Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 10 - 31 maggio 1907

256 RIVISTA POPOLARE Aignifica soJ:!tituire i tribunali di guerra, in verità troppo violenti, con un sistema di deportazioni poliziesche che fanno meno rumore e risolvono molto di più, ~ignifica laeciare l'onnipotenza alla polizia; e la mano libera alla burocrazia; significa rafforzare l'autocrazia col consenso degli eletti del popolo. Per la Duma ~ignifica togliere allo Tsar ed ai suoi consiglieri il diritto t>:ffettivodi fare, e di fare eseguire la legge, per lasciar passare questo diritto nelle mani dei rapprnsen tanti del popolo. Nient'altro. Par poco, ma questa è tutta la costituzione; questa è tutta la rivoluzione russa. La prima Duma a questo tese, e questo fatto volle v~dere accadere in Russia, e perchè questo volle, la prima Duma ebbe il popolo con se. La Duma at tuale è sorta si con questo stesso concetto, ma lo ha abbandonato, ed a sua volta il popolo l'abbandona e si disintere~sa di ciò che le può accadere. Sciolta o no essa non na più la influenza sommovitrice dell'anima popolare, non ha più la possibilità di agire in senso liberatore; sta diventando un'organismo che lentamente, abbandonando la funzione per la quale era stato creato, si strofizza. E naturalmente il popolo cerca - senza però ancora trovare, l'organismo che risponda ai bisogni nuovi. Gli orrori della fame in varie provincie russe banno rivelato l'animo ed il desiderio dei contadini, la parte maggiore del popolo russo. Fino ad ieri sud diti fedeli, devoti, ubbbidienti dello Tsar riponevano in lui tutte le -loro speranze: oggi sono essi che mondana alla Duma i deputati che siedono alla estrema sinistra. Fino ad ieri rispettosi delle prerogative e delle proprietà dei loro signori: oggi-vogliono la terra: oggi in tendono la divisone, fra loro, delle terre. La rivoluzione russa che ha carattere politico e sub- ,, strato assolutamente economico, abbandona la via che la Duma le aveva aperto: e l'abbandona perchè il go~ verno delle Tsar, con Stolypine alla testa, è riuscito a far perdere alla Duma stessa la vis~one della meta da ra.ggi nngMe. Per Golowine e per i cadetti la costituzione è raggiunta e non c'è che da migliorarla: per il popolo la costituzione é ancora da conquistare. Di qui il fatto che il governo esautora la Duma abbandonandola a sè stessl-l, ed il nuovo car~ttere della lotta rivoluzionaria, o per dir, meglio il risorgern degli antichi llletodi di lotta rivoluzionaria, le cospirazioni contro lo Tsar e i Granduchi, l'applicazione su larga. scala dei metodi terroristi che per un certo periodo di tew po parvero non dovere far più la loro riapparizione in Russia. Si è di nuovo al problema che agitava la R11ssia prima della riunione della prima Duma e la agiterà tìnchè il popolo russo non avrà trovato il mezzo di coUlpiere· la sua rivoluzione e di abbattere ad un tempo autocrazia e burocrazia.; ma non è più nella Duurn. che il µopolo andrà a cercare e potrà trovare il perno della propria azione : il punto centrale del quale il regime liberatore irradierà i suoi benefici in Rus~ia. Moralmente la Duma è finita e la rivoluzione ru:;sa 110n è ancora all'omega. + Le elezioni generali In Austria. - Negare il fatto sarebbe cosa assurda, e d'altronde gli avvenimenti bisogna guardarli in faccià, considerarli in tutta la loro crudezza, in tutto il loro sig11ificato -- anche se doloroso - per trarne ammaestramento per l'avvenire. Ora le elezioni testè avvenute in Austria ci porgono occasione ad aleuni brevi commenti. Quando, or è un anno, si trattò di concedere il suffragio universale, non tutti gli uomini politici austriaci erano concordi su la bontà del sistema, e pur riconoscendo l'errore del div'ide et impera seguito dai precedenti governi, facevano non di meno le loro brave riserve m proposito dei risultati del suffragio universale. Il conte Auersbach, uno dei più colti uomini politici del passato Reichsrat scriveva: « Il