Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 8 - 30 aprile 1907

224 RIVISTA POPOLARE <lamentale di questa teoria per sostenere i loro opposti appelli al popolo. Gli argentisti favorivano un regime di rialzo dt:i prezzi, per alleggerire il fardello del dtbito e stimolare l'attività delle classi produttrici, e presumevano che un aumento nel volume del denaro mercè l'espansione dell'argento_ porterebbe a questi resultati. Secondo i partigiani dell' oro questo era soltanto un programma per de.,rezzare il dollaro e repu diare il debito. Ma c<>me avrebbe potuto accader ciò se l'aumento del volume monetario non doveva avere inAucnza su i prezzi? Così per la stessa forza dei termini « stabile e onesto» i campioni dell'oro si trovarono impegnati ad un regime di prezzi stabili salvo in guanto potevano essere influenzati da cause indipendenti dal volumc> monetario o dal costo di produzione ddla moneta. Si trovarono così costretti ad ammettere l' efficacia dd progetto degli argcntisti per ottenere lo scopo loro eontrario, di un ribasso nel saggio della mont:ta ad un rialzo nei prezzi. Merita anche d'esser notato che i partigiani del tipo aureo non prevedevano l'affiuenza di nuove fonti di oro sul mercato e -::redevono che la produzione continuerebbe a mantenersi assai basso. Però mantenevano che ciò non indica va uu de prezza mento nel valore monetario delle merci, visto che una civiltà progredita con un esteso sistema di credito richiede . sempre una mino~e quantità di contante, ed affermavano che in ogni caso, una tendenza ribassista nei prezzi era più van taggiosa che dannosa alle classi industriali, e che in ogni cas, sarebbe preferibile alla flattuazione monetaria accompagnata dal riazo dei prezzi. Tutti sanno che gli a-Vvenimenti hanno contraddetto le teorie, è indubbio che col sistema aureo abbiamo •·raggiunto i medesimi effetti che il partito argentista cercava di ottenere con / un determinato programma di deprezzamento monetario. In primo luogo abbiamo il grande aumento della moneta circolante negli ultimi dieci anni, aumento che ammonta in contanti a dollari 1233676928 con un aumento nei dieci anni di _quasi l' 80 °lo e che ha avuto necessariamente per resul tato un notevole rialzo nei prezzi ed u11 de!)rezzamento della capacità d'acquisto del dollaro, e questo è dovuto in massima parte alla imprevista espansione della produzione mondiale del · l'oro. Ma la grande espansione nel volume della carta moneta, 1..he in dicci anni è aumentato di 363672437 dollari, non è come quello dell'oro, un fatto indipendente dalla prevedibilità umana. Fu preparata di partito pres0 con la legge del marzo 1900 che facilitando le condizioni di emissione aumentò la sopravalutazione, e il rialzo dei prezzi che era stato conseguenza della maggiore produzione dell'oro. Non c' differenza morale fra i partigiani del sedici- per uno del 1 896 e gli au :ori della legge su la carta-moneta del 1900. Possiamo ben domandarci se l'apertura delle zecche all'argento nella proporzione di sedici ad uno nel 96 avrebbe dato luo 6o ad una così notevole espansione nel volume monetario guanto quella che è avvenuta sotto il sistema aureo, dato che la produzio·ne aurea fosse rimasta nei termini preveduti dagli argentisti. Il movimento argentista di dieci anni fa prevedeva una pletora di denaro molto minore di quello che ha seguito l' espansione dell' oro e della carta -monetata. Qualunque tavola di medie dimostra facilmente la esattezza delle previsioni che si facevano s:.i I' effetto che una simile espansione monetaria avrebbe su i prezzi. l prezzi hanno seguito la medesima marcia che la espansione monetaria ma non in quel grado: i prezzi sono stati frenati nella loro ascesa in rapporto diretto all'aumento assoluto del valore monetario da una più forte domanda di merci dovuta ad un aumento della popolazione; allo straordinario stimolo dato agli affari da[ rialzo dei prezzi, dal co,1tinuo progresso delle invenzioni e la maggiore efficacia ottenuta dalla mano d'opera ot • tenuta con le macchine. Eppure tutti questi freni non hanno