Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 8 - 30 aprile 1907

RIVISTA POPOLARE 209 I proprietarii c10 negavano; ma osservando, per un lato, la media degli escomi; dall'altro lato, le motivazioni di alcuni atti giudiziali, e le persone degli escomiati, il sospetto dei rappresentanti degli operai non era molto lungi dal vero. Comunque, dopo varie discussioni intorno a questo oggetto, il numero degli escomi, sui quali non pareva possibile l'intesa, si ridusse a q. Ma nè anche per questi - e secondo noi poco opportunamente - la rappresentanza dei lavoratori volle transigere; ed in un'altra adunanza del 25 febbr1io mantenne quella pregiudiziale sollevata pochi giorni prima. E siccome sopra abbiamo ~atto i~ n?me dell' on. _Ag_nini ! qui abbiamo l'obbligo d1 dire che questi s1 reco sul luoo-o dello sciopero il 16 marzo, e cioè quando i fatti sopracennati s'erano svolti. I proprietari si mantennero fermi dal canto lo~o, e così furono sospese le discussioni della Commissione arbitrale che aveva lo scopo di studiare le migliorie a favore dei boari e dei mezzadri. Nla, intanto, che avveniva dell'ufficio di distribu1ione delle terre_ c~e _tanto scalpore a~eva sollevato dopo il lodo G1ghoh? Avrebbe funz10nato ancora o si intendeva compromesso colla rottura delle trattative di cui sopra? . . Q11esto è importantissimo conoscere perche c1 potrà essere di lume nel giudicare la posizil)ne morale dell'una e dell'altra parte di fronte a que~ta questione, che è ora la principale per. non ~ire l'unica questione che mantiene le parti sul piede di guerra. L'uftìcio non pareva compromesso dal mome~to che nel 3 marzo si adunò nuovamente la. co_,nm!ssione apposita. Ma siccome circolavano voci d1 sc10-:- pero per non essere stata definita la questione degli escomi, così la rappresentanza dei rroprietari. sollevò, a sua volta, e ci pare con evidente rag10n e, una pregiudiziale intenta a provocare dalla rappresentanza degli operai una esplicita dichiarazione assicuratrice in proposito. I proprietari, in altri termini, dicevano agli operai avventizi: « noi vi daremo, per quest' anno, le terre da coltivare a terziaria, ma voi diteci che non le abbandonerete all'epoca del raccolto >>. Ma gli operai, a mezzo del loro rappresentante (il signor Bardasi), con lettera del giorno successivo, <e all'unanimità dichiaravano di non volersi impegnare in proposito, considerando simile impegno una limitazione di libertà di classe ». Il giorno successivo, e cioè il 5 marzo, fu dichiarato il secondo sciopero generale di tutti i lavoratori della terra senza esclusione di categorie. d) IL nianifesto dei proprietar-i dopo la proclamazione del secondo sciopero Varrebbe la pena di trascriverlo nella sua integrità perchè si tratta, da questo momento specialmente, di vedere se la proclamazione di questo secondo sciopero abbia compromesso, a danno dei lavoratori avventizii, la conquista di una grande vi:toria, oppur no. I proprietari che non vogliono ora prn saperne del temuto principio inerente all'ufficio di distribuzione delle terre e pel quale si erano impegnati col concordato del 29 ottobre 1906, dicono, a loro giustiticazione , che l' ultimo sciopero del 5 marzo così male a proposito proclamato, li ha svincolati da ogni obbligo assunto in proposito. Gli operai rispondono tacciandoli di ~ssere v~nuti men~ a~ patti; perchè se una quesnone puo ancora farsi intorno agli escomi, nessuna questione - se si è in buona fede - è più possibile intorno all'accettazione ed al funziona1nento di quell'uftìcio, integrato dal lodo Giglioli, ed inteso, quest'ultimo, colla interpretazione più logicd. Varrebbe, ripetiamo, la pena di trascrivere nella sua integrità il manifesto in parola. Ma vietandocelo la tirannia dello spazio, ;i lettore deve crederci se noi, diciamo che quel manifesto non è un modello di chiarezza; è anzi un modello di contradizione; dice e disdice. Diciamo però questo a favore dei proprietari ; e cioè: che sebbene nella prima parte di esso manifesto, la Consociazione dei proprietari dimostri, almeno a parole, di voler essere ossequente alla sentenza arbitrale Giglioli e si dichiari (parole tenuali del manifesto) « fedel; all'impegno assunto, e pronta a tradurre in atto le disposizioni della sentenza stessa», subito dopo <e invita chiunque voglia assumere terreno a terzeria a farne sollecita domanda ali' ufficio apposito che funziona presso fa Consociazione stessa ». . ~l che è facile rispondere che, al!ora, addio uftic10 di distriduzione secondo il concordato integrato dal lodo Giglioli. Però qùesta non pareva realmente l' opinione della maggioranza dei proprietarii, se tosto si manifestarono due correnti, nel seno stesso della Consociazione , l' una convinta che il manifesto del 5 marzo avesse dato il colpo Ji grazia all' ufficio di distribuzione delle terre; l'altra convinta del contrario. Ed in questi dubbi, cd in mezzo agli sconforti ed alle speranze dello sciopèro e di un'intesa, si giunge al giorno 11 marzo u. s. e) Un mandato della Consociazione dei proprietari del/' 11 marzo 1907 al suo rappresentante legale a.fferma di accogliere l'ufficio come dal concordato; un' altro in data 13 detto lo nega. Se non ci fosse altra prova della disorganizzazione, della mancanza di uniformità di indirizzo, direi della incoscienza sul da farsi, per parte della Consociazione dei proprietari di Argenta, la prova ci sarebbe data da questi due documenti. Il guaio è - secondo affermano i rappresentanti dei lavoratori - che questi due documenti sarebbero la prova provata di qualche cosa di più grave: di mala fede per parte dei proprietari. Sulla quale ultima accusa io non azzardo pronunciarmi, perchè la contraddizione manifesta che esiste - secondo noi - tra l' uno e l' altro la si potrebbe spiegare colla disorganizzazione e coi difetti sopra accennati imputati alla consociazione dei proprietari d' Argeti ta. Sta in fatto, però, che anche il rappresentante legale dei proprietarii argentani (il sig. avv. Aldini di Ferrara) afferma, nella sua coscienza e lealtà, che portando, la sera dell' 11 marzo il mandato - di cui trascriveremo l'articolo più importante - alla rappresentanza degli operai, riteneva , per la discussione stessa avvenuta in seno alla consociazione che egli rappreseritava, che l'ufficio di distribuzione delle terre non potesse essere più oggetto di discussione perchè accolto dai proprietari anche dopo la proclamazione dello sciopero. 11 disaccordo si manteneva ancora e soltanto su gli escomi. Ed infatti, nella sera dell' 11 marzo, in una discussione durata per più di tre ore tra esso rappresentante dei proprietari ed i mandatari degli operai, non si ebbe a far cenno della questione dell'ufficio di distribuzione delle terre, ritenendola - i rappresentanti tutti - questione risolta. La questione sorge sugli escomi , relativamente ai quali il rappresentante dei proprietari avrebbe dovuto portare l'ultima e definitiva parola, previa audizione de' suoi mandanti. on aggiungerò commenti in proposito perchè

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==