Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIII - n. 7 - 15 aprile 1907

180 RIVISTA POPOLARE largamente concesso a tutte le categorie sociali non proletarie, giuridicamente sanzionate dal riconoscimento di pubblica utilità, gli era spietatamente rifiutato; e non si tolleravano che a gran pena e sotto il controllo incessante e tormentatore della polizia, le società di mutuo soccorso ove il lavoratore si esercitava alla previdenza ed alla solidarietà. La cessazione concertata del lavoro, lo sciopero , era un delitto severamente represso mentre le coalizioni industriali, commerciali e finanziarie potevano impunemente schernire i derisori articoli dei codice che li concernevano, ma che non furono mai applicati. Il liberalismo non ebbe mai una parola di protesta .;ontro queste teorie e queste pratiche giuridiche violentemente opposte tanto alla lettera che allo spirito della dichiarazione dei diritti 11. Ecco le ragioni per cui io non posso sottoscrivere alle co mune definizione della libertà che gli uni reclamano per vuo tarla di tutto 0 il contenuto per il quale essa si realizza, e gli altri vogliono realizzare pur protestando che, per pervenirvi, bisogna cominciare pèr ridurla al minimo. Far cessare questa doppia contraddizione - contraddizione esterna che oppone il liberalismo alla democrazia, contraddizione interna che oppone i mezzi allo scopo presso il primo e che presso la seconda sembra opporli egualmente a-far cessare, dico, questa conti·addizione, sarà lo scopo del, mio lavoro. Di dove viene questo errore comune che maschera nello stesso tempo l'autoritarismo sociale dei liberali e trae in errore i democratici stessi pel reale liberalismo del loro preteso mezzo autoritario di libertà? .Questo errore è occasionato dal fatto che si pone la libertà nel!' individuo e che s; considera I' individuo in un modo astratto; l'individuo in sè, l'individuo al difuori della società, ecco il tipo irreale pel quale si esercit~no da un secolo e più i ragionamenti della filosofia politica ed economica. In virtù di questa concezione metafisica dell' individuo, più egli sarà solo e privato di ogni contatto per conflitto o scambio di servizio col suo simile e più sarà dichiarato libero. Come un tale uomo non è concepibile, i teorici della libertà e del- )' autorità si ingegnano, gli uni per ridurre allo stretto minimum le oblJligazioni e i legami dell'uomo nella società poichè, ahirne! l'uomo! è un animale sociale-e gli altri per limitare allo stretto minimum una libertà naturale ostile per essenza ad ogni sociabilità. Si nott che i democratici si ispirano più realmente alla definizione limitativa della libertà data dalla dichiarazione dei diritti, Ciò che nuoce altrui è il fatto che il possessore del capita le, che è una minoranza nella nazione, possa usare della sua libertà per spossare di lavoro donne e fanciulli, per sfuggire ad ogni obbligo d'indennità quando la sua macchina sfracella o mutila carne operaia, per fare della sua situazione economica, privilegio di fatto, l'indistruttibile base della sua dominazione politica e sociale e trasformare in un derisorio decreto verbale i diritti dell'uomo e del cittadino· per la mag. gioranza dei membri del corpo sociale. Se noi ci facciamo dell'individuo e della sua libertà una nozione meno astratta, se rischiarati dalla scienza e dalla Gtoria noi consideriamo l' individuo come un essere sociale e la sua libertà come una risultante dei suoi rapporti coli' ambiente, tutti gli equivoci e tutte le contraddizioni che abbiamo notate, dispariranno. :\/oi ci accorgiamo che lo stato di natura , di violenza ·e di costrizione lascia I' uomo sotto la fatalità delle forze esteriori, sotto l'arbitrio del più forte:. Essere il più forte, imporre il suo propr!o arbitrio al suo simile, non significa esser libero; significa godere di una indipendenza precaria , sempre alla mercè di una forza supèriore. Che se si voglia dare il nome di libertà allo stato in cui si trovano i più forti, bisogna convenire che non vi è, in questo regime di costrizione, che libertà solo per qualcuno. È dunque solo nel regime del con - tratto, della legge fatta per tutti e col consentimento di tutti, se non d=rctta:11entc per rntti , che può esistere la libt.