Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 9 - 15 maggio 1907

RIVISTA POPOLARE 235 << approvazioni ». E aggiunge : ccLa verità è che ccanche colle leggi presenti c'è modo di epurare la ccMagistratura , ma per quieto vivere si lascia coree rere , si chiudono gli occhi su tutte le porcherie, cc finchè i deputati o i giornali sovversivi non jànno cc la voce grossa. I magistrati che subiscono le incc fluenze della piazza sono i più sicuri di non esce sere mai molestati. Parlando dal banco dei micc nistri come ha oggì parlato, l' on. Orlando ha cc assunt'o di fronte alla Camera ed al paese il gra- « vissimo e solenne impegno di epurare la Magicc stratura. Auguriamoci che non gli vengano meno ccla volontà e la forza ». La stessa Stampa (5-6 maggio) pubbli_cò ~n articolo - riprodotto dalla Perseveranr_a d1 Milano ~ da molti altri giornali-dell'ex deputato Carlo Nasi, in cui mi si dà completa ragione, ma si deplora che localir.zai troppo i miei veementi ri»'!archi. La Ganetta di Torino ( 3 maggi~) rievoca 11 J' accuse di Zola e osserva : <e La pietra angolare della « discussione è stata data, senza dubbio, dal ter- <c ribile atto di accusa esposto contro la m_agicc stratura dall' on. Colajanni ». E dopo aver fatto menzione dei discorsi Orlando e Cimorelli aggiunse: <e Ma l'impressione della requisitoria di ier l'a~tro « è rimasta. L'opinione pubblica ne risulta proton- « damente impressionata pcrchè tutti scntor~o cl~e- <c esagerazioni a parte (quali-?)-l'on. ColaJann1 ha cc posto il ferro chirurgico in una pi~ga che. realcc mente esiste. Quel ch'è più grave s1 è che _1 macc gistrati colpevoli hanno a lungo ~o~uto l' 1 m pu- <c nità oppure la godono ancora; altn ìurono perhno cc premiati e promossi ». . Su per giù nello stesso senso si espr~mono il Corriere Mercantile, il Corriere di Genol'a, 11 Nuovo Gzqrnale, L'ora, il Giornale di Sicilia, il Roma e molti altri ancora. Come si vede dal mazzo non ho preso il giudizio di alcun giornale che possa avere lontanamente delle simpatie politiche per me. Chiudo l' elenco e ritorno sull'articolo dell' onorevole Carlo Nasi. Egli, adunque, mi rimproverò di avere troppo localinati i miei veementi rimarchi. Ebbene il rimprovero - caso unico, anzichè raromi fa un grande piacere: Esso costituisce la migliore risposta a quell'anonimo ignorante che mi consiglia a limitare le mie critiche alla magistratura siciliana e napoletana. Nasi esercita la sua professione a Torino; aggiungo, che altri deputali piemontesi e lombardi mi lodarono vivamente pel mio atto di accusa e mi assicurarono che nelle loro regioni si verifìcano fatti identici, se non peggiori, di quelli da me denunziati; che a Milano non molto tempo fa il Consiglio dell'ordine degli avvocati, se mal non ricordo, votò un ordine del giorno, certo non apolo 6 etico per la magistratura; che l'on. Merci avrebbe dovuto fare dichiarazioni gravi quanto le mie sulla magistratura toscana; che l'on. Cavagnari ne fece altra volta gravissime su quella ligure e mi aveva promesso di tornare alla carica anche ora; che fu istruito a Genova quello scandaloso processo contro il Corriere della sera , che è un indice delle influenze deleterie che nel tempio di remi esercita la Borsa. Se a preferenza mi occupo di magistrati meridionali e siciliani , egli è che vivendo a Napoli e conoscendo meglio la Sicilia, ivi posso avere le notizie più esatte. Ecco la ragione della mia localir.r_a,ione, che dovrebbe farmi onore, perchè prova che non mi occupo se non di ciò che conosco. + Dal consenso della stampa passiamo al... dissenso degli accusati. Certo nessuno, molto meno io, potevasi attendere che gli accusati mi mandassero i loro ringraziamenti; che dichiarassero esatte e precise le mie accuse. Mi aspettavo delle retti lì che, delle proteste; ma confesso che ho avuto una grata e confortante sorpresa nel tono remissivo, urn i le . modesto, anche cortese delle parziali rettitiche, che mi sono venute dai magistrati accusati. Niente più disprezzo altezzoso, aud1cissimo, come pcl passato. Esaminerò una ad una le rettifiche che mi sono note e dimostrerò che non una sola di esse intac,:a la esposizione da mc fatta. 