Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 11 - 15 giugno 1907

RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONE COLAJANNI (Deputato al Par1amento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese ' Italia: anno lire 6; semestre lire 3,50 - J~Sijero: anno lire 8; semestre Un numero separato Cent. 30 lire 4,50 i\mministrazione: Corso Vittorio Emanuele, n.0 115 - NAPOLI Auno Xlll-Num.11 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 15 Giugno 1907 Preghiamo vivamente i nostri abbonati ai quali è scaduto l'abbonamento a fine dicembre. di volersi mettere al più presto in regola coll'amministrazione. - Li preghiamo inoltre di non includere danaro nelle lettere, semplici o raccomandate non essendo sicuro - e lo sappiamo per prova - questo mezzo di trasmissione. SOMMARIO: Gli avveulnaentl e ~Il nomlnl: Noi: ( Il caso Nasi - La Confen:nza dell' Aja - L'inutilità ..... del clero - La tassa sulle aree fabbricabili e l'articolo del Prof. Siotto Pintor. - L'assoluzione di Ferrer e la condanna di Nackens - Dell'ultimo atto brigantesco dello Czar -- Gli scandali della Corte imperiale germanica - Il partito repubblicano in Ispagna - Pel ritorno alla terra in Inghilterra - Cose Inglesi). - La Rivista : Il problema dei funzionari - O.r Napoleone Colajanni: I primi passi per la epurazione della magistratura - Latini ed Anglo sassoni di N. Colajanni (I giudizi)- Francesco Ciccotti: Il Partito Radicale Italiano alla ricerca del... suo (( partito n - Lo Zotico: Pio X- Noi: La crisi vinicola francese - Sergio de Pilato: La coppia geniale-Dal ((Bollettino italiano dell'ufficio del lavoro >l (maggio)- lti vista delle JU-v1ste:.- Fiscalismo e gli impianti idro-elettrici (Giornale dei lavori publici)-- La nuova Austria (Le Courrier Européen,) - Il nostro dovere in Cuba (North A.merican Review) - Inchiesta sull'alimentazione a buon mercato (Le musée socia/) - L' inumano sistema carcerario in Inghilterra (Pali Mail Magazine) - Se fosse un'altra ribellione (Hindostain Review) - Recensioni. 6LI ftVVENIMENTI e 6LI UOMINI Il caso Nasi.- È quello che i grandi medici chiamano un bel caso - cioè un caso intrìcato ed oscuro, che non si presta ad una facile diagnosi , ma che invece conduce ad una prognosi infansta - come si dice in linguaggio medico - quoad valitudinem, se non quoad vitam. Vediamo. Saporito accusa come relatore dei consunti vi l'ex ministro Nasi di parecchi reati contro la proprietà dello Stato ; la Camera fa esaminare l' accnsa dalla Commissione presieduta dall'on. Raffaele CappeJli e questa propo.n._edi deferirlo ali' autorità giudiziaria come nn qualsiasi cittadiuo reo di un delitto comune. Questa decisione acquista il suo significato: 1 ° dal rigetto dell'ordine del giorno, presentato dell'on. Brunialti, che proponeva di rinviarlo al Senato costituito in Alta Corte di Giustizia; 2° dalla massima stabilita dalla Suprema Corte di Cassazione colla sentenza del 24 aprile 1895, sul ricorso Giolitti contro la sentenza della Sezione di accusa preHso la Corte di Appello di Roma 6 marzo 1895 c'ie affermava la competenza del1' autorità giudiziaria a conoscere dei reati, dei quali egli era accusato. Allora la Cassazione stabili che secondo l'art. ,17 dello Statuto la Camera ha il diritto di accusare i ministri e l' articolo 67 che i ministri sono responsabili: è chiaro, disse la Cassazione, essere di cognizione dell' Alta Corte tutti i reati di cui i ministri debbono 1·isponde1'e come ministri , vale a dire tanto quelli che provengono da un abuso del potere ministeriale , e che perciò non potrebbero commettersi da chi non è miniftro, quanto quelli che considerati isolatamente in sè stessi , possono bensi commettersi eziandio da chi non è ministro , ma siano cagionati da un movente politico , o siansi commessi come mezzi a fine politico. « Tutti gli alti-i reati nulla avendo che fare colla qi1,alità di ministro, e coll' ese1·ciziodel potere politico sono 1·eati non del ministro ma dell' uomo, e soggiacciono alla giurisdizione dei tribunali ordinari » ..... Su per giù le stesse distinzioni tra reati di cui si deve rispondere come ministri e degli altri dei quali si deve rispondere come uomini·si trovano nella sentenza dello stesso giorno e contro lo stesso Giolitti e nell'altra del 12 novembre 1897 sul ricorso Crispi contro la sen-· · tenza della Sezione ài accusa presso la Corte di Appello di Bologna del 6 luglio 1897 nella· causa Favilla. La Suprema Corte di Cassazione nel caso Nasi ha riconosciuto, contro il parere della Camera dei Deputati, che i reati attribuiti all' ex ministro della Pubblica istruzione sono 1·eati ministeriali, che perciò devono essere giudicati non dall' autorità giudiziaria ordinaria, ma dal Senato· costituito in Alta Corte di Giustizia. La Corte di Cassazione avrà potuto giudicare bene o male se i reati di· cui viene accusato Nasi siano o non ministeriali; ma essa ha confermato le massime precedenti ed ha voluto far comprendere che tutti i reati commessi da un ministro sono reati ministeriali. Essa non vuole seccature e fa comprendere ai Deputati che debbono essere loro a sbrigarsela in una ai senatori della delinquenza dei ministri -- fosse tssa la più bassa e la più volgare e che nulla ha che vedere colla politica. La Cassazione, ora, come nei precedenti casi nei quali entrò la politica , segue la politica di Pilato, messa alla berlina col sogno attribuito da Ugo Ojetti al Comm. Oronzo Quarta. Qualche cosa di speciale , però, e' è stato nel caso Nasi. Nel 1895 e nei 1897 la Cassazione decise sul caso Giolitti e snl caso Crispi dopo pochi mesi. Nell'ultimo vi ha impiegato circa tre anni ..... Non aveva fretta per continuare ad applicare il cennato sistema di Pilato: quello di lavarsene le mani. Quest'ultima sentenza, intanto, ribadisce nel pubblico il giudizio comune che si ha sull'onnipotenza dei ministri, ai quali è lecito di fare tutto ciò eh' è proibito agli altri miseri mortali. E questo risultato dal lato morale è pessimo. Il giudizio avrà ulteriore conferma. quando , com' è probabilissimo, con un ordine del giorno qualsiasi nel caso Nasi, come nel caso Giolitti e nel caso Crispi la Camera1 p1·0 bono pacis, si rifiuterà a rinviare l'ex mi-

