Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 9 - 15 maggio 1907

RIVISTA POPOLARE 239 tenza del Tribunale del 28 febbraio· 1890. Con provveaimeato del 1° agosto stesso anno il Tribunale assegnò al curatore un compenso mensile di L. 500; con altri provvedimenti 7 aprile 1891, 10 maggio 1892, 3 gennaio 1.894 e 11 febbraio 1895, lo autorizzò a prelevare dalla massa attiva a titolo d'indennità L. 16 mila da tenersene conto alla definitiva determinazione del compenso. Dopo 7 anni di gestione non ci fu l'ombra di un reperto. I creditori invano ricorsero ripetutamente al Giudice delegato per far sollecitare al Curatore la liquidazione; le attività mobiliari della fallita erano quasi tutte scomparse non restando che il patrimonio immobiliare. I creditori tengono una riunione presieduta dal Giudice delegato il 3 maggio 1897 e visto che il Curatore aveva già prelevato in 'i anni lire 5omila, cioè più di quanto gli potevano spettare alla chiusura del fallimento in ragione di li re 500 al mese decisero di domandare al Tribunale la soppressione del compenso mensile anche in vista della lentezza colposa della procedura del fallimento. • Il Curatore audacemente si oppose alla richiesta; ma il Tribunale dichiarando di non essere nemmeno degna di discussione una tale eccezione di giudicato per la nat1:1,radel provvedimento provvisionale, e considerando come fra assegni mensìli ed altre liberanze il Curatore aveva raggiunta tale somma da rendersi prudente e doveroso sopprimere ogni ulteriore mensile compenso, tanto più che ciò non era conforme ali' art. 7 2 2 Cod. di Comm., che determina la 1·etribuzione dovuta al Curatore in una misura fissa per tutta la durata del fallimento, o in ragione del tanto per cento sull' animontare dei valori incassati durante l'amniinistrazione,. anzichè in ragione del tempo, cioè mercè onorarii mensili, il che frustrerebbe lo spirito della disposizione racchiusa nell'art. 7 2 2 e rimandando (si tenga ben presente) alla cessazione dell'amministrazione del fallimento la tassazione definitiva delle indennità di curatela imputandosi gli acconti ricevuti, con sentenza del 26 luglio 1897 accolse l'istanza proposta dalla Delegazione dei creditori ordinando che da quel giorno innanzi fosse cessata b percezione mensiie di lire 500 a titolo di compe,1so provvisorio a favore del Curatore. Il curatore non si scoraggia e torna alla carica lamentandosi che nulla gli sia stato più dato dal 1897 in poi e ricorre al Tribunale. Questo lacera la sentenza del 26 Luglio 1897 e con deliberazione 31 Dicembre 1901 tassa in L. 44 mila i compensi al curatore per gli anni decorsi del 1898 a tutto il 1901, (cioè un compenso non più di L. 6000 all'anno, ma di 11 mila all'anno). E il curatore, senza mai curarsi di dare il rendiconto insistentemente ma invano richiesto dai creditori, facendo a fidanza con quelle perle di giudici, alla cui onestà brucia il suo incenso - certo poco spontaneo il collega on. Marghieri - ha la faccia fresca nel 1906 di avanzare domanda di altre 250 mila lire oltre quello che gli era stato precedentemente attribuito, cioè un compenso definitivo di L. 354 mila ... Ma il Tribunale fu onesto, fu severo q ~1estavolta: e con sentenza del 12 Giugno 1906 decise di darsi a.I Curatore un compenso di L. 250 mila per l'opera. prestata e da prestarsi fino a chiusura del fallimento, includendo in detta cifra la somma già esatta in L. 104. Ah! Tribunale iniquo I Come negare al Curatore, che non trova il tempo di dare il conto, quelle altre centoquattromila lire? Un atto di crudeltà che solo il senso della giustizia