RIVISTA POPOLARE DI ~ Politica, Lettere e Scienze Sociali Birettore: Prof. NAPOLEON}J COLAJANNI (Deputato al Par1amento) Esce in Roma il ·15 e il 30 d' ognl (nese ff,alià: anno lire 6; semestre lire 3,50 - .Estero; anno lire 8; se_mestre lire 4,50 u·n n:..!mero separ~to Cent. :-JO Amministrazione: Corso Vitto1·io Emmmele, n.0 116 - NAPOLI An110 Xlll - Nnm. 9 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 15 Moggio H-)07 SOMMARIO: Gli avve11lmenCil e gli nomini: Noi: (Speculazioni dei vivi sopra i morti - I risultati dell'eser· cizio di Stato delle ferrovie italiane - La cronaca del 1° maggio-La lotta per la Italianità in Dalmazia-E Algesiras?- La marcia del clericalismo in ltalia-Pel centenario di Garibaldi-Quanti sono gli. uomini ammazzati ogni anno in Italia - Plutocrazia e· demagogia in America - Cose Inglesi-Errata corrige).- La Rivista: L'inchiesta parlamentare sul Miniskro della Guerra-0.r NapoleoneColajanni: li problema urgente-Prof. Manfredi SiottoPintòr: L'empirismo legislativo e le sue conseguenze (A proposito della tassa sulle aree fabbricabili) - L. Fontana-Russo: La ca'nferenza di Londra e i tre grandi problemi del1' imperialismo inglese - A. Crespi: Verso la Nazionalizzazione del suolo in Inghilterra - Latini ed AogloS::issoni di N. Colajanni (I giudizi) - Mario Pilo: Stelloncini letterari - IU vista delle lU viste: L'iJeale della nazionalità indiana (Hindostan Review} - Quando potremo volare (Monthly Maga 1 ine) - La limitazione della prole dal punto di vista det1e madri (Nineteenth Century) - Impressioni delle università Americane ( Deutsche Rundschau ) - Una nuova strada commerciale interoceanica (Nation und Welt)-La storia della flotta russa (Deutsche Monatschrift) - Recensioni. GLI ftVVENIJvlENTI e GLI UOMINI Speculazioni del vlvl sopra i morti. - Aversa ha innalzato un monumento a Pietro Rosano. Di lui abbiamo detto in occasione della sua tragica scomparsa con t,1tta la maggiore serenità possibile da parte di chi vive nell'aspra lotta politica per concludere eh' era molto migliore di tanti e tanti altri che si erigevano a suoi severi censn·i ; sicchè oggi non crediamo di mancare di rispetto alla sua memoria se domandi.-1mo: meritava egli un monumento? quale contrib11to eccezionale dette egli alla scienza o alla vita pubblica per meritarli)? Ma in questi tempi nei q11alisi monnmentano anche uomini che meriterebbero essere sepolti vivi sotto le pietre l' avvenimento avrebbe potuto passare inosservato come tanti altri analoghi ed anche benevolmente interpretato come gentile manifestazione di affetto del collegio che per alcune legislature era stato rappresentato dal Rosano. . Però le feste assunsero un carattere, che le faranno ricordaro con tristezza. Si sarebbe compresa la presenza dell' on. Giolitti, da chi lo conosce da vicino e sa quanto egli sia tenace nelle amicizie. Ectli che si era ricordato di Rosano vivo e che lo ave~a voluto suo collaboratore nel secondo ministero da lui presieduto,. non ostante le vivaci opposizioni che gli erano venuti da molte parti, volle anche ricordarsene in questa occasione. Nè si può sospettare che egli abbia potuto essere adescato dalla prospettiva degli onori resi a lui ; il sospetto riconosciamo che sarebbe ridicolo. Egli , però , avrebbe dovuto prevedere che la sua presenza in A versa e la stessa inaugurazione del monumento a Rosano non erano che un pretesto per esaltare un vivo, che attualmente è il più discusso che ci sia in tutta la Campania e che anche se fossero dimostrate nere calunnie tutte le acr,use che contro di lui si scaraventano dalla Propaganda , rimarrebbe sempre un tipo di volgarit_à veramente monumentale in cui le qualità grandi o minuscole dell'uomo politicò brillano per un' assenza addirittura insuperata e in superabile. Tutti i dettagli· di q 11ella festa perciò hanno provocato un senso profondo di amarezza e di dis~11sto ed anche tra amici perdonali dell'on. Giolitti abbiamo sentito esprimere il rammarico che egli abbia commesso un grave errore ed un pessimo servizio alla causa della .elevazione morale del mezzogiorno , i cui uomini pubblici, in grande maggioranza hanno dato triste spettacolo di servilismo. • e risultati dell'esercizio di Stato delle ferrovie italiane. -L'articolo pubblicato dall'Io - gegnere Benedetti nella Nuova antologia ( Le spese dello Stato per l'esercizio ferroviario, 1 ° maggio) sulle Ferrovie italiane dirada molti equivoci e spiega gli allarmi della Giunta del bilancio, che sono stati maliziosamente commentati da coloro che vedono una sciagura nello esercizio di una intrapresa industriale da parte dello Stato. La Giunta del bilancio esaminando il disegno di legge per lo Stato di previsione della spesa del Mi nistero del Tesoro pel 1907-908 deplorò che le spese per lo esercizio delle ferrovie aumentano in una misura maggiore del prodotto lordo e che perciò. il prodotto netto, che deve restare allo Stato e figurare nelle entrate - come tenne corrispettivo degli interessi del capitale impiegato nella costruzione delle ferroviediminuisca o al più rimanga stazionario senza dare gli sperati incrementiD' onde la conclusione più o meno disinteressatamente pessimista: l' esercizio di Stato è fallito I Cose a posto; ed a rimettercele serve il citato articolo dell'Ing. Benedetti. Per9hè si è elevato il coefficiente di esercizio, cioè il rapport9 'tra le entrate e le spe3e ferroviarie ? Per due moti vi affatto indipendenti dall' esercizio di Stato; l' azione di uno dei quali ha preceduto l'esercizio di Stato. 1.0 S:mo considerevolmente aumentate le spese pel person11.lein conseguenza delle leggi del 1902 e del 1905 , sinora di circa 19 milioni ~l-
226 RIVISTA POPOLARE l'anno; 2.0 non sono aumentate le entrate nella misura dello aumento del movimento dei viaggiatori e delle merci per i ribassi nelle tariffe dei viaggiatori e delle merci - e per certe merci il ribasso le ha fatto scendere al disotto del costo del trasporto; e per le maggiori spese cui si va incontro per le maggiori velocità e pei maggiori comodi offerti ai viaggiatori e che si trad11cono in maggiori spese di trazione, di 1uanuten• zione del materiale, di acquisto e rinnovamento del materiale stesso e d' impianti fissi pel miglioramento delle linee. Se le spese pel personale e le tariffe fossero rimaste quali erano prima del 1902 si avrebbe un coefficiente di esercizio di O,70 °/0 minore di queìlo dell' ultimo triennio di esercizio delle società private. intanto si deve avvertire che per molti anni ancora potremo assister~ alla elevazione del coefficiente di ese1·cizio: 1. 