Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 9 - 15 maggio 1907

232 RIVISTA POPOLARE disinteressato o se, come sommessamente s'insinua, non ci fosse lo zampino di qualche altra casa industriale che vuole prendere il posto di Krupp. Certo e che esso trovò una eco simp~tica nella coscienza, dei <leputa ti e del paese. Le dichiarazioni di un tale autorevole ufficioso, in tanto vennero a giustificare pienamente la campagna da tanti anni intrapresa dal!' Estrema sinistra contro la incompetenza dei ministri tecnici, contro lo sperpero inaudito delle risorse economiche scarse • delle nazione, e sulla impreparazione per la difesa dello Stato. Questa giustificazione indiretta fu completata da quella esplicita fatta da Rastignac in un magnifico articolo pubblicato dalla stessa Tribuna (3 maggio) in risposta ad Edoardo Scarfoglio. Il direttore del Mattino evocò Aristofane per condannare la democrazia italiana, che paragonava a Cleone, personificazione della democrazia ateniese. Ma Rastignac in quel suo articolo, che deploriamo di non potere riprodurre e che torniamo a chiamare magnifico per la finezza e<l esattezza logica e per la forma letteraria , gli osservò che la democrazia o demagogia com battuta da Aristofane negli ..Acarniesi, nei Cavalieri nelle Vespe, era al governo - 001 all'opposizione, come la democrazia italiana. La satira aristofanesca non può dunque col pire i partiti popolari, ma la borghesia italiana che da circa mezzo secolo ci governa e che ha dato ali' Italia Lissa e A<lua - e perchè non aggi ungere Custoza e le·vergogne della guerra del 1866, nella quale il servilismo del Capo /dello Stato fece sacrificare gl'interessi della nazione alla volontù dell'Imperatore dei Francesi? - ma ci ha dato, ripetiamo, Lissa e Adua mentre la democrazia aveva dato a<l Atene le glorie di Salamina e di Maratona. Per intendere l' opportunita della citazione di questo articolo di Rastignac aggiungiamo, che Aristofane fu chiamato in ballo da Scarfoglio proprio in tema di spese militari. Egli nella Aristofania aveva scritto : « E' in Atene, la guerra tenuta accesa per oltre venti anni per ingrassare i demagoghi: è, in Italia, la coercizione contro le spese militari, per mantenere indifesa la patria contro il nemico esterno ~ contro quello interno. E quanto più profondamente si coglie il ridicolo e si denuda la bassezza del regime, tanto più fosco e formidabile appare il fondo tragico \). E Rastignac nel lodato scritto col titolo di primo acchito incomprensibile: Da Aristofane ai cannoni Krupp di rimando osserva : « E tutto questo se ingiusto per la demagogia o democrazia di opposizione; è troppo indulgente per la borghesia di governo ». << Ma come - io domando ai vicini e ai lontani - noi siamo indifesi, e la colpa è di Cleone, cioè, traducendo, il triobolo in moneta italiana, dei socialisti, riformisti o rivolm:i_onari, integralisti che si chiamino? Ma come ? noi diamo al governo cento milioni per l'artiglieria, con o senza il voto dei socialisti; il governo non sa spendere, o spende male, o si fa mangiare i cento milioni, e alla fine dei conti noi ci troviamo senza i cento milioni e senza l'artiglieria, come con voce unanime si proclama in questi ultimi giorni - e la colpa è... di Cleone ? Eh , via , questa mi par troppo forte ! Diciamo pure che Cleone parla male, se la sua eloquenza non ci contenta o non ci piace ; ma è poi il governo che agisce peggio, e gitta i milioni nelle fornaci della Casa Krupp, senza pretendere il corrispettivo dell.e artiglierie. Ed è il governo, infine, non è Cleone che lascia indifeso il paese, per via di terra e per via di mare >>. - + Siamo sicuri che i nostri amici lettori ci sapranno grado di queste citazioni; noi deploriamo che i giornali democratici, forse in odio al diario in cui Vìncenzo Morello ha fatto cosi buona e onesta difesa della democrazia italiana assegnando, cui spettano, le responsabilità delle pericolose condizioni in cui militarmen_te si trova il paese , non ci abbiano preceduto in queste citazioni. Esse lasciano chiaramente intendere che la richiesta dei nuovi milioni avrebbe provocato aspre discussioni alla C?t.nera, non senza probabilità , non ostante la enormità della maggioranza asservita al Ministero, di vederle respinte. Perciò coloro che conoscono il fiuto fino dell'on. Giolitti non si maravigliarono quando all'i mp'rovviso il Generale Viganò presentò alla Camera la . proposta di una Inchiesta parlamentare sull'amministrazione della Guerrà. L'inchiesta rappreserita la sconfitta del feticismo militarista e di quei ciechi staffieri di tutti i ministeri, che pappagallegianti ripetono su tutti i toni che essa avrebbe menomato il prestigio 'dell'esercito. « Che l'inchiesta fosse stata domandata anche da partiti contrarii alle istituzioni , non era e non è stato giammai per noi un ri10tivo per non desiderarla vivamente; convinti come siamo che nessun danno potrà alla istituzione venire dallo apprèndere la verità pi'ena, tutta int'era, senza equivoci. L'esercito dalla inchiesta non potrà uscire che rafforzato; perchè solo quando tutta la verità sarà conosciuta; solo allora sarà possibile di prendere le virili risoluzioni che son necessarie per uscire da questo st:1to d'incertezze e di illusioni e per fare che il paese abbia veramente un apparecchio militare adeguato ai sacrifizi che per esso sopporta. E se caso mai avverrà che su quel corpo sarà necessario di applicare qualche punta di fuoco, niun danno; sarà fuoco rigeneratore ». Cosi la Tribuna in un altro numero (4 maggio); e i lettori comprendono la nostra tattica di riferirci a questo giornale nel presento dibattito. La Trihuna, poi, avrebbe potuto aggiungere che se una inchiesta a tempo fosse stata fatta sotto il secondo impero , i Le Boeuf non avrebbero condotto la Francia a Sedan ed all' annèe terr-ible; che un' inchiesta severa fu fatta sull' amministrazione della guerra in Inghilterra all' indomani della disastrosa campagna contro le repubbliche del Sud-Africa. In quali limiti dovrà essere contenuta l'Inchiesta, che venne accolta coll'applauso della Camera e coi malumori. soltanto di coloro che nell' abile mossa dell'on. Giolitti hanno visto un ostacolo ad una crisi imminente? Noi siamo pienamente di accordo col Secolo che la vuole allargata a tutto l' ordinamento militare nostro, colla speranza che si riesca a fare accettare nella forma genuina ed utile quel reclutamento territoriale che è stato sempre il nostro ideale. Quale che possano essere i risultati di questa

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