nostro governo crede liberarsi dal!' incubo delle lotte interetniche, che incombono sulla vecchia Austria facendo a.ffl.uire nel ReichsratUgli elementi popolari. Taaffe, per liberarsi dalle questioni naz;onalisticbe escogitò un sistema che fu Heg-uito fedelmente dai suoi successe,ri fino a Badeni: alzare le nazionalità l'una contro l'altra. Eccitava gli ezechi contro i tedeschi, i rutea"i contro i polacchi, ecc. Qnesta politica acrobatica, se tempo- . ranearnente giovò alla stabilita di quesw o di quel Ministero, fini per portare il eans, che oggi conturba tutto e tutti. -Riuscirà meglio il nuovo sistema, che il governo vuole seguire, col favorire gli elementi popolari, per smorzare le questioni nazionalistiche ·con la discussione di quel le economiche? E concludeva affermando che il suffragio unìveraale avrebbe condotto al trionfo del partito socialista. Né i fatti gli hanno dato torto. Le l0tte nazionalistiche che paralizzarono l' azione dei governi passati ed impedirono una opera proficua legislativa han110 avuto il loro epilogo nella sconfitta, :;confitta che nep· pure i ballottaggi hanno potuto attenuare. Gli stessi sisultati del primo scrutinio foro110 la inappellabile condanna del nazionalismo. E basta altresì considerare che i na~irrnalisti sono stati, qnàsi dovunque, battuti dai so.eialisti, o dai cristiano sociali il conten11to dei cui programmi scosta.va ogni questione nazionalistica per dare ampia corsa al le questioni economiche. E ciò in Boemia, come nella Croazia, nel Trentino come nella Dalmazia, dovunque. Pangermanisti, Czechi . Ruteni , Italiani hanno tntti subita la medesima sorte. Naturalmente per gli Italiani la constatazione è dolorosa; ma biso~na convenire. altresì che i parti ti nazionalisti si sono meri tate, e hanno fatto di tn tto per meritarsela, la loro sconfitta. Certo è peno~o dover pensare che la questione della nazionalità delle terre italiane è sepolta, e che più passerà il tempo e sempre più quella questione si allontanerà dalle pos~ibilità della vita e della discussione; ma il fatto rimane, e .;rearsi delle consolazioni artificiose non giova. Vi è cbi dice: gli eletti delle provincie italiane son socialisti ma sono anche italiani: si può dunque pensare, è lecito sperare che essi delle d11e questioni faranno nna questione sola, che e'isi uon dimenticheranno, nello svolgersi della loro lotta, la grande aspiraziotte alla Madre Patria. l!.,rancamente noi non lo crediaLDo. Il pensiero socialista rifugge dal sentimento della ~atria inteso nel medesimo senso in cui era inteso dei nazionalisti. Essi vedono una tutt'altra meta, e contauo a.rrivarci con metodi i quali escludono assolutamente la lotta per la nazionalità. L'errore grave dei partiti nazionalisti, tutti insieme è stato qnello di negligere assolntamente il contenuto economico del la loro lotta politica. Essi affermarouo : « Prima bisogna risolvere la qnestione della lingua, ]a questione ·della nazionalità. pQÌ verrà tutto il reHto ». E intanto l'evoluzione economica si faceva irre::,istibile malgrado l' ostinata cecità dei nazi~naliHti. La massa delle popolazioni del!' Impero Austnaco otte11eva, con la sua pressione tuori del parlamento, leggi e riforme ·Hociali, e tntta intesa ai vantH,ggi pratici che traeva da queste passava. accanto ai nazionH-listi, oltr~passava i loro ideali ed i loro desideratH- senza vederli e senza. essere veduta: ond' è che qnaudo essa è stata chia mata a partecipare a q11ella vita politica della quale fin'ora era stata esclnsa, essa ha continuato a procedere per la sua solita via , 11011~entend~ c_he le. V?CÌ _che le giungevano dalle classi , fino ad ien, pnv1leg1ate e che le parlavano un linguaggio che non la toccava nè per gli interessi, nè per le idee. Ma la questione diventa anche più comµlicata. Non solo le elezioni austriache dimo::,trano che oggi, un partito politico non può durare se non fa sua anche

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