R I V I S T A P O P O L AR E 257 la lotta economica ; ma mettono altresì in discussione la teoria fino ad og-gi degretamente caldeggiata in cuore da molti, del possibile sfa8ciamento dell'Impero Austriaco. Q11esto è stato veramente il colpo maestro che salva la monarchia austriaca. Poichè mentre le questioni nazionalistiche mantenevano ed acnivauo le antipatie correnti fra i di versi popoli, cosi che ad un certo mo mento ogn·rno di essi ai sarebbe trovato pronto a se parars~ dagli altri ; i problemi economi~i che sono identici fra tntte le popolazioni, le stringono insieme• nel desiderio, nelfa necessità, nella lotta per la loro risoluzione e quindi rafforzano quella unità del!' Impero Austriaco che pareva venir meno ogni giorno cha passava. E a questo dovrnnno certamente pensare, e penseranno gli uomini di Stato Italiani. Per ora, dalla loUa elettorale, dall'esperimento nùovo del suffragio universale l'Austria esce rafforzata nella sua compagine; questo è il fatto che deve interessare gli Statisti italiani: quanto a coloro che studiano i problemi sociali ruirando ali' a·.venire )ontano, non poJsono non compiacersi di questo avvento trionfale del partito socialista al Reichsrat poichè segna un pas'>o di µiù su la via del progresso. Pur che lc1.vittoria, come qualche volta accade, non ubbriachi i vincitori e gli spinga ad una lotta politica tanto erronea da far foro perdere il vantaggio guadagnato per l' errore dei llazionalisti. E noi che abbia1110 avuto più volte occasione di biasimare i socialisti triestini -per l'appoggio, esplicito o implicito , accordato agli Slil.VÌ, nemici del nome italiano, constatiamo con piacere che essi hanno aintato l'Italiano a Pola contro lo Slavo. Ciò in parte ci attenua. il dolore, che abbiamo provato per la caduta in Trieste della candidat,ira dello Ziliotto, il µodestà di Zara. che aveva un significato }dto e gentile. + Cose Inglesi: J O La rivolta nell' India.-Quando, circa dieci anni fa, Dadbahaj N aorogbj , pubblicò il suo volume su l'India, nel quale denunziava l' Inghilterra di derubare ed affamare !'India, e profetizava quella rivolta che oggi è scoppiata, fu facilJrnnte trattato da visionario, e i ben-pensanti del paese dichiararono che l'illustre indianista era diventato pazzo. Tuttavia nessuno smentì le cifre che egli recava nel suo libro ; nè alc,mo venne ad infirmare la sna affermazione che ogni anno l'India dà. all'Inghilterra 750 mi \ioni di lire senza averne niente in compenso. Questa è anche la conclusion~ cui pervennero l'Hyndman ·e l'Hobson : due inglesi puro sangue. Oggi la rivolta indiana, viene a dargli ragione con ·j fatti. I giornali inglesi parlono appena di ciò che accade laggiù; i giornali di altri paesi aon ne. parl~no affatto: nondimeno basta quel po' che via via si viene a sapere per far persuasi che la rivolta nell'India è lungi dall'essere domata e che il paese è tutt'altro che pacificato. Sembra che un destino crudele perseguiti il governo I ibera le e lo obblighi a seguire una politica che non è consona alle idee del partito liberale stesso. Arrestare propagandisti, sopprimere giornali, interdire ed impedire riunioni , praticare la violenza non è nelle idealità dei liberali, e nondimeno il governo ci si deve adattare. E ci si adatta e - indubbiamente-riuscirà a soffocare la sommossa, ma avrà pacificato il paese? Questo è ciò che non pare. Non pare perchè non è questione di una agitazione provocata da pochi uomini per loro scopi personali, o causata da transitorie difficoltà economiche-politiche. Si dice che gli Indiani vogliono l' Home Rule, ed è vero: ma è vero altresi che essi nel!' Home Rule vedono l'avviamento al rimedio di una dolorosa condizione di cose che dnra da oltre q <1aranta anni. Le grandi carestie per le quali gli Indiani muoiono a migliaia ogni giorno sono 