282 RIVISTA POPOLARE nistro per la Pubblica istrnzione dinanzi aJl' Alta Corte di giustizia, non ostante la Est?-ema sinisfra, che ha cominciato ad esplicare la propria corretta azione colle interrogazioni di Turati, non ostante la ripresentazione della· mozione Brunialti - nonostante il bel gesto che sicuramente farà l'on. Nasi appena sarà rientrato nella Camera. E vi rientrerà sicuramente colla elezione del 23 g-iugno, perchè a Trapani l'entusiasmo per Nasi cresce in proporzioni assolutamente pazzesche. + La Co.nrerenza dell' Aja.-Se avessimo anche la più lontana illusione che il cammino della civiltà pflò essere abbreviato della volontà degli uomini , la seconda Conferenza <lell'Aja, ce la farebbe svanire. Al momento in cui andiamo in macchina la conferenza s'inaugura: i lavori per disciplinare la guerra incominciano. Indubbiamente questo è un piccolo passo avanti sn la lunga via da percorrere, nondimeno poco è meglio che niente, ed il fatto stesso di rendere meno micidiale e meno rovinosa la guerra è già qualche cosa a favore della civiltà. Poichè di Conferenza per la pace non è più il caso di parlare. Lo dice chiaramente il programma che la Russia, come iniziatrice presenta alla Conferenza. 1. Migliorare le disposisioni della Convensione relati'va al regolamento pacifico dei conflitti inlernasiona/i per ciò che riguarda la corte arbitrale e le commissioni internazionali d'inchiesta. 11. Introdurre le aggiunte e modificazioni opportune alle disposisioni de/'/a Convensione del 1899 relative alla guerra terrestre, concernenti l'apertura delle ostilità: i diritti dei neutri: l'uso di determinate ar•mi ecc. 111. Compilare una convenzione relaUva a'ile leggi ed agli usi delta guerra marittima concernente: A) Le operasioni speciali quali il bombardamento, per me:Jso aella-fiotta, di porti e città: là posa di torpedini e l'uso in genere delle difese subacquee. B) La trasformasione delle navi di commercio in navi da guerra. C) La propri'età privata dei belligeranti in mare. D) li tempo da accordarsi alle navi di commercio per lasciare i porti neutri o quelli del nemico dopo la apertura delle ostilità. E) 1 diritti ed i doveri dei neutri sul mare: contrabbando di guerra: regime cui sarebbero sottoposte le navi belligeranti nei porti neutri: distrusione per /orsa maggiore dei bastimenti di commercio nrutri considerati come preda di guerra. 1 V. Introdurre nella convensione del 1899 le necessarie aggfante per applicare alla guer1'a marittima i principi· della convensione di Ginevra del 1864. Come si vede la questione della limitazione degli armamenti non vi è compresa e da parte della Germania specialmente si è fatto di tutto perchè la proposta inglese, formulata da Campbell Bannerman nella 1he Nation non fosse presa in considerazione. ~ruttavia, o malgrado che Austria e Germania vi siano opposte, tuttavia sarà discussa. Naturalmente .quei;ta è una di q nelle tesi elegantì che si discutono per il puro, autentico piacere di disc,1terle; unR. specie di lusso del pensiero e della parola del quale, male non può venire certamente, quantunque nou ne veng·a bene. Come dichiarò alla Camera francese il Pichon uon è stato trovato, non è facile trovare e non si troverà la formula precisa per la limitazione, formula che possa contentare tutte le esigenze, dissipare tutti i sospetti; nella qnale dignità, sicurezza e diritto di popoli si possano convenientemente armoni11,zare. E quindi la questione sarà discussa - se lo sarà - accademicamente e non avrà altri risultati che accademici. Questo altre volte dicemmo , uè le n11ove discussioni in proposito sono valse a modificare la nostra opinione. La q nestione è prematura non solo perchè questioni di territorio, o di supremazia politica si oppongono a he la proposta sia adottata, ma altresì perchè essa manca del sustrato economico che le è indispensabile perché posea trionfare. Ogni idea sociale è arrivata a matnrità quando il suo contenuto ideale ha trovato anche il terreno economico per sviluppar::li. Questo fatto è stato completamente negletto del ·Bannermann nel suo articolo alla T e Nation. Arriverà•, certamente il momento in cui gli interessi economici dei popoli saranno identici e collimeranno ( e già lo sviluppo attuale della Società dimostra che questo fatto è nell' avvenire) ma ora come ora, date le nostre condizioni economiche , gli interessi sono assai soventi per non dire quasi. sempre, antagonistici ; la ~onguista del mercato economico è una lotta, e che potrebbe in certi casi , in certi momenti diventare cruenta. Nè la educazione generale dei popoli è tale da fare sperare che Rieno prossimi gli accordi economici fra popolo e popolo, i quali soli avvieranno I' umanità alla pace pratica. Noi siamo ancora al periodo idealisl ico della q uestione, e il parlare delle gravi spese, degli enormi sacrifizi in proposito di armamenti è constatare un fatto vero, ma altre~li - per ora - irrimediabile. Come è dire una cosa giusta e buona e vera quando si all'erma che unanime nei popoli, è il desiderio di pace ma non è logica però dedurre da questa verità che i pericoli, e qualche volta la necessità della guerra, sieno da questo solo desiderio eliminati. Vi sono fatti reali che sono più forti, più imperio,gi del puro desiderio. Ginsto è nell'uomo che traversa sitibondo il deserto, il desiderio di arrival'e alla oasi , ma bisogna eh' egli percorra, assetato, !e tante miglia che ancora ne lo separano. Certo è un fatto che rimarrà notevole nella storia che questa idea abbia potuto essere presentata, per la ricerca della soluzione pratica, alla attuale conferenza del!' Aia; ma è fatto che rimane uel dominio delle idealità storiche: alla realta ci arriveremo più tardi, molto più tardi e per altre vie quando cit è forme economiche differenti - risultanti di maggiore sviluppo di popoli ed educazione sociale - governeranno le masso umane, quando uon i! danno, ma il vantaggio del!' uno o di una parte sarà vantaggio della umanità: e ci arriveremo non per via di conferenze nelle quali e dalle quali ognuno cerca trarre per se il maggior vantaggio, ma perche il mauteuimeuto degli eserciti sarà stato riconosciuto inutile . .Noi siamo dtmque ancora lontani, molto lontani da11' inizio di quel movimento, che dovrà C!ilminare nella abolizione delle armate : nondimeno riconosciamo che, il desiderio espresso dall'Inghilterra, ed accettato dagli Stati Uniti, dal Giappone, dall'Italia, dalla Spagna, dalla Francia, dalla Russia - fra le grandi nazioni -, di discut.ere la prima 1.11odalitàè lodevole, ancorchè prematuro, ed indica che andiamo, sia pm· lentamente verso l' avve• nire sognato dei grandi utopisti. Solo .nell' utopia si trova la immanente verità. + L'Inutilità .... del clero.- Parecchi cornspondenti di giornali italiani hanno osservato da recente che la separazione non desta più alcun interesse in Francia; che il popolo si è adattato tranquillamente, filosoficamente alla sepa1·azione; C'he soltanto pochi uomini sinceramente religiosi, benchè non cattolici, come Paul Sabatier, se ne occupano con calore. E se ne è occupato da recente l'illustre biografo di S. Francesco di Assisi rispondendo come si doveva alle sfuriate irragionevoli e forse non sentite del. Cardinale nord-americano GibbonH. Noi più volte abbiamo espresso la fiducia che il popolo francese avrebbe accolto con indifferenza la sepm·azione e non avrebbe realizzate le sper~nze dei reazionari e delle bigotte amiche di Mon~ignor Montagnini, con violenze ed eccessi rivoluzionari. Lo rilevammo specialmente quando ci occupammo dello scarso