0 perchè il ciclo evolutivo delle maggiori spese pel personale non sarà compiuto che nel 1922, quando cioè tale aumento da 19 milioni -qual' è ora salirà a 50 milioni; 2.0 perchè gl'interessi e l'ammortamento dei 910 milioni votati dal Parlamento am monteranno a 45 milioni all'anno. Sicchè per non vedere aumentare l'attuale coefficiente di esercizio di 70,12 si dovrebbe avere un aumento di prodotto lordo di 150 milioni Utinnm I Questi 910 milioni - che saliranno in un decennio ad un miliardo e mezzo - che si spenderanno ora avrebbero dovuto spendersi dallo Stato nel ventennio 1885-1905. Se si fossero spesi a tempo debito non si avrebbe nè l'attuale disservizio ferroviario, nè l'attuale allarme per la diminuzione dell'entrata del Tesoro pubblico. Una parola sul!' aumento delle spese pel personale. Quantunque al personale non sia stato çoncesso tutto ciò che pazzescamente e disonestamente domanda va per bocca dei Branconi e di molti asini del socialismo le maggiori spese arriveranno a 50 milioni ... E molti di quei Branconi e di quegli asini sostenevano che trattavasi di un aumento di quattro o al più di dieci milioni all' anno ..... E se fossero state accolte le loro pretese? Le maggiori spese avrebbero assorbito quasi intero il prodotto netto che va allo Stato! Cosi i 240 ·milioni all'anno d'interessi sul capitale impiegato nelle ferrovie sarebbero rimasti a carico di 33 milioni di abitanti ; e gli utili sarebbero rimasti ai 100,000 ferrovievi. Un magnifico saggio di uguagljanza socialista! Noi, perciò, siamo sempre orgogliosi di avere combattuto 5eramente la follia dei ferrovieri e dei socialisti. + La cronaca del 1.0 maggio. - La festa civile dei lavora tori , che ha il suo significato e la sua ragione di essere, come t11tte le altre feste civili e religiose, nello insieme è passata ca.Ima non solo in Italia, ma anche ali' estero. In Italia sarebbe passata come nna ordinaria commemorazitme e quasi inosservata se il governo non avesse commesso l'errore grave - avanzo dei vecchi criteri reazionari - di proibire il comizio di Roma col pretesto che l'annunziato intervento di Massimo Gorki avrebbe potuto dar luogo a manifestazioni ostili contro uno Stato estero. Non c' è che il governo italiano ad avere ancora di queste preoccupazioni! La proibizione eh' era illegale non impedì il Comizio a scapito del1' autorità e della dignità del governo. ·Ad onore del vero, però, si deve dire che il contegno dei funzionari e delle truppe fu corretto e remissivo. Si direbbe che essi avevano la consegna di lasciarla ..... violare. Piccoli incidenti, sempre per lo zelo di frapporre ostacoli alle innocue dimostrazioni, si ebbero a lamen tare a Livorno e a Pisa. Qui gli ·animi erano eccitati per i fatti occasionati dall'arrivo del Cardinale Maffi e per le proteste contro la giunta comunale che si era creduta nel dovere di visitare il prelato ; fatti che provocarono manifesti e contromanife::'lti degli studenti contro il sindaco Senatore d' Ancona e del sindaco contro gli studenti. In Francia si temeva che la giornata fosse stata più calda per la guerra che i socialisti hanno dichiarato a Clemencean; ma tutto si limitò ad alcune centinaia di arresti., di cui solo 10 furono mantenuti, a Parigi, all'esplosione di un colpo di revolver da parte di un polacco contro i soldati ed a tumulti non molto grnvi a Nancy. Invece ci furono morti e feriti a Lodz ed in altri pudi ùeila Polonia; ma i tumulti con morti e feriti oramai, e tristamente, sono ali' ordine del giorno nell'It0pero russo e non c'era bi::mgno dell'occasione della festa del primo maggio per provocarli: sono fatti ordinari della ci·onaca quotidiana. + La lotta per la Italianità in Dalmazia. - L'accoglienza fatta da 11rieste all'avvocato z;liotto ha un significato altissimo. L'Austria si sforza di soffocare quanto _p;ù le è posdibile il movimento Italiano che-probabilmente come reazione alla compresìiiooesi fa sempre più vivo e più sveglio. Ultimamente, con un decreto oltre ogni dire ingiusto , Ja. Do.lm~zla fu priva di uno dei propri rappresentanti al parlamento Austriaco, e mentre il Friuli , il Triestino, l'Istria hanno i loro rappresentanti Italiani, la Dalmazia dc,- veva, secondo l' i. r. luogotenente, e secondo la applicazione del sistema distrettuale escogitato proprio per la Dalmazia, - terra, italiana d' origine, di carattere, e per l'amore dei suoi abitanti verso il nostro paesedoveva rimanere senza poter fare udire la sua voce nel consesso dei rappresentanti le non poche genti che compongono l'Impero Austriaco. Fortunatamente Trieste ha riparato ai malfatto. Con uno splendido esempio di solidarietà Trieste ha offerto il suo III collegio al rappresenbnte dei Dalmati perchè egli faccia intendere alla nazione tutta la parola e l'eco delle loro lagnanze. Che non sono piccole e non sono ingiuste. E' un fatto degno di nota: mentre i popoli soggetti all' amministrazione austriaca nou trovano ra?{ione alcuna d' irrequietezza nel modo col quale sono , economicamen~e, governati, dal lato politico non ce n'è uno che non si dolga, ed a ragione , del come il governo imperiale pratichi la politica interna. Gli Ungheresi per un conto, i Croati per un altro, per un altro ancora gli Italiani, per nn altro ancora gli Czechi, senza contare sulla fortissima frazione di pangermanici i quali vedrebbero con somma lor gioia, non sappiamo però con quale profitto, diventare l'Austria un vassallaggio di più sull'Impero Germanico. Non è il caso, ora, di occuparci delle agitazioni e delle cause di agitazioni degli altri popoli soggetti al dominio dell'Austria. Ci interessano però gli Italiani, e non per uno sfogo di sentimento frredentista - che potrebb'essere, del resto, anche giustificatissimo - ma bensi perché una violazione dei più elementarì principi di giustizia è stata compiuta a danno loro, e specialmente a danno dei Dalmati. Si sa che alla formazione della Dieta Austriaca concorrono i rappresentanti delle varie popolazioni dell'Impero. Si sa al tresl che la maggioranza è sempre conservata ai gruppi di rappresentanti del!' Austria propriamente detta, ciò che è giusto poichè i veri Austriaci · sono il popolo più numeroso, la massa più densa della nazione. I rappresentanti delle altre nazionalità hanno però la funzione di presentare i desiderata speciali di ognuna delle frazioni dell'Impero cui appartengono. Si può dire che in linea di politica generale cooperarono secondo le loro idee ed i loro principi con la maggioranza o la minoranza puramente austriaca; in fatto di politica parziale: mino• ranza e maggioranza sono costituite dalla rappresen- ◄
