RIVISTA POPOLARE 149 E su questo punto in Francia.- come in Italia!- Governo e Compagnie si rimproverano reciprocamente la responsabilità. Il Governo rimprovera alle Compagnie la loro impreveggenza ; queste ultime replicano che sono state contrariate nella loro azione. Passando sopra a certe scuse accampate dalle Compagnie Francesi pei ritardi burocratici derivanti dalle decisioni del Congresso di Berna pel movimento internazionale dei vagoni, il Dejean insiste in modo schiacciar.te sulla impreveggenza delle Compagnie nel provvedere al rifornime-n to dei vagoni e delle locomotive , all' argomento degli impianti fissi. Le Compagnie confessano che furono colte alla sprovveduta dallo aumento considerevole del traffico. Ma esse avevano il dovere di ricordarsi che erano state già avvertite dalla crisi di vagoni e di locomotive del 1900. In realtà esse hanno provveduto al rifornimento in modo assai irregolare e saltuario, ubbidendo e lasciandosi guidare dalle indicazioni e dai bisogni del momento senza guardare mai con occhio sicuro allo avvenire, come ne avrebbe l'obbligo assoluto, preciso, un'azienda ferroviaria. Cosi nel 1896 una delle più grandi Compagnie no_n ordinò che tre vagoni senza una sola macchina. Niente nel 1897. Nel 1898 locomotive 40 e 410 vagoni. Nel 1899 locomotive 200, vagoni 3,550. Nel 1900 locomotive 196 e vagoni 246:1. Nel 1901 locomotive 2 vagoni 25. Nel 1902 locomotive 18 e 'lélgoni 3. Nel 1904 locomotive 20 e vagoni 3. Nel 1905 locomotive 170 e vagoni 3,813 ...... » Si può meglio documentare l'irnpreveggenza e la irregolarità del rifornimento ? « Questa irregolarità, conchiude il Dejean, riesce pregiudizievole aile ferrovie ed agli industriali». Essa genera la necessità di ricorrere all'industria straniera all'impazzata quando si è verificata l'urgenza. Perciò nel 1896-905 in Francia. 242 locomotive e 7300 vagoni sono stati costruiti all' estero ed ora all' estero si sono commissionati 70 locomotive e 3950 vagoni per l' importo di circa 50 milioni di lire. Anche ora, di fronte ai guai deplorati, Goutant ha dimostrato in Senato che per i vagoni ammettendo un completo ammortizzamento in 40 anni, pel rinnovamento de] materiale rotabile occorrerebbe la costruzione annuale di tanti vagoni per la spesa di L. 35,000,000 all' anno; ma le costruzioni progettate raggiungono appena le L. 18,000,000-cioè poco più della metà. · + E qui ci arrestiamo limitandoci ad osservare che alle Societàprivate in Francia il maggiore rimprovero che si muove è quello della impreveggenz..a... cioè il difetto che si crede carasteristico di un azienda dello Stato ! ·Ai privatisti, che profittando del disservizio attuale e delle impazienze e delle recriminazioni e del malumore del pubblico italiano credono di poter condannare l' eserciziodi Stato , noi , traendo forza dall'esempio e d~,i risultati dell' esercizio privato in Francia abbiamo. il diritto di <lire: medice, cura te ipsurn ! La Rivista Nel numero veuturo ci occuperemo delle ele:r_ioni amministrative di Napoli e della insurre:r_ione dei contadini di Rumenia. Indifedsaepl ersonale fervrioario (l' Genova, 9 Marzo 1907. Onor. Sig. Professore Colajanni, Leggo nell'ultimo numero della sua « Rivista >> che una delle tre cause del marasma ferroviario sia il mal volere del personale: accusa gravissima che da altri ho sentita a voce e cercai di provare ingiusta, almeno nel contorno genrrale. Consenta ch'io provi la dimostrazfone scritta di guanto mi è parso che a viva voce fosse inteso. Dobbiamo distinguere nell'esercizio delle ferrovie due grandi categorie di uomini : quella che è ad immediato contatto coi convogli da far marciare, e l'altra che lavora negli Uffici. Alla prima si rivolge sempre l'accusa di malavoglia, mentre la seconda sta nell'ombra: il pubblico ed i giornalisti non la vedono, sopratutto non la sentono nei periodi algidi, quando più si prova il bisogno di riversare su qualcuno l'impeto di risentimento giustificato. Eppure si può affrrmare òggi, co~e ieri, che gli agenti delle Stazioni, delle linee e dei convogli lavorano con indefessità eccezionale, attenzione] e preoccupazione continua: certamente si deve escludere nella loro massa il mal volere. Vissuto per oltre vent'anni in questo ambiente, posso con sicura coscienza affermare che il personale attivo delle ferrovie non è secondo ad alcuna altra classe di lavoratori nell'attaccamento all'opera propria. Le rare e brutte eccezioni .confermano il giudizio d'assieme. Quella che è stata definì ta: « malavoglia del personale », devesi considerarè con altro cri terio. Bisogna pensare alla differenza nel modo di manovrare delle truppe in piazza d'~rmi, o in maneggio, secondochè comanda un Ufficiale od un altro; perchè l'arte del comando ha efficacia essenziale. Bisogna ricordare un'orchestra di molti professori, abilissimi uno ad uno, e sentirne l'azione sotto l' influsso di Direttori diversi. Oggi il personale attivo delle ferrovie è una truppa quasi affatto non guidata, dopo che alle agitazioni incomposte dei partiti politici si aggiunse lo sconvolgimento degli ordinamenti e delle istruzioni più elementari. Prendiamo il migliore dei Capi-Stazione, migliore per onestà ed abilità d'intendimenti, come l'ottimo fra i deviatori, manovratori e macehinisti; e ad essi cambiamo d'un tratto il Regolamento sulla circolazione dei convogli, per citare ùn esempio. Invece di pochi articoli semplici ed esposti nella forma di sillabario, magari sciatta, diamo loro una congerie di paragrafì e sottili distinzioni, tutto esposto nella forma astrusa dei Codici; e allora eglino come si troveranno all'atto dell'esecuzione? Non basta. Buttato là quell'elemento sconvolgente, fate che i superiori naturali delle stazioni, dei sorveglianti di linea, dei macchinisti, quali sembrano dover essere i cosidetti Ispettori, perdano ogni autorità; perehè al loro comando immediato, semplice, conciso si soitituisce la frase scritta, ìndeterminata, ambigua del Funzionario da tavolino, cioè lontano dalla concitazione del làvoro vissuto; e allora affermisi, se è possibile, che lo sconvolgimento dell'esercizio ha la sua causa nella malavoglia. (1) Pubblichiamo questa lettera dell'egregio signor Fossati, non per solo dovere d' imparzialità ; ma anche per k acute osservazioni in essa esposte e che Janno una plausibile spiega - zione di quello che il pubblico, che vede le manifostazioni ul time, chiama malvolere del personale ferroviario. N. d. R.
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