RIVISTA POPOLARE 283 . effetto prodotto dal!' nscita del Cardinale Richard dal suo palazzo arcivescovile di Parigi, teatralmente predi8posta ed organizzata. Oggi troviamo uno stelloncino di gusto lette·rario politico filosofico nella Revue <!,e lei Quinzaine del Mm·cm·e de France (1 ° giugno) che ci conferma nel nostro giudizio .. E' intitolato: n clero; e dice: « Il popolo di Francia « sta per fare nna curiosa esperienza, quella della « inutilità del çlero. In una piccola parecchia rurale ~ il clero fa sciopero e si rifiuta di ·assistere ai sep- « pellimenti: il popol~ suona esso stesso le campane. « Ad Orleans , esempio immenso , il clero si astiene « dalle feste di Giovanna d'Arco, e le feste non sono e Rtate mai più belle, ineglio riuscite, più commoventi; « anche l'elemento di durezza, quasi di dolore, rape presentato dai preti, essendo eliminato, una gioia « inusata si è sparsa per la città, ricordando le gioie e di altri tempi, quando i µreti sapevano ben cantare e la prosa dell' asino e cousacrare il Re dei pazzi. I e preti non sanno più che gemere sui loro pri vjlegi. « aboliti, ~mlle anime che loro sfuggono, sulle volontà « che si ribellano contro la loro tirannia. > e Se una specie di stato eretico si formasse in Fran- « eia , esso sarebbe mo! to di verso da ciò ·~he si vide > nel secolo XVI. Si vedrebbe , non la riforma del 1 clero, ma. la sua abolizione. Nelle campl'lgne speeial- « mente, dei preti (cle'rcs) di ordine inferiore baste- « rebbero: dei cantori , dei bedaux. Le chiese diver- « rebbero dei musei spirituali. L'antica gerarchia ecc clesiastica aveva dei portieri ; il curato non è più, « pel popolo, che un portiere. » Quali sono stati i fattori di un sì benefico risultato? Due, tra i principali: la sapiente cedevo]e7,za di Briand e la intransigeuza di Pio X. E che sia benedetta. sovratutto, la intransigenzR del Vaticano! + La tassa sulle aree fabbricab_ili e l'articolo del Prof. Siotto Pin.tor. - L' articolo dd nost.ro chiarissimo collaboratore, che in que::,ti giorni è stato nominato Presidente dell' associazione tra gli insegnanti nelle Università libere, ha ottenuto un grande e merit11to succes::io. Fu se?;nalato nell'interessante Rivista delle Riviste del Gionwle d' ltalin e fo anche saccheggiato da altri giornali, che lo riprodus:lero più o meno integralmente senza citare nè l'Autore, nè la Rivista dalle quale era tolto. Cose solite. Tra coloro che plaudirono alle idee svolte dal Prof. M. Siotto Pintor ci fu uno dei più autorevoli cultori della Scienza delle Finanze, il Prof. Luigi Einaudi che insegna nell'Università di '11orin0. Riproduciamo la Hna lettera, non per soddisfazione di vanità che l'amico nostro non sente, ma percbè il giudizio dell'Einaudi, che· rincalza quello del Siotto Pintor può esercitare qualche benefica influenza prima che la legge venga definitivamente approvata. Eccoìa: Caro Professore Colajanni, Ho letto sulla Rivista popolare il bell'articolo di SiottoPintor su quella turlupinatura che è la proposta di aumento dell' 1 al 3 °/ 0 della tassa sulle aree fabbricabili, conte.nuta nel disegno di legge Provvedimenti pe1· Roma. Siotto• Pmtor ha ragioni da vendere nel dirt: che l'imposta non produrrà effetti di sorta quanto alle costruzioni. Un'aggiunta della Commissione quanto ai termini dell'espropriazione ha cambiato un po· il problt::ma quanto alla possibilità di vaste speculazioni edilizie; ma oso dire che l' aggrnnta deila Commissione è tale una enormità ed una contraddizione col concetto della tassa che nulla più. Forse voi avrete lt!tto sul Corriere della sera due miei artico'li nei quali cercavo di dimostrnre che la imposta, così come si propone, è ingiusta, favorisce la costruzione di case signo1·ili e danneggia la costruzione di case popolari; e indicavo anche i metodi più opportuni di tassazione. Ma che vale scrivere? Peggio che nit.:nte. Vogliatemi credere vostro cordialmente L. Einaudi. L' assoluzione di Ferrer e la condanna di Nackens. - Il telegramma che annunzia l'l'l.ssoluzione di Ferrer è di una grande importanza perchè esso insegna che ci sono dei giudici anche .... in Ispagna. Più che nn trionfo della libertà di pensiero è un trionfo della giustizia e la dimostrazione piena che i famosi documenti presentati dall'accusa contro Ferrer erano, come fu annunziato subito, falsi. Con ciò si vede che i gesuiti lavo1·arw in Ispagna come in Francia.. Ma N ackens, Ibarra e Mata, i repubblicani avversari degli anarchici, furono condannati ad otto anni di prigione. Nessun dubbio sulla colpabilità di Nackens, il repubblicano. generoso e cavalleresco ; ma quella degli altri due, specialmente d'Ibarra, è stata una vera iniquità. Si afferma che seguirà rapida la grazia; e gioverà più alla monarchia che ai condannati. + Dall'ultimo atto brigantesco dello Czar che ha sciolto per la secouda volta in 11.n anno !a Donma non abbiamo tempo di occuparci ora. Al Numero venturo. + Gli scandali della Corte imperlale germanica. - A dir vero sembra che l'amicizia dell' Imperatore di Germania porti sfortuna. Era opi lì ione CO· muuememente diffusa che il principe Bùlow s'avviava piano pi ano alla liquidazione , e già nei circoli bene informati si facevano i nomi del probabile successore nel barone Tschirschky o nel generale Hellemuth von Moltke , quando ·ecco scoppiare lo scandalo della Tavola Rotonda. Harden nella Zukunft a parole velate per il grosso p11bblico ma chiare come lettere di scatola per i circoli bene informati ha raccontato una serie di tentativi bene condotti per rovesciare Bùlow. E fin qui il male sare_bbe assai relativo: si sa che le camarille di Corte passano tutto il loro tempo a. ordire intrighi per attuare il proverbio famoso: levati di là, ci vo' star io. Harden però non si è limitato ad accusare il principe di Eulemburg ed i suoi amici di circuire l' Imperatore di Germania e di essere essi i res~oi:isa?ili di quel cattivo governo per8onale del quale s1 fa rimprovero all'Imperatore. Egli - che aveva detto. di aver grato non lo obbligassero a scendere a pa1·t1colari personali - vedendo che i due generali Moltke. ed Hellem ·1th erano , anche dopo gli attacchi di carattere politico, più irremovibili di prima , ha messo carte in tavola, e lo SJandalo hd. preso le propo_rzioni di una seria difesa della morale gravemente compromessa da quei signori e dal principe di Eulemburg, il caldo•sedente Phili, loro ca po e protettore. E l'Imperatore di Germania ha dovuto naturalmente buttare a mare i commensali ed amici. La posizione di Bùlow n' esce rafforzata, e il mini• stro degli esteri, il taciturno Tschirshky, è in vacanza ' a rischio di rimanerci per un pezzo. Harden fa capire chiaramente ( poichè ora anche ciò che era oscurissimo nella Zidcunft diventa chiaro come il sole) fa capire chiaramente che il pallido barone soleva partecipare alle sedute spiritiche, ed ai pranzetti intimi dei caldo-sedenti signori. Ohi ci fa, nella faccenda una magra figura è l'Imperatore di Germania. L' idolo si sgretola e si sgretola male. Si sa che, nelle alte classi tedesche certe psicopatie sessuali sono assai diffuse, anzi un certo tempo fa, fu pubblicato un libro a Berlino che, sotto colore d'arte e ài scienza, difendeva e magnificava certe abitudini ch1,, bene a torto sono chiamate socratiche. D' altra parte i malati d' inversioni 13ono- in .Germania - molto diffusi e nelle alte classi la cu1·a, o il sedativo, della malattia sono praticati con insolito ardore ; ma.

