Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 9 - 15 maggio 1907

246 R I V I ST A P O P O t ARE firmano la regola) alla gerarchia psichica, come nelle stesse razze superiori possono riapparire in dati individui le condizioni somatiche. ( e spesso insiC?me quelle psichiche) delll! razze inferiori. Non è questa la parte essenziale dell'opera, ma quella che risulta dal titolo datole dall' A., cioè un parallelo fra Latini e Anglo Sassoni , che spesso diventa anche parallello fra il nord e il sud del!' ltalia , ad es. nel capitolo sulla distribuzione delle intelligenze superiori, che sin dal 1901 Riv. ital. di SocJ io avevo abbozzato nello stesso senso dell 'A. L'erudizione del!' A., eh e conosce, come forse pochi in Italia, tutto ciò che si pubblica in Inghilterra e negli Stati Uniti, in relazione ai suoi studi, gli rende possibile questa che si potrebbe chiamare una sociologia comparata , insieme a pagine bellissime e vere di filosofia della storia, non filosofia cervel1otica o geniale (tante volte lè due parole sono sino - nimi), ma giustificata da una valanga di documenti n. « È un libro che tutti dovrebbero profondamente meditare, poichè vi si dimostra come il miglioramento delle condizioni sociali possa trasformar\! completamente una naiione, specie per riguardo alla delinquenza Auttuante (dico fluttuante per distinguerla da quella organica, che del resto è infinitamente minore, e da interpretare piuttosto come una minore resistenza): ciò .è provato segnatamente nel paragone fra l'Inghilterra della 1:1 metà del secolo scorso, e l'Inghilterra della 2:1 metà (p. 102-103). E' anchè un libro alta~ente morale, poichè moEtra di che lagrime grondi e di che sangue la rie - chezza attuale degli Anglo-Sassoni, che, negli Stati Uniti spe cialmente, presiede a una corruzione immensa, nausei.:nte, vera auri sacra fames, unico ideale rimasto, senza alcuna raffinatezza estetica, senza alcuna efflorescenza_ artistica o intellettuale, che sia lontanamente paragonabih: all'età di Augusto , o al Rinascimento. Davvao, che i milioni regalati alle Uni versità non sono che l'orpello e la polvere negli "Cechi, che così non vedono i brigantaggi dei « Cavalieri del furto >>, le dissipazioni pazzesche e immorali, le camorre gigantesche in cui vengono comprati la giustiz,a,. i municipi, il! assemblee legislative. E' il caso di domandarsi usque tandem, fino a quando l'umanità sarà orgogliosa di questa pseudo-civiltà che è peggiore di qualunque analfabetismo? (Atti della società romana di antropologia, Voi. XII. Fase. Ili). ~TBeeON~INI eBTTBR~RI XXXII. Sesamo e gigli - Sludi estetici - Storia dell'arte - Storia delle lettere - Il teatro di Roberto Bracco - La Mèta, di Alfredo Baccelli - Passerotti di nido -Argonauti moderni -- Follie muliebri-Forme ed ombre-Quel che dice il mondoL' al di qua e I' al di là - Annunzi. Apprendo dai giornali, che si è costituito in Gc:nova il primo nucleo di una 11 Federazione l~aliana delle Giovinette Rnsl,iniane », che si propone per mezzo e per fine alla propria atti - vità, non delle semplici e vane ciarle retoriche nè degli ideali indeterminati e nebbiosi, ma, secondo la dottrina e I' aposto - lato del grande Maestro inglese, l'amore ed il culto e lo studio della bellezza, per trasformc1rla nell'animo e nell' azione in bontà. Queste brave giovinette hanno infatti com-inciato, ben praticamente, coli' impiantare per conto proprio una piccola palestra ginnastica , in cui rendere agili, vigorose, armoniche e sciolte le membra, e una sala di ritrovo e di conversazione, in cui conferire e discutere, su tesi svolte a vicenda dall'una o dall'altra, d·~stetica, d'arte, di lettere, di poesia, ed anche d'industria, di psicologia, di morale particolarmente muliebri; ed han cominc;ato ad attuare metodicamente un loro geniale e gentile programma, in cui le visite ai musei, ai monumenti, alle bellezze naturali della-toro regione ed anche di fuori, sotto la guida di persone più anziane ed esperte ,si alternano a quelle dei quartieri più poveri e squallidi per portarvi