RIVISTA POPOLARE 227 tanza di ogni sing 1Jla popolazione. E' grazie a questo sistema che, alla peggio alla meglio , si mantengono strette in un solo organismo politico, le varie e differenti popolazioni dell'Impero. I circa ·500,000 Dalmati ( la maggioranza dei quali sono Slavi, principalmente Morlacchi , Montenegrini e Goiduchi) mandano alla Dieta imperiale cinque delegati, e secondo la proporzione della popolazione dovrebbero esservi due Italiani. E questo sistema o meglio questo diritto della popolazione italiana - fu rispettato fino a poco tempo fa, ma per la nuova divisione dei distretti elettorali, la delegazione Italiana fu soppressa con patente ed ingiusta violazione degli interessi e dei diritti della popolazione italiana a favore della rappresentanza slava. L'offesa al diritto italiano è stata rilevata da Trieste. Gli Italiani tutti dell'Austria hanno sentito la necessità di e8sere solidali nel mantenimento e nella difesa dei loro diritti contro il lavorio di Pangermanizzazione e di Sia vizzazione che si vorrebbe fare , che si tenta di fare della nazionalità italiana. In fondo dal 1862 (quando nel febbraio fu promulgata la Costituzione Dalmata e ne fu istituita la Dieta regionale di 42 membri) ad oggi l'Austria ha proceduto sempre nella sua politica di esclusione sistematica della rappresentanza italiana. Via, via che le è stato possibile ha cercato di togliare agli Italiani suoi soggetti l' uso dei loro diritti politici. Non mai prima d'ora però con tanta brutalità e con tanta ingiustizia. E Trieste è corsa alla difesa e ali' avv. Ziliotto ha offerto, quale rappresentante dei Dalmati, la rappresentanza del suo III collegio. E alla presentazione dello Zili11tto , fatta dall' On. Venezian nel Politeama Rossetti di Trieste convennero i più naturali rappresentanti della popolazione italiana: Salvi per Spalato, Benatti per l'Istria, Bombig por il Frit1 li, Hortis per Trieste , affermando tutti la solidarietà italiana di fronte alla inqualificabile condotta del governo che tenta e di fare sparire dalla Dieta la voce dei fratelli Dalmati praticando contro di loro l'iniquo sistema distrettuale > • E' ancora e sempre la lotta per la indipendenza; ed è bello vedere che un solo pensiero, una sola solida· rietà stringono ancora in un sol fascio gli Italiani delle terre irredente, come gli stringevano caldi di speranze che pareano vicine a realizarsi , la. vigilia del giorno in cui dalla inetta politica dei governanti it11.liani Garibaldi fu obbligato a pronunziare il doloroso e famoso : obbedisco I Un solo tra gli elen1enti italiani ha diijertato della causa comune: quello socialista. Esso continua la sua lotta contro l'italianità di Trieste e fa gli affari del1' Austria e degli Slavi .... ! • E Algeslras? - Questa, in seguito ai recenti avvenimenti del Marocco, è la domanda che spontanea si presenta al pensiero. E Algesiras? Poichè, in fondo, perchè ciò che fu deciso dai plenipotenziari europei aJ Algesiras a proposito del Marocco presupponeva non solo l'adesione del Marocco a quelle decisioni ma anche la buona volontà di applicarle. Che questa buona vulonta abbia mancata e manchi nessun dubbio nè ora nè allora. Allora la condotta remissiva - e canzonatoria -del furbo Mohamed-el-Torres avrebbe dovuto far riflettere che gli Europei facevano i conti senza l'oste; la ribellione attuale e la nomina del nuovo sultano ci dimostrano che , sempre gli Europei , vendettero la pelle dell'orso mentre questi era ancor vivo. Allora come ora il Marocco rimane quella pericolosa incognita del1' avvenire che è sempre stato. Potrebbe non esserlo se gli Europei sapessero fare a meno del commercio in Africa ma ..... lo è : il fatto è questo e le gelosie dell'Europa. lo rendono peggiore e più grave. Ora poi le incognite diventano anehe µit'.1pericolose. Q11esta nomina di un nuovo Sultano. quasi all' indomani della occupazione di una città 111arocchina, e mentre El Rais11li e El Roghi tengono la montagna indisturbati dalla famo!:!a Mahalla, e accolti con gioia dalle tribù montanare non è certamente un sintomo di pace e di sicurezza per gli E11ropei. Questo Muley Azziz che le tribù del Marakesb Lanno proclamato Sultano è un amico o un nemico degli Europei ? Egli ha fatto rimettere in libertà i Marocchini incolpati dell'assassinio del Dr. Mauchamps: d'altra parte ha fatto dich'iarazioni di amicizia ad alcnni Europei. S11bito dopo l'assassinio del dottore francese egli fo l' unico dei funzionari marocchini che rivelasse un po' d'energia: d'altra parte si dice che egli sia molto devoto e molto attaccato alla Legge, la qual legge, che è il Cora110, impone ai fedeli il disprezzo e l'odio per gli infedeli cioè per gli Europei. NaturalLUente è anch' ora troppo presto per azzardare previsioni ; ma si può star certi che la migliore salvaguardia della integrità e del disordine e della xenofobia nel Marocco sono le gelosie reciproche delle potenze europee , le quali gelosie giovano al Marocco quanto e più che cento massacri. E la co·oferenza. di Algesiras ? Parole che il veu ticello caldo portò seco pel mondo, nel mese di quella dolce diploinH.tica villeggiatura. E noi allora lo dicemmo : e oggi i fatti cominciano a darci ragione. + La marcia del clericalismo in Italia. Mentre a Pisa la studentesca e la parte popolare, protestando, accolgono con una solenne fischiata l'arcivescovo Maffi al ritomo da Roma dove aveva ricevuto il cappello cardinalizio e insorge fieramente contro il Sindaco Prof. D'Ancona e contro la Ginnta comunale eh' era stata a visitare il porporato ; mentre scene analoghe e µer analogo motivo si verificano a Palermo all'entrata·del Cardinale Lualdi; a Lucca, un pelottone di cavalleria e carabinieri a cavallo in grande tenuta vanno incontro al Cardinale Lorenzelli, ch'è pure uno dei più attivi nemici dell'Italia Nuov!:\. Meno male che il popolo fece l' errata corrige e costrinse la musica che si apparecchiava a suonare musica sacra ad intuonare l'inno di Garibaldi ! Dal contrasto nel contegno delle autorità politiche a Lucca, a Palermo e a Pisa si vorrebbe argomentare che gli onori militari, non prescritti dal regolamento in vigore, resi al cardinale Lorenzelli non rappresentano l'azione del governo centrale; ma le risposte dei ministri o sotto ministri dell' Interno, della Marina e della Guerra alle varie interrogazioni su quegli incidenti , sull' invio di una nave da guerra a Paola per prendere parte alle feste per S. Francesco, e sull' in• chiesta inquisitoria relativa alla massoneria, nell'esercito e nella marina, provano che il ministero clericaleggia senza serietà, senza dignità, senza coraggio. Del clericalismo che si rende audace, intanto , si hanno al tre e più precise notizie da Montecitorio. I vi l'on. Stoppato è venuto nella discussione del bilancio di Grazia e Giustizia a rinforzare l'on. Santini eh' è addirittura inferocito contro l'Asino, di cui invoca il periodico sequestro per offesa alla religione. L'on. ministro Orlando non fu molto esplicito nel combattere la furia clericale ; ma non lasciò nemmrno contenti i nemici dell'Asino. Comunque e' era pronto chi avrebbe letto in piena Camera alcune belle pagine del illciniiale di diritto costitiizionale del Prof. Orlando, che avrebbero richiamato il ministro a sensi più retti di libertà ed avrebbero applicata una doccia fredda. ai bollenti rappresentanti della Santa Chiesa. Fu notato intanto che l' on. Stoppato potè invocare i rigori del fisco coutro la stampa liberale senza che dai bancbi di Sin'ist?-a e di Est?-ema sinistra sorgessero rumori e proteste come