284 RIVISTA POPOLARE l'Imperatore di Germania era, e rimane, al disopra della supposizione che Alcibiade faceva per Rocrate (Vedi Il Banchetto). Soltanto è disgraziatissimo nella scelta dagli amici. Chi non ricorda per citare un affaretto recente la morte del suo caro amico Krupp, egli pure caldo-sedente a Capri ed altrove? Ci fu allora un piccolo - chiamiamolo battibecco - fra Guglie I mo e Be bel eppoi - naturalmente, l'amico era morto - fu tirato il velo pietoso sul passato ; ora ecco tutta una infornata di amici dell' Imperatore che a loro volta si fanno scuoprire k1·uppeggiantì. La faccenda comincia a diventare curiosa : curiosa e spiacevole per il popolo te desco, il qualE\ ha saputo dalle rivelazioni di Harden che la Germania era in realti governata da codesti signori i quali possedevano: ambo.le chiavi del cuor .. . di Guglielmo. Ora l'imperatore gli ha mandati a spasso; ha fatto, come si dice in Italia, un ripulisti : ma quelli che succederanno loro porgeranno poi a loro volta a Bebel o Harden materia a discorsi e ad articoli? Il fatto è che la Germania è governata male. Allo Impera tor e è stata concessa dal popolo troppa facoltà di governare a m.odo suo ; e poichè un uomo sempre rimane uomo, anche quando è imperatore non ci è da meravigliarsi ee di tanto in tanto si scuopre che i veri governanti della Germania sono i suoi amici, e se essi sono ... quello che sono. La disgrazia sta nell' Imperatore ; il male però sta nel sistema e non sembra che il popolo tedesco si dia per inteso di mettervi ordine, introducendo quelle certe garanzie, che limiterebbero il potere dell' Imperatore senza danno per alcuno e non che per tutti per l'Imperatore stesso, cui pesa su le.spalle anche la disgrazia di non sapersi scegliere gli amici. Guaio grave per uo uomo che vuol essere condut- ~ore di popoli. + 11 partito repubblicano in Ispagna. - Alfredo Naquet nella Petite republique (1 giugno) pubblica un articolo sul partito repubblicano spagnuolo che crediamo utile riassumere. Il 26 maggio nella sala del Fronton avvenne una grande riunione, di più di 6000 persone per intrattenersi della riorganizzazione del partito dopo che si era liberato dalla dittatura di Salmeron. Tra i discorsi tenuti i più vigorosi furono quelli di una donna, Consnelo Alvarez Violetta, e del vecchio Ernesto Garcia .Ladevéze, il compagno di esilio di Ru-iz Zorilla. Ladevéze criticò fieramente Salmeron che si era unito al partito della Solidarietà catalana, eh' era separatista e reazionario ed ispirata dal Deputato Mella, il rappresentante più autorevole del carlismo. Sul colore di tale partito non può sorgere dubbio: ha avuto la benedizione di Pio X. Salmeron , intanto, dopo avere àato le dimissioni da· capo del gruppo parlamentare repubblicano, - nel quale posto fu S'.>dtituito dal deputato Muro - ha convocato una riunione pel 23 giugno onde rendere conto del suo mandato. Ladevéze. nel suo interessate discorso con forma sobria e netta espose così i sentimenti del!' Assemblea: « La repubblica che noi vogliamo istit11ire non è una ., semplice forma politica. Noi non vogliamo limitarci « a stabilire una monarchia senza monarca ,, . « Il nostro secolo ha un grande problema da riso!- « vere, il problema del proletariato, che nella società e moderna rappresenta ciò che era la schiavitù nele l' antica ,, . L' Assemblea adottò il segnente programma come base alla ricostituzione del partito : 1. La repubblica come forma di governo; 2. La rivoluzione come mezzo per arrivare alla repubblica senza escludere la cooperazione delle lotte elettorali ; 3. L'autonomia iddividuale, municipale e provinciale nei limiti della sovranità nazionale; 4. La secolarizzazione dello stato ; 5. La soppressione dei monopoli e delle imposte di consumo; 6. Un ministero del lavoro ad ampie riforme di carattere sociale in favore degli operai; . 7. Istruzione militare obbligatoria con soppressione della coscrizione e dell' iscrizione marittima e riorganizzazione del!' esercito su basi democratiche ; 8. Costituzione di una grande assemblea generale definitiva e di una giuuta suprema esecutiva amovibile e responsabile. Il movimento repn bblicano non si rifà vivo soltanto in Ispagna ; ma anche nel Portogallo, dove l' inco::;tituzionalità brutale del semi-sabaudo Re Carlo lo fa- . ' vorisce mo! tissimo. • Pel :ritorno alla ter:ra in r nghilterra. - Nel numero precedente abbiamo mostrato q nal i sarebbero le con8eguenze per l'agricoltura italiana se la produzione del vino non fosse protetta fortemente contro la possibile invasione del vino francese 1 spagn110lo e greco. Oggi dobbiamo rilevare un altro fatto, che viene a confermare sempre più la convenienza del protezionismo agn1,r10. In Inghilterra - come del resto un pò dapertutto -- da sessant'anni in qua c' À un formidabile movimento migratorio delle campagne verso la città, dall' agricoltn ra alle industrie. Il movimento ininterrotto hSl prodotto lo spopolamMto completo delle campagne che è stato descritto da Colajanni. nel libro: Pe1· l' Economia nazionale e pel Drizio sul grano e nell'articolo sul libro dell'Haggard : Rural England. Le cause che han no ridotto le cani pagne inglesi a rassomigliare al veldt, al deserto africano , a farvi anche decadere la pa~torizia, che si era. da principio sostituita alla cerealicoltura sono ben note e sono state studiate sot,to tutte le forme dalle Inchieste parla- ,mentari - celebre quelle del 1893 97 e dai libri ad hoc-eccellente tra i quali quello sopracitato dell'Hag gard. La ca11sa principale del fenomeno è stat;i indicata per unanime eon,:ienso nel liberismo agrario. La concorrenza dei cereali, delle carne, del burro ecc. stranieri non permette la coltnra rimunerativa di gran parte delle terre ingle8i; siccbè i salari dei lavoratori agricoli, checchè possano asserire i liberisti italiani, che abusano della ignoranza delle nostre masse , si mantengono ad un livello molto inferiore a qnello dei lavoratori urbani e delle industrie. D' onde l' e::rndo dalle campagne. Sino a tanto che l' industria inglese tenne il primato assoluto nel mondo la popolazione che abbandonava la terra era assorbita facilmente dalle città; ma quando si fece sentire la concorrenza industriale della Germania, degli Stati Uniti ed un pochino anche dell'Italia, cominciarono le preoccupaz·oni per la disoccupazione e si avverti il bisogno del ritorno alla terra. Il ritorno alla terra consiglia.no da molti anni Russell W allace, Keir Hard ie ed altri socialisti. Il governo dei liberali ha racco! to il griào ed il giorno 27 maggio ha presentato un progetto concreto, (Small Holdings and Allottenents bill), che mira a. creare non la piccola proprietà ma il piccolo affitto per ripopolare le campagne o almeno per arrestarne lo spopolamento. La nuova legge che ha presentato I' Harcourt ha dei precedenti in quelle analoghe per l'Irlanda e per la Scozia. Essa dà il potére ai consigli delle Contee e ai Consigli comunali ed in loro mancanza al « Board of agricuHure ~, di acq nistare delle terre ricorrendo anche alle coercizione contro i latifondisti. Il costo di queste terre deve essere pagato mediante prestiti comunali e