1° Comincio dal Soraci. Egli scrive una lettera alla Tribuna per dichiarare che contro di lui fu aperto un proce.Jimento del Proc. del Re non per spendita di monete false - come dissi io --- 111aper spendita di una carta falsa da mille lire - oh! la grande differenza!. .. - che egli aveva rtrol'ato tra le carte della defunta madre; che non si trattava, però, di caria falsa, ma di un biglietto fuori corso perehè caduto in prescrizione; che a sua istanza avocatosi il processo alla Sezione di Ac..:usa, questa dichiarò non luogo a I rocedimento per inesistenza di reato. L'assoluzione fu annunziata anche da me. Ma il processo ci fu. E che colpa ho io - questo in risposta a qualche critico che mi rimprovera la confusione tra biglietto fa/so e biglietto prescritlo - se il proc. del Re crede necessario iniziare un provvedimento contro un giudice, che ha avuto la disgrar_ia di trovJre un biglielto prescritto tra le carte della madre? Se la vedano tra loro magistrati. Io ho riferito scrupolosamente ciò che lo stesso Soraci ammet:e e conferma. 2° Un anonimo, che viene qualificato autorevolissimo e competentissimo, assume la difesa del comm. Pandolfìni - della cui rettitudine non dubitai mai, ma che misi alla pari del Comm. Casaburi, per la senilità-nel Giornale di Catania. Orbene alla Camera c'· erano parecchi deputati che vivono in Catania, miei avversari politici; quando parlai, uno, Pietro Aprile, che coraggio per rispondere a me o a qualunque altro ne ha da vendere, aveva diritto e dovere particolare di rimbeccarmi, perchè egli aveva da tempo presentata una interrogazione per invocare lo svecchiamento della magistratura di Catania. E tacque. Il suo silenzio fu significativo. Due altri; Giuseppe Ma iorana e Gabriele Carnazza mi interruppero per correggere. Sa l'allegro anonimo quale correzione fecero? Io avevo affermat0 che c'era forse l'uno per cento di ma 6 istrati diso;1esti ; ed essi mi avvertirono che io mi tenevo molto al disotto della verità. Questo povero diavolaccio cumpetentissimo si preoccupa del mio decadimento intellettuale; il pietoso anonimo ha scoperto che ho pochi amici che accolgono con eloquenti sorrisi le mie pose e che attorno a me c'è il vuoto ..... Tutto ciò per non dargli dispiacere ammetterò che sia vero; ma prego l'anonimo magistrato di rispondere a ciò che l'on. De Felice gli ha ricordato sulla magistratura di Catania in due articoli del Corriere, ricordando fatti anche più gravi di quelli da me denunziati ...... E se gli resta un zinzinu di comprendonio mediti ben sulla da lui atfermata recrudescenza in Catania dell' affarismo politico giudir_iario ; una recrudescenr_a senza pudici 1 ia e scrupoli >>t Ma questa re:rudescenza che altro è se non i 1 marciume da me messo alla gogna·? Sin qui il competentissimo cri.tico o si rivela allegro o si contraddice; ma egli ha voluto darsi il lusso di assurgere alle proporzioni del calunniatore ed ha detto: cc Da che a Caltanissetta gli <e condannarono un congiunto, non so se a torto o cc ragione, Colajanni ha perduto il lume degli occhi ». Breve risposta : egli mentisce colla maggiore

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==