144 RIVISTA POPOLARE chiarato che l'autonomia economica dell'Ungheria si impone e dovrà essere un fatto compiuto nel 1917 quando scadrà il suo Compromesso con l'Austria; gli Slavi fanno di tutto perchè la loro lingua sia riconosciuta lingua ufficiale; e gli Italiani si preparano alla ardente battaglia elettorale per la conquista della maggioranza nella Dieta. Queste lotte per l'autonomia, per la lingua, per i diritti di nazionalità - in nome dei quali lottano gli Italiani - avranno le loro ri percussioni, la loro influenza alla Camera austriaca, alla nuova Camera, ed è certo che se il suffragio universale porterà nuovi elementi e più attivi al parlamento; è anche certo che vi porterà problemi imperiosi ed ardenti: non ultima la lotta della nazionalità ; e tntti i problemi di carattere operaio, che i socialisti-i quali si adoperano energicamente per riuscire numerosi - intendono posare francamente. Chi , per esempio , pur riuscendo· eletto , avrà poca fortuna nel parlamento austriaco, è l'antisemita Leuger; ma ormai, ben altre lotte si svolgeranno alla Camera austriaca ed avranno carattere di lotte economiche, non di guerre di razza, perchè il dare ad ogni lottaanche se di lingua o di nazionalità-carattere di lotta economica è proprio della politica del suffragio uni versale. + L' arruffata matassa Balcanica.-Il viagg· o di Francesco Ferdinando a Dresda e a Berlino , e la sua non breve visita-benchè in incognito-all' Imperatore Guglielmo, hanno fatto fare molte supposizioni; ma la più ragionevole sembra essere quella che connette tale visita alla situazione degli Stati Balcanici; situazione che, da un po' di tempo, è diventata sempre più confusa , tesa e, per la pace europea , pericolosa ,, L'assassinio del Presidente del Consiglio di Bulgaria, Petkow, la rivolta in Serbia, e la rivoluzione agraria in Rumania, il raffreddamento dei rapporti fra Serbia, Bulgaria e Rumania; la continua lotta in Macedonia, ed il perenne sconfinamento di bande bulgare hanno richiamato, oggi più di prima, l'attenzione dell'Europa su i Balcani; e non è lecito farsi soverchie e pericolose illusioni : gli Stati Balcanici son lontani dall'aver trovato il loro assetto definitivo , e sono anche lontani dal cercarlo pacific9mente. E in ciò sta il pericolo per l' Europa. Pericolo tanto più grave inquantochè molti interessi e molte ambizioni sembrano sopite dal fatto che fino ad ieri parve che - in fondo - gli Stati Balcanici avessero, alla meno peggio, trovato il loro definitivo assetto, almeno di fronte all' Europa e per ciò che la riguarda. Naturalmente i due fatti salienti son quelli che meno sembrano aver rapporti con le agitazioni balcaniche : l'invito di Re Pietro a Costantinopoli , e il viaggio di Francesco Ferdinando. Si sa che tutto ciò rhe accade nei Balcani, interessa grandemente la Germania, e Hi sa altresì che l'Austria, oltre avervi una specie di protettorato, che muterebbe volentieri con una occupazione - una annessione - della Bosnia e dell' Erzegovina, fa gli occhi teneri ad uno smembramento , a proprio vantaggio dei paesi Balcanici. L' Italia ha ragioni di amicizia e molti interessi, e diritti a certe aspirazioni in quelle regioni. Ora Germania ed Austria, l'Austria specialmente ed apertamente, ostacolano ogni azione- anche pacifica e legittima - dell'Italia in quelle regioni. D'altra parte alcuni dei popoli balcanici sono eccessivamente dediti allo sport della insnrrezione, del brigantaggio, e delle cospirazioni in nome della razza, della religione, della indipendenza, della lingua, e chi più n' ha ne metta. E' un fatto che tutte queste ragioni di inquietudine esistono veramente nei Balcani e la diplomazia europea che, egoisticamente, non volle tenerne il debito conto nel Trattato di Berlino , si trova ora a piè del muro e