RIVISTA POPOLARE 285 provinciali e le terre comprate devono essere divise in piccoli p0deri da 5 a 50 acri - cioè da 2 a ~ O ettariche devono essere affittate e non vendute ai contadini. L'affitto non deve superare le 50 sterline all'anno. Lo scopo d'impedire il terribile spopolamento delle campagne viene esplicitamente ammesso dalla legge, ma ad essa anche si attribuisce ]a mira di colpire i lords che si mostrano fieramente avversi al governo dei liberali. Il disegno di legge dell' Harcourt ha prodotto poco buona impressione specialmente in ca loro , che predicano la necessità del ritorno alla terra, che ne sono assai malcontenti. Lo scopo politico fallirà q_ertamente. I latifondisti che vedono continuamente diminuire e ridurre auche a zero il reddito delle loro· terre non ei sentiranno colpiti, ma alleviati dall'espropriazione forzata. Ciò si è avverato in Irlanda. I socialisti temperati, che consigliano il ritorno alla terra, criticano acerbamente il progetto di legge che crea fittaiuoli e non proprietari. Ed hanno ragione da vendere. Ma la legge fallirebbe sempre allo scopo se creasse proprietari, perchè di fronte alla concorrenza economica, se non banno convenienza a col ti vare la terra i latifondisti, che non pagano canoni , molto minore ne avranno i piccoli pioprietari cbe dal prodotto devono sottrarre una q nota, per quanto esigua, per pa gare l'acquisto o il fitto della terra. Lo spopolamento della terra, perciò, in Inghilterra continuerà sino a quando sarà 111aggiore la convenienza, col massimo buon mercato dei prodotti alimentari, di favorire le industrie. Si ritornerà alla terra quando tale convenienza cesRerà e si ritornerà alla protezione agraria. E quello sarà un brn tto giorno pbr la Gran Brettagna, come predice l'Hsggard. Il 1imes (30 maggio) ha o::iservato per lo appunto cbe 50 anni orsono quando le condizioni fjgcali lo con. sentivano c'era la piccola proprietà; non può risorgere ora che quelle condizioni sono cessate. + Cose Inglesi : 1 ° L'annessione del Congo al Belgio. - Questa q nestione del Congo appassiona gli inglesi da tre punti Ji vista iotere1-1santi: dal punto di vista umanitario, dal lato politico, e dal lato coloniale in qnanto coinvolge anche questioni economiche. Si sa che aspra ed instancabile è stata la campagna della Congo .Reform Association contro i maltrattamenti che la C.ia Belga del Congo faceva e fa subire ai negri. L'ottimo Cleopoldo non ci ba fatto sempre la più bella figura di questo mondo, anzi circa d11e anni fa lord Monkswell lo trattò francamente di negriero, e citò fatti e prove per convalidare la sna asserzione. La lunga campagna ha finito per impor::;i ed ora al parlamento Belga si trattò della annessione dello stato libero del Congo, al Belgio. E qnesto dal lato umanitario sarebbe un atto vantaggioso per i negri , che, fin' ora, sono stati trattati con brutalità più iusolita che rara. Ma, è qui entra il lato politico, l'annessioue darebbe al Belgio un'enorme territorio che potrebbe destare concupiscenze, non facilmente rintuzzabili dal Belgio, in altri paesi, e naturalmente a tutto scapito degli interessi inglesi in Africa. Senza contare, e qui fa capolino l'interesse commerciale, che uno stato il quale possedesse come sua colonia il Congo, paese vasto, in massima parte sano, e ricchissimo, si collocherebbe, per questo solo fatto, alla testa di quasi tutti i paesi che posseggono colonie. Possederebbe uno dei più splendidi sfoghi di prodotti, una meravigliosa organizzazione di produzione, ed un punto di territorio eccezionalmente dotato per posizione geografica, malgrado le febbri, la perniciosa, il caldo , la mosca tse-tse , e la malattia dei sonno. E l' Inghilterra I naturalmente I corre alle difese. Annessione? Sia pure , ha detto nella sua ultima riunione la Congo Ref01·m Association, ma a condizione che tutto rimanga com' è ora, e come fu stabilito dal trattato di Berlino. Altrimenti l' annessione dovrà andare a monte. E' quasi certo che in questo ordine d' idee si troveranno anche gli Stati Uniti , e probabilmente la Germania. La questione umanitaria in Inghilterra passa in seconda linea quando si tratta dell'interesse. Il Congo rimarrà dunq ne pro• prietà privata del Re Leopoldo? No, chè ormai le cose sono troppo avanzate : ma è certo che per tutto ciò che ha rapporto ai negri ed al loro .paese, oon ci sarà nulla di mutato: il paese seguitnà ad essere sfruttato pazzamente , com'è ora ; i negri continueranno nella loro vita di oppressi , e gli Inglesi - assicuratisi che il pericolo è eliminato - ripiglieranno la campagna umanitaria e moralizatrice; salvo a ricacciarsi, alla prima occasione , la Bibbia in tasca e tornare ad essere l'onesto· mercante che calcola bene e non ba troppi scrupoli. 2° Ancora la Camera dei Pa1'i e il gabinetto libe1·ale. - Che la questione fra governo liberale e Camera dt>i Pari possa trovare una pacifica e ragionevole soluzione è nel desiderio di tutti; che però questo avvenga non è sulle speranze di nessuno. Ormai si è arrivati a tal punto d'inasprimeno della lotta che tornare indietro, t.anto da una parte che dall'altra, non è possibile. E non è possibile perchè i Pari fanno di tutto µerchè il governo non possa governare. Senza uscire dalla legge , servendosi abilmente del loro diritto di veto , Assi si man tengono in stato di aperta rivolta. Il governo , per bocca di Cam pbell Bannerman n il suo capo, ha p;-irlato chiaro e forte. La Camera dei Comuni, ba detto in sostanza ii Bannermann, fa le leggi , e µer farle è delegata a ciò daì popolo. I Pari devono capire, e se non ci riescono devono essere obbligati a capire, che al popolo ed ai suoi rappresentati spetta fare le leggi. I Pari non devono impedire questo diritto al popolo. ::::ìtoricamente il Ca.1npbell ba ragione. Molto dovettero lottare i Comuni per strappare al Re ed alla aristocrazia il potere supremo. Nella lotta Carlo I perdette la testa , Guy Fox rimane ancora il simbolo degli antiparlamentari, che il popolo brucia ogni anno arJ Hampstead Beat. I Pari, sembrano ora tentare di ripigliare il potere da loro ormai da tre secoli perduto. Naturalmente t11tte le simpatie del popolo sono per i Comuni, sennoncbè il governo sembra non poter fare altro che la voce grossa , poichè i Pari non escono affatto dalla legalità. c· è stato chi ha proposto di passare oltre i loro· veto, ma si è osservato che allora potrebbero anche non esserci; dal momento che ci sono banno il diritto, ed il dovere, di fonzionare. Si diceva che il governo liberale nominerebbe tanti Lords liberali quanti ne occorrono per avere la maggioranza, ma in tali casi accade il fatto-umanissimo del resto per la legge di· adattabilità all'ambiente- che l'uomo liberale appena fatto Lord diventa conservatore. E' un fatto che il governo si trova ad un cattivo passo dal quale l'uscita non è facile, senza violare la legge. Si dice che il governo presenterà una legge la quale limiterebbe il potere, ed i diritti dei Pari. E questa potrebbe essere la soluzione : ma bisognerà vedere se i Pari saranno con tenti di vedersi tagliere le unghie, tanto più che ciò sarebbe contro la legge. E quindi:> Sarà cosa interessante osservare come sarà risoluta questa questione in un paese dove il rispetto alla legge, ed al diritto individuale e collettivo sono tradizionali (1). 3° Contro l1 insegnamento socialista. - Da che un (I) I telegrammi dell'ultima ora annunziano che CampbellBannermann ha presentato una mozione contro i Lords. Ce ne occuperemo nel numero prossimo.

