Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 10 - 31 maggio 1907

276 RIVISTA POPOLARE blici e perchè si fossero abbassati i prezzi dei mezzi di sussistenza, all'invito di detta direzione, il 2 luglio. circa 155000 operai abbandonarono contemporaneamente il lavoro, di cui 20000 in Madrid, 18000 in Alicante e 33000 a Biscaja. Merita speciale menzione Io scioporo dei falegnami in Valladolid, il quale fu causa di una diminzione nel numero dei soci aggregati alla Unione Generale. Secondo le varie professioni la Unione risulta così composta: Muratori 6032, Cocchieri 2300, Fornai 2007, Tapietre I 512, Tipografi. 1345, Carpentieri e.falegnami 1168, Contadini 1054, Minatori 573, Metallurgici 545, Came,-ieri 455, Formato,-i 386, Legnaiuoli 382. Cal:rolai 342, Tessitod 302, Venditori di piana 246, Meccanici 231, Filatori 190 Pi/tori 182, Lavoratori del bron:ro 176, Manovali 176, Legatori di libri 170, Calderai I 50, Stuccatori 145, Tornitori 132, Mattonai 155, Lattai 100, oltre non più di un .altro centinaio appartenenti ad altre arti come: fabbricanti di carrozze, guantai, cardatori di lana, funai ecc. La base dell'Organizzazione si concentra principalmente in Madrid, Bilbao, Vigo, Valladolid, San Sebastiano, Alicante, Barcellona, ecc. Accanto a questa « Unione Generale », di cui abbiam detto finora, sussiste ancora un'altra associazione centrale, la così detta « Federacion Regional de Sociedas de Resistencia » la quale, al contrario della Unione, non ha alcun carattere o colore politico. Questa Federacion comprenderebbe un numero di soci doppio di quello della Unione. Vi sono inoltre altre organizzazjoni, le quali sono indipendenti dalle due anzidette, fra cui la « Federacion Naciunal de Oberos del Niar de Bugnes y Puertos » (Federazione dei lavoratori del mare· e dei porti), la quale comprendeva 4296 membri nel r 902, 8280 nel r 903, 6046 nel r 904 e presentemente 3600. Contro quest'ultima organizzazione e contro tutti i tentativi e gli sforzi di organizzarsi da parte dei ferrovieri si appuntano le armi ed i rigori dei capitalisti e delle Autorità. Tutto cosiderato, quindi, non si può fare a meno di concludere che le sorti e le condizioni delle organizzazioni operaie nel paese dei monaci e dei toreros sono tutt'altro che rosee, e che, per conseguenza solo un lento, paziente, lungo lavorio di propaganda e di preparazione in genere potrà avvantaggiiare sul serio questo stato di cose a favore del moderno movimento operaio. G. CARANO-DONVITO L'Istruzione prin1aria e le bibliotechepopolari Negli ultimi due fascicoli della Nuova Antologia, del 1 ° e 16 aprile a. c., l'onor. Maggiorino Ferraris sviscera la questioue dell' analfabetismo in Italia , e con la. competenza che lo distingue propone i mezzi più adatti a combatterlo. È molto lodevole richiamare l' attenzione del paese sopra una quèstione che interessa la civiltà e il miglioramento morale del popolo italiano, e bisogna augurarr.i che sia giunto davvero il momento di provvedere convenientemente all' istruzione elementare , perchè qual unq 110 indugio sarebbe colpa-e vergogna. Vogliamo qui ag•giungere a quelle dell' on. Ferraris una proposta che riteniamo indispensabile , e che attuata , assicurerebbe il maggiore e più efficace profitto alle condizioni intellettuali del popolo nostro, perchè continuerebbe e integrerebbe l'opera della scuola elementare. Intendiamo parlare delle biblioteche popolari. L' istruzione primaria è il seme gettato nelle giovani menti , destinato o ad intristire o a germogliare secondo l' alimento di lett1ire e di applicazioni di cui in seguito verrà nutrito. È evidente che la scuola elementare, sia pnre perfetta come quella concepita dall'on. Ferraris, non può esser fine a sè stessa, ma solo la preparazione a sviluppare l'intelligenza. Deve essere il substrato sul quale ognuno basi la propria istruzione futura. Per questa ragione non basta che _loStato facçia uno sforzo per assicurare alle masse una valida istruzione primaria, ma occorre anche che parallelamente allo sforzo massimo destinato a coronare il successo della scuola, continuandone e allar~andone l'utile. Occorre istituire anche le biblioteche popolari. Specialmente quando la scuola avrà istillato nelle giovani menti l'amore al libro e la persuasione dell' efficacia di esso sia come mezzo di miglioramento materiale, sia come mezzo di godimento intellettuale, specialmente allora sarà utile e necessario tenere alla portata del popolo i libri adatti alla sua cultura, perchè l' opera della scuola si compia, si sviluppi, si perfezioni. Se l'istruzione elementare ricevuta da un giovinetto popolano potesse esser paragonata ad un capitale, le biblioteche popolari dovrebbero essere paragonate alle banche doppiamente rimuneratrici di esso capitale, cioè· a banche che capitalizzano sempre anche il frutto dato alla mano. La crociata a beneficio dell'istruzione del popolo in Italia dovrebbe avere il duplice scopo di perfezionare la scuola e d' istituire le biblioteche popolari, sia con letturà in sede propria, che circolanti , aperte anche di sera e alla festa, munite di tutto quel conforto che possa. attirare i lavoratori. Come i ricreatori, anzi molto più efficaci di essi, le biblioteche popolari costituirebBero un'ottimo mezzo di moralizzazione, allontanando parecchi dalla bettola , dal giuoro, dalla dissipazione. Le biblioteche popolari comincia.no a sorgere ora, per iniziativa privata. Dopo lo splendido risultato, superiore a qualunque aspettativa, dato da quelle di Milano, alle quali il prof. Fabietti dedica tutta la sua intelligente attività, dovrebbero moltiplicarsi specialmente nei centri operai, badando bene alla loro organizzazione, in modo da ricavare il massimo utile colminimo sforz0. Non occorre molta suppellettile libraria. È meglio poca e bene scelta. Il pregio dovend~ risultare dalla qualità e non dalla quantità. I cataloghi dovrebbero essere pratici , a soggetto e. a classi , in modo che anche i profani potessero subito fare le ricerche, e possibilmente in tutto o in parte stampati, per esser divulgati negli stabilimenti, nelle società operaie , ecc. I libri non dovrebbero essere contrassegnati da sigle che ne indicano il posto unitario, inchiodandoli per cosi dire agli scaffali, ma dovrebbero essere distinti a gruppi , in modo da renderne agevole il maneggiamento e la custodia. in qualunque scaffale, ~d anche il possibile trasporto in altra sede senza alterare i cataloghi. La spesa per tali istituti non sarebbe grande. Cal- ·

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