dovrà ben presto occuparsi per far diritto a molte rivendicazioni che hanno assolutamente il diritto di essere riconoseiute. Questo se nun vorrà che nei Balcani si sJateni tale una tempesta, da mettere in pericolo , anzi da distruggere affatto la pace europea. E prodromi. di questa tempesta sono la morte del Petkow, e la rivolta in Serbia. Si sa che il Petkoff agì con una straordinaria energia quando si trattò di reprimere le bande bulgare in Macedonia, e questa sua azione non era stata ben vista da molti capi influenti in Bulgaria. La Serbia , da che Alessandro fu assassinato , non riesce a trovare la pace e passa da una cospirazione a una rivolta e viceversa: intanto il Sultano invita il Re Pietro a confabulare con lui - ed il Sultano che è furbo e vede chiaramente la situazione prepara le sue batterie-e Francesco Ferdinando va a chiedere consigli al Kaiser, amico del Sultano e molto interessato in ciò che accade nei Balcani. + Il governo russo e la seconda Duma. - Questa volta noi assistiamo ad uno spettacolo nuovo e tragico nel suo insieme. Alla Duma e fr9 la Duma e il governo si combatte ma terribile lotta d' astuzia. Da. un lato il governo del signor Stolypine - che è in fondo l'esecutore della volontà e degli ordini e della politica dello Tsar - cerca il lato debole della Duma per colpirla sciogliendola ; dall'altra la Duma evita tutto ciò che potrebbe offrire occasione al governo per attuare il proprio divisamento reazionario. E' come una lotta disperata fr~ gatto e topo e il gatto è, naturalmente, almeno per ora Stolypine. Diciamo, almeno per ora, poichè quantunque fin'ora questa Duma non abbia fatto nessun gesto energico ed eroico, non si può dire che sia proprio rassegnata fino alla fine alla parte di Cenerentola. Si è parlato ricordando la Rivol11zione Francese del famoso giuramento della sala del Jeu de paume; ma la situazione era allora ed è oggi diversa: eppoi i due popoli son differenti. La Rivoluzionf\ Francese fu il torrente furioso che in breve ora sradica gli alberi, rovina le case, travolge e sommerge tutto ciò che gli si oppone ; la Rivoluzione Russa è il fiume ampio e profondo che segue lentamente, ma inesorabilmente il sno percorso; che lentamente, ma sicuramente, sorpassa gli ostacoli e va dove deve, seuza furia e senza fretta ma inevitabilmente. Questo è per la natura del popolo russo. Può darsi, se il governo vorrà sciogliere questa seconda Duma, può darsi che si arrivi agli atti di violenza e che la lotta aperta, la gnerra civile, s' ingaggi fra Duma e autocrate; nondimeno noi siamo, a questo proposito dubbiosi; manca alla Duma l' Uomo. L'uomo di violenza, d' energia - e di ingegno - che pos8a essere il condottiero del popolo : l'agitatore e il capitano - Cromwell, Danton, Mazzini , Garibaldi.- 1' uomo rappresentativo che è anche l' uomo attivo. L' autocrazia ha per se la forza della inerzia che le viene dal tempo ; e l' interesse di quelli che sotto un altro regime non potrebbero più rubare, come oggi rubano, a man salva. Il crollo del soffitto del palazzo della Tauride ne è una recente prova Anzi quella rovina potrebbe essere tolta a simbolo dell'Impero Russo: oro, velluto, bronzo, ricchezza alla superfice; sotto il marciume, la decrepitezza, il tarlo che rode. Lasciamo da parte il sospetto che i reazionarii abbiano organizzato il colpo. I reazionarii rubarono i denari destinati ai restauri; in Russia ciò è normale, e ciò basta perchè la Duma ed il popolo russo abbiano il diritto di dir : Basta! all'autocrazia. Intanto la Duma si mostra calma, fredda, padrona di se. Alle vuote e retoriche dichiarazioni del Governo - il signor Stolypine lesse della brutta e vuota prosa - la Duma rispose discutendo - forse un po' troppo - di tutt' altro.
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