286 RIVISTA POPOLARE forte numero di membri dell' Indipendent laboU'r Pa1·ty erano entrati al consiglio municipale di Londra, erano stati ammessi nelle scuole domenicali certi corsi professati dai socialisti. Le recenti elezioni municipali nelle quali i conservatori trionfarono hanno reso possibile ui;i movimento retrogrado assai accentuato. Dopo la revisione dei si-- ste1ui ·in uso nei workhouse; dopo le e.::1pulsionidi certi infermieri da alcuni ospedali, dopo avere troncato certe trattative in corso per alcune rnunicipalizazioni, i conservatori rivedono le bucce alle scuole ed hanno incominciato per proporre la soppressione appunto di quei corsi, secondo loro· troppo liberali, epperò pericolosi. Il " 'l'imes weekly > partito in campagna contro tutto ciò che sa di liberale, e specialmente di socialista, esulta al pensiero che il Consiglio municipale di Londra , tiopprimerà le « cattedre sovversive ;), come l1a già soppressa la facilità deile ammissioni nei workhouse , e :-;i augura che qnei corsi 9-omenicali sieno sostituiti da insegna.nt,i morali ed onesti ( leggi clericali) i quali non insf'gnino a disprezzare le leggi e l'autorità Tutto q uésto è molto bello a dire e a udire: ma se i padri fossero un .po' iuterrogati su questa questione il Poichè i frequentatori di quelle scuole sono, in maggioranza, figli di membri delie 11·ade's Unions più liberali e di membri del!' Indipendent, c'è da supporre che la sostituzione d' un prete ad un socialista non faccia poi molto piacere a tutti, qnantunque il London County Council l'abbia votata. 4° Il bill sull'Irlanda e gli I1·landesi. - Questa tegola del rifiuto del •bill su l' Irlanda da parte degli stessi Irlandesi, non era aspettata, nè desiderata dal governo. In fondo ·Ja questione è che l'Idanda non si contenta di palliativi quando si tratta di riforma politica. Nettamente sir John Redmond,iì capo del Partito Irlandese, lo ha dichiarnto alla recente convenvenzione Nazionale di Dublino. Il progetto di Birrel non basta. N ou basta perchè non contenta nessuno; non basta perchè ment,re dal lato a.rnministrativo presenta riforme che possono anche essere accettate, lascia · impregiudicata ]a questione politica. Lascia, cioè, l'Irlanda, politicamente allo statu quo ante. Ora chiunque ha seguito, e studiai o con un po' d'attenzione la questione irlandese , sa che il perno della discussione è, appunto l'assetto politico dell' Irlanda. Gli Irlandesi vogliono l' autonomia , vogliono l' Home Rule tal quale fu proposto pe1· loro da Guglielmo Gladstone. Vedendo che per alcuni anni dal governo conservatore essi avevano accettato di buon grado i miglioramenti e le riforme economiche largite all' isola, il governo liberale aveva tmpposto che lo spirito nazionalista era, in Irlanda, morto e sepolto; ed aveva sperato che nna parvenza di accomodam.ento politico che non da I1Home rule, ma che largisce qualche concessione sarebbe accettato ron immensa gioia. Invece; invece i 4000 ra.ppresentanti lrlaudesi hanno detto chiaramente, nettamente, entusiasticamente no. No, perchè la loro volontà è rimasta imm11tata, no; perchè accettare il bill per l'Irlanda proposto da Birre] sarebbe chiudersi la possibilità di più ampie rivendi caziorii per l'avvenire; no, perchè l'Irlanda è rimasta quella che era ed è stata, dalla conquista di Oromwel in poi , l'isola che non vuole essere governata come paese di conquista. O l' Ifome 1·ule, dicono gli Irlandesi, o niente. . Ed il governo , probabilmente dirà: niente! Ma la situazione già molto incerta si fa ora difficile assai. Gli Irlandesi sono un gruppo compatto nel parlamento inglese , e fin' ora furono uno dei saldi sostegni del governo liberale: il loro ritiro dalla maggioranza governati va mette in un serio imbarazzo il governo, nè il Bannermann se lo nasconde. Egli ha dichiarato che il governo llon d,Hà per quei:1to, nè per i voti contrarii dei Lord::i le dimissioni, e va bene: ma può esserci obbligato dal gruppo irlandese il quale ritirandogli i proprii voti, mettendolo in minoranza non fa. rebbe altro che ascoltare la voce dei proprii rappresentati i quali dicono francamente: noi dobbiamo essere contrarii ad ogni governo fuori che a quello che all'Irlanda dia l'autonomia: l' Home rule: il vecchio sogno della indipendenza Irlandese. NOI IL Pl{OBLEMDAEIPUNZIONARI Sabato otto giugno si svolsero nella Camera dei deputati le tre mozioni presentate dagli onorevoli Colajanni, Bertolini e Sacchi. Dal fatto che uomini appartenenti a parti diversi vollero presentare delle mozioni più o meno analoghe a quella presentata molto prima dall' on. Colajanni si intravvede la importanza · della sua iniziativa; importanza riconosciuta nel paese e nel mondo parlamentare, perchè tutti comprendono che dalla esistenza di una burocrazia intelligente, onesta, volenterosa dipende il buon funzionamento dei servizi di Stato che si confondono quasi con la intera attività sociale; e tutti sanno quali gravi inconvenienti si sono verificati e quali danni la società ha subìto a causa del malvolere di diverse categorie di funzionari: malvolere eh' è arrivato sino all'odioso e sleale ostruzionismo. Per un capriccio del Presidente della Camera, on. Marcora, lo svolgi mento delle tre mozioni non avvenne secondo l'ordine delle loro presentazione e in conformità delle inveterate consuetudini parlamentari; ma il primo posto venne assegnato all'on. Bertolini, eh' era sicuro di poter parlare per-. chè egli era il relatore del disegno di legge presen• tato dagli on. Massimini e Majorana il 22 dicembre 1906 e col quale si proponeva la modificazione dei ruoli organici del personale delle Intendenze di 6 nanza, delle agenzie delle imposte dirette ce c. Le tre mozioni avevano comune la proposta di perequare le condizioni economiche tra gl'impiegati di vario grado e delle varie classi di tutti i ministeri ; le mozioni Colajanni e Sacchi si differenziavano da quella Bertolini in quanto le prime volevano affidato il lavoro di coordinamento per arrivare alla perequazione ad una Commissione parlamentare di 33 membri - dei quali 11 avrebbero rappresentato i vari ministeri; e l'ultima voleva affidato tale compito al governo. + Non i.ntendiamo togliere valore ai discorsi degli on. Bertolini e Sacchi aflermando che lo svolgimento delle loro mozioni interessò la Camera molto meno di quella dell' on. Colajanni, al quale l' on. Turati volle accordare tutta la sua attenzione, impegnando con lui un vero duello orotorio, nel quale si vide a quali paradossi dovette ricorrere ed a quali contraddizioni andare incontro un uomo della forza dell' on. Turati per darsi il gusto di difendere una causa, che il primo non attaccava. I lettori della Rivista non avranno· dimenticato gli articoli già pubblicati sull' argomento e che prepararono le tre mozioni; ma noi crediamo opportuno riassumere il duello oratorio Colajanni-Turati, che riesce abbastanza istruttivo. La tesi fondamentale dell' on. Colajanni nella discussione parlamentare fu quella sostenuta qu~ stesso principalmente negli articoli pubbli~ati nei numeri del 31 dicembre e 15 e 31 genna10 1907. Egli dopo avere ricordato, in risposta all'o_n. _Berto'lini, che da molto tempo ha proposto migliora- ..

