Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 8 - 30 aprile 1907

RIVISTA POPOLARE 221 "IVIST A ()ELLE 1'1VISTE Edmond Pi/on: Le compagne dello studio e del sogno. Mogli di dott,.-La morte sì brusca, istantanea, di Mar, ellino Berthelot , accanto alla sposa allora uccisa da un male antico, ha qualche cosa di tenero, di bello, di espressivo nella fedeltà alla quale noi non abbiamo abituati gli uo mini. Non era Enrichetta Renan che diceva dell'illustre amico di suo fratello 1< che egli portava un cuor di donna nelle sue affezioni? >1 Quel cuo~e tanto fragile e tanto delicato che la scienza non aveva inaridito e di cui le risorse di amore erano inesauribili , eccolo che al primo urto è stato spezzato dal dolore. Quale grande lezione di tenerezza , e quanto rispetto si deve alla morte che seppe in tanti pochi momenti di intervallo, chiudere _degli occhi fatti per contemplarsi. ((Berthelot - scriveva Jean Psichari - aveva per la sua compagna un culto profondo. Poichè Madame IJerthelot era bella , bell-issima anche, col suo profilo che ricordava le più fini teste o medaglie di Sicilia e di una bontà mai smen - tita ... 11 <( Madame Berthelot, dicc.,,a giustamente Lodovico Ilalévy era una donna veramente superiore, che ispirava l'ammirazione, il rispetto e I' a_tfezionc a chiunque l' avvicinava. Ella era la degna compagna del grande Marcellino Berthelot >l. Nonostante gli ostacoli di un principio difficile, i pregiudizi, la resistenza a vin~ere , quei dut: esseri si erano ligati l'uno all'altro. La loro vita era stata esemplart: , era stata armo · niosa: quella coppia idealt:: era magnificamente invecchiata nell'amore. Una pura fiamma di pace, d'affetto e di felicità ingigantì nell' uomo e nella donna sublimi dei quali i due destini si erano identificati al punto di formarne, oramai, uno solo. Per lungo tempo quelle esistenze, di un sì assoluto sviluppo parallelo ,, si prolungarono nell'esempio della loro bellezza. Quando giunse la morte per separare coloro che un tanto amore aveva tanto tempo uniti, li trovò pronti, l'uno e l'altra , pel finale compimento del grande atto. L'attacca - mento reciproco che i due sposi si erano sempre testimoniato non si smentì; e, colui che tutta l'intima felicità, la soddisfazione rielicata del cuore aveva tenuto in una così perfetta unione , non volle restar solo a sopravvivere. Come ha ben detto Jean Psichari « della morte del1a sua compagna è morto Berthelot , . Tali esempi di ·attaccamento non sono tanto eccezionali tra gli uomini di scienza, tra i grandi pensatori , tra i filosofi. Il sapere, dicesi, dissecca il cuore. È questa una eresia e si deve non aver létte le pagine grondanti lacrime di una affezione tanto vera ed ispirata ·che Darwin scrisse sulla morte della figlia, che Luigi Pasteur lasciò sulla morte del padre. Pensate all' accasciamento di D'Alembert dopo la triste fine di Giulia Lespinasse. « Non vi ha più per me , nè sera nè mattina » diceva quell'uomo sensibile e desolato. Quando il grande Condorcet, chiuso nell' umido carcere, sentì il freddo del veleno ghiacciargli il sangue nelle vene, tutto il suo pensiero si volse alla donna deliziosa che aveva fatto della sua vita un esempio di felicità. L' imagine eroica e tenera di Sofia Grouchy , i capelli annodati da una benda, il sorriso alle labbra, fu l'ultima che comparve ai suoi occhi in quel ~omento supremo. Quando il grande fisico e matematico Ampère perdè I.a sua cara Giulia Carron , colei che egli aveva amata e in pagine imperiture celebrata con tutta la forza viva del suo essere , il suo strazio fu indescrivibile; per lungo tempo il funebre velo di quel lutto immenso fluttuò sulla sua fronte , intristì la sua vita. Nel 1881, quando morì Enrico Sainte-Claire Deville, Luigi Pasteur res:: omaggio, 5ulla tomba aperta dell' illustre chimico, alla sposa oppressa ; ed egli stesso il maestro meraviglic.,so, quando in un tepido pomeriggio di settembre, lo uccise il