Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 9 - 15 maggio 1907

234 RIVISTA POPOLARE centrale, che non invigila e non provvede. Prevenendo i due magistrati deputati, precisamente, ho invocato fieramente in tre discussioni questa continua vigilanza del potere centrale e ·1a necessità degli opportuni provvedimenti. Da notare, intine, un battibecco gustoso tra il ministro e l'on. Cimorelli. Se lo compresi esattamente, il primo con una sua interruzione ricordò al secondo che in alcuni casi i magistrati non avevano provveduto alla propria dignità. E vengo al ministro di Grazia e Giustizia. L'onorevole Orlando comprese che non era conveniente lasciare la Camera sotto l' impressione del mio discorso, e prese la parola immediatamente dopo di me. Memore dell'attitudine assunta dai suoi predecessori nell'identica situazione, temetti che l'on. Orlando si sarebbe abbandonato alla solita generica per quanto teatrale e sdegnosa smentita. Ma \.'.Onmio sommo compiacimento, diviso da tutta la Camera, il ministro dichiarò di non volere nascondere· che JJisono delle verità sulla magistratura forse più gravi di quelle da me dènunciate - Nientemeno! Più tardi nel discorso complessivo sul bilancio a conforto magro degli italiani lesse un brano da un opuscolo di un magistrato tedesco constatante che in Prussia si deplorano gli stessi malanni. D:1 me non dissentiva che nel metodo della individualizzazione, della specificazione anedottica dei casi. Quale fosse il metodo da lui preferito non riuscii bene a comprendere. Certo è che sperimentalmente il metodo mio sinora si è mostrato il solo efficace, il solo utile. Non ricorda l'amico ministro che da anni ed anni alla Camera gli oratori di ogni partito hanno portato gravi, ma generiche accuse inutilmente? Non ricorda che i suoi predecessori risposero sempre che delle accuse vaghe e indeterminate non si poteva tener conto? E invece non ricorda che soltanto le accuse precise, determinate, individualizzate, portate alla Camera in forma vivace, erano riuscite a provocare qualche provvedimento concreto? Che colpa hanrio gli accusatori se il potere centrale non si scuote, non si sveglia, non agisce, se non quando c'è lo scandalo, come molti si compiacciono di chiamare la denunzia della verità nuda e cruda? Ai ministri che lo scandalo hanno deplorato si risponde vobis imputatur ! Ma l' on. Orlando che onestamente ammise la gravità dei fatti denunziati, e che solo uno tentò scusare, fu coraggioso riconoscendo la convenienza della discussione parlamentare sulle magagne della magistratura. Mentre l' on. Lucchini, più reali sta del re, forse perchè giudice in causa propria, ricorse alla più barbogia retorica dcplor:1ndo vivamente che nell'aula sacra al culto della legge e della patria si facessero bersaglio alle denigrazioni e al disc1·editole istituzioni giudiziarie: l' on. Orlando, invece indicandogli - ma inutilmente-la via maestra da seguire, con tono solenne e con accento di pro 1onda convinzione disse: <e Senza dubbio, fra tanta rettorica, si è fatta anche quella adulatrice del magistrato. E si è formata così una lunga tradizione, per la quale, oltre Sua Maestà, era inviolabile anche la magistratura. Da questa rettorica e da questa tradizione io sono lontano• La magistratura è un servizio pubblico, che va discusso ed esaminato nel Parlam.ento come tutti i pubblici seryizi. E ritengo che sieno frasi fatte ed ormai sorpassate quelle · di sottrarre il magistrato all' influenza del ministro, ch'è responsabile in faccia al Parlamento, dell' a_mministrazione della giustizia; mentre i1 magistrato dcv' essere piuttosto sottratto alle influenze del salotto, della sacrestia, e ormai anche della piazza J>. La Camera applaudì; ed applaudii anche io, ·che vedevo finalmente respinta la ipocrisia e la retorica del passato. ♦ Nella stampa. Altra volta quando denunziai la Banca romana, un solo giornalista di grido mi si scagliò addosso: Costanzo Chauvet nel Popolo Romano. Anche oggi un solo giornalista ha tentato vituperarmi grottescamente : Giulio Fioretti nel Mattino. Il primo per darmi addosso negava coraggiosamente i fatti da ri1e denunziati ; il secondo più sciocco non potendo negarli tutti-la sua difesa si limita a quelli del Comm. Cosenza - mostrando in quale alto concetto tenga la funzione del deputato in: mezzo a non poche corbellerie insiste su questo mio carattere: non so conservare la serietà nel m~stiere di denunziante ..... Io credo bastante il riprodurre questa chiusa del suo articolo riboccante di menzogne e d'insolenze per votare al ridicolo e al disprezzo il suo autore. Ma una rondine uon fa primavera.· Le audacie di Chauvet non salvarono la Banca Romana ; le sciocchezze di Fioretti non attenuano di una milionesima parte le accuse precise che ho portate contro alcuni, contro parecchi magistrati e che dimostrano a luce meridiana il marcio che in essa c' è. Tutta, proprio tutta, la stampa italiana è del mio avviso. Ciò desumo dal fascio di ritagli che L' Eco della stampa cortesemente mi manda da Milano. I giornali meno favorevoli a me ammettono che nel mio discorso c'è stata soltanto qualche esagerar_ione. Nessuno, però, sa dire quali siano le esagerazioni ; nessuno sa indicarle per correggermi e farne ammenda onorevole! I più inclini a benevolenza verso il ministro lo lodano per la franchezza di quelle dichiarazioni da me pure anche lodate e constatano, che i fatti da me denunz.iati restano. Fra i tanti scelgo alcuni giudizi dei giornali non sospetti di sovversivismo repubblicano o so(ialista e tra i più autorevoli. Comincio dalla Tribuna_ di Roma (3 maggio). Nelle informazioni dice: « La seduta della Camera ccdi ieri per i fatti denunziati dall' on. Colajanni ccsul funzionamento della giustizia e per le serene cce ferme dichiarazioni del guardasigilli, approvate << senza restrizioni da tutta l'assemblea assume una cc importanz.a politica altissima. Sostanzialmente il <e pensiero del Governo e del Parlamento si rias- <c sume nel fermo proposito del governo di elevare ccle condizioni del personale giudiziario, per quanto « è possibile, all'altezza morale nella quale dev'es-. ccsere posto chi esercita la funzione più importante <e e più delicata di uno stato civi!e, ma da tale <e funz.ione debbono essere esonerati i non idonei per cc qualsiasi motivo. Migliorare le condizioni della <e magistratura, ma epurarla, con fermen.a, senz.a cc quella jalsa pietà che non giova agli individui e cc discredita la }unzione p,:incipale ed essenziale dello cc Stato >>. Di accordo: non ho mai chiesto altro. Il Giornale d' Italia (3 maggio) constata la profonda impressione destata dai fatti da me denunziati. Il Corriere della Sera (3-4 maggio) constata che i casi denunziati sono gra11issimi; loda l'obbiettività serena del Ministro che vuole un metodo di critica diversa dal mio, ma domanda: « i fatti citati da Colajanni sono o non sono veri ? Ecco la quistione. Il corrispondente parlamentare della. Stampa di Torino (3 maggio) rileva che la mia « fu una vera requisitoria contro diversi magiccstrati e che il ministro fece delle dichiarazioni ccche, quantunque poco ortodosse, riscossero vive

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