248 RIVISTA POPOLARE Dalla critica all'arte: e alla più complessa, al teatro, prima che alla letteratura narrativa, lirica o filosofica. Della produ zione drammatica di Roberto Bracco , I' editore Sandron ha intrapreso da tempo la pubblicazione integrale: e n'erano già usciti quattro volumi, il primo, il terzo, il quarto, il quinto; oggi esce, a mettere in regola il conto , il secondo volume, che, per ragioni già da me esposte altra volta, dovette essere rimandato finora: e contiene MASCHERE, il breve e terribile dramma in un atto premiato al concorso drammatico na.tionale del 1893-94, e rappresentato la prima volta, protagonista il Zacconi, al Sannazaro di Napoli, il 5 maggio 1893; INFEDELE, la commedia in tre atti, piccante e satirica, uno dei capolavori del focondo autore napoletano, che si legge con trasporto e con gusto straordinari ancor oggi, dopo dodici o tredici anni dac, hè si è udita in teatro , e rilevandone anzi molte finezze che allora c'erano forse sfuggite, o che forse invece avevamo scordate; e IL TRIONFO,infine, il gran dramma in quattro atti, malinconico e suggestivo, ,tutto intima psicologia. ' Preannunziato da molti mesi, è finalmente uscito il rc,manzo d' Alfredo Baccelli, LA MÈTA (Soc. Tip. Editr. Nazionale): il titolo è il me<lesimo d'un romanzo di Gineyra Speraz (Milano, La Po1igrafica, 1902), del quale ho dato qui stesso, a suo tempo, notizia; ma le due mète so110 affatto diverse: la femminile, attraverso la propaganda umanitaria, era l'amore, e in idillio , infatti , finiva il racconto tutto intimo e delicato, d'ambiente milanese, della Speraz; la mèta virile, invece, at - traverso una forte ma transitoria passio'"!~ d' amore , è la gloria.d'una conquista scientifica e um1Jnita1·ia insieme, la scoperta della cura della tubercolosi , f"tta dal protagonista, 'Umberto s~ velli , a Roma ; e siccome qul!sta scoperta non è ancora, purtroppo, avvenuta, il Baccelli precorre nel suo romanzo la cronologia, e ne fa svolgere gli avvenimenti risolutivi nel decennio prossimo futuro; mentre, siccome que:l' altra mèta fu raggiunta fin dai tempi d' Adamo, la Speraz potè collocare senza inverosimiglianza alcuna le sue scene negli ultimi anni del secolo scorso. A parte questo, il romanzo del Baccelli apparisce un po' troppo visibilmente a tesi, psicologica e sociale; ci si sente la volontà, l'intenzione, lo sforzo, di dimostrare le proposizioni di morale pratica formulate nei dialoghi e nei monologhi del suo nobile eroe; e ciò gli nuoce , almeno nell' impressione e nel giudizio dei lettori men frettolosi e superficiali. A tutti, invece, piacerà decisamente la salda compagine narrativa, che non si perde in episodì superflui nè si dilunga in digressioni vane, ma fila dritta e coerente .•.. alla mèta, tenendo sempre ben sveglia la curiosità e la rartecipazione del lettore agli avvenimenti esteriori e alle vicende psicologie he ; e in tutti rimarrà vivo il ricordo del godimento estetico delle ·pagine descrittive ed evocative dello sfondo sul quale i fatti si svolgono, sia esso il fantastico paesaggio della valle di Susa o la classica maestà delle piazze di Roma, sia la capanna sperduta nelle maremme sacre alla dea Febbre o la vasta aula di Mon tecitorio sacra alle logomachìe, alle contumelie e agl'intrighi della guerriglia parlamentare. w PASSEROTTI01 NIDO(editore Streglio) è u~ roma_nzo dedicato da Giuseppe Lanciarini (< alla prima giovinezza », e che s: svolge infatti tra adolescenti, a scuola, in collegio, a casa, a ricreazione , intessuto di ingenue birichinate e di rudimentali amoretti, di fantasticaggini sentimentali, e di sfoghi chiassosi di vita in pieno sviluppo. Il libro è scritto in buona e schietta lingua toscana , senza pose nè smorfie d' alcuna specie , e si legge d'un fiato anche da noi grandi e con qualche pelo grigio: consule Planco, non ci siamo passati tutti, per di là? * Con ARGONAUTIMODERNI(editore Sandron), tradotti e prefazionati da Maritzka Olivotti, noi facciamo la conoscenza diretta