RIVISTA POPOLARE 229 solo repubblicani e democratici; ma fautori della superpotenza degli Stati Uniti o partigiani di una politica casalinga limitantesi a volere ed imporre alle nazioni Europee il rispetto della d.:ttrina di M,mroe: l' Awerica agli Americani. Ma la grande q uistioue, seria e grave e dalla quale potrebbero scaturire sor.pre:;;e non liete per l'Europa ed un periodo di agitazioni violentissime per gli Stati Uniti e quella della democrazia e q nella dei Trusts - Plutocrati e demagoghi sono i due gravi pericoli della pace interna agli Stati Uniti. Bisogna spiegarsi subito a proposito di democrazia e di politicanti in America. Quando noi diciamo uomo politico non pensiamo noi ad uno che della politica fa il suo u:iestiere , il mezzo per guadagnarsi la vita in modo meno noiosJ e faticoso che non sia guadagnarla facendo il falegname, il calzolaio, l'agricoltore o anche l'artista Il politicante agli Stati Uniti è il loafer, il fanullone. Poco a µoco i politicanti si sono accorti che far da difensori ed avvocati degli interessi proletari era un mestiere molto redditizio, comodo e che offriva faciliU. di carriera , e si son dati a tu tt' uomo a protegge're gli interessi dei lavoratori. Di qui una. politica sociale liendente a solleticare tutto le passioni del basso popolo; tendente al trionfo momentaneo di una qualsiasi tendenza o situazione politica. Onde l'odio seminato a pienA mani, ed il nessuno scrupolo nella scelta dei mezzi per raggiungere uno scopo, quando questo scopo sia tale da fare acquistare una facile popolarità agli agitatori di pro fessiotie, agli uomini politici. Qu~lcuno dirà che di simili ti pi non e' è difetto neppure in Italia ed è vero; senonché mentre in Italia ed altrove sono l'eccezione, Rgli Stati Uniti son essi • la strabocchevole maggioranza. Son essi che predicano e ca2itanano i linciaggi negli Stati del Sud; son essi che ultimamente crearono la difficile situazione degli Stati Uniti di fronte al Giappone, essi che in nome del bene del proletariato, in realtà per il loro interesne, creano le situazioni politiche più false, e dalle quali nulla. di bene può scat1irire, ])i fronte ad ei;si stanno i pi a tocrati , i grandi miliardar'ì, i capitani dei Trusts i quali per opera dei loro milioni riescono ad imporre al paese la loro volontà, comprano e vendono la stampa e la coscienza con l' unico scopo , da alcuni di essi francamente e brutalmente dichiarato di fare e difendere la loro ricchezza. Ora contro queste dne potenze politiche - che tali sono veramente -- lotta il presidente Roosevelt. Sia che egli si presenti direttamente, sia che-dietro suo consiglio - sia presentato quale candidato il Gaft la sua politica egualmente è e sarà egualmente avversata dai demagoghi e dai plutocrati perchè egualmente lontano ai desideri ed alle idealità-se l'interesse par ticolare può esser chiamato idealità - di entrambi. Certo, e bene che i partigiani dei Trusts ed il loro candidàto sieno sconfitti; bene è pure che non riescano ad avere il sopravvento i falsi amici del proletariato. Se Roosevelt o Gaft sia il migliore dei presidenti di questo mondo, noi non sappiaino : è un fatto però che ciò che è bene trioufi alle pros~i me elezioni è il principio de! governo del popolo per il popolo: non per i politicanti e non per i miliardarii. In questo momento il pericolo grave, è che possono prendere il sopravvento gli uni o gli altri; con i primi sarebbe la compres:.sione e poi la rivolta economica non per la riforma del la organizazione soci.de ma per il vantaggio personale momentaneo di alcuni sfruttatori delle idealità popolari con gli altri il prepotere di una piccola classe immorale e dannosa e che condurrebbe inevitabilmente alla più disastrosa e vana delle rivolte. • Cose Inglesi. 1 ° Il protezionismo alla Oonfe1·enza coloniale.