RIVISTA POPOLARE 201 convinto e determinato egli ha fatto buona bisogna nella separazione; ma è tutt'ora un uomo della borghesia di prima del 1870, malgrado la sua partecipazione alla Comune. Allora ed ora Je riforme sociali gli parevano premature, nè il tempo, passando, Jo ha ammaestrato e gli avvenimenti oggi sembrano dargli torto per allora e per ora. Egli è dunque per la nuova opera l' uomo fuori di posto. Ma ve n' è un altro nel Parlamento francese ? That is the question. + La nuova fase dell'Imperialismo Inglese. - Poichè sarebbe stoltezza non vedere nella Conferenza Coloniale una rinascita di quello spirito imperialista e protezionista del quale fo valido aitiere Chamberlain, e che le recenti elezioni politiche sembravano aver debellato per sempre, Chamberlain, ritirato ora a Vallescura, lotta con la morte nell' oscuro villaggio di Francia, nè gli uomini deJ suo partito sperano più, orn,ai , eh' egli torni in mezzo a loro a combattere le fiere battaglie nelle quali egli fu abile capitano e valoroso soldato. Egli declina rapidamente verso la fine, ma non cosi la sua idea, che sembra con l'andare ·del tempo, trovare terreno più favorevole e occasioni più propizie al suo sviluppo. . Balfour , I' ex-premier inglese, nel grande discorso che pronunciò giorni fa al banchetto dei e Club 1900 » all' Albert Hall, fece sentire quanto ancora forte e speranzosa sia l' idealità degli Imperialisti Inglesi. E le rii,1poste che a lui furono fatte .da Wilfrid Laurier, da Deakin, da Ioseph Ward, da Botha, Moor, insomma dai capi dei governi colonia.li ai quali era offerto il banchetto, furono intonate alla e Greater England >, cioè alla più grande Inghilterra, il sogno imperialista d' una Inghilterra potente e signora su ie terre e su i mari come un tempo lo furono la Grecia e, specialmente Roma. Veramente nessnn impero mai, nè n~ll'antichità, nè durante il Medio Evo ebbe la vastità e la popolazione di q11esto mostruoso organismo dei tempi moderni. Non l'Impero Assiro, non l'impero di Alessandro, non l'impero Romano, non quello di 'Carlo .Magno, di Ca.rio V. o di Tamerlano. Quello però che oggi tentano 1 ministri coloniali ed il governo Inglese è di stringere dei legami più positivi fra le colonie e la madre patria. Poichè ciò che fino ad oggi e tutt'ora tiene strette le colonie dell' Impero Britannico. all' Inghilterra è un legame sentimentale, più che una catena di interessi e di diritti e doveri reciprocamente riconosciuti. Un filosofo potrebbe dire con ragione - e lo studio del fatto non sarebbe senza interesse - che è una riprova della potenza ed un trionfo dell'idealismo. Naturalmente le colonie inglesi trovano il loro g1·ande van-· taggio ad essere ta;i Fino ad oggi 8ono staté protett.e e difese gratis ed a majorem imperii gloria, hanno godute del rispetto di Clii godono i sudditi e cittadini ~i paesi inglesi; so110 state sempre libere; hanno avuto 1 governi e le forme di governo che a loro - grazie alla _rnagnifica teoria del self-government - è piaciuto darsi, cosi che il sistema governativo dell' Australia è la repubblica federativa, mentre nella Nuova Zelanda si fa il socialismo a tutta oltranza; e, finalmente, hanno goduto dei vantaggi commerciali di cui gode 1a madre patria stessa. Oggi le colonie hanno mandato alla conferenza i loro primi ministri con l'intenzione che essi ottengano la costituzione di un Consiglio permanente dell'Impero. Le colonie inglesi aprono oggi una pagina bianca nel libro della storia inglese e vi scrivono il capitolo, nuovo: L'influenza delle colonie nella politica inglese. Perchè il Consiglio permanente dell' Impero non è - come taluni s' illudono a pensare un organismo platonico, destinato a figurare bene ma a non avere voce in capitolo. Se osserviamo il programma della Confercnza, semplice ali' aµparenza, 1n sostauza preparato appositamente per porgere la possibilità di trattare qualunque