rigida e scrupolosa poteva imporgli:···· Con qual cuore negare quelle altre miserabili cento e qua~t~omil~ lire a~ un _curatore che nel 1902, in dod1c1 anm aveva_ 1ntro1tato L. 357,023 e ne aveva spese 357,558 lasciando nella Cassa della fallita un DEFICIT di L. 53 5 ? Ah Tribunale ferocemente taccagno ! Come potesti ~onte_n~art! di ~sssegn~re _a quella grande figura d1 Lu1g1 Bianchi la m1sena di Lire ~50 mila quan1o il. Tri?unale _di Napoli pel fallimento della Ditta Silenti per circa 20 milioni ad un ignoto e ad uno spiantato ed anche asino, a un certo Pasquale Grippo, ch'è appena conosciuto come deputato, assegnò L. 80 mila? E mettendo da parte l'ironia domando: è questa amministrazione di giustizia o brigantaggio aperto? ... pev~ provve_dere_ i! Ministro guardasigilli con una 1nch1esta o il mm1stro dell'interno coll'invio dei carabinieri affinchè i giudici non scappino? . ~d ora decida il da fare quel burlone competentzssmw, che se non è magistrato merita di essere nominato giudice del Tribunale di Bari, del Giornale di Catania. 'Egli non prestò fede a me e disse che se era vera la rapina che calunniosamente avevo annunziato alla Carnera i Giudici del Tribunale di Bari, anzicchè invocare una inchiesta si d_ovevano suicidare. Ora, visto che quei giudici non ncorrano all'auto-punizione, veda quel burlone se non sia il caso d'impiccarsi· lui ..... + Ern deciso a non aggiungere alcun fatto nuovo a quelli denunnziati alla Camera, che Ministro, Deputati e Giornali avevano ritenuti enormi, quasi incredibili; era mia intenzione, soltanto, di risponde1~eagli ottimisti, che non negarono• l' insieme delle mie accuse, ma le dichiararono soltanto in parte esagerate, ·per dimostrare che non c' era alcuna esagerazione e che alcune meglio lumeggiate assumevano carattere di maggiore gravità. Perciò non mi avvalsi in questo articolo della massa di altri fatti scandalosi , che formano parte · del mio dossier; non ricordai gli altri gravissimi che il De Felice testè ha rinfacciati al mio contraddittore nel Corriere di Catania, nè i moltissimi altri che il Marvasi illustra due volte la settimana nella Scintilla di Napoli. Non posso però, astenermi dal richiamare l' attenzione dell'on. Orlando su di due mostruosissime sentenze del Tribunale penale e della Corte di appello , revocata la prima dalla Corte di appello di Palermo Sezione Penale, e la seconda dalla Corte di Cassazione della stessa Palermo sul fallimento di un certa Faraccino. Gli raccomando la lettura della sentenza della Cassazione presieduta dal FerroLuzzi affinchè egli comprenda il rammarico che ho provato per essermi pervenuta tardi. Le sue severissi ine considerazioni, che sono sanguinose staffilate sulla faccia dei Consiglieri della Corte di appello - Sezione civile - , mi avrebbero dispensato dall' usare le parole vivaci che adoperai contro il Tribunale di Bari. Non le riproduco, almeno per ora, perchè me ne manca il tempo e lo spazio. ♦ E pongo termine a questa mia replica, lieto che la opinione pubblica, il Ministro di Grazia e Giustizia e 1:: Camera abbiano fermata la loro atten ... zione sul vitale e ·urgentissimo problema. Ma occorre che tutto questo non sia fuoco di paglia; occorre che tutti perseveri no nell' opera energica e salutare di epurazione ; è necessario che si provveda in modo serio ed efficace perchè si riesca col maximum possibile di •sicurezza e di rapidità alla eliminazione Jegli indegni. Ora, come ora, la magistratura costituisce una casta chiusa, che col suo foro privilegiato riesc.e a

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