228 RIVISTA POPOLARE in altri t~mpi. E come potevano sorgere se quei banchi erano vuoti ? Meno male che nello svolgimento delle cennate interrogazioni l' Esfrema tornò ad essere più combattiva e più numerosa. Da parte sua il Vaticano continua. nella sua politica di intransigenza politica verso il governo itnliano e di intransigenza religiosa verso i cattolici. Dopo la sospensione a divinis di Don Murri è venuta la piccola scom11nica al Rinnovamento di Milano, una. rivista. democratico-cristiana che il Duca Galla.rati Scotti pabblica a Milano e con larghezza di vedute e senza settario €l::1clusivismo. . Su questo terreno Pio X è logico. Egli vuole essere Papa infallibile ed assoluto sul serio; vuole pensare per tutti i cattolici e non vuole consentire ·ai fedeli nella sua Chiesa di tenere la testa sul busto per pensare per conto proprio. Raccomandiamo intanto su questo Papa la lettura di un libro interessante e_ curioso pubblicato dalla Casa Editrice Fratelli Treves. li Pio X che ci dà chi si nasconde sotto lo pseudonimo d' lgnis Ardens ci fa conoscere n~l Pontefice un uomo buono come privato, ignorante, fanatico, sincero, reazionario e che costituisce l' antitesi più spiccata col suo predecessore Leone XIII. + Pel centenario di Garibaldi. - Un gruppo di studenti repubblicani delt' Ateneo di Roma, di cui sono anima Conti, Frontini e Prato ha voluto pubblicare un nume1·0 unico dedicato al centenario della nascita di Garibaldi, Noi che sia.mo nemici dichiarati, irreconciliabili dei nume·ri unici, non possiamo fare a. meno di riconoscere che questo che abbiamo sotto gli occhi è comµl,et.amente riudcito dal lato tipografico e pel contenuto. Vi sono riprodotti monumenti, ritratti, medaglie - tutto ciò che ricorda il gigante. I valorosi compilatore hanno saputo ottenere prose e versi dai più grandi scrittori italiani e stranieri. A questo Garibaldi hanno collaborato tra gli stranieri: Schuré, Kowalewsky , Heyse, De Unamuno, Bebel, Mouromtzeff, Kautsky, Nordau. Rod, Delpech, Seailles, Vanderwelde, Austin. Tra gli Italiani citiamo a. caso Rapisardi, Ardigò. Ferri, Mirabelli, Marradi, Barrili, Graf, Villari, Lombroso, Barzellotti ec. Nobili ed alte le poche Parole introduttive dei compilatori. e Per degnameute ricordare il centesimo anniversario della nascita di Garibc1ldi , i giovani del1' Ateneo Roma.no banno voluto provocare su la persona e su l' opera di lui il plebiscito del pensiero internazionale. E benchè per temperamento intellettuale, incliuati a vedere in Garibaldi J' assert(lre delle più audaci affermazioni onde si fa banditrice la moderna democrazia, volemmo che queste pagine accogliessero l'omaggio di uomini di ogni partito perchè la celebrazione di cosi nobile tonna d' Eroe non consente escl11sioni od intransigenze•. Ai giovani amici nostri deve riuscire di premio e di conforto la. coscienza di avero raggiunto l'intento: di avere pubblicato un numero unico, che fa loro onore e che costituisce un magnifico or'taggio ali' eroe mondiale. + Quanti sono gli uomini ammazzati ogni anno in Italia? - Quattro anni or sono, ( Anno VIII n.0 5) contro le asserzioni dei procuratori del Re, che venivano prese alla !et.tera non solo dal pubblico grosso , ma anche dagli uomini di scienza come il Garofalo , con lo stesso titolo si pubblicò qui stes::io un articolo , in cui si dimostrò che gli omicidi veri, quei reati, cioè, nei q11ali e' è un uomo ammazzato erano molto meno di quelli che veni vano dati dalla Statistica penale: erano poco più di un terzo. Proprio nella. discussione del bilancio di grazia. e giustizia I' on. Oolajanni per attenuare l' allarme, che avevano prodotto alcune cifre sull' ::iurnento della delinquenza in Italia. eh' erano sta.te riportate nella sua. interessante Relazione dall'egregio deputato Fani, rifece la dimostrazione, che venne lodata dall'on. Stoppato e dal ministro Orlando. Quasi contemporaneamente , intanto, un magistrato illustre, conoscitore degli studi statistici, ha ripetuto l'errore del Garofalo e in un articolo, La cronaca del sarigue pubblicato dal Corriere dei Tribunali di Na.- poli (2 maggio) ha annunziato che i morti pe1· opera del maledetto coltello erano stati 3106 nel 1903; 3202 nel 1902 e 3411 nel biennio 1900-901. Rimontando sino al 1880 annunzia che gli ammazzriti in ventiquattro anni sono stati nientemeno che 97.000 ! ! Il Ferriani ha preso come omicidi consumati le cifre degli omicidi, che dà la. Statistica peuale, dimenticando che in quella cifra vanno compresi gli omicidi mancati e tentati. Dal Ferriani non ci attendavamo questo madornale errore , che farà il giro della stampa come lo fece quando venne en11nziato dal Ga.rofalo. La verità è diversa; riesce sempre disonorevole per gli Italiani; ma sempre molto meno di quello che si dice. I nostri lettori se ne convinceranno da questo confronto t.rR- il numero degli uomini m01·ti in ogni anno ( e vi sono compresi anche quelli uccisi nei conflitti collH. forza pubblica, che' non si poHsonoconfondere rigorosamente cogli omicidi), come li da la. Statistica delle cause di morte per l'anno .1904 e gli omicidi (cons11mati, mancati e tentati) come li da. la Statistica penale pel 1903. Le enormi differenze tra. i due dati risulteranno evide,nti da questo confronto. Media annua 1890-92 1900 1901 1902 1903 Omicidi consumati , tentati ecc. (cifre assolute) 4o43 3479 3168 3202 3io6 Omicidi per 100,000 abit. 13,3 10,7 9,7 9,7 9,4 Morti per omicidi e conflitti (cifre assolute) . 1427 1306 1262 1332 1305 Morti per 100,000 abit. 4,7 4,0 3,9 4, l 3_,9 È chiaro, adunq ue, che i veri omicidi , quei reati, cioè nei quali e' è un ammazzato sono poco più di un terzo di quello che si dice. L'illustn, cor.um. De Negri, Direttore generale della Statistica q Ltando fu pubblicato il primo articolo convenne sulla esattezza delle nostre osservazioni ; ma intanto le statistiche penali si contin:iano a pubblicare come pel passato, senza alcnna distinzione tra omicidi consumati, mancati e tentati dando occasione a. disonorare l'Italia più di quello che si dovrebbe. Se il Direttore generale della. Statistica. non ha voluto ascoltare il consiglio di uno studioso , speriamo che vorrà seguire le disposizioni del ministro. E l' on. Colaja.nni le ha invocate. + Plutocrazia e demagogia in America. - Le elezioni presidenziali si avvicinano e quantunque Roosevelt dichiari- rhe egli nè si presenterà, nè accetterà la rielezione una lotta violentissima si fa contro di lui· e contro la sua politica. Gli Stati Uniti sembravano essere ora nel periodo culminante della loro vita politica. E' l' acme oltre il quale comincia. la disceèa, o è lo aprirsi di una nuova era di grandezza? E difficile a. dirsi, tanto sono disparati gli elementi dei quali si comµone questo momento politico. CausA economiche, politiehe, ideolist.icbe, sovente contraddicentisi schiettamente, spesso nemiche le une delle altre; sempre incompatibili e che pure hanno ognuna. di esse la propria influenza e la speciale funzione nello sviluppo progressivo della famiglia Americana, concorrono a rendere aspra questa lotta nella quale due grandi frazioni sociali si trovano di fronte. Se parlassimo del lato filoso.ficodiremmo idealisti e materialisti; dal lato economico capitalisti e lavoratori; dal lato politico non