un riflesso di quelle visioni luminose , una parola di conforto e di· pietà, un consiglio, un ajuto, un soccorso, un atto positivo e pratico di solidarietà umana. Ebbene, tutto questo è venuto fuori , è ger~ogliato così fresco e vivo in quelle giovani anime buone e belle, dal pie colo libro , che ho qui sott' occhio , di John Ruskin , e che porta il titolo, simbolico e suggestivo, di SESAMOE GIGLI. Lo ha tradotto in buona prosa italiana Dora Prunetti , e lo ha stampato, in una edizione che certo l'esteta britanno avrebbe trovata di pieno suo gusto, il bravissimo e benemerito Sol mi, a Milano. Vi è premessa la prefazione originale dell' auto_re, datata da Denmark Bill, 1 ° gennaio r87 1; e vi si contengono le tre famose conferenze « Sui tesori dei re >>, 11 Dei giardini delle regine >>, e \( Cl mistero della vita e le sue arti »: sotto le cui enigmatiche intitolazioni si svolge, come è noto, tutta una serena, sana, e squisita teoria della condotta e della feli cità , in quella forma bonaria ed arguta insieme , mistica ed umoristica a un tempo, che costituisce la nota peculiare della prosa inglese in generale e di quella del Ruskin in ispecie. I re di cui qui si parla non sono (è superfluo dirlo) quelli eh<:: portano i segni della sovranità loro sopra la testa, ma quelli che li portano dentro; e i tesori sono i libri, particolarmente, e del resto tutte le opere dell' ingegno , della sapienza , della virtù; e le regine (si capisce) sono le loro spose ideali, le donne degne di esserlo, le donne gentili ed oneste nell'alto, vasto e dantesco senso di queste parole, quelle di cui si può dire, sempre e da tutti, ciò che dice un verso famoso d'una nostra canzone d'amore: 11 Spunta un fiore ove posi il tuo piè n: ed ecco i giardini. Il mistero della vita, infine, sul quale invano si interrogano i sacerdoti e i filosofi, gli scienziati e gli stat1st1, è l'avvenire, è l'ulteriore, è l' al-di là, è il meglio, è il più perfetto, è l' ideale: al quale, più d'ogni altro uomo, è I' ar tista, quello che muove e che anela: è l'artista, guidato da un istinto superiore, da una nostalgia sovrumana, da una chiarnveggenza profetica , che vince la materia, la trasforma in ispirito , la fa precorrere i tempi , e da tale trionfo ritrae per sè e per gli altri tutta quella felicità che pu·ò essere con sentita alla natura umana. E , si noti ben<::: I' artista 11011 i.; pel Ruskin solamentè il pittore, In scultore, l'architetto, o l'attore, il musicista, il poeta: è chiun4ue lavori, a qualunque cosa, con senso d'arte, con desi..ierio di belkzza, con bisogno di perfezio ,e, con ardore di fede. Ed i.;cco, davvero, 11 le arti della vita ». Affini d'argomento, ma affatto diversi d'indirizzo e d' into nazione, sono gli STuoì ESTET1c1 Ji Giulio A. Levi, test<! usciti Jai tipi dei Lapi, di C,ttà Ji Castello: la prima park, generale e teorica, si compone di due brevi monografie sull'arte e la critica estetica, e sulla conceziont" oggettiva dell'opera d'arte; la seconda, pratica e applicativa, contiene cinque saggi critici, su l'episodio dar:itesco di Farinata, sul sonetto dd Petrarca l( L'aura mia sacra al mio stanco riposo .... >), sull'ode leopardiana " A un vincitore nd gioco del pallone n, su l( La vita solitaria » dello stesso Recanatese , e su la sua 11 Aspasia n. Nella prima memoria, il Levi, il quale, tra parentesi, scrive molto bene e molto bene pens:1 , discute largamente le teorie estetiche di Beneclt:tto Croce, e, pure ammirandone, come ne ammiro io, la genialità, giunge press'a poco, per vie diversissime, alla medesima conclusione, se non negativa, dubitativa, a cui giungevo io pure nella mia analisi della prima edizione nella 11 Nuova Antologia >> del 1 ° ottobre 190 1. LI Levi è tu tta via ben lontano dalla estetica relativista e democratica che io professo (cfr. le (( Lezioni » testè finite di pubblicare dal- !' I loepli): chè anzi egli qualifica per bello non già ciò che piace « a ciascuno >l e che quindi è bello 11 per lui >>, ma so-

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