anche complicata questione delle tante intricatissime che si presentano alla luce dei fatti e dirnandano urgentemente nna soluzione ; se si studia sia pur superficialmente ciò che si è detto e si dice alla Conferenza, si vedrà tosto che un progresso enorme è stato fatto dal tempo di Benia,nino Didraeli a noi ; dal tempo in cui le colonie Inglesi erano ·luoghi di deportazione ad oggi in cui i capi dei o-overni di quelle colonie, son quà per ottenere dalla Madre Patria il loro riconosci1uento :dficiale, la loro attiva partecipazione agli affari interni e più gravi dell' Impero. In fondo, la teoria e la tattica che seguono i delegati coloniali, tendono ad ottenere che le colonie sieno effettivamente calcolate valere quanto la Scozia e l'Irlanda ; ciò che, in fondo, non è nna pretesa eragerata, visto che le colonie sono disposte a fornire dei mezzi, ed a preparare --mantenendola del proprio-11na certa forza armata per la difesa territoriale dell'Impero. Questo per la questione politica, per il lato ideale della faccenda ; perchè c' è anche un lato meno poetico ; dalle apparenze meno generose, ma non per questo meno interessante ; la questione economica. A questache è in fondo il nucleo di tutta la questione, binognerà che il governo liberale trovi mezzo di dare una definiti va soluzione. . Rivive,_ n~i delegati Coloniali inglesi quella questione d1 protez1omsmo che fu la piattaforma di tutta l' agitazione mossa da Chamberlain, e costò al partit::> con• · servatore la maggioranza nel parlamento Inglese; fruttò al partito Conservatore la sconfitta disastrosa nelle ul · time elezioni, ed il ritorno al potere del partito liberale, fautore e mantenitore del libero scambio. Non è ora il momento di studiare ciò che convenga oggi all'Inghilterra, e qualo potrebbe essere la migliore scelta fra le Prefe1·ential tariffs ed il Free Trade. Si può notare, tutt'al più, qui che la evoluzione dei tempi e dei fatti sociali ha creato al paese nuove necessità , e lo ha messo in nuove condizioni; ma ciò che non può essere passato sotto siienzio è la condizione, non certamente ìelice, in cui è posta orn alla Conferenza, dalla Conferenza e di fronte ai delegati Coloniali il governo liberale. I ministri delle Colonie chiedono la imposizione di tariffe protezioniste per il commercio inglese: vogliono avere il dirittò di daziare anche i generi che loro pro• vengono daila madre patria. Protezionismo a scartamento ridotto, si dirà : ma non tanto se si considera la. vastità e l'importanza strategica delle colonie inglei::li; non tanto se si considera che il Canadà s' avvia ad essere nel XX secolo ciò che ..,li Stati Uniti sono stati . n nel XIX e sono tutt' ora. · · Di fronte alla dimanda protezionista dei .,coloniali stà il liberismo economico del governo liberale. Si suol dire il governo non è troppo lieto della Conferenza: può darsi e del resto Campbell Bannermann nel suo discorso di inaugurazione della Conferenza ha fatto chiaraurnnte sentire che i voti e le risoluzioni dei primi ministri non e legano affatto il governo imperiale > ; ha chiaramente detto e i capi delle Colonie sono indipendenti e che il governo ha e in polilica ed in economia .... tracciata nettamente la prop1·ia linea di condotta •. Tutto questo detto dal Premù.1· Inglese po• trebbe rappresenta.re una doccia fredda su. i sentimenti dei pi·emiers coloniali se non fossero Inglesi ed uno Olandese-Trausvalia.no, più testardo cioè degli Inglesi. Essi sanno che i loro voti, oggi platonici, e3erciteranno una enorme influenza su la pubblica opinione Inglesela quale in fondo, guida gli atti di tutti i governi in Inghilterra. Hanno proposto nei loro ordini del giorno la creazione del Consio-lio del!' Impero e dell' armata -coloniale, leggi su la ~migrazione , e l' Australia con l' intento determinato di chiudere i suoi porti alla
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