RIVISTA POPOLARE 229 solo repubblicani e democratici; ma fautori della superpotenza degli Stati Uniti o partigiani di una politica casalinga limitantesi a volere ed imporre alle nazioni Europee il rispetto della d.:ttrina di M,mroe: l' Awerica agli Americani. Ma la grande q uistioue, seria e grave e dalla quale potrebbero scaturire sor.pre:;;e non liete per l'Europa ed un periodo di agitazioni violentissime per gli Stati Uniti e quella della democrazia e q nella dei Trusts - Plutocrati e demagoghi sono i due gravi pericoli della pace interna agli Stati Uniti. Bisogna spiegarsi subito a proposito di democrazia e di politicanti in America. Quando noi diciamo uomo politico non pensiamo noi ad uno che della politica fa il suo u:iestiere , il mezzo per guadagnarsi la vita in modo meno noiosJ e faticoso che non sia guadagnarla facendo il falegname, il calzolaio, l'agricoltore o anche l'artista Il politicante agli Stati Uniti è il loafer, il fanullone. Poco a µoco i politicanti si sono accorti che far da difensori ed avvocati degli interessi proletari era un mestiere molto redditizio, comodo e che offriva faciliU. di carriera , e si son dati a tu tt' uomo a protegge're gli interessi dei lavoratori. Di qui una. politica sociale liendente a solleticare tutto le passioni del basso popolo; tendente al trionfo momentaneo di una qualsiasi tendenza o situazione politica. Onde l'odio seminato a pienA mani, ed il nessuno scrupolo nella scelta dei mezzi per raggiungere uno scopo, quando questo scopo sia tale da fare acquistare una facile popolarità agli agitatori di pro fessiotie, agli uomini politici. Qu~lcuno dirà che di simili ti pi non e' è difetto neppure in Italia ed è vero; senonché mentre in Italia ed altrove sono l'eccezione, Rgli Stati Uniti son essi • la strabocchevole maggioranza. Son essi che predicano e ca2itanano i linciaggi negli Stati del Sud; son essi che ultimamente crearono la difficile situazione degli Stati Uniti di fronte al Giappone, essi che in nome del bene del proletariato, in realtà per il loro interesne, creano le situazioni politiche più false, e dalle quali nulla. di bene può scat1irire, ])i fronte ad ei;si stanno i pi a tocrati , i grandi miliardar'ì, i capitani dei Trusts i quali per opera dei loro milioni riescono ad imporre al paese la loro volontà, comprano e vendono la stampa e la coscienza con l' unico scopo , da alcuni di essi francamente e brutalmente dichiarato di fare e difendere la loro ricchezza. Ora contro queste dne potenze politiche - che tali sono veramente -- lotta il presidente Roosevelt. Sia che egli si presenti direttamente, sia che-dietro suo consiglio - sia presentato quale candidato il Gaft la sua politica egualmente è e sarà egualmente avversata dai demagoghi e dai plutocrati perchè egualmente lontano ai desideri ed alle idealità-se l'interesse par ticolare può esser chiamato idealità - di entrambi. Certo, e bene che i partigiani dei Trusts ed il loro candidàto sieno sconfitti; bene è pure che non riescano ad avere il sopravvento i falsi amici del proletariato. Se Roosevelt o Gaft sia il migliore dei presidenti di questo mondo, noi non sappiaino : è un fatto però che ciò che è bene trioufi alle pros~i me elezioni è il principio de! governo del popolo per il popolo: non per i politicanti e non per i miliardarii. In questo momento il pericolo grave, è che possono prendere il sopravvento gli uni o gli altri; con i primi sarebbe la compres:.sione e poi la rivolta economica non per la riforma del la organizazione soci.de ma per il vantaggio personale momentaneo di alcuni sfruttatori delle idealità popolari con gli altri il prepotere di una piccola classe immorale e dannosa e che condurrebbe inevitabilmente alla più disastrosa e vana delle rivolte. • Cose Inglesi. 1 ° Il protezionismo alla Oonfe1·enza coloniale.-! conservatori, che attribui vano molta importanza alla disc·1ssione della qnestione delle tariffe preferenziali fra Inghilterra e colonie -- sono rima8ti delusi. Essi s'immaginavano prim>i. di tutto che nna grande parte della popolazione Inglese entnsi,ismata per i P,remiers coloniali , si sarebhe lasciata andare alla pazza gioia, fino al punto di dimenticare i proprii interessi e di lasciar _da parte le teorie liberi::ite che le son care; credevano poi ai uua levata di scndi da parte dei Premiers nel caso che il governo avesse dichiarato di non voler prendere in consid'lra:tione il protezionismo. Già si diceva e i conservatori menavano vanto della non ancor riportata vittoria - si diceva: - Ah l il governo esita, il governo non osa, il governo cede. La questione netta:nente pos·,ta dai Premiers coloniali non ha fatto perdere la te~ta nè la flet.nma alla popolazione inglese: il governo ha parlat0 ed ha respinto la p.roposta dei coloniali ed essi hanno subito il :rigetto della loro propo➔izione senza pigliarsela troppo calda. I soli che s'arrabbiano sono i conservatori. Essi che spera.vano molto, che conta vano anzi su q nesta conferenza per rimettere a nuovo e in pubblico i I protezionism•) si son visti riportare bellamente dal discorso pronunziato dallo Asquith, a nome del gùverno, al punto di prima. Lontano assai dalla rea l izzazione dei loro desideri i. Lo Asquith ebbe molta c•1ra di spiegarsi chiaramente e francamente disse: e In che modo è mantenuta la s11premazia dell' In ghilterra? Io credo che ciò d·ebba essere attribuito alla nostra speciale attività produttrice, ai profitti che otteniamo uel tenere aperti i più alti mercati del mondo, e al l' enorme guadagno. del nostro traffico ma-. rittirno. e Ora questo è fondato sul fatto di poter mantenere il no1:1trocibo e il nostro materiale grezzo al più bas:10 prezzo po~ibile. Il libero scambio non è un capriccio ma un principio, mantenuto perche è inerente ai nostri vitali interessi nazionali. Dopo il più ampio esame e le più ampie discussioni , il popolo inglese si e dichiarato in favore del libero scambio con una maggior,1.nza che non ha :nai av11to eaempio. Quindi, parlando per questo popolo , il gov~rno di Sua Maestà non può accettare nessuna infrazione alla politica del libero scambio, nemmeno in via di tentativo e di esperimento. E' necessario per nQi di dichiarare questo ampiamente e francamente fino dal principio •. Naturalmente i conservatori hauno levato le loro più alte strida e gi11rato alla rovina dell'Impero. In realtà i premiers coloniali si sono rintascata la loro propoJta e l'Impero continuerà come prima ad essere una forza mondiale poieliè l' Impero Inglese è fondato molto più s11 vincoli ideali che su faU.i eco· nomici : e i vincoli son µiù forti - almeno io. ·questo caso - delle necessità economiche. Ali' ideali1:1rno imperialista, però, fa da sosteg!lo il bisogno di essere difesi contro possibili aggressioni straniere. 2° La questione della, terra in lnghilterra.-Da lungo tempo una questione gravissima s'agita in Inghilterra. Si sa che l'Inghilterra è il paese delle contradizioni, e delle forme legali e soci!lli antiquate, ma si sa meno che la questione della terra e tanto urgente e grave quanto la medesima questione in Russia Non e il caso di parlare dei contadini che abbandonano la campagna per la città. Ormai q 11e~tofenomeno non si produce che in pie :ole proporzioni. La terra Inglese è pochissimo coltivata. Proprietà di pochi grandissimi Signori è tenuta a pascolo e più comunemente a fo. resta dove la caccia é piacevole ed abbondante. Or a questa questione sembra matura per la risoluzione e Campbell-Bannerman parlando al recente banchetto della Hunsing and Land Reform Association ha ac ·