d' una forte scrittrice polacca , Elisa Orzeszko, finora ignota, o quasi, al pubblico nostro: e la facciamo per mezzo d' uno dei suoi romanzi più caratteristici, più intensi, più vibranti di quella pietà larga e profonda, e quasi direi cosmica, di quella trepidazione oscura , ili quella nostalgia impaziente del meglio, che sono le note essenziali della sua anima femminile. Come quasi tutti i romanzi di donna, questo suo è infatti, almeno in parte, un romanzo biografico, o meglio un autoritratto psichico ; ma tracciato da mano ferma e siçura d'artista nato, <li scrittore di vocazione: un autoritratto largamente ambientato, ed in cui I' ambiente , l'esotico e poetico paese polacco , uomini e cose , ha non minor parte e rilievo della figura che vi campeggia. * Un'indole diametralmente opposta è quella dì Gemma Ferruggia , di cui ho letto , immt:diatamente dopo , il nuovo ron1<1nzo FoLLIE MULIEBR,I della stessa collezione Sandron : vivace fino all'irrequietezza, mordace fino al sarcasmo, recisa fino a Il'intransigenza, franca fino all'ostentazione, la Ferrug 6 ia può pia.cere od urtare, ma non lascia indifterenti mai; si può arrivare a scaraventarne per · dispetto un libro contro la pa • rete, ma non accade mai che per sonno o per noja vi sfugga di mano e vi scivoli sul tappeto. Questo libro ultimo a me ha strappato spesso , come altri suoi , delle esclamazioni di vivo dissenso : perchè la Ferruggia professa e predica , nei romanzi come nelle numerose conferenze di propaganda, opinioni a me cordialmente antipatiche ; ma ciò non importa, anzi esclude, e si capisce, che essi in genere, e questo in ispecie, che è a tet.i antiemancipazionista del suo sesso, siano libri nojosi: ed il genere nojoso è il solo , scrisse il Boileau, · che possa qualificarsi come cattivo. * Sempre dal Sandron, mi viene pure un volume di novelle: QuEL CHE D1cg tL MoNDo, di Luigi Giov:inola: il quale volumt: è preceduto da una lettera-prefazione di Salvl'.ltore Farina; il quale Farina loda il giovane autore sopratutto per la semplicità e per la sincerità con cui vede t: con lui dice le cose; le quali cose, son quelle che accadono quotidianamente e, più o meno, a tutti , e perciò appunto sono le più interessanti, le più vere, e anche, per chi le guarda, le studia, le comprende da artista : le più belle ; la quale bellezza, per passare nel!' arte, non ha bisogno di far salti mortali, nè capriole pagliaccesche, nè :)contorsioni da clown. In conclusione, le sei novelle del Giovanola sono piaciute- molto anche a me. * Chè dirè di FORME ED OMBRE, seconda edizione riveduta ed aumentata (Genova, Biblioteca del ((Ventesimo ») di Mario Clarvy? È uno di quei libri che disorientano: intanto, è d'un uomo .... e pare, dallo stile, d'una donna; oppure .... è d'una donna, e pare, dal nome, d'un uomo; poi, come classificarlo? C'è di tutto: lettere ( tutto un· epistolario), bozzetti, novelle, fantasie, discussioni, critiche, dialoghi_, satire, piccole diavolerie letterarie e filosofiche inqualificabili ... nel senso migliore della parola: inqualificabili, perchè nessun sostantivo, nessun aggettivo, nessun predicato varrebbe a definirle bene; sicchè, quando avrò detto che tutta questa spuma, questo vapore, questo gas cerebrale, m'ha lasciato, a lettura finita, come se avessi bevuta una bottiglia di champagne, un pò brillo, un po' eccitato, un po' stranito, un po' umiliato, un po' voglioso di star nutire, avrò dato il più immediato , sincero t: personale giudizio del singolar,ssimo libro. * Libro, al contrario , perfettamente omogeneo e coerente è questo di Romolo Quaglino, PAROLE su L' AL Dr QUA E L1AL DI LÀ ( Palermo, Sandron ): parole gravi e pensose, in forma di dialoghi quasi platonici, tra un uomo e una donna immaginarì e irreali , su la vita e la morte , la fama e la gloria, l'amore, i valori umani, la politica, il pensiero, la teletta, le sensazioni e i sentimenti , la patria e la casa , gli eventi , le
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