RIVISTA POPOLARE 245 siano restie a valersi dei poteri loro conferi ti. Come si vede, si tratta di una vera politica di graduale nazionalizzazione. Senza dubbio in molti casi sarà conveniente per ora per le autorità locali di limitarsi semplicemente a prendt're in affitto dai proprietari attuali le terre, ad affitto fissato da corte arbitrale; ma la corrente trasporterà irresistibilmente verso la compra definitiva delle terre stes::ie. Non è improba bile che queste misure vadano di pari passo con un altra misura abolente la legge dell' entail che attualmente vieta a molti grandi proprietari di vendere e dividere le loro proprietà. In tal guisa la terra passerà a chi sa farne· l'uso più profittevole e la concorrenza tra i privati e l'iniziativa delle autorità locali e centrali ne rialzeranno la produttività. Il fa1·mt1· messo al sicuro dall'arbitrio del landl01·d tornerà a stabilirsi definitivamente in un dato villaggio invece di vagar dall'uno all'altro secondo la triste sua fatalità attuale; e tra gli abitanti di un dato villaggio impe gnati nell' agricoHura comincierà a fiorire )ll, gran pianta della cooperazione agricola. Il villaggio cooperativo sorto sulle rovine del villaggio feudale, munito delle sue scuole professionali, dei suoi mezzi di comunicazione con le grandi città, dei mezzi di di verti mento più sani e necessari, mostra, ove è già stato istituito , come nel Lincolnshire, di saper arrestare l'esodo rurale e di saper aumentare la sua popolazione. È un errore ritenere che la depressione dell'agricoltura inglese sia interamente o prevalentemente dovuta alla concorrenza oltreoceanica: questa non tocca tutt'al più che il grano; e vi sono molti generi di produzione: bestiame, uova, latticini, erbaggi, frutta che il suolo inglese può produrre meglio che la Daniniarca , la Russia , la Francia settentrionale o le Colonie da cui ora le importa. Il rimboschimento da Holo è un investimento nazionale sicuro. E data Ja vicinanza dei grandi mercat.i urbani , e il valore della freschezza dei prodotti , il successo, come l'esperimento già dimostra , non è dnbbio. La· ragion vera di deperimento dell'industria agricola inglese è l'arbitrio del ìaudlord che scoraggia l'iniziativa del farmer. La sicurezza e il compenso delle migliorie è ciò di cui questi ha anzit.11tto bisogno. Ei nou vnole più sentirsi l'uoiuo di un altro uomo; vuol' essere padrone dr tutto il suo lavoro e sopratutto padrone del suo spirito. Non è possibile alcun dubbio sulla circostanza che la ragione del la resistenza opposta a questa riforma da parte dell!i. oligarchia fondiaria è la perdita del potere, dell'influenza feudale su altri uomini, ed è l'ulteriore intollerabilità di questo potere da parte di chi fin' ora lo ha s11bìto che dà ad esso il colpo di grazia. Vi son ben 250 importanti municipalità che sostengono il movimento; l~ più grandi ditte industriali e le cowpagnie ferroviarie lo appoggiano ; il clero lo spalleggia; Je società di temperanza e d' igiene pure; rn vero non c'è movimento che abbia dietro di sè nn cumulo più imponente di adesioni. I lords, se lo lascian passare si spodestano ; se lo ostruiscono decidono di sè non meno sicuramente pel giorno in cui tra quattro o cinque anni si farà sulla questione l'appello al paese, preceduto da anni di discussione e polemica e da tonnellate di opuscoli e libri. I conservatori lo denunzieranno come un movimento di spogliazione socialista ; è notevole però che i più serii tra di essi non lo avversano. Gli è che in realtà lungi dal distruggere la proprietà esso mira a diffonderla e renderla sicura trasformandola da monopolio di pochi in ricchezza di tutti. Ed anche è bene soggiungére che se si tratta di una mi~rnra che in senso largo può denomiuarsi socialistica , 110n è però una misura che, nel senso stretto e marxistico di questa parola, i socialisti possouo reclamar per loro: essa mira ad allargare , non a restringere la concorrenza ; mira ad estendere ali' agricoltura il regime della libera associazione che in mille guise domina nell'industria e nel com,uercio e anzichè ad estendere il dominio della collettività a spese della sfera d'iniziativa privata, mira a lasciar libero gioco alle forze che ad ogni momento tendono a stabilire un dato equilibrio tra le due sfere. A. CRESPl Latini ed Jtnglo-sassoni di N. e0L1lJ1lNNI ( r) I gi11dizi Diamo oggi la parola ad un antropologo, il Prof. Giutlrida Ruggieri , che insegna nell'Università di Pavia sul libro di Colajanni. li giudizio che egli dà sul libro di Colajanni acquista un singolar valore e pregio al confronto con quello severissimo che dà sull'altro di Jean Finot nello stesso numero della Rivista. Ecco le sue parole: l( Gli antropo sociologi (De Lapougt:, Ammon, Woltmann, ecc.) a forza di voler stravincere e ripetere su tutti i toni le loro sciocchezze, sono andati incontro a ciò che era inevitabile: la formaLione, cioè, di un ambiente scientifico ostile, dal quale come germinazione spontanea, prima o dopo, non poteva non sorgere quella distruzione, che, preannunziata qua è là da rabbuffi e ironie, si concretasst: in un'opera definitiva. E tale è il volume che ha raccolto tutto quanto si era andato accumulando nelle intime coscienze di coloro ehe reagivano al l'andazzo pseudo-scientifico, che ne sentivano tutto il torto, e tuttavia non estrinsecavano adeguatamente il loro pensiero Ma in tali condizioni è appunto quando più si grida vittoria, che la battaglia è perduta: venga 11llora chi smascheri i com medianti, t: nessuno di questi avrà più il coraggio di farsi vivo. Tale è stata quest'opera, che nessuno degli antropo-sociologi ha potuto contraddire a viso aperto, sin dalla r :i ediz., e tanto meno lo sarà adesso che è stata ampliata e migliorata in una 2a ediz., che viene dopo una traduzione francese, e una traduzione spagnuola. Alludiamo alla parte essenziale dell'opt:ra; poichè sart:bbe possibile a una persona tecnica andare in cerca di inesattezza o omissioni, ma con ciò non farebbe che è.are un'importanza fuor di luogo a piccolezze che non meritano di essere rilevate, data l' indolt: dell'opera. Sarebbe possibile, ad es., dimostrare che esiste per grandi linee una gerarchia s1.,matica delle razzt: parallela (le eccezioni non in- (1) Un elegante volume di 450 pagine in ottavo grande con prefazione di G. Novicow. E' stato già tradotto in Francese ed in Ispagnuolo e se ne farà tra breve la traduzione in Inglese. Costa L. 6; per gli abbonati della Rivista L. 3100. Elegantemente legato in tela e oro L. 5,00.
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