Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 8 - 30 aprile 1907

RIVISTA POPOLARE 199 Gl' Italiani. iutanto, potranno sempre più -.:onvincersi che essi iu Pio X hanno un nemico inconciliabile della scienza, della democrazia, della libertà; un Pàpa. che rinunzierà formalmente anche alle sue pretese su Roma, pur di dare una mano di aiuto alla reazione. E' que8to un solenne avvertimento per quauti amano la libertà e h1 giustizia sociale; ed è un avvertimento per i partiti popolari italiani, che se vogliono vivere devono seriamente prepararsi a cotubattere un nemico ben altrimenti teuiibile che n Hl fosse il Generale Pelloux. E lo Lanuo combattuto bene e con lieto risultato assicurando l'elezione di Peseetti contro Farina appoggiato dai clericali. • Da notare : il sospetto nostro che nella persecuzione contro Don Murri vi entrassero i volgari e piccini risentimenti del Cardinale Sarto contro chi osò attaccarlo, attacoando il suo prediletto Conte Paganuzzi, si fa strada. L' ha anche enunziato un membro della Lega nazionale (democrazia cristiana) in una intervista col Gionwle d'Italia. + Paolo Orano, il biografo dell' A vanti e il denigratore del repubblicani giudicato dall'Avanti ..... - Non credavamo che il tempo fosse davvero quel galantuomo che t ·1 tti eonoscono. Esso è venuto con cortesia squisita a pochi giorni di distanza a procurarci una soddisfazione politica e personale, cui avevamo diritto ma che non aspetta-.-amo che ci venisse e con tanta rapidità. Constatammo ieri che quei sindacalisti, che, contro di noi, avevano dichiarato sacro ed inviolabile Enrico Ferri a,,evano finito col vituperarlo Renza miHura e senza giustizia; oggi dalla parte opposta vediamo giudicato dall'Avanti con una severità draconiana quel Paolo Orano, che da buon socialista ita,liano alla vigilia delle elezioni generali del 1904, con insinuazioni basse e calunniose sulle colonne dello stesso Avanti aveva tentato di offendere Oolajanni , Socci , Barzilai e quanti altri deputati. repubblicani furono da lui medaglionati. A suo tempo i repubblicani risposero come dovevano; e rispose Colajanni con una lettera nell' Avanti che fu pubblicata con un cappello di Ferri, che era ~nesto e cortese oltre ogni dire. Ora nell'Avanti del giorno 21, non senza pena, abbiamo letto questo e-nt?'efilet: « li signor Paolo Orano fu monarchico e massone; ne rac - colse onori e favori; ne uscì quando la massoneria non volle nominarlo venerabile e attaccò monarchia e massoneria per conquistare lo stipendio dell' A vanti 11. « Espulso ora dal Partito socialiasta - dopo averne da poco perduto uno stipendio - si accinge a diffamare I' Avanti ed Enrico F .:rri per conquistare l'onesto salario del ca v. Giuseppe Scarano >>. • « Noi potremmo documentarne molte basseae e sopratutto la viltà; preferiamo non occuparci di lui nè di quanto egli potrà scrivere contro di noi, perchè non possiamo curarci di tutti i messeri che ci sono alle calcagna ; e sopratutto perchè la nostra dignità ci impedisce da ora in poi di raccogliere quanto il giornale del cav. Scarano pubblicherà contro di noi ». << Sia certo però il cavaliere che Paolo Orano diffamerà lui e il suo giornale quando ne uscirà per entrare deliberatamente in questura o in sacrestia. Ma in sacrestia forse n<>nlo vorranno». « I preti sono più furbi di noi ! » I repubblicani a propria difesa dissflro molto meno al signor Ora.no; ora prendiamo atto della tardi va resipiscenza del giornale socialista e .... passiamo tranquillamente all' ordine del giorno. + Come sorse la Banca d' Italia; dal fallimento alla ricostituzione. -II Prof. De Johannis, uno studioso tra i più competenti delle cose baucarie ed economiche, intrattenendosi del Risanamento della Banca d' Italia, a proposito del!' ultima relazione del suo direttore Comm. Striugher, scrive: " Gl' Italiani leggono poco e 8tudiano ancora meno l' andamento dei fatti che l' interessauo; pronti ad 1111aeccessiva sen-iibilità per ogni cosa ehe li minacci, souo o paiono indifferenti per ogni fatto che torni a loro vantag~io >. Questo giudizio esatto egli e:uette nel!' Ecrmomista del 7 aprile per deplorare che gl' Itali:tni non !:li rallegrino abbastanza del risanamento dljl 11,) ➔ trJ maggiore istituto di credito e di emissione annunziata dal suo Direttore. Il quale per far meglio apprezzare l'opera che si è compinta in quattordici anni, come se facesse una. rivelazione di un fatto ignorato annunzia che quando ·sorse, la Banca d'Italia aveva perduto 140 milioni del proprio capitale, e1·a cioè in istato vero di fallimento. L'annunzio lieto il Comm. 8tringher lo c0mmenta sobriamente con queste parole: « Queste notizie , che un dì avrebbero potuto destare sgomento e suscitare allm·me , dànno oggi la misura dell' opera uostra, resa possibile dalla resistente vitalità d~l vecchio italo tronco su cui si innestò la Banca d'Italia. Aiutata da.ll'increment.o e dallo sviluppo sano ed organico di tutte le forze economiche del PaeBe, che in pochi anni, diedero splendide prove di gagliardia, la Banca ha curato i snoi mali e ha fatto anche di più. Al mezzo miliardo di immobilità e di perdite censito nel 1894, confidiamo di poter contrapporre, ad anno nuovo, non oltre 45 milioni, a valor di bilancio di perdite immobiliari, che la massa di rispetto - perfettamente intatta nel valore de' suoi 46 milioni e mezzo di lire-coprirà a dovizia. ». Noi che stimiamo molto l' attuale Direttore della Banca d' Italia ci sorprendiamo moltissimo della sicurezza sua nel credere, che in altri tempi le confessioni di oggi avrebbero potuto destare sgomento e suscitm·e alla1·mi e nel vedere cbe anche il De J ohannis presti fede alla esattezza di tali confe ·sioni. Egli è che g-1' Italiani non solo non leggono , ma anche dimenticano con una facilità sbalorditiva. Ed hanno dimenticato un fatto notissimo, clamoroso, importante lo Stringher e il De J ohannis che proprio tll.le fatto quattordici anni or sono per dovere di ufficio e per ragione di studio conobbero appieno. Il fatto è questo : era conosciuto, anche dalle pietre di Montecitorio, che la Banca Nazionale nel momento in cui le venne accordato nuovamente il privilegio dell'emissione era in istato di perfetto fallimento. Ciò era stato dimostrato in circa quindici giorui di discussione nelia Camera dei Deputati sopratutto per opera degli on. Cola.janni, Sonnino, Salandra e Rubini ; tra i quali c'era soltanto qnalche differenza sulle cifre delle perdite e delle immobilizzazioni. Complessivamente si. accordavano tutti e quattro nel ritenere che le une e ]e altre ammonta.vano a 400 milioni; ma gli uni portavano Ja perdita a 150 e le immobilizzazioni a 250 milioni e gli altri invertivano le proporzioni. L' on. Chiesa, un piemontese, grande industriale e amicissimo di Giolitti portava a 260 milioni le perdite degli Istituti, dalle cni ceneri doveva sorgere la Banca d'Italia ; e non dissenti l' on. Cremonesi, azionista e censore di una succursale della Banca Nazionale. La sezione cadaverica di quest'ultima con particolarità fu fatta dall' on. Colajanni; tanto che I' on.· Giolitti il 1° luglio dopo sei giorni dal discorso del primo fucostretto a confessare che le acciise sne e1·anrJ le sole positive con indicazioni esatte sulle perdite della Banca Nazional,e (Resoconto pari. della seri uta del 1 luglio 1893, pag-. 5888) (1). Tutto questo abbiamo voluto ricordare non per rnuo- ·vere rimprovero al Comm. Stringher e al Professore (1) Per i dettagli di questi memorabili discussioni si può riscontrare il libro di N. Colajanni : Ba11che e Pal'iame11to. Milano, F.lli Treves 1893, Cap. IV.

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