oti. Il merito di questo nuovo senso materialistico della politica radicale, che sorge nelle rovine della ispirazione unilateralmente e sterilmente idealistica, va attribuito in gran parte all' on. Nitti, che pure a Bologna non era presente, o almeno non prese la parol_a - com'era desiderabile - per precisare a tutto vantaggio della politica radicale stessa, questi concetti, svolti ampiamente in un suo libro recente molto discusso e molto apprezzato. In quel suo libro il Nitti ha indicato i gruppi sociali e le corrispondenti categorie di interessi, che devono o dovrebbero comporre in Italia nna democrazia radicale, dettarle un programma e donarle consistenza ed omog11neità, chiara visione e sic11ra ccnsapevolezza delle sue vie e dei !3llOiobiettivi. A Bologna l'on. Sacchi delineò da questo stesso angolo visuale, con rapidi accenni , l' azione radicale in Italia ; ma questa sua manife3tazione pf.r quanto fosse molto applaudita dal congresso, rimase solitaria, perché in generale i radicali italiani non sono ancora politicamente maturi per sentirla e sopratutto per praticarla rimanendo tuttora ligi, per inerzia intellettuale oltrecbè per le stesse condizioni generali del!' educazione politica italiana , a quella forma generica più o meno accentuata di liberalismo, che ancora molti credono possa bastare a conferire modernità ad un partito o ad una determinata corrente politica. + A Bologna, dun1ue, la democrazia radicale non è riuscita ~ trovare un e programma• definitivo e veramente suo ; ma sottoponendo al suo .esame quasi esclusivamente le grandi questioni dell'attualità politica italiana (riorganizzazione dei servizii pubblici - politica ecclesiastica - politica estera e militare - questione meridionale ed insulare - riforma tributaria, ecc.) ha mostrato di cercarlo ove davvero risiede ove potrà raccoglierlo e farlo suo. Perchè - occorre dimostrarlo? - il comi:iito della democrazia radicale consiste nella democratizzazione dello Stato, nella formazione di un ambiente pollticamente ed economicamente disposto e capace di assecondare lo sviluppo di tutti gli elementi della prosperità nazionale-la mussima libertà e la massima produzione !

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