RIVISTA POPOLARE 287 menti econom1c1 per gl'impiegati peggio pagati (r), dimostrò quanto segue, r. 0 Le pretese di alcune categorie d' impiegati erano ingiustificabili per le seguenti ragioni: a) gJi impiegati dello Stato, oltre i vantaggi della carriera, della riduzione nei viaggi, in generale , a parità dj funzioni e di attitudini sono meglio pagati di quelli dei Comuni, delle Provincie e dalle imprese private; e ciò è tanto vero che quasi mai i funzionari lasciano l'impiego di Stato per quello degli enti locali e dei privati e che nei concorsi per ogni posto si presentano 4 concorrenti. Così ultimamente per 400 posti di applicato in prova nelic ferrovie si presentarono 1810 candidati, tra i quali parecchi colla laurea di avvocato. La deficienza si è verificata per gli Ingegneri e per le carriere giudiziarie e del ministero degli interni a cagione degl~ esami rigorosi, che non sono in corrispondenza cogli esami troppo facili delle ~ni:- versi tà; b) in generale presso le altre naz10111? come gli osservò il Cav. Del Guerra intendente d1 Finanza in Novara, come per la magistratura testè ha dimostrato l' on. Fani nella relazione sul bilancio del mi nistcro di grazia e giustizia, gl' impiegati, specialmente nei gradi inferiori, non s?no meglio pagati che in Italia quantunque nelle pnme siano maggiori la ricchezza privata e il reddito complessivo. All' on. Abignente che nella sua Relazione sul bilancio del Tesoro spiega la inferiorità degli stipendi all' estero in certi gradi e in certe carriere colla inferiorità dei titoli, che si richiedevano n_ei concorsi, osservò ehe in Italia questa superiorità dei titoli non esercita alcuna influenza limitatrice - tanto che molti nei concorsi presentano titoli superiori a quelli richiesti. Serve di esempio il caso citato dei. +oo applicati in prova nelle ferrovie; e) il distacco tra gli stipendi dei funzionari e i salari dei lavoratori è maggiore in italia, a danno degli ultimi, che altrove. La meschinità dei salari dei lavoratori in Italia venne Illustrata dall'ultima inchiesta della Società Umani tari a Loria sulle condizioni degli operai di Milano - cioè della città più ricca e più industrializzata d' Italia; d) l'aumento generale e sensibile degli stipendi dei funzionari non si può giustificare col i:na'ggior costo della vita, perchè tranne che per gli alloggi, da molti anni e sicuramente sino al 1905 il movimento è stato nei prodotti di maggiore consumo, come risulta concordemente dagli indexnumbers pubblicati dal Falkner, dal Sauerbeuk, dal Soetbecr e dall' Economist. C' è-stato aumento nel 1906-907; ma l'aumento di un biennio in contrasto colle diminuzione di oltre un ventennio non può giustificare le pretese dei hnzionari. Se si dovessero modificare gli stipendi a seconda del movimento dei prezzi, secondo giustizia, si dovrebbero diminuire quando i prezzi ribassano. Così si avrebbero gli stipendi ..... a scala mobile I; d) invece è sicuro l'eleva.mento del tenore di vita dello Standard oj life, eh' è un indice del progresso, ma che dev'essere contenuto entro i limitì delle possibilità date dal reddito complessivo della nazione. Ora è innegabile che in Italia attualmente la megalomania esulata dal governo ha invaso i privati producendo un doloroso ct.isquilibrio tra i bisogni e i mezzi per ~oddisfarli. 2° Erano necessari, anche urgenti , gli aumenti (r) All'on. Colajanni sono pervenute molte lettere anonimt: e firmate , ora ironiche ora sciocche, ora insolenti, poggiate quasi tutte sul falso , cioè su quello che non disse o contro quello che disse. Questa valanga di lettere , che non fanno nè caldo nè freddo, in generale è stata determinata dai reso conti inesattissjmi dei giornali. di stipendi, in nome della giustizia assoluta o relativa per quelle categorie d'impiegati dello Stato che hanno attualmente uno stipendio di fame ... 3° Gli aumenti erano necessari in nome deta giustizia relativa , perchè_ non era onesto averli accordati ad alcune categorie di funzionari dello Stato e negarlo ad altre, che rendono servizi importanti allo Stato e alla· Società e che hanno il torto o di essere più disciplinali degli altri o di essere meno numerosi dei medesimi. · Ricordò a questo proposito .:he le parzialità negli aumenti le ingiustizie di favoritismo negJ.i avanzamenti; di cui erano responsabili tutti i ministeri avevano contribuito enormemente a generare quella che qui venne segnalata come manifestazione dell'anarchia... dei monarchici. A tagliarla, a diminuirla o almeno a privarla di ogni ragionevolezza s' imp;neva quindi la perequazione degli stipendi tra tutti i gradi e tra tutte le classi dei vari ministeri. Aggiunse che la spereguaz.ione a~tual_e 110~1 si riferisce soltanto alla misura degli st1pend1; ma anche al numero di coloro che a parità di titoli e di servizi nei diversi rami di un ministero hanno la probabilità di raggiungere uno. stipendi~ elevato. Così nel ministro dell'Interno 111 alcum rami di amministrazione la possibilità di raggiungere le L. 5000 è del 3 °fo; in altri del 7 °/o e in altri del 9 °fo. , . Ma è possibile questa doverosa pereq uaz10ne colle , riforme degli organici fatte a spizzico, saltuariamente e senza una seria coordinazione? Pel fatto che la sperequazione esiste e si aggrava viene d~- mostrata la necessità della coordinazione. E previa coordinazione di tutti gli organici si procedette alla riforma colla perequazione degli stipendi in !svizzera e in Austria. Una delle leggi che dette occas.ione allo svolgimento delle tre mor,ioni somministrò l'esempio di un incremento di sperequazione, di una nuova sperequazione che viene ad aggiungersi alle esistenti. Così, egli avverti, attualmente i Medici provinciali in guanto a stipendi stanno a livello coi consiglieri di prefettura; ma il nuovo organico del ministero degli _interni eleva di lire rooo io stipendio dei consiglieri di prefettura e lascia a bocca asciutta i medici p-rovinciali; cagiona qL1indi, una reale loro degradazione come si e~a già avverata rispetto ai Regi provveditori. La citata legge di cui fu relatore l' on. Bertolini, poteva acrgiunr.rere l' on. Colajanni, crea o aggrava altre spereqiazioni, che in parte furono ri_lev~te ~al primo. Eleva soltanto per 9 intendenti d1 Fmanza lo stipendio a tire 8000; di altri 8 lo eleva a 7000; e ne lascia 24 senza un centesimo di an_men~o. No~ è questa una vera iniquità generatrice d1 mah umon e di disservizio? Gli ispettori superiori delle Agengenzie delle imposte passaranno a_lire 7?00 _da lir~ 6000· ma quelli del Demanio e d1 altn dicasteri rest;ranno a L. 5500 o 6000; un diurnista di Agen- .zia avrà lire r 800 quanto non ha un ricevitore del registro; un vice agente avrà lire 2500, pi~ che un sottoispettore del demanio che entra ~on ~ire 2_000; un diurnista di agenzia, forse meno 1strmt~ d1 un Commesso di Ufficio del Registro avrà as~1cura~a l' esistenza, mentre quest'ultimo rimarrà 111balrn dei Ricevitori a sgobbare da mane a sera con una retribuzione spesso irrisoria ... _Ma in q_uc~to,modo non si semina vento? e non s1 raccom1ghera tempesta? La necessità della coordinazione sostenuta da Bertolini Colajanni, Sacchi e Turati non venne necrata d;llo stesso Ministro Giolitti. Ma chi dovea far~ gli studi relati vi ? Bertolini e Giolitti ~ollero riserbato tale compito al governo; ma S_ac~h1e Colajanni lo volevano affidato alla Comm1ss10ne par-

