Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 9 - 15 maggio 1907

RIVISTA POPOLARE 233 Inchiesta è indubbia cosa, che sino a tanto che essa non sia compiuta non si possono decentemente votare i duecento milioni per le nuove spese straordinaria; e ben si appose il gruppo parlamentare repubblicano aflrettandosi a votare un ordine del giorno, in cui, affermando la .v-..>lontà di provvedere alla difesa del paese, dichiarò di concedere i nuovi crediti qualora l'Inchiesta li dichiarasse necessari e dasse affidamento di vederli bene spesi. La giustizia di tale avviso è tale che l' .Agenzia Stefani, contro l'ordinaria cospirazione del silenzio sugli atti Jel gruppo repubblicano, comunicò" l' ordine del giorno a tutta Italia. La Camera che accordasse i crediti prima che fosse compiuta l'Inchiesta a priori si riv~lerebbe una illogica e inutile caricatura e si coprirebbe di vergogna. Essa scoraggerebbe quei galantuomini volenterosi che volessero darsi alle ricerche opportune". e farebbe l0ro comprendere che a loro sarebbe riserbata sorte più n1isera di quella toccata ai componenti la Commissione d'Inchiesta per la Marina. Il proble1na urgente (A quanti amano la retta amministraz.ione della giustiz.ia) Quando scrissi l'articolo Nel tempio. di Temi non credevo che fosse imminente la discussione del bilancio di grazia e giustizia; la quale mi colse impreparato, al ritorno da una mia gita nel settentrione. Nè vi avrei preso parte se una smaccata difesa della magistratura in genere fatta dall'onorevole Bizzozzero non mi avesse dato ai nervi. Della partecipazione improvvisa alla discussione, pc>rò, sono rimasto assai soddisfatto, non solo pel dovere compiuto, ma anche e più per la speranza che mi è nata che non abbia fatto opera inutile. Ciò argomento dell'attitudine del Ministro Guardasigilli, della Camera e della stampa, che, si voglia o non si voglia, è un indice dei sentimenti che prevalgono nel paese. Di questi sentimenti, poi ho avuto saggi numerosi e tutti concordi nelle lettere, nei telegrammi di plauso calorosi all'opera mia. Questa volta, mi mancarono le insolenze degli anonimi: una sola me ne venne da Roma, di cui farò menzione speciale. · Giova esaminare brevemente quali sono state le accoglienze ottenute del mio discorso del I 0 maggio, che venne unanimamente considerato come una fiera requisitoria contro i magistrati indegni, per indurne se c'è o non l'unanime consenso sulla necessità impellente di risolvere il problema, che da tanti anni è stato posto e che adugia la vita del paese. • Nella Camera. - Non è la pnma volta che levo la voce a Montecitorio su questioni scottanti , che feriscono interessi, passioni e convinzioni sincere, procurandomi urli, segni di ostilità, e provocando proteste più o meno spontanee. Mai come questa volta, invece, un mio discorso venne ascoltato con tanta deferenza e con tanti segni di consentimento. Quando denunziai gli scandali della Banca Romana ci fu l'ex ministro Miceli, che mi scaraventò addosso le ingiurie più plateali; Guido Baccelli mi richiamò all'ordine con paterna solennità; Crispi fece noto l'animo suo denunziandomi come un redivivo Fouquier Thinville; la plebe dei deputati, come qualche anno dopo lo stesso Crispi chiamò la massa che forma certe maggioranze, rimase scombussolata e inerte per le mie rivelazioni. Più da recente occupandomi della stessa quistione odierna i colleghi accolsero con segni di riprovazione o di incredulità le cose gravi che dissi contro alcuni magistrati, il Presidente Biancheri mi richiamò spesso vivamente all'ordine e il ministro Guardasigilli levossi fiero a difendere quel Procuratore del Re che io avevo qualificato semplicemente spregevole. Altri deputati si levarono per fare un inno alla magistratura. Assai ben diverse son procedute le cose il I 0 maggio; e ne sono lietissimo. Le interruzioni, che mi vennero dai colleghi furono tutte di adesione, di rinforzo per così dire, alle mie critiche severe - si può non tener t:onto della clamorosa protesta del1' on. Monti-Guarnieri; - il Presidente della Camera 11011 m'interruppe mai, - e gliene sono grato; i deputati che risposero per difendere la magistratura, non negarono che ci fosse del marcio e deplorarono soltanto la forma vivace e individualizzata anedottica delle mie denunzie; furono, infìne, più importanti le dichìarazioni del ministro Guardasigilli che in parte riferirò, e che pienamente giustificarono" la sostanz.a delle mie osservazioni. Due magistrati-deputati, l' on. Ci morelli e l' onorevole Lucchini vollero direttamente o indirettamente assumere la difesa dei propri colleghi; ma il primo non rinscì che ad aggravare la situazione ed il secondo, in fondo, per togliere valore all'opera mia non trovò di meglio che fare una insinuazione volgare contro di me (1). 11 Lucchini, però, non seppe e non potè smentire i fatti da me ésposti, ma ritenne che essi non depongono contro la magistratura, ma contro l'iner 1 ia del potere centrale, dal quale occorre invoca1-e un' a1ione più vigilante ed energica. - Uguale rimprovero mosse al potere centrale l'onorevole Cimorelli ; il quale riconobbe pure che nella magistratura c'era del marcio e rivendicò a sè il merito di avere tanto coraggio quanto ne avevo io, nel denunziarlo. Nè io intendo negarglierlo; nè intesi mai attenuare la responsabilità del potere (,) li deputato Lucchini ndla seduta del 3 maggio disse : << è manifesta l'incoerenza di coloro che promuovono o in- « coraggiano questo vero scandalo e poi, per ragioni eletto- « rali, pr?curano il miglioramento economico dei magistrati li e supplicano l' istitu,ione di preture e di Tribunali nei « loro collegi ». Ora si può dare una più balorda insinuazione ài qul!sta? Io non ho chiesto la istituzione di alcun Tribunale , ma ho domandato la restituzione della Pretura ad un paese del mio collegio , cui venne brigantescamente tolta da quel m111istro senatore Ferraris, ehe ali' età e nelle condizioni dei Casaburi, venne preposto all' amministraz10,.e della giustizia nel 1894. La restituzione di quella Pretura ,·enne riconosciuta come un atto di giustizia da vari ministri ; e ci vuole tutta l' ira di un magistrato, che forse si avvicina ai limiti di età, per rimpro verare ad un deputato l' adempi~ento al proprio dovere difen • dendo un diritto. Cessa questo di essere sacrosanto solo perchè riguarda un paese del proprio collegio? Colla logica del deputato Lucchin i sono ben conservate le 2 5 preture che rendono meno di 40 sentenze ali' anno - una, quella di ·Crodo, non arriva a 15; si deve mantenere invece la soppressione dt:lle altre che ren - devano circa 150 sentente ali' anno come quella di Calascibetta. Dove sarebbe poi l'incoerenza mia se fosse vero che io avessi domandato Il miglioramento economico dei magistrati? A scanso di equivoci dichiaro che rilevo le umoristiche critiche dal Corriere della sera (N. 0 del 4 maggio). Non ero presente quando egli parlò altrimenti gli avrei risposto, se non comè egli meritava, certo come meglio avrei potuto.

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