230 RIVISTA POPOLARE cennato in qual senso debba essere risolta. e Noi non siamo, egli ha detto, nè e8tremi, nè rivoluzionari quantunque non ci spaventino i più radicali cambiamenti. Non siamo degli spogliatori e neppure dei confo1catori. Noi miriamo invece a liberare la terra dalle leggi che in molti casi c0ncludono alla confisca. e Noi non siamo i distruttori e neppure i nemic.i della proprietà; ma siamo impazienti di vedere la proprietà. più equamente ripartita, ed il giorno in cui ciò sarà fatto compiuto la proprietà sarà molto più consolidata che oggi non sia. Noi non siamo ottimiHti al punto di credere che. i mali cristallizzati durante le generazioni saranno guariti con una sola misura legislativa o durante una sessione del Parlamento; ma non siamo oppre8si dalla vastità del compito e siamo risoluti a far qualcbe cosa per realizzarlo. Noi siamo risoluti a portare a buon fine questa crociata per la riforma della proprietà fondiaria > • E anche questa è una dichiarazione notevole. Naturalmente i conservatori ed i grandi proprietari· non si mostrano troppo sodisfatti di questo accenno ad nna probabile riforma. Riforma che del resto è da lungo tempo preconizzata e che si fa assai sentire. I1 governo propone dei cambi amen ti molto profondi nella legislazione fiscale ; e si propone anche di trovare il mezzo di obbligare i grandi proprietarii a vendere a piccoli lotti e giusto prezzo parte della loro proprietà. Non c' è chi non veda quale profondo cambiameuto accadrebbe nel siste,ua fondiario in Inghilterra: ed è perciò che i conservatori combattono il nuovo atteggiamento del governo , e non soltanto per q nrstione di politica; ma anche perchè essi sentono che q 11ando il• governo presenterà la sua proposta di legge sarà essa , il primo colpo di piccone dato all' edificio della proprietà feudale, che dura tutt'ora in Inghilterra. 3. n nuova " home riile > per l' Irlanda. - Il governo liberale è in via di attuare - senza tanti colpi di grancassa - tutta la parte radicale del proprio programma, Bi direbbe che il partito liberale sia intenzionato ad amareggiare fino allo spasimo la vita del partito conservatore. Dopo la promessa di ripresentare l' Education Bill, dopo le dichiarazioni di Asquith ai coloniali, dopo le promesse della riforma agraria, del rafforzamento del!' esercito -- senza ricorrere al servizio obbligatorio - e la guerra aperta e dichiarata alla Camera dei Pari ecco che Ilirrel presenta la legge sul < Consiglio interno iriandese >. - Non è ancora l' I-Iome Rule, non è ancora il governo autonomo I e l'Irlanda reggentesi di per se stessa; ma è già un bel passo avanti e come tale Balfour si levò _a combatterlo energicamente in nome del partito conservatore dichiarando che questo Consiglio rappresentavfl la risurrezione del Home Rule. E difatti qualche cosa di vero-q uan tunq ue J ohn Redmond il capo del gruppo Irlandese non se ne sia mostrato entnsiastaqualche cosa di vero c' è nelle parole Balfour. Ma bisogna ricordare altresì che i liberali-ria Gladstone in poi - sono stati sempre partigiani del Home 1'Ule e nulla di strano che oggi concedano all'Irlanda qualche cosa che vi si avvicina. Questo consiglio presiederà al governo dell' Irlanda e sarà composto di 10 membri eletti dalla popolazione e di 24 nominati dal luogotenente imperiale - che ora è il Birre! stesso. A questo Consiglio sarà affidato il controllo del governo locale; e tutti quei rami della amministrazione inglese nell' isola che costituiscono quello stato d' inferiorità dell'Irlanda di fronte all'Inghi Iterra saranno affidati al medesimo: istrnzione, agricoltura, lavori pubblici , etc. Rimarranno alla amministrazione inglese la giustizia, la polizia e le prigioni. Anche uno speciale tesoro irlandese verrà costituito con cirra 74 milioni i quali dovranno basi.are alle spese della amministrazione irlandese. Si è dunque su !a via del Home Ruk, e questa volta senza tumulti e senza brutali richieste e denegazioni. In Inghilterra si comincia a capire che l' Irlanda non p11òesser tenuta eternamente in stato d'inferiorità, e ciò varrà molto a rialzare le sorti-anche economiche - della fiera isola che vede oggi avvicinarsi il premio dei suoi sforzi. Il progetto, in prima lettura, è stato approvato con 416 voti contro 121. 4.0 La 1·iforma della Camera dei Pari.- Sperando parare il colpo che prepara il governo contro la Camera dei Pari, questi hanno presentato un progetto di riforma della loro Camera, ma non sembra. aver avuto mo!ta fortuna., Il colpo era tirato diritto , ma. il governo l'ha parato bene. Lord Newton aveva presentato un progetto che, in sostanza, la.sciava alla Camera dei Pari tutte le sue prerogative e qualità. Ciò che non può convenire al partito liberale visto che la quasi totalità. dei Pari è opposta alle leggi che il partito liberale intende vedere applicate. E questo fu detto francamente dal rappresentante del governo Lord Crews durante la discussione del progetto Newton. e Non è q uistione , disse il Crew , di un maggiore o minore numero dei Lordi presenti alla Camera, non è neppure questione del loro diritto ad opporre o non opporre veto: è soltanto questione di sapere se la Camera dei Pari può essere strumento di un partito, e di porre radicale rimedio a questa situazione di cose. > Lord Roseberry osservò che per fare qualche cosa senza il consenso dei Pari è necessario, in Inghilterra, la rivoluzione. Vuole la rivoluzione il governo? No certamente , ma appunto per questo il governo promette sempre misure radicali contro la Camera dei Pari , ma no°: dice mai quali sieno , nè le presenta mai. Se ne serve· come d' uno spauracchio contro i Pari. Senonchè i pari cominciano ad abituarcisi e a non averne più paura. E quindi? Si parla di una numerosa infornata di liberali alla Camera dei Pari, ma non potrebbe essere che una misura temporanea, i liberali arrivati alla House of Lorda diventano con serva.tori. E questo è il grave guaio. + Nel numero precedente - nello stelloncino: Malum01·i coniugali al Quirinal,e, togliendo la notizia da altri giornali, affermammo che il Messaggero era stato tra quelli che si erano affrettati a cor~eggere la informazione della T1·ibuna sul mancato intervento della Regina Elena alle feste di Spezia. Un amico ci ha fatto leggere il popolare giornale di Roma ed abbiamo potuto constatare che la nostra affermazione fu erronea. NOI L'INCHIESTAPARLAMENrfARE sul Ministerodella Guerra Da anni in ogni discussione sulle spese militari ordinarie e straordinarie si sono levate voci insistenti sulla necessità di procedere ad una severa inchiesta sul Ministero della guerra. Su questa necessità a preferenza insistettero i rappreserltanti del!' Estrema sinistra; ma non mancarono voci autorevoli concordanti nell' altro campo. Fra le altre quelle del generale Ma razzi e <lell' 01:, Son.nino! che ne fece formale proposta poco pnma d1 arnvare alla Presidenza del suo ministero. Questa necessità divenne più impellente quando si conobbero i risultati della inchiesta sulla marina. A suo tempo noi riferimmo ciò che ci aveva detto