288 RIVISTA POPOLARE lamentare. Nella esistenza stessa della attuale sperequazione, che è opera di tutti i ministri, stava la giustificazione irrefragabile della loro proposta. L'opera dei Ministeri nella riforma degli organici inoltre, non possono che .condannarla quanti conoscono i retroscena delle riforme degli organici : essi quasi sempre vennero suggerite da funzionari che seppero acquistarsi la· fiducia e la benevolenza dei minis1ri e che non ebbero altre mire se non quelle di allargare i quadri per assicurarsi le promozioni desiderate. Si dice, ad esempio, che la creazione dei 9 Intendenti di Finanza a L. 8000 sia dovuta per lo appunto alle in8istenze di un impiegato che si era fatto strada nell'animo dell' onorevole Massimini ..... E la rapida carriera dei cosiddetti gabinettisti, che suscita tante belle recriminazioni tra i funzionari modesti e laboriosi? L. on. Colajanni, perciò, con ragione e col consentimento della Camera osservò all' on. Giolitti che egli aveva creato senza che alcuno glielo chiedesse la Commissione d'Inchiesta onde studiare le condizioni dei contadini del Mezzogiorno e della Sicilia, che tutti già conoscono, ma si rifiuta alla nomina di questa Commissione che viene domandç1ta da diverse parti della Camera. Nè fu seria la obbiezione del Ministro dell'Interno che impressionò i deputati affermando che i lavori di questa Commissione sarebbero durati quanto quelli della Commissione Saporito per le ferrovie se non quanto gli anni della vita di Mathusalem ... Egli dime~1ticò che la si proponeva di 33 membri per permettere che essa si suddividesse in r I sottocommissioni quanti erano i ministeri. Un punto importante era quello dei mezzi coi quali si deve provvedere all'aumento della spesa. Si/ avverta che la mozione Sacchi, firmata da Turati, dice che si deve coordinare il niiglioraniento economico della condizione degli impiegati con le esigenze della finanza; perciò non si riesce a comprendere l'insistenza colla quale il deputato per Milano cercò dimostrare che la mozione Colajanni era insidiosa in quanto al miglioramento degli impiegati, che sinora non ne avevano avuto alcuno o l'avevano avuto irrisorio, voleva consacrati gli avanzi del bilancio. Non esitiarno a dichiarare che la di7ione della mozione del Colajanni non era la più precisa ma l'intenzione era evidente e collimava precisamente colla sua. L' on. Colajanni brevemente, ricordò che non ci era da sperare, come s'illudeva in buona fede o come affermano maliziosamente alcuni impiegati, di trovare il compenso alle maggiori spese per il miglioramento della condizione economica degli impiegati nella diminuzione delle spese militari ; e mo!to meno nella diminuzione delle fila della burocrazia. Ci vuole una discreta ignoranza delle statistiche internazionali per potersi illudere sulla diminuzioue di spese militari adottando il sistema svizzero della nazione armata. Questo è preferibile al nostro: 1. 0 per ragioni politiche; 2. 0 perchè assicura alla nazione una difesa efficace per lo meno quattro volte maggiore di quella, che può procurarsi l'Italia. Ma proporzionando le spese alla popolazione i 34 milioni che spende la Svizzera per la sua difesa rappresentano una somma maggiore di quella che vi consacra l'Italia. E la Svizzera è un piccolo Stato neutrale che non fa grande politica; ciò che per noi dovrebbe essere argomento d'invidia. In quanto alla diminuizione nel numero degli impiegati per averli migliori e ben pagati non c'è dubbio che nel regime burocratico si potrebbero avere delle semplifìcazioni. 11 garbuglio e le complicazioni attuali hanno dell'inverosimile; tanto che al Colajanni da un funzionario intelligentissimo venne riferito che occorrono circa 30 firme di funzionari per accordare una gratificazione di ..... L. 3 ! Egli, aggiunse, perchè gli costava direttamente, che per una cessione di circa 40 metri di terreno che il Municipio di Castrogiovanni ha domandato al Ministero della guerra, andò sul luogo prima un capitano del genio a giudicare de visu; un maggiore andò a controllare l' operato del capitano; poscia un colonnello riesaminò il giudizio del maggiore; infine un generale ha riri-controllato il parere del colonnello ... E la concessione di questo pezzo di terra che al maximum vale L. 50 dopo quattro o cinque anni di visite, controvisite, pratiche, protocolli, risposte e controrisposte non è ancora avvenuta! ... Anche l' on. Giolitti ritenne, che se tutti gl' impiegati lavorassero quanto dovrebbero ... si potrebbe ottenere qualche riduzione nel numero. Ma non ci è, però, da illudersi gran fatto sul risultato c_omplessivo. Le riduzioni sarebbero possibili al centro, tra gli alti papaveri e nel senso del decentramento, che apporterebbe vàntaggi morali, politici e sociali superiori a quelli finanziari. Nello insieme, però, le piccole diminuizioni sul personale burocratico sarebbero sorpassate dagli aumenti resi necessari dalle funzioni e dagli organi nuovi, àalla ipertrofia delle funzioni e degli organi antichi, resi necessari dall'aumento della popolazione e dalla evoluzione sociale. Egli è così che in Italia la riforma degli organici praticata da Depretis nel 1876-77 che produsse la diminuizione di circa 300 impieg,ati venne seguita da un successivo aumento; l'altra piccola riduzione dal 1891 al 1898 venne seguita da un aumento di circa il 25 °/ 0 negli anni successivi sino al 1906 in tutta la burocrazia, esclusa quella ferroviaria. Nè il fenomeno è proprio del regime democratico come affermò l' on. Bertolini ; si verifica dapertutto : anche in Russia. Del resto aggiungiamo noi : perchè la famosa Federazione di Milano, che ha fatte le più peregrine scoperte - compresa quella della democratizzazione degli ordinamenti militari, non fa uno studio completo della questione e non fa proposte concrete? Gl' impiegati che ne fanno parte meglio e più deideputati e dei ministri - e lo diciamo senza ironia - sanno dove e come si può semplificare un servizio e ridurre il personale; essi hanno deputati, che godono della loro fiducia, che porterebbero le proposte in Parlamento, dove indubbiamente trionferebbero perchè tutti hanno il desiderio ardente di ridurre e semplificare l'organismo burocratico. In questo modo essi uscirebbero dal campo delle chiacchiere facili e vane e rientrerebbefo in quello dell'attività reale e proficua. Da questa premessa l'on. Colajanni, com'è facile immaginare, trasse la conclusione che il miglioramento nelle condizioni degli impiegati non potrà conseguirsi che a spese dei contribuenti. I quali sinora nulla o poco hanno ottenuto. Infine il direttore della Rivista accennò rapidamente alla questione della costituzione dei sindacati di funzionari e dei loro scioperi; e contro il parere emesso dall'on. Fani nella relazione dello scorso anno al bilancio della Giustizia, contro l'attitudine di Rouvier, di Clemenceau, di Briand e di tutti coloro che giurano sui vecchi rapporti tra lo Stato e i suoi funzionari, che ne rappresentano l'autorità e l'imperio, riconobbe loro che avevano diritto a sindacarsi ed a scioperare come i lavoratori della terra o delle offiicine. Ma l' uguaglianza dei diritti con questi ultimi doveva condurre all'eguaglianza nei doveri e nelle conseguenze pos-

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