'imp11tabili al mal~overno inglese che ha lasciato vuoti i depositi di grano e di riso che 80litamente si facevano in µrevisiono app·1nto di annate di carestia; il malconterito delle popolazioni indiane è fomentato dal governo inglese che per 11na malintesa arte di governo fomenta l'odic, fra commercianti Indù e Maomettani, e favorendo sfacciatamente questi nltimi; l'odio della popolazione di coloro per gli inglesi è provocato dal fatto che gli Inglesi tratta.110 gli Indiani come selvaggi; e la grande miseria in cui versa l'India è generata dallo sfruttamento feroce rbe i funzionarì inglesi praticano sn le pop,ilazioni Indù, Ora a tutto ciò gli Indiani sperano porre rimedio col governo a11tonomo, ma quand'anche l'Inghilterra lo concedesse; a questi mali non :-;i mette riinedio in un giorno: e la rivolta che dal Penjab ha guadagnato il Bengala , si estende lenta-11~nte e minaccia di trav0lgere tutt() il nord dell'India , la parte dell' Iudia che potrebbe provocare la liberazione del paese dal la dominazione inglese; e se questo accadesse I' Inghilterra non potrebbe far di meglio che recitare a i:;e stessa un solenne : mea culpa. 2° I lamenti dei P1·emiers Coloniali. - Ora che la. Conferenza Coloniale è -terminat.a - e porterà a :;110 tempo i suoi frutti -- i Premiers, che sono quasi tntti protezionisti, si dolgono che il governo liberale 11011 abbia neppur voluto discutere l' argomento che 8tava loro tanto a cuore: le tariffe preferenzia!i. N"'turai mente i giornali conservatori - e specialmente quelli che più caldamente sostengono la p')litica di Chamberlain, ed il protezionismo ci danno la f'CO delle querimonie dei Premiers, e vi aggiungono anche qualche cosa del loro. Così il Daily Mriil presta al Ministro Bond aftermazioui che ques~i non ba fatte; dichiarn che il Lyne ha fatto dichiaraziolll gravi assai. N a.Lu ralmente in ciò che scrivono il Daily Mail e lo Standm·d c'è della esagerazione, ma che i mio istri coloniali sono sc:ontenti del governo è un fatto. E tuttavia il governo liberale nel respingere le proposte delle Colonie sembra dal lato del diritto. Whio.ston Churchi 11 dimandò: E' possibile che Ja parte maggiore dell' Im pero faccia dedizione dei suoi sistemi, sistemi cbe ha dimostrato esser buoni , alle Colonie , cioè alla parte minore? E bisogna couveni, e che, malgrado la nuova e Lega proteziònista i m r>eriale , la maggioranza del popolo inglese dice di no. 3° Agitazioni operaie. - Arsenalotti , Ferrovieri , e Scaricatori del porto si agitano. Gli uni per i licenziamenti, gli altri per questioni d'orario e di paga; i terzi per i turni di lavoro. Chi conosce la meravigliosa disciplina e hbilità tattica delle organizazioni operaie inglesi può pensare che , probabilmente, non si arriverà al lo sciopero, e che ci sarà. mezzo di compurre le differenti vedute e necessità: ma è certo che la classe operaia inglese si agita; ed i sintomi di questa agitazione sono ~ali quali erano dodici anni fa , quando scoppiò H famoso sciopero dei Docke1·s. E sarebbe reramente un guaio grave per l'Inghilterra, cni la Germania fa nel campo economico una guerra tanto accanita, se gli scioperi scoppiassero; rna d' altra parte bisogna convenire che non avrebbero torto gli operai, visto che il tasso della vita, in tutta l-'Iugbilterra è aumentato, ed i salari son rimasti stazionari. Intanto notiamo questa circostanza: gli cperai di W oolwich si lamentano che gli arsenali I i licenzi 110 per mancanza di lavori .... guerreschi. Essi hann·> mandato anche una petizione al Re Edoardo, ehe nella faccenda non ci ba che vedere. Tutto questo è italico ... ma se avvenisse in Italia si direbbe , che ciò deriva dalla nostra inferiorità. nella coltura politic.\. t:d economica l Tutto il mondo è pae::;e.....
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