-! conservatori, che attribui vano molta importanza alla disc·1ssione della qnestione delle tariffe preferenziali fra Inghilterra e colonie -- sono rima8ti delusi. Essi s'immaginavano prim>i. di tutto che nna grande parte della popolazione Inglese entnsi,ismata per i P,remiers coloniali , si sarebhe lasciata andare alla pazza gioia, fino al punto di dimenticare i proprii interessi e di lasciar _da parte le teorie liberi::ite che le son care; credevano poi ai uua levata di scndi da parte dei Premiers nel caso che il governo avesse dichiarato di non voler prendere in consid'lra:tione il protezionismo. Già si diceva e i conservatori menavano vanto della non ancor riportata vittoria - si diceva: - Ah l il governo esita, il governo non osa, il governo cede. La questione netta:nente pos·,ta dai Premiers coloniali non ha fatto perdere la te~ta nè la flet.nma alla popolazione inglese: il governo ha parlat0 ed ha respinto la p.roposta dei coloniali ed essi hanno subito il :rigetto della loro propo➔izione senza pigliarsela troppo calda. I soli che s'arrabbiano sono i conservatori. Essi che spera.vano molto, che conta vano anzi su q nesta conferenza per rimettere a nuovo e in pubblico i I protezionism•) si son visti riportare bellamente dal discorso pronunziato dallo Asquith, a nome del gùverno, al punto di prima. Lontano assai dalla rea l izzazione dei loro desideri i. Lo Asquith ebbe molta c•1ra di spiegarsi chiaramente e francamente disse: e In che modo è mantenuta la s11premazia dell' In ghilterra? Io credo che ciò d·ebba essere attribuito alla nostra speciale attività produttrice, ai profitti che otteniamo uel tenere aperti i più alti mercati del mondo, e al l' enorme guadagno. del nostro traffico ma-. rittirno. e Ora questo è fondato sul fatto di poter mantenere il no1:1trocibo e il nostro materiale grezzo al più bas:10 prezzo po~ibile. Il libero scambio non è un capriccio ma un principio, mantenuto perche è inerente ai nostri vitali interessi nazionali. Dopo il più ampio esame e le più ampie discussioni , il popolo inglese si e dichiarato in favore del libero scambio con una maggior,1.nza che non ha :nai av11to eaempio. Quindi, parlando per questo popolo , il gov~rno di Sua Maestà non può accettare nessuna infrazione alla politica del libero scambio, nemmeno in via di tentativo e di esperimento. E' necessario per nQi di dichiarare questo ampiamente e francamente fino dal principio •. Naturalmente i conservatori hauno levato le loro più alte strida e gi11rato alla rovina dell'Impero. In realtà i premiers coloniali si sono rintascata la loro propoJta e l'Impero continuerà come prima ad essere una forza mondiale poieliè l' Impero Inglese è fondato molto più s11 vincoli ideali che su faU.i eco· nomici : e i vincoli son µiù forti - almeno io. ·questo caso - delle necessità economiche. Ali' ideali1:1rno imperialista, però, fa da sosteg!lo il bisogno di essere difesi contro possibili aggressioni straniere. 2° La questione della, terra in lnghilterra.-Da lungo tempo una questione gravissima s'agita in Inghilterra. Si sa che l'Inghilterra è il paese delle contradizioni, e delle forme legali e soci!lli antiquate, ma si sa meno che la questione della terra e tanto urgente e grave quanto la medesima questione in Russia Non e il caso di parlare dei contadini che abbandonano la campagna per la città. Ormai q 11e~tofenomeno non si produce che in pie :ole proporzioni. La terra Inglese è pochissimo coltivata. Proprietà di pochi grandissimi Signori è tenuta a pascolo e più comunemente a fo. resta dove la caccia é piacevole ed abbondante. Or a questa questione sembra matura per la risoluzione e Campbell-Bannerman parlando al recente banchetto della Hunsing and Land Reform Association ha ac ·
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==