potuto impedire che i prezzi seguissero con notevole ritmo la espansione del volume del denaro, il quale naturalmente non è il solo coefficiente nella formazione dei prezzi, ma possiamo affermarne esserne però il maggiore, Nvi possiamo ora con una certa fiducia prevedere il futuro dei prezzi. Non c' è nessuna ragione che faccia prevedere un notevole arresto nella produzione dell'oro, ed anche se ci fosse un discreto aumento in questa produzione non potrà avere lo effetto violento che ebbe nell' ultimo decennio; perchè è evi• dente che una grande parte della produzione aurea andrà a raggiungersi alla riserva metallica in una quantità che si può calcolare del 33 per cento in più di ciò che era nel passato decennio. Dunque possiamo prendere una tendenza· più moderata nel1' aumento dei prrzzi nel prossimo a·:venire di quella sperimentata sul prossimo passato ; abbiamo ragione di credere che l'attuale alto livello di prezzi sarà mantenuto salvo le inevitabili diminuizioni dovute a crisi clte non colpiscono affatto il mercato monetario, Ciò non infirma per niente il valore della teoria quantitativa dei prezzi, dentro certi limiti il credito ha qualità elastiche tutte sue e nondimeno segue il movimento del denaro. Il credito è un coefficiente nella formazione dei prezzi, per.:hè in periodi di calma può arrivare a crescere più di 6 volte del volume monetario ed in periodi di sfiducia scemare tre volte del volume monetario,·imponendo così, notevoli diminuzioni nei prezzi anche im periodi di espansione monetaria ; ma non perciò il credito può paragonarsi al volume monetario quale coefficiente nel determinare i prezzi. Gli effetti moJerati, su i prezzi,· della straordinaria produ - zione aurea che possiamo prevedere per l'avvenire possono avere una materiale influenza modificatrice su le conseguenza della pletora che pnò colpire le varie classi industriali. Ciò che dicevano gli avvocati dell'oro del 1896, per le clas•si lavoratrici si è generalmente rivelato esatto. C' è srato guadagno dal lato della certezza e della stabilità dell'impiego; ma come regola i salari sono statì ben lungi dal progredire di pari passo con i prezzi ali' ingrosso. D' altra parte le classi produttive, compresi _agricoltori ed industriali, si sono indubbiamente avvantaggiate dei maggiori utili dovuti al rialzo dei prezzi che hanno alleggerito loro il fardello del debito : è -questo è consòno a ciò che affermav.ano gli argentisti nd 1896. Ma i maggiori utili dell'aumento dei prezzi e del deprezzamento dei dollari non sono stati devoluti ai produttori nel cui interesse si predicava la espansione mo - netaria nel 1896, Sono stati carpiti da!lo speculatore e dallo affarista; che si sono arricchiti degli ingenti utili realizzati su la differenza fra un inter< rse fisso sul capitale imprestato ed il sempre crescente prezzo dei prodotti. Così si sono fatte un numero straordinario di fortune private e mai nella storia della repubblica il fenomeno dell'accentrarsi della ricchezza si è avverato con tanta maggior~ evidenza quanto durante questo periodo di pletora monetaria. La lezione essenziale è questa : Si diceva nel 1896 che una espansione straordinaria monetaria, correggerebbe la tendenza all'accentramento della ricchezza; ma l'esperienza ha dimostrato inconfutabilmente la sua importanza a questo scopo. Siamo ancora lontani dall'avere raggiunto un ~istema monetario ragionevolmente stabile; ma abbiamo fatto qualche passo pi:r liberarci dal falso concetto popolare che vedeva nel deprezzamento del dollaro una misura di salvezza industriale per le massi popolari(Political Science Quarterly, Marzo 1906). A i nostri abbonati che non fanno la collesione della Rivista e che vogliono mandarci il N. 7 dell'anno JX il N. 15 dell'anno X ed i N. 2 e 3 dell'anno Xl daremo in cambio un libro del valore di cent. 50 da scegliersi nell'eleneo dei libri che diamo in premio a chi procura abbonali. :Jott. Napoleone Colajanni, proprietario, direttore-responsabile Napoli - R. Tip. Pansini , Chiostro S. Lorenzo.

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