R.IVISTA POPOLARE 231 tm generaie : nel rmnistero della guerra ci sono cose più !oschedi quelle del Ministero della lvlarina. Le ragioni che consigliavano una severa investigazione sulle spese militari non erano soltanto di ordine economico e morale. Conoscere se le spese militari italiane sono state e sono proporzionate alla potenzionalità economica dell' Italia era un motivo più che sufficiente per indurre all'esame anzidetto; investigare se nel Ministero della guerra si annidassero parassiti insaziabili e loschi afiarismi sembrava cosa altrettanto indispensabile dal punto di vista morale. Ma e' era di più. Nei paese e nella Camera si era formata la convinzione generale e profonda, che per l'amministrazione della guerra si spendeva troppo e si spendeva male; si erano spesi solamente dal 1871 circa dieci miliardi ed in nessun momento del periodo trascorso da quell'epoca ad oggi la difesa dello Stato aveva presentato le or~linarie probabilità di sufficienza. Questo era il punctum saliens. Tutti i sacrifìzi-anche superiori alle propriè forzela nazione si era mostrata sempre pronta ad afirontare; ma la sicurezza che ai sacrifizi non corrispondev:1110i· dovuti, i desiderati risultati era cosa che disgustava ed impensieriva; poichè si afiermò sempre, senza che si potesse trionfalmente rispondere, che l'Italia aveva un poderoso esercito...... sulla carta ed aveva un armamento difettosissimo specialmente per le bocche da fuoco. Le condizioni degli appr~vigionamenti erano state speriment,11mente dimostrate vergognosamente 111sufficienti dalle due brevi guerre d'Africa: dopo Dogali e dopo Abba Garima. Le discussioni si erano rifatte vivaci più che mai da recente in seguito alla richiesta di up altro paio di centinaia di milioni di spese straordinarie da essere destinate principalmente ai (ar,noni ed agli obici. Fu nominata una commissione , presieduta dall' on. ç;enerale Dal Verme per lo studio della quisLione dell'artiglieria; la quàle formulò quesiti, che 110n ottennero soddisfacenti risp,istc: dal ministro della guerra. Le dimissioni prtsen tate dal Presidente di detu Commissione, bencbe ritirate, :1ggr;1varo110i sospetti del pubblico; la discussione divampò sui giornali politici e sul Pensiero lv[ilitare diretto da Fabio Ranzi. Ma nella stampa ciò che finirono di deterrnill:tre un tùlle generale furono gli articoli ultra frondisti della fribuna. In un primo articolo : Le gare tra J(t upp..... e Krupp ( 30 aprile 1907 ) aH:ermò che « le spiegazioni ministeriali, con alcune loro affermazioni recise - in evidente contrasto coi fatti - con certi loro calcoli cervellotici, con le loro contraddizioni, ed anche con qLella loro intonazione di illimitato-ed ingiustificato - entusiasmo per il materiale Krupp , e di discredito insistente per la nostra industria nazionale e per i nostri stabilimenti 111ilitari;non fanno che acuire il bisogno di maggior luce. Ma di tutto questo avremo tempo a discutere, quando avremo a disposizione l'intero testo delle risposte del Ministero della guerra )). Più oltre dopo avere osservato che le gare sono un:1 corbellatura, avvengono tra Krupp .... e Krupp, e che pei ministri c'è la scusante della loro incomjJetmza - magnifica la scusa della incompetenza. in una generale sulle cose .... della guerra I-soggiunse: « l ministri debbono aflìd:1rsi, per necessitù inevitabile di cose, agli organi tecnici di ciò incaricati. Ma il ministro Viganò , prima di rispondere, ha mai rivolto a sè medesimo una domanda come questa: che codesti organi dirigenti , non sapendo quali pesci pigliare, si siano,a loro volta, posti esclusivamente nelle mani di qualcuno - estraneo all' esercito - ma molto capace , cui essenzialmente stesse a cuore altro che il vantaggio della nostra artiglieria e del nostro erario, e ne abbiano seguito troppo ciecamente i consigli in ogni cosa riguardante il materiale da guerra ? » Con questo periodo l'autorevole giornale ufficioso getto luce sinistra sul qualcuno, che domina al ministero della guerra e fa gl' interessi propri e di Krupp, contro quelli della nostra artiglieria- e del nostro erario. Di questo qualcuno si fa il nome a Montecitorio e nèi cafiè di Roma e si assicura che in poco tempo ha guadagnato onestamente dei milioni... facendo11e gu,1dagnare molto di più a Krupp ! Ma cose più gravi <lisse in una lettera dal titolo suggc:stivo: 1Vuo·vimilioni.... ed obici già vecchi. (1 ° maggio); la Direzione del giornale in un breve cappello chiede scusa allo scrittore della lettera « se ha tolto tutto ciò che avrebbe avuto un sa- « pore troppo acre ». Non ostantè questa epurazione, nelb lettera dove si dimostra che pèr fare il porcu comodaccio di Krupp si aJott:1rono degli obici :1modello vecchio ed inforiore ai nuovi, ci so 1,> :1ftennazioni come qucste: « il nodo di tutta 1a questione sta precisamen te nell:1 presenza-dietro le quinte, : qualche volta addirittura sni p:dc<>s..::-::nic1> - di un interniidiario, con pieno 11iandata di fiducia , 'Ytellecui mani !e nostre supreme autorità tani, he, ignare dei nuovi problemi, non preparati; ad essi , si abbandonarono ciecamentepr.r tantJ tentpJ ». « L' Ispettor:1to dice che ha riconosciuto preferibile il rinculo unico di Krupp: 111:1chi sa come lspettor:1t1.• e: Krupp , o megiio IsjJettorato e rap- . presentante di Krupp siano la stessa c sa, non si stupisce punto di qnesta afì-erm:1zione >>. << Ecco, i11vèce, come sta realmente i.l probleuu tecnico e come realmente e andata anche nella questione degli obici da campo la gara tra Krupp ... e Krupp >). E dopo i dettagli tecnici sul rinculo unico di . -Krupp - quello di Capri? ... - e ;l rùiculo variabile autvmaticarnentecc>le/levazione, di cui Krupp non ha la privativa, co:~chiude chè sulla scelta fu interpellato, - chi? - << il rappresentante di Kr~pp in ltalia -· l'immancabile e onnipotente consigliere - fu interpelbto come competente in materia. Il consesso degli ispettori decise senz'altro di scartare il secondo tipo, e di porre in discussione ·soltanto il primo ed il terzo >>. « Saranno strane coincidenzefortuite, ma sono meritevoli cli es.sere rilevate queste : che dei due ti pi :-immessi alla discussione - quello a rinculo unico e quello :1 sistema misto-· si sapeva in precedenza di quello a sistema misto già tanto da prevedere che su di esso non sarebbe certamente caduta la scelta; e che pcl primo tipo, il quale s:1rebbe rimasto con ciò vittorioso del campo , non vL er:1 che il solo Krupp tra i concor~enti ! » Tale linguaggio di un giorn;ile come la Tribuna era l' esponente della opinione pubblica ; nè noi indagheremo se veramente esso Ìosse del tutto
