Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 10 - 31 maggio 1907

264 RI V I S T A P O P O L AR E Erra del pari il Sergi quando nella prefazione dice solennemente ai Sardi; « Sperare che l'isola vostra sia messa sulla via <lel benessere civile ed economico da coloro che sono a capo dello Stato, è illusione; sperare dagli uomini vostri che vi fanno promesse in un giorno che hanno bisogno di voi per acquistare un titolo di dignità politica, è delusione sperimentata : oramai tutti voi non dovreste essere più ingannati. « Io vi aflermo che una sola via vi rimane per sorgere dalla umile situazione in cui giacete da secoli : Far da voi ». È bene clJe siano eccitate le forze individuali e l'energia e l'iniziativa locale; ma il progresso sinora si è verificato, la civiltà si è trasmessa, coi contatti tra i superiori e inferiori, cogli aiuti che i forti hanno prestato ai deboli. I Sardi inoltre devo110 fare da loro stessi; ma abbandonati alle proprie forze perpetuerebbero la loro impotenza: la miseria perpetuerebbe la miseria; l' analfabetismo non farebbe sentire il bisogno, il benefizio dell' istruzione. L' azione iniziale, deficiente della Sardegna, quindi deve essere integrata, stimolata da quella delle regioni più avanzate in ricchezze e civiltà-da quella dello Stato. Ai Sardi, agli Italiani tutti, però, un avvertimento va dato affìnchè non si lascino vincere dai disinganni affrettati : la natura e le condizioni sociali che sono il prodotto della prima e di- molti ~ecoli di storia e della successione quasi ininterrotta dei gover~i disonesti o non curanti dai Cartaginesi, ai Romani, agli Aragonesi, ai Savoiardi, peggiori degli altri perchè ingrati , non si modificano nè in un giorno, nè in un anno (1). Occorrono decennii per migliorare e trasformare le coscienze e l'ambiente fisico e sociale; ed occorre perseveranza nel perseguire il conseguimento di queto grande obbiettivo. DoTT. NAPOLEONE CoLAIANNI (1) Ciò che possa un buon governo anche in Sardegna si vide nei primi anni del dominio Savoiardo, sotto Carlo Emmanuele. Sotto il buon governo del Ministro Conte di Bogino la Sardegna cominciò a respirare; di che si ha prova nel fatto che la popolazione in non molti anni si raddoppiò. Per I' inc~iestaull'amministrazione della Guerra ( 1 ) Giacchè l'invocata e lungamente attesa inchiesta sul dicastero delle. Guerra è stata decretata, è dovere di quanti amano Ja patria e ne cercano sinceramente il bene di cooperare al trionfo della verità e della luce L'interesse supremo delJa difesa nazionale; il grido di dolore, ognor crescente, del personale prepostovi, specie quello di grado inferiore; l'azione vigorosa della rinnovata coscienza pubblica e il buon senso dei governanti si sono accordati-e n'era tempo-in 1m fine comune.' E sebbene noi· non ci facciamo troppo dorate illusioni sulla efficacia pratica dell'inchiesta, sinceramente plaudiamo alla inusitata concordia dei partiti ( 1) Dobbiamo questo articolo ad un bravo ufficiale dello esercito. N. d. R. e delle classi, e alla iniziativa-sincera o no non importa indagare - del governo. li desiderio unanime di fare la ìuce e di partecipare direttamente o indirettamente, ma coscientemente, al governo di un organismo cui è commessa la difesa nazionale , fi.11 qui lasciato in balia dell' empirismo tecnico e burocratico; il proposito saggio di portarvi adequato contributo di giustizia e di sapienza direttiva ed amministrativa, sono indice di rinnovamento morale e di migliore avvenire per Je istituzioni in genere e per l'istituto militare in ispecie. Peraltro, la sola buona volontà; il desiderio onesto di giovarf:' alle istituzioni non bastano. Per fare la Iuce su di un organismo cosi esteso e complesso e così specializzato nelle sue branche e funzioni , occorrono due elementi essenziali , senza dei q 11ali Ja Juce ed i I bene restano uO: pio desiderio. Occorrono : 1 ° Proposito deliberato di affrontare occorrendo Ja persecuzione dall'alto, ovvero Ja impopolarità ed anche tutte le due cose insieme; 2° Adeguata scelta dei mezzi. Vi è tutta una fitta rete d'interessi politici e professionali da scuotere , ringiovanire o recidere ; vi è tutta un'opera di rigenerazione morale ed economica da compiere. E questo non si compie: e non si ottiene con i soliti vieti sistemi di riguardi a convenienze politiche e ad interessi castali , nè con la solita ed abusata falsa carità di patria, ch'è in realtà vero e proprio delitto di lesa patria. Nè bastano ancora il dilettantismo degli uomini di Stato e del Parlamento, ovvero la musulmana indifferenza, che rasenta l' incoscienza delittuosa, dei maggiorenti dell' esercito. Se si vuole sinceramente la luce è necessario che le persone, chiamate al delicatissimo e non facile incarico, gettino alle ortiche il grave fardello di pregiudizi e d'interessi politici che ne inquina la coscienza e ne avvelena il pensiero e l'azione. Occorre la più completa e adamantina indipendenza morale. Solo a quest~ patto si potrà davvero ottenere la luce lungamente attesa, porre il dito sulla piaga dove essa esiste , denunziarla alla pubblica opinione senza infingimenti e riguardi di sorta , e· portare pronto ed efficace rimedio aJJa crisi gravissima che tormenta l' organismo militare nella sua parte vitale ( il perso• nale). Solo cosi l' esercito , che tanti sa.grifi.ci costa al paese, potrà essere governato e diretto con luce d'intelletto e con sistemi essenzialmente moderni, e potrà infine diventare davvero strumento validissimo di educazione e di elevazione sociale. elemento di forza morale e di sicurezza nazionale. + E i mezzi? La complessità e specializzazione delle funzioni di un cosi vasto organismo iLDpongono speciali J;nezzi d'indagine: divisione del lavoro; impiego di organi specializzati e competentissimi, e direi quasi interessati a che la luce si faccia. Si dirà: vi sono dei Deputati non militari che si occupano, con intelletto d' amore, delle cose militari; dippiù, ai lavori dell'inchiesta parteciperanno certa·

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