-rtà di tutti. La libertà è dunque un pròdotto dell' organizzazione. La violenza e l'arbitrio sono dello stato naturale; la legge ed il contratto dello stato sociale. Più ci riavviciniamo allo stato naturale meno siamo liberi; più sviluppiamo la legge ed il contratto, più acquistiamo libertà. Poichè la libertà non è ia facoltà di seguire ciecamente gli impulsi dell'istinto; essa non può contenere in sè gli elementi della propria negazione. Se una biella, di cui la funzione è di azionare un volante e di ricevere da questo un movimento ritmico , scappa e va a sfondare il muro dell' officina , diciamo che ha liberamente funzionato? Non è al contrario, quando obbedisce alle leggi della meccanica, senza ostacoli esteriori e senza difetti interni che diciamo che funziona liberamente'? La democrazia essendo il regno della legge per tutti , e di tutti ha dunque per compito essenziale di ridurre la parte arbitraria ereditata dalle epoche di violenza e di costrizione, vale a dire di creare la libertà per tutti. La nostra definizione della libertà è questa : La facoltà per ciascuno di agire sullo ambiente, alfine di realizzare il proprio bene. L' ignorante è meno libero del!' uomo istruito poichè eviterà meno facilmente l' urto ostile delle cose , poichè non saprà utilizzarle come I' uomo istruito per il proprio bene, li povero è meno libero del ricco poichè costui lo tiene in uno stato di dipendenza economica che è un grande ostacolo allo sviluppo della sua libertà personale, morale, civile e socio le. L' individuo isolato è meno libero di ciascuno degl' individui che hanno stretto un contratto d'associazione per procurarsi un bene definito, poichè l' individuo associato ha per am · biente l' insieme dei suoi cooperanti , mentre l'isolato de.ve inegualmente lottare contro forze che paralizzano cento o mille volte la sua. Il sapere è dunque mezzo di libertà, la ricchezza e l'associazione egualmente. Quando con le sue leggi la democrazia mette il sapere alla portata di tutti ; quando essa restituisce ai lavoratori la sorgente di tutte le ricchezze, vale a dire la facoltà di disporre delle loro forze di lavoro; quando favorisce l' associazione al fine di trasformare le posizioni rispettive del lavoro e del capitale, in modo che, secondo la felice espressione di \Valdeck-Rousseeu il . lavoro possiede e il capitale lavora, che fa, essa? Crea della libertà non per qualche essere privilegiato, ma per tutti e per il mezzo di tutti. Vi è in ciò un attentato all' individualismo? Se l' individualismo consiste in uno stretto ed inintelligente egoismo, nella riduzione al minimo dei rapporti umani, nella lotta degli isolati neutralizzanti reciprocamente i loro sforzi, questo individualismo primitivo inadattabile:: alla nostra civiltà, che preferisce le servitù animali dello stato di natura alle libertà organiche e deliberate deÌlo stato sociale, sì, la democrazia lo combatte. Ma l'individualismo reale non è questo, quello, cioè, che lo stato di società libera e che si sviluppa a misura delle conquiste dell' uomo sulla natura. L' individuo più completo è quello che si realizza meglio colla sua volontà e col suo potere effettivo. La società gli è meuo, poichè egli no11 è di fronte ad essa in un rapporto di subordinazione, ma di scambio di servizi. Ogni legge è un contratto fatto con essa , vale a dire coli' insieme dei suoi associati, non per ridurre scambievolmente il loro potere di agire, la loro libertà, ma al sontrario rinforzando coll'azione collettiva l'azione di ciascuno. Questi sono i principii della legislazione del lavoro. Senza dubio la necessità, l' istinto, il sentimento , l' empirismo si trovano alle origini di questa legislazione ; ed io credo avervi dimostrato che la democrazia pur restando più fedele del liberalismo allo spirito della dichiarazione dei diritti, erra a suo detrimento quando si imagina di impiegare alla realizzazione del suo scopo <ti libertà dei mezzi opposti alla libertà. son ben dei mezzi di libertà che essa impiega quando, colla legge, equilibra le forze nella lotta per l'esistenza e quando

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