232 RIVISTA POPOLARE disinteressato o se, come sommessamente s'insinua, non ci fosse lo zampino di qualche altra casa industriale che vuole prendere il posto di Krupp. Certo e che esso trovò una eco simp~tica nella coscienza, dei <leputa ti e del paese. Le dichiarazioni di un tale autorevole ufficioso, in tanto vennero a giustificare pienamente la campagna da tanti anni intrapresa dal!' Estrema sinistra contro la incompetenza dei ministri tecnici, contro lo sperpero inaudito delle risorse economiche scarse • delle nazione, e sulla impreparazione per la difesa dello Stato. Questa giustificazione indiretta fu completata da quella esplicita fatta da Rastignac in un magnifico articolo pubblicato dalla stessa Tribuna (3 maggio) in risposta ad Edoardo Scarfoglio. Il direttore del Mattino evocò Aristofane per condannare la democrazia italiana, che paragonava a Cleone, personificazione della democrazia ateniese. Ma Rastignac in quel suo articolo, che deploriamo di non potere riprodurre e che torniamo a chiamare magnifico per la finezza e<l esattezza logica e per la forma letteraria , gli osservò che la democrazia o demagogia com battuta da Aristofane negli ..Acarniesi, nei Cavalieri nelle Vespe, era al governo - 001 all'opposizione, come la democrazia italiana. La satira aristofanesca non può dunque col pire i partiti popolari, ma la borghesia italiana che da circa mezzo secolo ci governa e che ha dato ali' Italia Lissa e A<lua - e perchè non aggi ungere Custoza e le·vergogne della guerra del 1866, nella quale il servilismo del Capo /dello Stato fece sacrificare gl'interessi della nazione alla volontù dell'Imperatore dei Francesi? - ma ci ha dato, ripetiamo, Lissa e Adua mentre la democrazia aveva dato a<l Atene le glorie di Salamina e di Maratona. Per intendere l' opportunita della citazione di questo articolo di Rastignac aggiungiamo, che Aristofane fu chiamato in ballo da Scarfoglio proprio in tema di spese militari. Egli nella Aristofania aveva scritto : « E' in Atene, la guerra tenuta accesa per oltre venti anni per ingrassare i demagoghi: è, in Italia, la coercizione contro le spese militari, per mantenere indifesa la patria contro il nemico esterno ~ contro quello interno. E quanto più profondamente si coglie il ridicolo e si denuda la bassezza del regime, tanto più fosco e formidabile appare il fondo tragico \). E Rastignac nel lodato scritto col titolo di primo acchito incomprensibile: Da Aristofane ai cannoni Krupp di rimando osserva : « E tutto questo se ingiusto per la demagogia o democrazia di opposizione; è troppo indulgente per la borghesia di governo ». << Ma come - io domando ai vicini e ai lontani - noi siamo indifesi, e la colpa è di Cleone, cioè, traducendo, il triobolo in moneta italiana, dei socialisti, riformisti o rivolm:i_onari, integralisti che si chiamino? Ma come ? noi diamo al governo cento milioni per l'artiglieria, con o senza il voto dei socialisti; il governo non sa spendere, o spende male, o si fa mangiare i cento milioni, e alla fine dei conti noi ci troviamo senza i cento milioni e senza l'artiglieria, come con voce unanime si proclama in questi ultimi giorni - e la colpa è... di Cleone ? Eh , via , questa mi par troppo forte ! Diciamo pure che Cleone parla male, se la sua eloquenza non ci contenta o non ci piace ; ma è poi il governo che agisce peggio, e gitta i milioni nelle fornaci della Casa Krupp, senza pretendere il corrispettivo dell.e artiglierie. Ed è il governo, infine, non è Cleone che lascia indifeso il paese, per via di terra e per via di mare >>. - + Siamo sicuri che i nostri amici lettori ci sapranno grado di queste citazioni; noi deploriamo che i giornali democratici, forse in odio al diario in cui Vìncenzo Morello ha fatto cosi buona e onesta difesa della democrazia italiana assegnando, cui spettano, le responsabilità delle pericolose condizioni in cui militarmen_te si trova il paese , non ci abbiano preceduto in queste citazioni. Esse lasciano chiaramente intendere che la richiesta dei nuovi milioni avrebbe provocato aspre discussioni alla C?t.nera, non senza probabilità , non ostante la enormità della maggioranza asservita al Ministero, di vederle respinte. Perciò coloro che conoscono il fiuto fino dell'on. Giolitti non si maravigliarono quando all'i mp'rovviso il Generale Viganò presentò alla Camera la . proposta di una Inchiesta parlamentare sull'amministrazione della Guerrà. L'inchiesta rappreserita la sconfitta del feticismo militarista e di quei ciechi staffieri di tutti i ministeri, che pappagallegianti ripetono su tutti i toni che essa avrebbe menomato il prestigio 'dell'esercito. « Che l'inchiesta fosse stata domandata anche da partiti contrarii alle istituzioni , non era e non è stato giammai per noi un ri10tivo per non desiderarla vivamente; convinti come siamo che nessun danno potrà alla istituzione venire dallo apprèndere la verità pi'ena, tutta int'era, senza equivoci. L'esercito dalla inchiesta non potrà uscire che rafforzato; perchè solo quando tutta la verità sarà conosciuta; solo allora sarà possibile di prendere le virili risoluzioni che son necessarie per uscire da questo st:1to d'incertezze e di illusioni e per fare che il paese abbia veramente un apparecchio militare adeguato ai sacrifizi che per esso sopporta. E se caso mai avverrà che su quel corpo sarà necessario di applicare qualche punta di fuoco, niun danno; sarà fuoco rigeneratore ». Cosi la Tribuna in un altro numero (4 maggio); e i lettori comprendono la nostra tattica di riferirci a questo giornale nel presento dibattito. La Trihuna, poi, avrebbe potuto aggiungere che se una inchiesta a tempo fosse stata fatta sotto il secondo impero , i Le Boeuf non avrebbero condotto la Francia a Sedan ed all' annèe terr-ible; che un' inchiesta severa fu fatta sull' amministrazione della guerra in Inghilterra all' indomani della disastrosa campagna contro le repubbliche del Sud-Africa. In quali limiti dovrà essere contenuta l'Inchiesta, che venne accolta coll'applauso della Camera e coi malumori. soltanto di coloro che nell' abile mossa dell'on. Giolitti hanno visto un ostacolo ad una crisi imminente? Noi siamo pienamente di accordo col Secolo che la vuole allargata a tutto l' ordinamento militare nostro, colla speranza che si riesca a fare accettare nella forma genuina ed utile quel reclutamento territoriale che è stato sempre il nostro ideale. Quale che possano essere i risultati di questa
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