male di cui avc:va sofferto, la sua mano , realizzatrice di qualcuno dei più bei miracoli della scienza moderna , quella mano lungo tempo restò in quella della signora Pasteur. Ancora più recentemente quando un brutale destino colpì Pierre Curie , la sua eroica sposa si mostrò sublime. Fece tacere il dolore che la straziava e si sovvenne che la sola maniera di onorare la imperitura memoria di Curie era di riprenderne il compito interrotto di continuare dopo lui, da lui ispirata, il lavoro immenso in cui tutti e due avevano uniti i loro pensieri, confusi i loro sogni, fusi i loro cuori. Così sono queste coppie pure e predestinate. Talvolta - così i coniugi Berthelot - la morte li colpisce nello stesso temp.o l' uno e l' altra. Altra volta come per Ampère , è la sposa che parte lasciando lo sposo colpito da un dolore eterno; e tal altr::i è lo sposo che muore. Allora non è meno ammi - revole veder come il sopravvivente-come Ja signora Curiesi mos~ra forte e rassegn~ta e, col suo nobile sforzo, supplire I' uomo e continuare il dotto. Nati da una comunione di idee e di sentimenti, questi legami hanno quasi sempre lo stesso principio, l' aspetto com movente di un idillio. Nonostante gli ost.,,coli suscitati dalle condizioni di fortuna e di famiglia, dalle pastoie convenzionalistic he del mondo, essi , spinti dall'amor della donna e dal genio dell'uomo, si associano bravamente per la vita comune. C(sÌ Lavoisier a ventotto anni incontra madamigella Paulze che ne ha quattordici e sebbene meno giovane e molto più ricco, già noto, la ammira e la sposa. Ampère vide la prima volta Giulia Carron a venti anno: egli erborizzava ella coglieva rose. E colui che, più tardi, brillerà per tanti sapienti lavori , scrive su di un modesto giornale da studente: l< Domenica ro aprile ·p876). L'ho veduta per la prima volta ... n E oramai, giorno per giorno, in quel piccolo giornale di gioventù è Giulia che compare in tmte le pagine: (< Noi fummo nel giardino, scrive un giorno, io salii su di un grande ciriegio di dove gittavo ciriege a Giulia il. E più tardi « .... mi misi sull' erba accanto a lei. Mangiai le ciriege che erano state sulle sue ginocchia ». Quale freschezza, quale innocenza ! E come si sente che quel figlio geniale di Lavoisier è , per il cuore, anche l'allievo di Gian Giacomo! Dopo una lunga attesa Ampère spo:,ÒGiulia. Anche lunga fu I' attesa per Pasteur. Nominato nel 1849 professore supplente di chimica a Strasburgo : vide Maria Laurent, la figlia del rettore, l'amò e chiese la sua mano. Egli allora era povero: non aveva che il suo coraggio, il cuore buono e persuasivo, aveva il suo genio ed ottenne la Laurent. Berthelot non ottenne così facilmente la sua cara amata. Ella era protestante, _egli cattolico : vi furono, tra le due famiglie lunghi e numerosi dibattiti. Altra volta agli ostacoli materiali , si aggiunge quello della sproporzione di età. Così per Condorcet. Nel I 789 egli aveva quarantaquattro anni e la Grouchy ventitre. Egli l'amò; ella sul principio fu indifferente; ma nella febbre degli avvenimenti di allora, pel movimento di quel divino entusiasmo, essa sentì il suo cuore fondersi all'ardore dell'uomo che la desiderava. « Essa, scrive Michelet, cominciò ad amare il grande cittadino, I' anima tenera e profonda che covava , come la sua propria felicità , la speranza della felicità della specie umana. Ella lo trova giovane dell'eterna giovinezza di questa grande idea, di questo b~I desiderio n. Lo stesso Michelct, da vero figlio di Rousseau non doveva sfuggire , più tardi , allo stesso destino passionale. Quando Michelet conobbe Atenaide Mialaret aveva cinquanta anni. Gli sembrava che la vita sentimentale fosse rinita. « Mi ero talmente compenetrato, dice egli, del!' idea della morte che non sapevo se do,essi temere o desiderare la grande avventura di vivere ed amare così tardi ». Questa grande avventura

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